Le Cronache di Aetheria, Libro Primo-La Danza Delle Tenebre

di Destyno
(/viewuser.php?uid=663519)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Image and video hosting by TinyPic
Prima che leggiate, vorrei ringraziare Vyolet che mi ha fatto da beta-reader per questo capitolo.
Non credo che una vita mi basterà per ringraziarti.


Prologo: Ciò che Accadde Prima …
 
Tempo si guardò intorno, ansante.
Era fatta. Avevano sigillato la Grande Minaccia.
 
Un sorriso gli illuminò il volto.
Sì, ce l’ avevano fatta.
L’ Isola era salva.
 
«Ancora non riesco a crederci …» sussurrò Fuoco, scuotendo la testa.
«Nemmeno io.» rincarò Acqua.
«Ma … e adesso?» chiese Aria.
«Adesso … potremmo vivere in pace …» sorrise Terra, per poi manifestare la sua contentezza con un urlo di gioia.
Tempo scosse la testa. Erano così scalmanati, quei giovani …
Ma era giusto che festeggiassero. L’ Ora Buia era finalmente passata, e Aetheria, l’ Isola, non avrebbe mai più dovuto affrontare una minaccia del genere.
Luce chiuse gli occhi, mormorando una breve preghiera per tutte quelle povere anime che avevano raggiunto il Vuoto al di là del cielo.
Ombra era l’ unica che non mostrava nessuna emozione.
Avrebbe forse dovuto?
Era comunque colpa sua, fondamentalmente, se era scoccata l’ Ora Buia …
Improvvisamente, sentì una mano maschile sulla sua spalla.
 
«Fuoco …» sussurrò lei.
«Non è stata colpa tua, Ombra.» dichiarò lui.
«Già! Non devi sentirti in colpa!» rincarò Aria, allegra.
«Grazie …» disse Ombra, sorridendo un poco.
Tutti sorrisero.
Non c’ era più ragione di preoccuparsi.
 
Improvvisamente, senza alcuna ragione apparente, tutti e sette i presenti diedero le spalle alla grande stella a sette punte nera nel terreno, per rivolgere la loro attenzione a qualcun altro.
 
Il qualcuno in questione era un bambino, o almeno così sembrava dalla statura, il cui volto era coperto da un cappuccio nero come la cappa che lo avvolgeva completamente.
 
«Cosa ci fai qui?» chiese Fuoco, senza tradire nessuna espressione.
Il bambino lo ignorò, fissando, o almeno così pareva, il grande sigillo nel terreno.
 
«La Storia non è ancora conclusa.» asserì, portando una mano al volto.
 
«Anzi … è appena iniziata.»
 


 
«Non puoi dirci altro? » chiese Acqua.
 
«Eclypse.»
 
«Eclypse?» ripeté Aria.
 


 
«Capisco.» sussurrò Tempo.
«Converrete con me che è l’ unico modo per impedire la vostra fine.» disse piano il bambino.
 

 
«In tal caso, non ci resta che attendere.» mormorò Luce, fissando assorto il cielo.
«Dovete fondarla. E dovrà avere il suo centro nel sigillo.»
«L’ Accademia …»
 
«Non dovete dimenticare. Potrebbero passare millenni, ma mai, mai dovrete dimenticare che i nemici non sono solamente oltre il Confine.»
 
«Quindi … questo è un addio?» chiese Terra.
Il bambino, anche se nessuno, nemmeno egli stesso, poteva saperlo, sorrise.
 
«Non credo proprio, Terra.»

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2863861