Specchio
Specchio specchio delle mie brame…
By Tizzy
Disclaimer: Appartiene
tutto a Joss Wedhon e Co., che se lo becco gli faccio passare una quindicina di
minuti (o magari di più) di puro terrore., sto pirla.
Rating: Sono
leggermente indecisa, in generale direi un PG 13, ma alcune punte qua e là a causa di
un linguaggio colorito che mi spingerebbero a classificarla NC 17 . Che
volete farci il mio cuore di mamma mi impone l’avvertimento per orecchie, o
meglio occhi, innocenti. (sempre se esistono ancora ragazzine di quindici anni
innocenti).
Genere: Direi comico-demenziale, o almeno ci spero.
Coppie: Nessuna in particolare, ma il discorso girerà intorno ad
una certa coppia che ben conoscete.
Protagonisti: Di tutto un po’.
Trama: Bella domanda, e ora come ve la spiego? Ok, la colpa è tutta
della melanzane alla parmigiana che mi sono sbafata ieri sera e che non ho
digerito. Mi hanno fatto venire gli incubi, insomma, una specie, ma questo è
quanto ne è venuto fuori. È una storia breve formata da un solo capitolo, e
beh…il resto leggetelo che capirete meglio, io davvero non so come spiegarla.
Time line: Direi dopo Chosen, e non tiene molto conto della 5 serie
di Angel. Inseritela voi dove vi torna meglio.
###############
<< Buffy devo parlarti, c’è una cosa che uhmm…
>>
La Buffy
in questione alzò gli occhi al cielo sospirando. Quando Giles le si rivolgeva
con quel tono, non c’era da aspettarsi niente di buono. << E… >>
suo malgrado si trovò a sollecitare, vedendo che il suo Osservatore come al
solito per tergiversare aveva preso a pulirsi gli occhiali con un’espressione
imbarazzata sul volto.
<< I nostri tecnici hanno trovato e tradotto una
profezia e… >>
<< Mi lasci indovinare, apocalisse in arrivo? >>
<< Ehm, no, ecco si tratta... >>
<< Sarò uccisa da qualche cattivissimo demone?
>> tentò ancora Buffy.
<< No… >> prima che Giles avesse modo di
completare la frase, venne interrotto da Willow che entrava nella stanza.
<< Salve gente che mi sono persa? >> chiese
infatti la strega.
<< C’è un’altra profezia che devo spezzare ma non devo
morire né fermare un’apocalisse. >> le rispose quasi annoiata Buffy.
<< Oh. >> fu l’esclamazione poco interessata di
Willow.
<< A dire il vero non è così. >> sbottò Giles a
cui iniziavano a girare (chiamiamoli nervi), per l’evidente menefreghismo delle
due.
<< Huh? >> improvvisamente le due ragazze
sembrarono leggermente più interessate.
<< Deve morire? >> chiese Willow, gettando
subito dopo uno sguardo di scusa all’amica che aveva appena fatto un gestaccio
scaramantico.
<< No, non è questo, in effetti… >>
<< Ma aveva detto che non c’erano apocalissi in
arrivo. >> esclamò invece Buffy, che continuava a toccare ferro.
<< Infatti non ce ne sono. Si tratta… >> rispose
Giles che iniziava a perdere la pazienza. Se solo lo avessero lasciato parlare
invece…
<< Ma se non deve morire (altro gesto scaramantico da
parte della Cacciatrice), e non ci sono apocalissi in arrivo allora perché
prima ha detto che non era così? >> stava infatti chiedendo Willow,
interrompendolo per l’ennesima volta.
Come se non bastasse, subito dopo Buffy si accodò. <<
Giusto! Perché lo ha detto? >>
“Calma Rupert, respira, conta fino a dieci e respira” si
costrinse a pensare Rupert, che poveretto era decisamente frustrato.
<< Ho… detto… che… non… è… così… >> disse
lentamente Giles a denti stretti, poi, vedendo che le due erano lì pronte ad
aprire bocca, si costrinse a parlare velocemente. << … perché questa non
è una profezia che deve essere vanificata. Tutto l’opposto direi. >> il risultato
fu che la sua voce si alzò di un ottava risuonando leggermente stridula, oltre
che lasciare decisamente confuse le due. Ma, soprattutto, le lasciò senza
parole. Finalmente aveva la possibilità di dire quello che doveva dire senza
ulteriori interruzioni.
<< Ciao, che succede? >>
Ultime parole famose. Nell’istante in cui Giles era pronto
per rivelare il mistero, dalla porta era entrata Dawn. Gemette, cos’altro
poteva fare?
E così, mentre l’Osservatore dava metaforiche testate contro
il muro, Buffy e Willow aggiornavano la ragazzina sulle novità.
<< Ma esistono davvero profezie in cui nessuno deve
morire? >> stava chiedendo scettica Dawn, visto che la discussione si era
poi spostata su che genere di profezia poteva trattarsi.
Uscendo dal limbo mentale che si era costruito per non
strozzarle tutte e tre, Giles comprese che se non si sbrigava avrebbe perso per
sempre l’opportunità di intervenire nella conversazione bislacca che si era
creata e riportarla su quanto aveva da dire. << Direi proprio di si!
>> annunciò come in risposta alla domanda della ragazzina. Poi cogliendo
l’ulteriore vantaggio del secondo di silenzio che era seguito alla sua
asserzione, aggiunse velocemente. << Infatti questa profezia parla di una
nascita. >> e rimase ad osservare le reazioni alle sue parole.
Furono quelle che sperava.
Silenzio.
Stupendo, meraviglioso silenzio.
Visto e considerato che tutte e tre le ragazze erano rimaste
a bocca aperta e non sembravano sul punto di parlare, tanto valeva
approfittarne per continuare a spiegare, così, dopo aver dato per sicurezza
un’occhiata alla porta per accertarsi che non entrasse lo scocciatore di turno,
disse: << Stando a quanto dice questa profezia… >> stendendo un
rotolo di pergamena sul tavolo. << …sembra che la prescelta darà alla
luce una figlia che sarà destinata a mettere fine una volta per tutte alla
battaglia fra il bene e il male. Facendo vincere il bene, naturalmente.
>>
Altro sguardo alla porta, giusto per sicurezza, e poi Giles
guardò in volto una ad una le ragazze. La bocca l’avevano chiusa, ma in
compenso i loro occhi sembravano voler schizzare via dalle orbite, soprattutto
quelli di Buffy.
<< Una figlia? >> chiese infatti la Cacciatrice quasi
annaspando.
<< Una figlia? >> chiese eccitata Willow.
<< Una figlia? >> chiese invece scettica Dawn.
<< Di Buffy? Povera bambina che razza di madre si ritroverà. >>
aggiunse subito dopo.
Giles sbuffò, Willow ridacchiò e la Buffy in questione diede una
manata alla sorella.
<< Ahi! Perché te la prendi con me? È la profezia che
dice che dovrai rimanere incinta… o lo sei già incinta? >> protestò Dawn,
guardando inquisitoria la sorella.
A che, anche due altre paia di occhi si rivolsero verso la Cacciatrice, un paio
leggermente preoccupato, l’altro decisamente eccitato.
<< Buffy, sei incinta? >> chiese Willow che già
si vedeva nei panni della zia.
<< Buffy, sei incinta? >> chiese Giles che
temeva di veder andare in fumo la profezia. Per poi girarsi di nuovo verso la
porta, sempre per sicurezza.
<< Certo che no! >> esplose la Buffy in questione, rossa
dall’imbarazzo oltre che dall’irritazione per la domanda indelicata della
sorella.
<< Sia ringraziato il cielo. >> commentò Giles.
<< No? Ne sei sicura? >> chiese invece Willow
che vedeva svanire i suoi sogni di fare da madrina alla piccola.
< Oh già, dimenticavo, l’ultimo con cui hai fatto sesso è
stato Spike prima della battaglia con il Primo, ed è stato diverso tempo fa.
>> commentò invece fintamente ingenua Dawn, fregandosene altamente delle
occhiatacce che la sorella le rivolgeva.
<< Non ho fatto sesso con Spike. >> sbottò Buffy
più rossa che mai.
<< Si, e io non sono la chiave. >> la motteggiò
Dawn.
<< Buffy hai fatto sesso con Spike? >> chiese
invece curiosa Willow, non convinta dall’eccessivo rossore dell’amica.
Giles, una volta tanto non sembrava imbarazzato o irritato
dalla piega che aveva preso la conversazione, anzi, sembrava piuttosto
interessato. <ta tanto non sembrava
scocciato o irritato dalla piega che aveva preso la conversazione, anzi,
sembrava piuttosto < Hai fatto sesso con Spike? >> chiese
infatti, mandando al diavolo la naturale riservatezza inglese.
<< Giles! >> gridarono sembrando offese tutte e
tre le ragazze.
<< Beh, che c’è? Non l’ho chiesto solo io o sbaglio?
>> cercò di difendersi l’Osservatore.
