Scusatemi tutti per il
mostruoso ritardo! Spero che il capitolo sia abbastanza lungo e spassoso da
poter ottenere il vostro perdono!
CAPITOLO
SEI: INIEZIONI E DROGHE
Leon cammina per un sentiero di montagna fischiettando
spensierato la sigla dei Simpson. Non si è accorto che sopra di lui in cima a
un’altura ci sono alcuni bergamados che stanno cercando di fargli rotolare
addosso un’enorme pietra. Però non è che ce ci riescano bene. Anzi per la
precisione non la smuovono di un solo millimetro. Alla fine, stanchi e
amareggiati, decidono di lasciar perdere.
Uomo con il pancione:- Ma
vada via i ciapp! (Tira un calcio e colpisce un sassolino davanti al macigno,
spostandolo. Il macigno comincia a rotolare giù a velocità sempre maggiore.)
Ciumbia ca fürtöna!-
Leon continua a camminare
ignaro del pericolo. Poi vede un luccichio per terra e si china. Proprio in
quel momento arriva il macigno che però colpisce un tronco sulla strada e salta
in alto, mancando per un pelo l’agente del governo degli Usa, cioè l’idiota.
Leon (ancora chinato a
terra):- Cosa sarà? (Raccoglie una pietra luccicante.) Mah, magari è
preziosa...- (Se la mette in tasca e continua a camminare.)
Arriva in un altro piccolo villaggio ed entra in una
casa. Fruga dappertutto per trovare una qualche traccia di Ashley o
informazioni su dove sia, ma trova solo un manuale di cucina intitolato “Mille
e uno modi di cucinare la polenta”. Poi vede un armadio chiuso.
Leon:- Lì non ho ancora
guardato... Però meglio fare con cautela: non vorrei trovarmi davanti anche il
fauno Tumnus zombificato...- (Si mette a lato dell’armadio stringendo nella
mano destra la pistola e apre l’anta con la mano sinistra. Un uomo legato e
imbavagliato casca fuori e cade sul pavimento disteso. Mugola disperato e Leon
gli strappa il nastro adesivo sulla bocca.)
Uomo:- Oh bischero! E fa più
piano, maremma maiala! (Leon comincia a slegargli le mani.) Te ‘un tu sei ‘ome
loro?-
Leon:- No... (Finisce di
slegarlo.) Anche tu parli una lingua che non capisco affatto! Sei come loro?-
Uomo:- No ‘he un sono ‘ome
’sti zozzi! ‘he s’ha ire?-
Leon:- Non ho capito niente.-
Uomo:- Oh te tu sei grullo!
Oh pallino, c’ho una domanda dimorto ma dimorto importante: c’hai una cicca?-
Leon:- Sì, ho delle gomme.-
Uomo (arrabbiato):- T’ho
‘hiesto il fumo, tattameòdi!-
Leon:- Ah, non ce l’ho
allora. Ma che vuol dire tattameòdi?- (In quel momento si sentono dei passi
pesantissimi ed entrano due bergamados.)
Uomo:- Maremma! El Bocia da
l’oĉ de vetr!-
Leon:- Cosa?-
Ma Leon non riceve alcuna risposta, perchè nella
stanza entra un uomo enorme, calvo, ma con una lunga barba nera: el Bocia da
l’oĉ de vetr! È un individuo dalla forza straordinaria: con un pugno può
fermare un rinoceronte in corsa, con le braccia può strozzare un leone, con una
testata può abbattere un elefante e con un calcio può mandare in orbita un
ghepardo. Peccato che non abbia i soldi per andare allo zoo. Leon gli si lancia
addosso cercando di colpirlo con un calcio, ma lui gli afferra il piede e lo
scaglia contro l’armadio. Leon ci cade sopra distruggendolo, ma nonostante il
colpo si rialza.
Leon:- Non mi arrendo mai al
primo colpo! IAAA! (Ci riprova, ma el Bocia lo lancia di nuovo sulle macerie
dell’armadio. Leon si rialza.) Non mi arrendo neanche al secondo colpo! (Dopo
un nuovo tentativo, Leon si mette ancora in piedi sui resti dell’armadio.) Non
mi arrendo nemmeno al terzo colpo!-
La scena si ripete un numero imprecisato di volte.