<< Che c’entra, lei è un uomo, non una ragazza.
>> rispose a tono Dawn.
<< Ringrazio il cielo di non essere una ragazza.
>> bofonchiò Giles.
<< E un uomo non fa domande così private ad una
ragazza. >> stava continuando Dawn.
<< Allora non dovreste parlare di cose così private in
presenza di un uomo. >> rispose bruscamente Giles che improvvisamente si
era sentito impelagare in un'altra discussione senza senso, allontanando il
fulcro del discorso.
<< Più che giusto. >> concordò Buffy, dando
un’ulteriore manata a Dawn, causa suprema del suo imbarazzo.
<< Questo non cambia il fatto che non hai risposto.
>> esclamò con sorpresa Willow, la curiosità era un brutto, brutto
mostro, lei lo sapeva, ma voleva una risposta.
Il volto di Buffy tornò ad essere di un bel rosso brillante,
segno evidente che non la raccontava giusta.
<< Si, no, una specie… >> le parole le uscirono
smozzicate dalle labbra che si stava furiosamente tormentando con i denti.
Vedendo che gli sguardi degli altri non accennavano a diminuire di intensità,
Buffy sospirò bruscamente e si alzò per iniziare a camminare agitata per la
stanza. << Non è stato solo sesso, ecco! >> sbottò alla fine,
girandosi bruscamente verso la finestra, e concentrando lo sguardo sulla verde
campagna inglese che c’era fuori.
È stato più che solo
sesso, oh se lo è stato! Accidenti a lui!
Willow comprese all’istante quanto quelle parole fossero
costate a Buffy, la tensione che si leggeva nelle sue spalle e
nell’atteggiamento fintamente concentrato verso l’esterno, parlavano a chiare
lettere. Dirigendosi verso l’amica le pose una mano consolatoria sulla spalla.
<< Buffy è per questo che ti eri arrabbiata tanto
quando hai saputo che era tornato? >> chiese a bassa voce, non volendo
farsi sentire dagli altri, che però avevano le orecchie ben tese verso di loro.
<< È solo che avevo sperato… non so… onestamente non
so… >> Buffy non riusciva a trovare le parole per esprimersi. La
confusione che era stata presente durante gli ultimi giorni a Sunnydale era
ancora presente nel suo cuore, forse ancora di più.
Riscuotendosi, e notando gli sguardi curiosi che Giles e
Dawn le rivolgevano, decise che era proprio il caso di cambiare discorso perché
quello non se la sentiva di affrontarlo giusto ora. << Beh, allora?
Questa profezia? >> chiese, aggrappandosi a quel pretesto.
Giles sobbalzò leggermente, rendendosi conto che la domanda
era posta a lui. Era l’occasione giusta per continuare la spiegazione, ma
stranamente stavolta avrebbe preferito analizzare quanto era stato detto
piuttosto che salire in cattedra. << Uh, si giusto, la profezia… >>
si arrese infine, riportando lo sguardo sul rotolo sul tavolo. Ci sarebbe stato
tempo anche per quello, decise.
<< Dunque… la profezia si, bene… non riporta una data
precisa di quando dovrebbe avverarsi, ma i nostri tecnici hanno dedotto da
alcuni dettagli che dovrà essere entro la fine dell’anno, il che, considerando
che siamo a Febbraio, non ci lascia molto tempo. >> disse, passando lo
sguardo da la pergamena ad alcuni fogli che aveva tirato fuori di tasca, giusto
per controllare. Poi, rendendosi conto del silenzio che aveva accolto le sue
parole, alzò lo sguardo per capire cosa stava succedendo. Non lo avesse mai
fatto…
Willow, stava sorridendo ampiamente, e dava pacche sulla
schiena a Buffy che sembrava stare per soffocare.
Dawn, che si godeva la scena, cercava affannosamente di
nascondere la risata che le veniva spontanea nel vedere la sorella tanto
sconvolta.
E Buffy… che già stava soffocando… non aveva proprio modo di
fare altro, beh a parte l’inviare mentalmente maledizioni e imprecazioni varie
verso quei dannati tecnici che avevano trovato e tradotto la profezia.
<< Fi… fine dell’anno? >> alla fine riuscì a
bofonchiare, fra un ansito e un altro.
Come diavolo faccio ad
avere un figlio, cioè una figlia entro la fine dell’anno? Non ho neanche il
ragazzo, e che mi faccio inseminare? E poi che diavolo sto dicendo, io non
voglio avere figli ora, no, no e poi no.
<< Ehmmm… ecco, si. >> rispose debolmente Giles,
rendendosi conto di essere arrivato ad uno dei punti dolenti che aveva
individuato. Fin dall’inizio infatti gli era stato chiaro che Buffy
difficilmente avrebbe accettato di collaborare in tal senso. Non che non la
comprendesse, avere un figlio era sempre una decisione importante da prendere,
soprattutto per una donna, soprattutto se quella donna era Buffy e non aveva
nessun senso materno.
<< No, no e poi no! >> esclamò Buffy, mettendo
in parole i suoi pensieri.
<< Buffy… >>
<< No, Giles, se lo scordi. >>
<< Ma… >>
<< No! >>
<< Ma non sai ancora tutto. >> cercò ancora di
intercedere Giles. La posta in gioco era troppo alta per arrendersi.
<< Perché, c’è dell’altro? >> chiese sardonica
Buffy.
<< Ecco, si… riguarda il padre… >>
<< Cosa al riguardo? >> chiese dura Buffy che
non intendeva cedere di un millimetro, anche se… Giles voleva forse dire che…
<< Bene, si… la profezia in effetti non riguarda solo
te ma anche lui… >>
<< E chi sarebbe questo misterioso lui? >>
chiese Dawn che non ci stava a quel tira e molla fra quei due.
<< Beh, ecco… la sua identità non è specificata ma…
apparentemente sembrerebbe che debba trattarsi di un… >>
<< Che ci fate tutti qui? >>
La porta aveva colpito ancora, e proprio nel momento in cui Giles
stava per sbolognare anche il punto dolente numero due, era arrivato Andrew.
Inutile dire che la grande rivelazione dovette aspettare che
anche il ragazzo venisse messo al corrente delle novità, e da lì al crearsi una
nuova conversazione allucinante sul fatto se Buffy doveva o meno rispettare la
profezia, e le conseguenze che avrebbe comportato farlo, il passo fu breve.
Willow era già partita per la tangente, iniziando a
fantasticare di passeggini, vestitini graziosi per la sua quasi nipotina, ed era
quasi arrivata a programmarle un piano di studi personalizzato.
Dawn bofonchiava invece che quella povera bambina si sarebbe
ritrovata in una gabbia di matti e che l’avrebbero dovuta internare prima
ancora di aver compiuto il suo destino.
Andrew invece dava man forte a Willow, progettando assurdi
marchingegni per far divertire la bambina e stimolare i suoi processi creativi.
Inutilmente Buffy opponeva argomenti sulle nausee, le gambe
gonfie e che sarebbe diventata grossa come un ippopotamo. Senza parlare poi dei
temuti dolori del parto. Non la filavano neanche di striscio.
E Giles si ritrovava ancora una volta in una girandola di
discorsi futili e strampalati che gli stavano facendo venire il mal di testa,
oltre a far aumentare la sua frustrazione per non essere ancora riuscito a
spiegare per bene le cose come stavano.
Miracolo, in suo soccorso, all’improvviso giunse una domanda
di Andrew.
<< Ma chi dovrebbe essere il padre? >> chiese
infatti il ragazzo.
Giles per una volta avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo.
Infatti anche gli sguardi delle altre si puntarono su di lui, dandogli
quell’attenzione per cui stava segretamente pregando il cielo da chissà quanto
tempo.
<< È quanto stavo per dire quando sei entrato.
>> rispose, tenendo però a precisare che il ritardo nel dare quella
informazione era stato causato proprio dal ragazzo. Ma visto e considerato che
in fondo era stato proprio lui ad aver riportato la conversazione sul binario
giusto, una volta tanto non si beccò l’occhiataccia che di solito gli era
riservata.
<< Beh allora? Si vuol decidere a parlare? >> lo
sollecitò Dawn, che segretamente sperava che almeno il padre si potesse
rivelare un genitore con la testa sulle spalle.
Resistendo alla tentazione di uccidere la ragazza che stava
risvegliando in lui gli istinti del vecchio squartatore, Giles sospirò
rumorosamente e riprese in mano la profezia. << Il padre dovrà essere un
campione. >> sbolognò senza tanti giri di parole.
Silenzio.
Ancora una volta la bomba gettata aveva fatto effetto, ora
c’era solo da sperare che nessun altro entrasse dalla porta. E Giles stava già
iniziando a progettare di murarla quella porta.
<< Come a dire… >> alla fine sussurrò Buffy, fra
l’incertezza generale che aveva scatenato la parola “campione”.
<< Umano ma più forte di un umano, e che abbia
un’anima naturalmente. >> rispose spicciolo Rupert, che era ancora
seccato.
<< Spike! >> trillò Dawn eccitata, forse
dopotutto la sua nipotina avrebbe avuto un genitore decente.
<< Spike? >> chiese invece Willow leggermente
dubbiosa.
<< Spike? >> chiese invece Andrew eccitato al
pari di Dawn, dato che idolatrava il vampiro.
<< Spike? >> chiese invece tetra Buffy, che
ancora masticava amaro quando pensava al vampiro.
E con quella cacofonia di “Spike”, Giles sentì il suo mal di
testa aumentare vertiginosamente. Ma non potevano tutti parlare a voce più
bassa?
<< Ehmm, si… diciamo che lui è uno dei due possibili
canditati. >> ammise, iniziando a massaggiarsi le tempie.
<< Due? >>
<< Due? >>
<< Due? >>
<< Due? >>
A riborda. La cacofonia era tornata e più forte di prima.
<< Anche Angel corrisponde ai requisiti, lo avete
scordato? >> si costrinse ugualmente a dire piano Rupert, nonostante la
voglia di gridare a squarciagola e tirare fuori un coltello per sbudellarli
tutti.
Stavolta le sue parole per fortuna (degli altri oltre che
sua), richiamarono solo bassi mugolii di considerazione della cosa. Dopo di che
il silenzio regnò sovrano per qualche minuto (gradatamente accolto dalle
orecchie di Giles), fino a quando…
<< Ma i vampiri non possono avere figli! >>
esclamò Buffy, rendendosi improvvisamente conto della grave incongruenza della
profezia.
<< A dire la verità non è esattamente così. >>
rispose stranamente pacato Giles.
Gli altri non lo sapevano, ma il suo tono era stato
accuratamente preparato. L’Osservatore infatti era venuto conoscenza di un
particolare che ben sapeva avrebbe potuto far rattristare se non incavolare
Buffy. Angel aveva un figlio.
Così si apprestò a narrare tutta la storia, raccontando come
fosse accaduto e come ne fosse venuto a conoscenza grazie alla spia del
Consiglio che lavorava a Los Angeles. Inutile dire che non fu un racconto
felice, e più volte venne interrotto nella narrazione, ma alla fine il succo
del discorso fu chiaro a tutti.
In particolari condizioni, anche i vampiri potevano avere
figli.
Il problema che ora si poneva era un altro; chi dei due
vampiri?
Come doveva essere decisa la cosa?
Uno valeva l’altro, oppure la profezia richiedeva una specifica
scelta?
E chi doveva fare quella scelta? Buffy stessa o era invece
necessario indire qualche specie di prova da proporre ai due contendenti al
titolo?
Insomma ne vennero fuori di tutti i colori.
Chi proponeva di consultare le veggenti (Willow).
Chi invece proponeva varie prove di forza, certo che il
biondo vampiro avrebbe vinto (Andrew).
Chi non sapeva che pesci prendere (Buffy).
Chi aveva già un’idea precisa in mente e non intendeva
ragioni (Dawn).
E chi come Giles si metteva le mani nei capelli perché non
gli permettevano di parlare.
<< Qualcuno vuole stare ad ascoltarmi per favore?
>> alla fine urlò Giles, sobbalzando per il suono della sua stessa voce,
che gli spedì una fitta alle tempie.
Ma perlomeno ottenne lo scopo ricercato, il suono della sua
voce era stato tanto alto che gli altri finalmente si zittirono. Sospirando
dolorosamente, Rupert si accasciò su una sedia e li guardò torvo tutti, prima
di continuare. << Non ci sono veggenti da consultare o prove di forze da
fare. L’unica che può avere voce in capitolo è Buffy. La profezia dice che la
scelta spetta a lei e lei soltanto. >> distrattamente si frugò in tasca,
tirandone fuori una foto che gettò sul tavolo. << E forse prima di
scegliere, farebbe meglio a dare un’occhiata a questa… è il figlio di Angel.
>> poi si alzò stancamente e si diresse verso la porta.
<< Io ho detto quanto dovevo dire. Quando Buffy avrà
deciso potrà farmelo sapere, ma non prima di ventiquattro ore. Io mi vado a
prendere una ventina di aspirine sperando che mi facciano passare il mal di
testa che mi avete fatto venire. >> aggiunse, mentre già teneva la mano
sulla maniglia della porta. Un veloce cenno con la testa, e poi si defilò,
lasciando i quattro silenziosi e allibiti.
Il silenzio però non era destinato a durare in eterno.
<< Giuro che se scegli Angel non ti rivolgerò mai più
la parola. >> annunciò tassativa Dawn, che non aveva mai sopportato il
vampiro moro.
<< Huh? >> chiese soprappensiero Buffy, che era
intenta a guardare la foto che Giles aveva gettato sul tavolo. O meglio, lei
cercava di guardarla, ma la luce che entrava dalla finestra si rifletteva sulla
carta lucida e non riusciva a distinguere bene i lineamenti che vi erano
stampati sopra.
Certo, avrebbe potuto allungare una mano e prenderla per
vederla da vicino, ma un conto era sapere che Angel aveva un figlio, un altro
era vederne il volto.
<< Ho detto che se scegli Angel non ti perdonerò mai.
>> pensò bene di ripetere Dawn, cambiando leggermente la frase giusto per
renderla un tantino più persuasiva. << E poi dico… ma lo hai visto quella
specie di rospo lì? Vuoi che tua figlia gli assomigli? >> aggiunse,
indicando la foto che sembrava catturare l’attenzione della sorella, lei era
con le spalle alla finestra e l’immagine di Connor la vedeva bene, al contrario
ma bene.
<< Beh, si, in effetti… >> commentò Willow, che
era accanto alla ragazzina e poteva vedere anche lei l’immagine della foto.
Buffy stava per decidersi a prendere in mano la foto, quando
Andrew al suo fianco la battè sul tempo.
<< Concordo, non è il mio tipo. >> commentò il
ragazzo, guadagnandosi con la sua osservazione tre paia di occhi spipati.
<< Voglio dire, se fossi una ragazza non sarebbe il mio tipo. >> si
affrettò infatti a riparare, rendendosi conto della gaffe appena fatta.
Buffy roteò gli occhi e si affrettò a strappargli di mano la
foto.
<< Eww! >>
<< Vedi? Te lo avevo detto! >> esclamò Dawn alla
esclamazione di disgusto della sorella.
Buffy sempre storcendo la bocca, diede un’occhiata più
approfondita all’immagine. << Forse ha preso da Darla. >> commentò
con una punta di antica gelosia e cattiveria nella voce.
<< Forse. >> ammise Dawn che non aveva un bel
ricordo della vampira, da quando aveva cercato di far fuori sua madre. <<
Ma chi ci dice che il risultato non potrebbe essere anche peggiore? >>
buttò lì con un sorrisino leggermente perfido.
<< E chi ci dice il contrario? >> chiese invece
Willow, che non capiva la ragione per cui Dawn sembrava tifare tanto per Spike.
<< O chi ci dice che ci potrebbero essere risultati migliori con Spike?
Senza contare che non ce lo vedo proprio a fare il padre. >> ci tenne a
precisare.
Dawn sbuffò. << Sempre meglio di Angel che ha fatto
crescere suo figlio in una dimensione infernale. Non credo che questo deponga molto
a suo favore. Come padre non se l’è cavata per niente bene, stando a quanto ci
ha raccontato Giles. >> ribattè.
Era un buon punto, e Willow doveva ammetterlo, il vampiro
moro non sembrava molto affidabile come genitore, ma… << E tu pensi che
Spike saprebbe fare di meglio? >> ci tenne però a chiedere, non volendo
arrendersi senza lottare.
Buffy e Andrew seguivano la loro conversazione, spostando di
volta in volta lo sguardo dall’una all’altra, come se stessero guardando una
partita a tennis, ed ora la palla era nel campo della ragazzina.
E lei non se la fece scappare. Con un sorriso malizioso che
aveva imparato proprio dal vampiro biondo si apprestò a ribattere. << Non
è che lo penso, lo so. >>
<< Huh? >> l’esclamazione fu generale.
<< Vi ricordate di Janice? La mia amica e compagna di
scuola a Sunnydale? >> chiese Dawn, ghignando alla grande, sapendo di
avere in mano il colpo vincente. All’annuimento di tutti, continuò. << E
vi ricorderete che Janice ha una sorella, più grande, sposata, che si chiama
Kelly? >> altro annuimento.
<< Bene, l’estate in cui Buffy era morta, Spike veniva
sempre da me la sera, giusto? >>
Gli altri non sapevano dove lei volesse andare a parare, ma
ancora una volta annuirono.
<< Una sera, ci fu una piccola emergenza a casa di
Janice, e lei venne a chiedermi, o meglio a chiederci, dato che tutti credevano
che Buffy era ancora viva, se potevamo tenere il bambino di Kelly per un paio
di ore mentre loro si recavano all’ospedale dove la zia di Janice era stata
ricoverata d’urgenza. >>
La storia iniziava a farsi avvincente.