Leon continua a rialzarsi e a volare di nuovo verso l’armadio, mentre l’uomo
che prima era nell’armadio muove la testa da sinistra a destra seguendo i suoi
movimenti. Dopo un po’ di tempo...
Leon (pieno di lividi e
bernoccoli):- Non mi arrendo neanche al settantottesimo colpoooh!- (Cade a
terra svenuto.)
Bocia:- A la bunùra!
(All’uomo a terra.) E tu?-
Uomo:- Il primo ‘olpo mi
basta, grazie!- (El Bocia gli tira un pugnone in testa e lo stordisce.)
I due bergamados si caricano in spalla Leon e l’uomo e
li portano via preceduti dal Bocia. Tutto diventa buio. Poi si sente una voce
nell’oscurità. È di un uomo vecchio, con pochi capelli in testa e un vestito
lungo blu con cappuccio. Sul petto c’è un grosso ciondolo d’oro a forma di S.
Vecchio:- Deboli mortali,
lasciateci donare a voi il nostro potere! (Compare un altro incappucciato
pallido con una siringa. Si avvicina al vecchio e gli inietta tutto il
contenuto nel collo.) AHIA! Razza d’idiota! Devi farla a lui l’iniezione!-
(Indica Leon svenuto su una sedia.)
Tizio:- Ops, scusi capo! Con
questo buio non si vede niente.-
Vecchio:- E allora accendi la
luce, imbecille!- (Entra un altro tizio con un’altra siringa che accende la
luce.)
Altro tizio:- Ci scusi,
pensavamo che il buio facesse più atmosfera.-
Vecchio:- Sì, ma se sbagliate
a fare le iniezioni è inutile! Bah, fatemi finire il mio bel discorso. Ehm,
ehm! Presto sarai incapace di resistere al nostro intossicante potere e
allora...- (L’altro tizio fa l’iniezione a Leon.)
Tizio:- Ma cosa gli hai
iniettato?-
Altro tizio:- La Verzas, no?-
Tizio:- Allora perchè sulla
siringa c’è scritto “antirabbica”?-
Altro tizio:- Ops, Devo
essermi confuso!-
Vecchio:- Cretini! Andate a
prendere la siringa giusta e sbrigatevi, deficienti!- (I due vanno nella stanza
di fianco e dopo un po’ tornano.)
Tizio (tenendo in mano una
siringa):- Ecco, l’abbiamo trovata!-
Altro tizio:- Però era pieno
anche di altre siringhe dentro una scatola con un’etichetta strappata per metà.
C’era scritto “eroi”. Cosa vuol dire?-
Vecchio (imbarazzato):-
Niente, niente! E poi è solo per uso personale. Ora fategli questa maledetta
iniezione! (Il tizio si avvicina a Leon e gli punge il collo con la siringa.) E
allora sarai sotto il mio completo potere! HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA!!!-
Altro tizio:- Ha, ha, ha,
ha!!!-
Vecchio:- Perchè ridi anche
tu?-
Altro tizio:- No, niente.
Pensavo a quella barzelletta dei due zombi e del circo.-
Tizio:- Già, è davvero
buffa!-
Vecchio (imbestialito come
non mai):- FAGLI L’INIEZIONE E FACCIAMOLA FINITA UNA BUONA VOLTA!!!- (Il tizio,
spaventato, esegue.)
Alcune ore dopo, Leon si risveglia sul pavimento di
una baracca e si accorge di essere legato per le mani all’uomo che aveva
liberato prima. Sono schiena contro schiena. L’uomo dorme e russa
rumorosamente.
Leon:- Ehi, svegliati!- (Lo
scuote un po’.)
Uomo (svegliandosi):- Ohi,
ohi! El Bocia c’ha la mano pesante! Tira certi nocchini! N’abbiam buscate di
santa ragione! (Si guarda attorno.) Dalla padella alla brace!-
Leon:- Vuoi dirmi che cavolo
sta succedendo qui? Tu chi sei? Chi è quel mostro con la barba nera?-
Uomo:- Amerigano, eh? E che
‘osa porta un bischero ‘ome te in ‘odesta parte del mondo? (Leon lo strattona
per le mani.) Giueee! Oh manfano, sta ‘almo! Un lo so ‘he sta capitando qui! Se
proprio ci tieni, ti posso dire ‘he l’omo dal quale n’hai pigliate una sacca di
botte da orbi si ‘hiama Ambrogio Brambilla ed è il capoccia del villaggio. Te
tu ‘ome ti ‘hiami invece?-
Leon:- Il mio nome è Leon.