<< Sul Buffybot proprio non si poteva contare, ed io
non sapevo neanche come si fa a tenerlo in braccio un bambino, ma intervenne
Spike e si occupò di tutto lui. Rassicurò Kelly, si prese cura di suo figlio, e
quando lei venne a riprenderlo il piccolo aveva mangiato, fatto il bagnetto ed
era tutto bello e profumato. Kelly ne rimase così ben impressionata che ci
riportò suo figlio altre due volte. Se questa non è una prova che sarebbe un
ottimo genitore non so cosa altro sia. >> concluse infine Dawn con
un’espressione decisa.
Buffy guardò Willow, come a cercare conferma di quelle
parole, ma la strega si dovette limitare a stringersi nelle spalle. <<
Non ne ho mai saputo nulla. >> ammise.
<< Lo sapete come è fatto Spike, non voleva farlo
sapere a giro altrimenti si rovinava la sua immagine da big bad. Ma la verità è
che è bravissimo con i bambini. >> spiegò Dawn, roteando gli occhi
all’indirizzo del vampiro e delle sue manie.
Per un momento nella stanza scese un silenzio che avrebbe
fatto la gioia di Giles.
Era chiaro a tutti che Dawn non poteva essersi inventata
quella storia, e la sua spiegazione su Spike era risultata piuttosto
convincente. Tutti loro sapevano bene come il vampiro odiasse farsi vedere in
atteggiamenti che vagamente potessero ledere la reputazione, e allo stesso
tempo, tutti sapevano anche che era molto meno duro di quello che voleva
sembrare. Infatti ognuno di loro era stato testimone di eventi che mal si
accompagnavano alla sua immagine di big bad.
Ma questo non voleva dire che la discussione fosse finita e
la scelta fatta.
Il racconto di Dawn forse era riuscito a far protendere
l’ago della bilancia verso il vampiro ossigenato, ma rimaneva una certa
indecisione, soprattutto da parte di Willow.
<< Okay, forse Spike potrebbe non essere male come
genitore, ma chi ci dice che una figlia sua sarebbe meglio di una figlia di
Angel? >> chiese sventolando la foto che aveva fregato a Buffy.
Non è che fosse per partito preso contraria a Spike, anzi,
il vampiro ossigenato più di una volta si era rivelato migliore di quanto
sembrava, dopotutto aveva salvato il culo a tutti e lei di questo gliene
rendeva merito, ma… qui si parlava della sua figlioccia. Voleva essere certa
che Buffy facesse la scelta più giusta.
<< Ho io la soluzione! >> saltò su Andrew,
saltando anche su dalla sedia e dirigendosi a razzo verso la porta. <<
Aspettate e vedrete. >> disse sibillino prima di andarsene, lasciando
basite le tre.
Con nient’altro da fare se non aspettare il ritorno del
ragazzo, le tre iniziarono a passarsi la foto di Connor, facendo feroci
commenti sul suo aspetto come solo tre donne riunite in una stanza potevano
fare.
<< Secondo me è ha gli occhi storti. >> disse
Dawn puntando il dito. << Vedete? È strabico. >>
<< La fronte alta di certo l’ha presa da Angel.
>> commentò invece Buffy, cercando di essere più gentile, nonostante le
scappasse da ridere al ricordo di come Spike chiamava Angel, “frontone”.
<< E poi non so… ha un aspetto…slavato. >> disse
invece Willow. << Io non sarò un esperta in materia visto che sono gay,
ma dove è finito tutto il fascino del padre? Io non ne vedo traccia. >>
E via così di questo passo, con i commenti che si facevano
sempre più pungenti. Ha le gambe corte e storte, i capelli di un orrendo color
cacchina, di certo aveva pure il culo chiatto. Insomma, il povero ragazzo non
ne veniva fuori per niente bene. Diciamo pure che lo avevano distrutto.
Solo il rientro improvviso di Andrew che recava uno strano fagotto
con sé, mise fine a quel massacro.
<< Eccolo qui! >> esclamò il ragazzo, alzando
fiero il fagotto, mentre faceva un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
<< Ecco qui cosa? >> chiese scettica Buffy,
innalzando un sopracciglio alla vista del misterioso oggetto avvolto in cenci
polverosi.
Andrew trafficò un po’ con i vari legacci che tenevano
imballato l’oggetto, e poi una volta liberato lo depose sul tavolo. <<
Tadaaaannnn! >> esclamò.
Gli sguardi delle tre si catapultarono sull’oggetto.
Era uno specchio.
Antico certamente.
La cornice era d’argento cesellato e sembrava aver passato
giorni migliori perché in diversi punti era ammaccata. La superficie stessa
dello specchio recava alcuni graffi, e, a parte riflettere il soffitto, non sembrava
qualcosa di tanto valore da meritarsi un “tadaaaannnn”.
Notando l’espressione perplessa delle tre, Andrew comprese
che una spiegazione era d’obbligo. << È uno specchio magico. L’ho trovato
nei sotterranei della vecchia sede del Consiglio quando andammo a frugare fra
le rovine per recuperare quanto era possibile. >> spiegò, tutto
orgoglioso.
<< Magico? >> chiese Dawn. << Come quello
di Biancaneve? >>
<< Casomai era della matrigna. >> ci tenne a
precisare Willow che quando si trattava di magia saliva in cattedra.
<< Ma che fa? >> chiese invece Buffy più
pragmatica, volendo andare al sodo.
Come poteva quel pezzo di antiquariato risolvere i suoi
problemi? La cosa non la convinceva molto.
<< Perché non provate a chiederglielo? >>
rispose enigmatico Andrew.
Seppur titubante, Buffy si fece avanti per vedere meglio lo
specchio, e stentatamente chiese. << Ehmmm, cosa fai? >>
Un istante dopo faceva un salto indietro, mentre la
superficie dello specchio si increspava e sembianze umane vi apparivano.
Sembianze che non erano le sue.
<< Per cosa
prima piacer avrei di saper chi mi consulta. O in simil tempi non vi è più
d’uso l’educazione? >>
Una forte voce maschile, che però parlava un po’ in
falsetto, riempì la stanza. Al che anche
le altre due ragazze sobbalzarono.
<< Ma parla? >> chiese Dawn.
<< È ovvio che
io possa parlare, che specchio magico sarei se non ne fossi capace?
>>
Stavolta la voce risuonò un po’ più seccata, come se il suo
onore fosse stato messo in gioco.
<< Orbene dunque, visto che mi avete destato,
presentatevi e formulate la vostra richiesta, altrimenti tornerò al mio sonno
millenario. >>
L’ultima parte era invece chiaramente un’ingiunzione.
E Buffy abboccò all’amo, facendo precipitosamente cosa
richiesto. << Buffy, mi chiamo Buffy Summers, e tu chi diavolo sei?
>>
La diplomazia non era certo il suo forte, ma lo specchio
sembrò comprenderlo.
<< Oh, è dunque
con la Prescelta
che parlo. Piacere avrei anche di vederti, ma in simil posizione lo sguardo mio
si posa solo su crepe nel muro. >>
A tale risposta, Buffy alzò gli occhi al cielo, ma quello
specchio parlava come Matusalemme. Non di meno non potè fare a meno di dargli
ragione, in effetti c’era una crepa sul soffitto. Lo stabile che Giles aveva
trovato per il nuovo Consiglio era certo grande ma aveva bisogno di
ristrutturazione.
Così, prima lo specchio venne sollevato e appeso ad una
parete al posto di un deprimente quadro di natura morta, poi ci fu una veloce
consultazione con Andrew per sapere per bene come stavano le cose e cosa lo
specchio magico potesse fare, prima di rivolgergli ancora la parola.
Senza contare…
Come si fa a chiedere ad uno specchio magico di dirti quale
sarà l’aspetto di una figlia che deve ancora nascere?
E poi…
Da chi dovevano cominciare? Da Angel o da Spike?
Alla fine fu deciso di usare il sistema alfabetico, e di
conseguenza la “a” di Angel veniva prima della “s” di Spike. Inoltre fu deciso
che lo specchio doveva mostrare non l’aspetto della bambina che Buffy avrebbe
dovuto avere, ma l’aspetto della ragazza che sarebbe diventata.
Infatti, nonostante Willow e Dawn premessero per poter
vedere l’infante tutte già intenerite e sognanti all’idea della frugoletta,
Buffy e Andrew affermavano invece che i bambini sono tutti carini quando sono
piccoli, ma vai a sapere come diventano quando crescono.
E visto e considerato che in fondo era Buffy quella che
doveva prendere la decisione, le altre due dovettero capitolare.
Anche se, detto onestamente, non fu una vera e propria
rinuncia, considerando che in seguito, una volta che Buffy avesse fatto la sua
scelta, le due avrebbero potuto sollazzarsi nel vedere marmocchi a bizzeffe,
tanto lo specchio mica scompariva, no?
Tanto è vero che persino Buffy per un attimo si dilettò al
pensiero di poter vedere in seguito quale avrebbe potuto essere l’aspetto di
una eventuale figlia o figlio di Giles. Che poveretto, se solo avesse saputo,
si sarebbe rigirato gemendo ancora di più nel suo letto di dolore.
Ma il momento imponeva serietà.
E fu con una certa tensione che la fatidica domanda venne
posta allo specchio.
<< Come sarà l’aspetto da adulta di una figlia mia e
di Angel? >>
Buffy trattenne il respiro, mentre lo specchio riprendeva ad
incresparsi, pronto a rivelare la risposta alla domanda.
La superficie aveva preso a turbinare, come se all’interno
dello specchio si stesse formando un gorgo, e Willow, che come gli altri lo
fissavano in trepida attesa, si ritrovò a chiedersi se per caso fossero
riusciti a far venire il mal di testa anche allo specchio con tutte le loro
chiacchere, così come era successo con Giles; perché quella era l’impressione
che aveva.
Ma lentamente l’immagine si placò, rivelando alfine un
volto.
<< EWW! >>
L’esclamazione fu generale.
L’alta fronte proveniva certamente dal ceppo paterno, così
come i capelli scuri che sembravano il risultato di un elettroshock. Anche il
naso, che in un volto maschile non avrebbe disdegnato, in quel volto femminile
appariva troppo importante, facendo sembrare piccoli ed incavati gli occhi
verdi (evidentemente retaggio della madre). Due labbra sottili e una mascella
quadrata infine completavano il tutto.
Vale a dire uno schifo.
<< Assomiglia alla moglie di Franknstein! >>
Fu Dawn a fare il commento, ma nessuno sembrò farci caso,
come se quella stessa idea fosse venuta anche a loro e la ragazzina si fosse
solo limitata ad esporla.
<< Io non la voglio una figlia così. >> frignò
Buffy, spaventata anche alla sola idea di mettere al mondo un mostro simile.
<< È un cesso. >> commentò Andrew, che però la
guardava stranamente interessato. Chissà forse era il fascino dell’orrido ad
attrarlo.
<< Ehm, no, in effetti non è molto carina.
>> fu un po’ più diplomatica
Willow.
<< Se cercavate
la più bella del reame in effetti costei non può considerarsi tale. >> disse
invece con tono ironico lo specchio stesso.
Il problema fu che lo disse usando l’aspetto della presunta
figlia di Buffy, la quale ne rimase inorridita. Sentire quella voce in farsetto
abbinata a quel volto era un colpo troppo duro.
<< Cancella tutto! Cancella tutto! >> si
affrettò a gridare, non riuscendone più a tollerare la vista.
<< Come la Prescelta comanda. >>
rispose lo specchio, riprendendo ad incresparsi per poi rivelare il suo reale
aspetto.
Dawn, che lo stava osservando, ebbe la sensazione che
persino lo specchio fosse contento e sollevato di tornare ai propri lineamenti.
Al che i quattro si guardarono in volto.
<< Beh, direi che il candidato numero uno possa dirsi
scartato. >> disse Dawn, con una certa soddisfazione.
<< A questo punto non serve nemmeno fare la prova
numero due, visto che resta solo Spike. >> disse Andrew, altrettanto
soddisfatto.
<< Io la farei lo stesso. >> propose invece
Willow, poi all’espressione imbronciata dei due e di quella perplessa di Buffy,
si affrettò a spiegare. << Voglio dire, e se va male anche con Spike? Che
si fa? Si sceglie il male minore? >> disse stringendosi nelle spalle, ben
sapendo di prospettare qualcosa di spiacevole.
<< Per l’inferno no! >> esclamò Buffy. <<
Piuttosto se anche con Spike va male, becco il primo vampiro di passaggio e tu
lo maledici con un’anima, così diventa un campione e si prova con lui. E se non
funziona continuiamo fino a quando non troviamo quello giusto. >>
Il piglio era quello della Cacciatrice, e nessuno ebbe il
coraggio di rispondere che a fare a quel modo si rischiava di riempire il mondo
di campioni. Però, dalla sua espressione, ebbero un po’ tutti il sospetto che
quello che Buffy temeva di più era proprio di dover scartare Spike, dato che
non era sembrata così nervosa quando doveva mettere alla prova Angel.
Infatti la sua voce tremava mentre girandosi verso lo
specchio ripeteva la domanda, ma con il nome diverso.
E così lo specchio riprese a vorticare.
E così vorticava anche lo stomaco di Buffy.
Con gli altri poteva fare la dura quanto voleva, ma la
verità era che dal momento in cui Giles se ne era uscito con questa profezia, e
soprattutto, quando era venuto fuori il nome di Spike, lei aveva perduto la
pace mentale quanto quella del cuore.
Non era stato facile andare avanti dopo la distruzione di
Sunnydale, soprattutto con la consapevolezza che il vampiro era morto per
salvarla.
Le era mancata la sua città, la sua casa, le sue abitudini e
lui.
Faticosamente si era ripresa, dicendosi che Spike avrebbe
voluto che lei andasse avanti e non rimanesse ferma a piangerlo.
E diavolo, l’ho
pianto, oh se l’ho pianto.
Poi di punto in bianco era venuto fuori che Spike era
tornato ma che sembrava non avere interesse a farglielo sapere.
E la rabbia aveva preso il posto della disperazione.
Vi ci si era attaccata, utilizzandola per impedirsi di
partire di corsa verso Los Angeles ed inculcare un po’ di senno in quel vampiro
scemo attraverso una serie di calci nel culo.
Lui non la voleva? Beh
non l’avrebbe avuta.
Ed ora invece tutta quella storia lo riportava nella sua
vita. O almeno segretamente sperava che l’avrebbe riportato nella sua vita. Non
che lo avrebbe mai ammesso, ma aveva una paura tremenda che la cosa andasse
male. Dopotutto lei in amore era decisamente sfigata.
Fu quindi con i nervi a fior di pelle che osservò la
superficie dello specchio rallentare il movimento e lasciare intravedere un
volto.
Non riusciva a sopportarlo.
Non poteva starsene lì ad attendere che l’immagine sfocata
si chiarisse.
Chiuse gli occhi e lasciò che fossero i commenti degli altri
a dirle quale era il risultato.
Solo che non sembrava arrivare nessun commento.
Socchiudendo leggermente un occhio, sbirciò prima in
direzione degli altri, giusto per leggere sui loro volti la reazione al
risultato.
Stupore.
O almeno quello le parve di intuire.
Perlomeno sembra
stupore del genere piacevole, si disse.
Gli altri fissavano lo specchio senza dire niente, intenti a
rimirare l’immagine per coglierne ogni più piccolo particolare, come se fossero
davanti ad un dipinto famoso e ne provassero soggezione.
Poi infine, quando Buffy stava quasi per arrendersi e
girarsi verso lo specchio per vedere con i suoi occhi la ragione del loro
strano comportamento, il volto di Dawn si illuminò lentamente di un sorriso
sempre più ampio.
È un buon segno,
giusto?
Con una gran tremarella, finalmente si decise a guardare lei
stessa, leggermente sollevata dalla reazione della sorella.
E anche lei rimase senza parole.
La ragazza riflessa nello specchio le somigliava
leggermente. Come lei aveva i capelli lunghi e biondi, e l’ovale del viso era
il suo. Le seriche ciocche incorniciavano i fini lineamenti, illuminandoli. Le
labbra piene e rosee erano incurvate in un sorriso malizioso dolorosamente
familiare. Il naso era piccolo e leggermente all’insù e le dava un’aria
sbarazzina. Ma furono gli occhi a calamitare la sua attenzione. Azzurri come il
cielo, brillanti come le stelle e profondi come il mare.
Gli occhi di Spike.
<< Wow! >>
L’esclamazione era stata fatta a bassa voce, quasi
riverente, ma sembrò riecheggiare nella stanza, riscuotendo un po’ tutti dalla
malia in cui erano caduti.
<< Confermo. >>
<< Sottoscrivo. >>
<< Approvo. >>
E anche gli altri tre si espressero, per poi tornare in
adorazione.
Fu così che li trovò Xander entrando nella stanza.
Impalati davanti allo specchio che rimandava l’immagine
della futura figlia di Buffy e Spike.
<< Bella la topa. Chi è? >> chiese, dando anche
lui uno sguardo alla ragazza riflessa che sembrava sorridere verso di lui, e
ritrovandosi a sorridere come un ebete in risposta.
Fu Andrew a rispondergli, senza però allontanare lo sguardo
dallo specchio.
<< La figlia di Buffy. >>
Ed a Xander caddero le palle.
<< E di Spike. >> aggiunse invece Dawn.
E Xander svenne.
Riuscire a farlo riprendere fu un bel problema, dato che
cadendo aveva battuto una bella testata per terra. Così per alcuni minuti lo
specchio venne lasciato da parte, mentre i quattro si prendevano cura del loro
amico ferito.