Sto cercando questa ragazza. (Tira fuori la foto autografata di Nemesis.) L’hai
vista?-
Uomo:- Maremma! Grazie al
cielo no! Maiala 'he brutta!-
Leon (guardando la foto):-
Perchè mi porto dietro tutte queste maledette foto ricordo??? (La mette via e
prende quella di Ashley.) Questa l’hai vista?-
Uomo:- ‘he bella citta! Ma te
tu saresti un poliziotto? No, Leone, un sembri il tipo! Ma d’altronde ormai
assumono ‘hiunque... Lei l’è la figliola del presidente?-
Leon:- Sì, ma... Come lo
sai?-
Uomo:- Poteri psihici!-
Leon (stupito):- Davvero?-
Uomo:- Oh strullo! C’era
scritto sulla foto! (Leon guarda meglio la foto e si accorge che in effetti il
capo gliel’ha annotato in basso a destra, probabilmente pensando che Leon
potesse scordarselo.) Ho sentito dire ‘he c’è una citta prigioniera nella
‘hiesa. Forse l’è lei.-
Leon:- Grazie per
l’informazione. Ma tu chi sei?-
Uomo:- Mi ‘hiamo Gigi
Mattino. Una volta l’ero un poliziotto, ma ora sono solo un gingillone e un
farfallone. L’è da grulli stare nella polizia: passi metà tempo a fare multe e
l’altra metà a farti insultare da quelli ‘he hai multati. E dalle mie parti un
sono tanto garbati!-
Leon:- Beh, almeno non si
corre il rischio di essere intrappolati dagli zombi di continuo!-
Gigi:- Icchè tu vo’ dire?-
Leon:- Dieci anni fa il mio
capo mi ha mandato in vacanza a Racchion City e non è stato un soggiorno
piacevole!-
Gigi:- Un l’è miha la città
dell’incidente del virus?-
Leon:- Sì, il T-virus della
K-Way Corporation. È stata un’esperienza terribile: gli zombi divoravano tutto
quello che trovavano. Si sentivano di continuo i loro orribili ansimi e muggiti
per le vie e le strade. Il mio povero cellulare... Non l’ho più visto!!!- (Si
mette a piangere.)
Gigi:- Su, su! ‘apita! (In
quel momento si apre la porta ed entra un bergamados che trascina un’enorme
scure. Solo Gigi lo vede, perchè Leon è di schiena.) Ehm, Leone...-
Leon (che non si è accorto di
niente):- E poi c’era quella bella cinese innamorata di me! È vero che mi ha
tirato una sberla quando le ho palpato il sedere, ma si sa che le donne sono
così... Era chiaramente pazza di me!-
Gigi (osservando preoccupato
l’uomo con la scure che si avvicina):- Leone, potresti voltarti un attimo?-
Leon (ignorandolo):- Certo,
anche quella Claire Greenfield era carina, ma non era il mio tipo: aveva troppo
la testa fra le nuvole. Si perdeva sempre in chiacchere e non si accorgeva del
pericolo se non all’ultimo momento.-
Uomo con la scure:- Mè urèse
ta masà!-
Leon:- Eh? Che cavolo dici?
(Si volta e vede l’uomo che sta sollevando la scure.) AAAH!!!-
Gigi:- Fa’ qualcosa,
bischero, o ‘odesto buhaiolo c’ammazza!- (Leon e Gigi si allontanano l’uno
dall’altro proprio nel momento in cui cala la scure che così taglia le corde
che li tenevano legati. I due rotolano in direzioni opposte. Poi l’uomo solleva
nuovamente la scure sopra Leon.)
Uomo con la scure:- Crepa!
(All’improvviso si blocca con la scure sopra la testa.) AAAH! L’ernia!- (Cade
sulla schiena e ci resta secco. Gigi nel frattempo scappa. Leon si rialza e gli
squilla la ricetrasmittente. Risponde.)