Andrew era andato a prendere del ghiaccio in cucina, per
poterlo mettere sul grosso bernoccolo che già si stava formando sulla capoccia
di Xander, mentre Buffy, Dawn e Willow provvedevano a spostarlo su un comodo
divanetto nella stanza.
Rinvenendo Xander non ricordò subito la ragione per cui ora
si ritrovava disteso sul divano e con un forte mal di testa. Ma un riflesso
sullo specchio catturò la sua attenzione, riportandogli alla mente cosa era
accaduto.
E gemette.
Equivocando, gli altri pensarono che si stesse lamentando a
causa del trauma che aveva ricevuto, ignari di quali fossero in realtà i
pensieri intimi del giovane.
Se solo avessero saputo.
In quel preciso momento Xander si sentiva come scagliato all’inferno.
La bionda fanciulla nello specchio gli aveva catturato il
cuore nell’istante in cui vi aveva posto sopra lo sguardo. In effetti un po’ la
stessa cosa che gli era successa quando aveva visto Buffy per la prima volta.
Quella volta se l’era cavata facendo una caduta da manuale davanti a lei con lo
skate, ma senza riportare danni fisici.
Ora invece si ritrovava con un bel bernoccolo ed il cuore
infranto.
Come poteva quel viso d’angelo essere figlia di Buffy e
Spike?
<< Un attimo! >> gridò, sollevandosi a sedere di
scatto e facendo anche prendere paura agli altri.
<< Come diavolo fa quella ragazza ad essere figlia tua
e di Spike? >> chiese guardando truce Buffy, ritenendola l’unica che
potesse spiegargli quel prodigio.
Va bene che alle robe magiche ci si era abituato a forza di
frequentare Willow, ma a tutto c’è un limite, no?
In realtà furono in quattro a rispondere alla sua domanda,
riuscendo persino nell’intento di raccontare a fargli peggiorare il mal di
testa che sentiva. Oltre che a fargli sentire il cuore sempre più pesante.
Perché in quel bailamme di parole una cosa l’aveva capita.
Era tutto vero.
Buffy a causa di una profezia del cavolo doveva avere un
figlio, o meglio una figlia, “quella figlia”. Perché oramai era chiaro che
Spike si era aggiudicato il ruolo del padre.
E così lui avrebbe dovuto aspettare almeno una ventina di
anni prima di vedere in carne e ossa quella meraviglia.
Fra una ventina d’anni
avrò 43 anni. Non sono poi tanti, no?
Ma lei sarà la figlia
di Buffy, come farò?
E sarà figlia di
Spike, dannazione.
Buffy potrei riuscire
a lavorarmela, ma Spike non mi permetterà mai di avvicinarmi alla sua bambina.
Lui mi odia, beh anche
io lo odio, insomma, una specie.
Beh…ma in fondo…ho una
ventina di anni per farmelo amico, no?
E via di questo passo erano i pensieri che affollavano la
mente di Xander, che aveva ripreso a fissare come un ebete l’immagine ancora
presente sullo specchio, visto che nessuno aveva chiesto di cancellarla (per
fortuna di Xander).
Gli altri lo guardavano perplessi, chiedendosi la ragione
dell’espressione sognante che il ragazzo aveva assunto.
Willow temeva per un trauma cranico.
Andrew credeva che Xander si sentisse meglio grazie alla
borsa del ghiaccio che gli aveva fornito.
Buffy temeva invece che l’amico stesse dando di matto per le
notizie.
L’unica che ebbe qualche sospetto fu Dawn, che aveva già
visto un’espressione simile sul volto dell’amico.
<< Xander asciugati la bavetta. >> esclamò
leggermente irritata, poi all’espressione interrogativa degli altri, aggiunse.
<< Sta sbavando su mia nipote! >>
Al che anche gli altri tre guardarono con sospetto al
giovanotto che era furiosamente arrossito.
<< No, non è come pensate. >> si affrettò a
difendersi Xander. << Ho intenzioni serie. Giuro! >> disse alzando
solennemente la mano.
Willow si scambiò un’occhiata con Buffy, e dopo un istante
di comunicazione silenziosa, scoppiarono entrambe a ridacchiare, raggiunte poco
dopo da Dawn. La situazione sembrava troppo assurda e tragicomica, non potevano
farne a meno.
L’unico che invece non fece una piega fu Andrew, forse
perché non ci aveva capito un emerito cavolo.
Ma…
Forse era perché stava pensando ad altro.
<< Ora bisogna informare subito Spike. >> disse.
E la risata morì sulle labbra di Buffy.
E ora che diavolo devo
fare?
E se lui non volesse?
Che faccio?
Vado a Los Angeles, lo
lego come un salame e lo trascino qui?
E poi cosa?
Lo violento
obbligandolo a mettermi incinta?
No, no, non può
funzionare.
<< Non può funzionare. >> disse rivelando i suoi
pensieri, peccato che nessuno sembrò capire i suoi dilemmi.
<< Non può funzionare cosa? >> chiese Dawn, che
non vedeva dove fosse il problema.
<< Io, Spike, avere una figlia. È una cosa che non sta
né in cielo né in terra. >> rispose Buffy che improvvisamente faceva a
gara di pessimismo con Angel.
<< Stai scherzando, vero? >> chiese Xander, che
vedeva improvvisamente sfumare ogni suo sogno.
<< No. >> rispose seria Buffy, anche se per un
attimo si chiese se la botta in testa avesse veramente fatto impazzire l’amico.
Da quando Xander vedeva di buon occhio un eventuale rapporto fra lei e Spike?
Poi ricordò la spiegazione di sua sorella e si ritrovò a sorridere. Era proprio
vero che il cervello dei ragazzi si trovava nella patta dei pantaloni.
<< Qual è il problema, Buffy? >> stava intanto
chiedendo Willow. << L’incantesimo per rendere fertile Spike è piuttosto
semplice e posso farlo ad occhi chiusi. >> tentò, credendo che fosse
quello che preoccupava tanto l’amica.
<< Non è questo, è che… >> Buffy si interruppe,
non sapendo come spiegare che quello che la impensieriva di più era un
eventuale rifiuto da parte del vampiro.
Prima che potesse anche solo cercare di spiegarlo, Andrew si
sedette platealmente accanto a Xander, tirando fuori da chissà dove una pipa e
fingendo di fumare, mentre assumeva un’espressione che sembrava la copia esatta
di Sherlock Holmes.
Gli altri lo guardarono e poi rotearono gli occhi, sapendo
bene che stava per fare una delle sue sceneggiate.
<< Willow, Willow, mi stupisco di te. >> esclamò
infatti il giovanotto con falso accento inglese. << Sei la migliore amica
di Buffy e non capisci quali siano le sue titubanze? Ma è elementare Watson!
>> aggiunse come rivolgendosi all’immaginario dottore, e dando invece una
pacca sulle spalle di Xander, seduto al suo fianco.
Il quale Xander per un attimo sembrò indeciso se strozzare
Andrew per la pacca che gli aveva fatto partire una fitta micidiale alla testa,
oltre che cadere la borsa del ghiaccio sull’occhio buono, e invece dargli
corda, magari si impiccava da solo.
Alla fine decise di dargli corda, e così sembrarono fare gli
altri. Dawn soprattutto, che già ridacchiava di nascosto e non voleva perdersi
lo show. Abbastanza stranamente, quando Andrew iniziava a fare il verso di
Sherlock, il più delle volte ci azzeccava con i suoi vaneggiamenti.
<< Gli indizi ci sono tutti. È chiaro che la Cacciatrice sia restia
a mettersi in contatto con qualcuno che apparentemente non ha interesse ad
incontrarla. >> rivelò infatti il ragazzo dimostrando un incredibile
intuito.
Buffy aprì la bocca e la richiuse, per poi arrossire
furiosamente sotto lo sguardo degli altri.
Accidenti ad Andrew!
<< E se Spike non è d’accordo? >> chiese poi,
con aria furiosa, incrociando le braccia sul petto.
Ecco! L’ho detto. Ora
vediamo che dicono.
<< Impossibile. >> disse perentoria Dawn.
<< Improbabile. >> concordò Willow.
<< Non ci crederei neanche se lo vedessi. >>
esclamò Xander, che non ce lo vedeva proprio il vampiro rinunciare a fare del
sesso con Buffy.
<< Difficile. >> disse invece Andrew ancora nel
ruolo dell’investigatore. << Lui ti ama ancora. >> aggiunse.
<< E dimmi Sherlock, questo lo sai perché? >>
chiese inviperita Buffy, che iniziava a non reggere più quella farsa.
<< Oh, vorrei poter dire che ci sono arrivato grazie
alle mie deduzioni, ma ahimè sono costretto ad ammettere che è stato lui stesso
a confessarlo. >> il tono falsamente addolorato di Andrew era da premio
oscar.
<< Questo non me lo avevi detto. >> esclamò
indispettita Buffy.
<< Se è per questo non avrei neanche dovuto dirti che
era tornato, ma avevo sperato che sapendolo tu avresti preso le misure
necessarie per farlo tornare nel gruppo. >> rispose accusatorio Andrew,
rivelando quali fossero stati i suoi piani.
<< Invece si è fatta prendere dall’orgoglio. >>
concluse per lui Dawn, dando uno sguardo critico verso la sorella.
<< E che avrei dovuto fare? Lui non voleva sapessi che
era tornato, segno che non voleva vedermi. >> rispose piccata Buffy, che
improvvisamente si sentiva come sotto processo. << Che avrei dovuto fare?
Corrergli dietro? >> concluse quasi frignando.
<< Lui ti è corso dietro per un bel po’. >> le
rispose piuttosto bruscamente Andrew, e vari annuimenti puntualizzarono la sua
affermazione. << Non vedo cosa ci sarebbe stato di male se per una volta
fossi stata tu a farlo. >> disse, assestando la mazzata finale.
Buffy boccheggiò ancora una volta, rendendosi conto che
tutti i suoi amici sembravano essere d’accordo. La cattiva di turno stavolta
secondo loro era lei.
<< Buf, sai che ti voglio bene e che non mi è mai
piaciuta l’idea di te e Spike insieme, beh…almeno fino a quando lui non ha
sacrificato la sua vita per salvare il culo a tutti. >> disse abbastanza gentilmente Xander, alzandosi e
posando una mano sulla spalla dell’amica. << E non dico che adesso ne sia
entusiasta (bugia), ma se veramente tenevi a lui, tieni a lui, forse almeno un
tentativo avresti potuto farlo. Ora hai questa occasione, non fartela scappare.
>> consigliò.
Un po’ tutti si chiesero quanto il suo consiglio fosse
interessato, persino la stessa Buffy lo guardò per un attimo scettica, prima di
riflettere sulle sue parole.
<< Si, ma come faccio? >> alla fine frignò,
rivelando la sua incapacità di affrontare la situazione.
<< Elementare Watson! >>
Gli sguardi di tutti si rivolsero di nuovo ad Andrew, che
continuava a fumare da una pipa spenta.
Non sembrava esattamente una persona affidabile in quel
momento, ma come si dice? Quando stai affogando ti attacchi a tutto.
<< Sentiamo il piano Sherlock. >> ghignò Dawn.
<< Io direi di fare così. >> iniziò Andrew
pomposamente. << Tu chiami Spike e lo avverti che qui c’è bisogno di lui
per una profezia, senza entrare nei particolari… >>
<< Ma… >> cercò di intervenire Buffy, che se da
una parte si sentiva sollevata di non dover andare di persona a prenderlo, o
anche spiegargli la cosa per telefono (che sarebbe stata piuttosto
imbarazzante… ), vedeva una falla in quel piano. << E se lui dice di non
voler aver niente a che fare con la profezia, o peggio se vuole sapere di che
si tratta? >> quasi strillò.
<< Buffy, Buffy… >> Andrew decisamente ci
marciava con il tono paternalistico, senza contare quel continuo dare boccate
alla pipa spenta (tanto che Buffy ebbe la tentazione di accendergliela, giusto
per vedere come soffocava con il fumo). << Ma io qui che ci sto a fare?
>> chiese il ragazzo, con espressione quasi esasperata.
<< Per prima cosa, mentre tu chiamerai Spike, io
contatterò due o tre Cacciatrici che si trovano là in zona e chiederò loro di
andare a prelevare il paparino e metterlo di peso su un aereo diretto qui. Poi,
una volta che lo avremo sotto mano, avremo tutto il tempo di spiegargli cosa si
prospetta per il suo futuro. >>
Una cosa c’era da dirla, il piano di Andrew non era niente
male, e tutti se lo dissero guardandosi a vicenda.
Xander scoccò ancora una volta uno sguardo alla fanciulla
dorata nello specchio, e la sua espressione era piena di speranza.
Dawn saltò al collo di Willow presa dall’euforia, mentre la
strega ridacchiava mezza soffocata sotto quella calorosa dimostrazione di
contentezza.
Buffy sospirò, annuì vigorosamente con la testa, dando il
suo assenso.
Era ora di mettere in pratica il piano.
Velocemente, Andrew passò a Buffy il numero di telefono di
Spike che era riuscito a sgraffignare durante la sua visita a Los Angeles. E
altrettanto velocemente Buffy digitò i tasti.
Era una chiamata intercontinentale, quindi era necessario
aspettare un po’ prima di avere la linea, e l’attesa fu piena di tensione.
Infine, quando arrivò il segnale di libero, Buffy quasi
sussultò.
Sto per risentire la
voce di Spike, sto per risentire la voce di Spike.
In quel momento questa era la sola cosa che le rigirava per
la mente, tanto che fu presa alla sprovvista dall’improvviso beep, che il
telefono emise.
<< Parla la
segreteria telefonica di Spike, al momento non sono in casa, se volete potete
lasciare un messaggio che non ho nessuna dannata intenzione di ascoltare. Se avete del tempo da perdere andate a
rompere le palle a qualcun altro. >>
Beeeeppp.
<< Maledizione! >> sbottò Buffy, riappendendo
con forza la cornetta.
<< Che c’è? >> Dawn fu la prima a chiederlo, ma
era chiaro che aveva battuto solo di poco gli altri.
<< Non è in casa. >> rispose stizzita Buffy.
<< C’è la segreteria telefonica. >> aggiunse velocemente.
<< Oh, e non potevi lasciargli un messaggio? >>
chiese Willow, non vedendo dove stava il problema. Buffy lasciava un messaggio
a Spike e poi le Cacciatrici si sarebbero occupate del resto.
Buffy non rispose, semplicemente riprese in mano la cornetta
e premette il tasto di richiamata veloce, e poi premette il vivavoce, in modo
che gli altri potessero sentire.
<< Parla la
segreteria telefonica di Spike, al momento non sono in casa, se volete potete
lasciare un messaggio che non ho nessuna dannata intenzione di ascoltare. Se avete del tempo da perdere andate a
rompere le palle a qualcun altro. >>
A Dawn scappò una risatina, subito
smorzata vedendo l’espressione truce sul volto di Buffy.
<< Non cambierà mai. >> disse invece Xander,
scuotendo piano la testa, altrimenti gli faceva male.
<< No. >> bisbigliò Willow, che si stava
strozzando per trattenere anche lei una risata.
<< Io un messaggio glielo lascerei lo stesso. Non si
sa mai. >> propose invece Andrew.
Sospirando profondamente, Buffy annuì stancamente, mentre
metteva in pratica il suggerimento.
Non si sa mai.
E poi in fondo la sua
voce l’ho sentita davvero, registrata ma l’ho sentita.
Diligentemente, rifece il numero, aspettando che il
messaggio finisse, questa volta lasciando che la chiara voce dall’accento
inglese le penetrasse i sensi. Dio come le era mancata quella voce sarcastica.
E, altrettanto diligentemente, attese che la segreteria segnalasse che poteva
parlare.
<< Spike sono Buffy. Qui abbiamo un… una faccenda che
richiede la tua presenza. Andrew sta inviando da te delle Cacciatrici per
scortarti fino a qui. Il resto te lo spiegherò quando sarai arrivato. >>
disse più bruscamente di quanto aveva inteso fare, per poi riappendere prima di
sentire di nuovo il beep.
Si rendeva conto di aver lasciato un messaggio a dir poco
sibillino, visto che non aveva neanche accennato alla profezia, ma proprio non
era riuscita a dire di più per la gola stretta dalla tensione.
<< E ora? >> chiese infine rigirandosi per
affrontare gli altri.
Gia! E ora?
<< Direi che non ci resta che aspettare. >>
disse pratica Willow, indicando ad Andrew che stava facendo la sua brava
telefonata alle Cacciatrici come promesso.
<< Aspettare? Ma sei matta? >> insorse Dawn,
attirandosi gli sguardi perplessi degli altri. << Ma vi rendete conto che
ci sono un sacco di cose da fare? >> chiese spazientita, vedendo che loro
non ci arrivavano da soli.
<< Cose di che tipo? >> chiese cauto Xander,
mentre cercava di indovinare cosa mai ci potesse essere di tanto importante da
fare.
<< Cose del tipo… >> iniziò Dawn con aria
pensierosa mentre cercava di dirne almeno una di quelle che gli giravano per la
testa. << Willow, ecco! >>
<< Willow cosa? >> chiese Buffy sempre più
perplessa.
<< Dovrà occuparsi lei dell’incantesimo, giusto? Giles
ha detto che non abbiamo molto tempo a disposizione e chissà quanto ci vorrà
per trovare gli ingredienti necessari. Alcuni potrebbero essere rari e
richiedere tempo per ottenerli. Non sarebbe meglio che si desse una mossa a
cercarli? >> sbottò la ragazza, sempre più irritata per la loro
incomprensione.