Leon:- Ingrid, scusami se non
sono riuscito a mettermi in comunicazione prima, ma ero un po’ preso...-
Ingrid:- Stai bene, vero?-
Leon:- Sì, sei gentile a
preoccuparti per me.-
Ingrid (ignorandolo e
voltandosi verso il capo):- Può ritirare l’ordine per la corona di fiori: non è
morto.-
Capo:- Oh, accidenti l’avevo
già pagata! Spero che mi ridiano i soldi!-
Leon (toccandosi):- Grazie
per la fiducia! Un tizio mi ha detto che forse Ashley è nascosta in una
chiesa.-
Ingrid:- Sai dov’è questa
chiesa?-
Leon:- No, ora torno al
villaggio.-
Ingrid:- Va bene, a dopo.-
Leon:- Aspetta! Se non puoi
di venerdì, possiamo fare sabato?- (Ingrid riattacca ancora più infuriata
dell’ultima volta.)
Leon fa per uscire dalla casa, ma, quando passa vicino
a una finestra, fuori compare un tizio vestito di nero e blu scuro con
cappuccio e la parte inferiore del volto nascosta.
Mercante:- Buh!-
Leon (preso alla
sprovvista):- AAAH!!!-
Mercante:- He, he, he! Per di
qua, straniero!- (Si allontana dalla finestra.)
Leon (respirando
affannosamente):- Ma chi era quello?-
Leon esce dalla casa e va sul retro dove trova il
mercante che ridacchia ancora come un cretino. Lo osserva meglio e nota che ha
un occhio nero.
Mercante:- Benvenuto,
staniero!-
Leon:- Che ti sei fatto
all’occhio?-
Mercante:- Ho dell’ottima
merce da vendere!- (Apre il mantello con un gesto teatrale e mostra un vario
assortimento di fucili, pistole, bombe, granate, lanciarazzi, coltellini svizzeri
e forbici dalla punta arrotondata.)
Leon:- Sì, ma che ti è
successo a quell’occhio?-
Mercante:- Non hai abbastanza
soldi, straniero. He, he, he!-
Leon:- No, non mi stai
ascoltando. Io ti ho chiesto... (Il mercante continua a ridacchiare.) Oh,
lasciamo perdere! Che cosa vendi?-
Mercante:- Che cosa compri?-
Leon:- Ma lo fai apposta???
Comunque mi servirebbe una bella arma vera.-
Mercante (estraendo una
doppietta):- Che cosa puoi vendere?- (Leon si fruga nelle tasche e non trova
niente, ad eccezione di quella strana pietra luccicante trovata all’inizio del
capitolo.)
Leon (dandola al mercante):-
Ecco, ho questa, ma non so cosa sia.-
Mercante:- Oh, la comprerò ad
un alto prezzo!- (Dà la doppietta a Leon.)
Leon:- Grazie, ma che te ne
fai di quella pietra?-
Mercante:- He, he, he! Lo sai
come si chiama questa pietra? He, he, he! È uno Spinello! He, he, he! (Tira
fuori dal mantello un tavolino, un martello, un rotolino di carta da avvolgere
e un accendino. Poi, sotto lo sguardo incredulo di Leon, afferra il martello e
riduce in briciole la pietra. Raccoglie con cura la polvere ottenuta, la mette
dentro la carta e la arrotola. Infine prende la canna così ottenuta, se la
porta alle labbra e la accende.) He, he, he!-
Leon:- Ecco perchè ridi
così!-
Mercante (aspirando e
soffiando nuvole di fumo):- He, he, he! Torna quando vuoi, straniero! He, he,
he! (Leon si allontana con la doppietta.) Ma stai attento alla donna in rosso!
He, he, he!-
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Beh, Krauser sarà
tremendo anche lui con Leon. Ma avrà i suoi buoni motivi...
@utada_hikaru: Già, povero
cieco... Che brutta fine... Oppure no?... Per favore, non dire più che le sue battute
fanno ridere o Weskor potrebbe meditare il suicidio!
@Dea Nemesis: Quel cieco
rischia di soppiantarmi i protagonisti! Sarà meglio farlo sparire...
@BaschVR: Potrei fare che lei
e la mamma di Leon si conoscono...
@Mishka: Mia cara, non sai
che io sono ovunque? MUHAHAHAHAHA!!! Ok, basta idiozie. Che cugini simpatici!
Magari potresti portarli da Soddler. Ciao e YAY!
@nueblackcrowfriend: Non so, io credo che ci siano
più probabilità che si avveri la tua prima ipotesi, piuttosto che la seconda!
@Sengir: Contro una simile fortuna sfacciata è difficile spuntarla in
effetti!