<< È vero. >> ammise Willow, rendendosi conto
che la sorellina di Buffy aveva colto il punto.
<< E poi dobbiamo pensare anche a Spike, per quando
arriverà. Qui non abbiamo scorte di sangue, non vorrete mica farlo morire di
fame? >> aggiunse Dawn, ormai presa dal suo elenco.
Xander annuì, giusto, vampiro, sangue. Chissà perché non ci
aveva pensato da solo. << Di quello me ne occupo io. >> disse
offrendosi volontario.
Era un ottimo sistema per iniziare ad ingraziarsi Spike,
perché una cosa era sicura, si sarebbe accertato che il vampiro sapesse che era
stato lui a fornirgli i pasti, e avrebbe cercato per lui i pasti migliori.
Qualcosa nello scintillio dei suoi occhi sembrò però tradire
le sue recondite intenzioni, tanto che le tre ragazze lo guardarono sospettose
per il suo improvviso interessamento. Xander aveva sempre cercato di evitare
quel genere di incombenze in passato, forse perché proprio non gli andava giù
l’idea di alimentare un vampiro, trovava la cosa incongrua e sbagliata.
<< Ma non hai mal di testa? >> chiese subdola
Willow, indicando al modo in cui il ragazzo si premeva ancora la borsa del
ghiaccio sulla testa.
<< Chi, io? Noo, tutto passato. >> rispose
Xander diventando scarlatto, mentre si affrettava a nascondere la borsa
incriminata dietro la schiena.
Cosa ci si riduce a
fare per amore…
Per sua fortuna, ci pensò Dawn una volta tanto a distogliere
l’attenzione da lui.
<< E poi dobbiamo pensare a te. >> disse infatti
la ragazza, indicando la sorella.
<< A me? >> chiese Buffy, cascando dalle nuvole.
<< Buffy Anne Summers, vorresti forse mettere al mondo
una figlia senza prima esserti sposata? >> esclamò Dawn, mettendosi le
mani sui fianchi in una posizione decisamente intimidatoria. << Se lo
sapesse la mamma si rivolterebbe nella tomba. >> aggiunse, giusto per
sembrare più convincente.
Buffy la guardò strambata. Questa non se l’aspettava.
Willow invece era indecisa su come reagire. In fondo Dawn
aveva ragione.
E Xander ritirò fuori la borsa del ghiaccio e se la
rischiaffò sulla capoccia, forse gli avrebbe evitato di svenire di nuovo.
<< Che mi sono perso? >> chiese Andrew arrivando
nel momento cruciale, vedendo le espressioni sconvolte dei tre e quella
minacciosa di Dawn.
<< Willow deve andare a cercare gli ingredienti per
l’incantesimo, Xander si deve occupare di comprare il sangue per Spike, e Buffy
deve occuparsi dei preparativi per il suo matrimonio. >> rispose
spicciola la ragazza, non intendendo ragioni soprattutto sull’ultima parte.
<< Fantastico. >> esclamò soave Andrew, per
niente turbato. << Fra poco meno di due ore le ragazze saranno all’appartamento
di Spike. Ho detto loro di trattarlo bene e cercare di non danneggiarlo se
dovesse fare resistenza. Hanno detto che se sarà necessario useranno pistole
con tranquillante, così potranno caricarlo sul jet del Consiglio senza
problemi. Ma non credo che sarà necessario. >> aggiunse aggiornandoli
sull’esito della sua telefonata, apparentemente ignaro del turbamento della
Cacciatrice.
<< Fantastico? >>
ripeté sbigottita Buffy. Fino a qualche ora prima non sapeva neanche che
avrebbe dovuto avere una figlia ed ora si stava parlando persino di matrimonio.
<< Come sarebbe a dire fantastico? >> gridò, alzando le mani al
cielo. << Non si sa nemmeno se Spike sarà d’accordo o no a collaborare,
questo parla pure di farlo addormentare per portarlo qui con forza, e tu
vorresti che lo sposassi? >> chiese, indicando furiosa la sorella.
<< È passato per la mente a qualcuno di voi che Spike
potrebbe non volerne sapere niente di questa storia? >> gridò ancora.
Fu come parlare al vento.
<< Io mi occuperò di prenotare la cappella qui vicino.
>> disse Andrew. << Chissà se accetteranno di celebrare un
matrimonio notturno. >> aggiunse quasi fra sé e sé.
<< Io vado ad occuparmi di quegli ingredienti.
>> disse invece Willow, cogliendo al volo l’occasione di scappare da una
fenomenale litigata che certamente si sarebbe svolta fra le due sorelle
Summers.
<< Ed io andrò a comprare il sangue. >> disse
Xander, che nonostante il mal di testa fu veloce a seguire la strega nella sua
fuga. Anche lui sapeva riconoscere quando c’era aria di tempesta.
E così, nella stanza rimasero solo Buffy e Dawn a guardarsi
in cagnesco.
Stranamente fu Buffy la prima ad abbassare lo sguardo,
assumendo un’espressione triste che fece ammorbidire anche l’espressione di
Dawn.
<< Buffy, lo sai anche tu che è la cosa migliore da
fare. >> le disse gentilmente, strofinandole dolcemente un braccio.
<< Ma se lui non vuole? >> frignò Buffy.
<< Vorrà dire che chiederemo a Willow di fargli anche
un altro incantesimo. >> ghignò Dawn, poi, vedendo come la sorella alzava
lo sguardo perplessa, disse malignamente. << Se non sbaglio già una volta
Spike voleva sposarti grazie ad un incantesimo. >>
Per un attimo le labbra di Buffy si stirarono leggermente in
una parvenza di sorriso, ricordando quell’avvenimento. Curioso, forse alla fine
Spike lo avrebbe sposato davvero, se solo… << Ma non lo voglio così.
>> gemette.
<< Sai che ti dico Buffy? Secondo me ti fai troppi
problemi. Hai tenuto a distanza Spike per un sacco di tempo perché avevi paura
che con lui non potesse funzionare. Ora salta fuori una profezia che invece
dice il contrario. E correggimi se sbaglio, ma non credo che tu abbia
intenzione di vanificarla, no? >>
<< No. >> rispose infine Buffy, dopo alcuni
momenti di tentennamento, girandosi poi per dare un’altra occhiata alla sua
futura figlia. << No! >> ripeté più decisa. << Da dove si
comincia? >> chiese poi, recuperando completamente la sua baldanza.
<< Io direi dal vestito. >> suggerì Dawn.
<< E il vestito sia. >> esclamò Buffy, prendendo
a braccetto la sorella e marciando con lei verso la porta.
Gli altri tre, che se ne erano rimasti nei pressi,
sbigottirono vedendole uscire entrambe apparentemente incolumi e dirigersi
d’amore e d’accordo verso l’uscita della sede.
<< Dove state andando? >> chiese curiosa Willow.
Loro non si girarono neppure, mentre rispondevano
all’unisono. << A comprare il vestito da sposa. >>
###############
Spike entrò barcollando, quasi cadendo mentre la porta si
spalancava sotto il suo peso e gli veniva a mancare l’appoggio.
Era andato ad ubriacarsi.
C’era riuscito.
Ultimamente era una delle poche cose che faceva, sia di
giorno che di notte. Si infilava in una qualsiasi delle mille bettole che si
trovavano a Los Angeles e non ne usciva fino a quando l’alcool non gli
ottenebrava la mente.
Era l’unico modo che conosceva per non pensare, per dormire,
per non sognare.
Faceva tutto troppo male. Pensare, non dormire e sognare,
magari ad occhi aperti. Sogni che si risolvevano in incubi.
Le poche volte che era sobrio, si ritrovava a darsi del
cretino.
Era macerato dai rimorsi, e non certo quelli dell’anima.
Rimpiangeva di non aver mollato tutto ed essere partito con
Andrew quando questi se ne era tornato in Inghilterra… Da Buffy.
Rimpiangeva di non esserci andato prima.
Rimpiangeva di aver detto al pivello di non dire a Buffy che
era tornato.
E poi si incazzava.
Si perché, scemo come era, aveva sperato, pregato, che il
pivello non sarebbe riuscito a tenere un simile segreto, e che all’improvviso fra
capo e collo si sarebbe ritrovato Buffy, che magari lo prendeva a calci nel
culo, ma vuoi mettere? Finalmente avrebbe ripreso veramente a vivere, o non
vivere nel suo caso.
E invece no.
Il tempo era passato ma di Buffy neanche l’ombra.
Non lo sapeva?
Lo sapeva?
E se lo sapeva, non gliene fregava un emerito cazzo?
E allora giù, a tirare bestemmie e frignare come una checca
(come Angel, e se c’era una cosa che odiava era assomigliargli).
Meglio ubriacarsi.
O fare a botte.
Una bella lotta a volte era consigliata, quando la tensione
si faceva troppo alta e neanche l’alcool riusciva a calmarlo.
Quella notte infatti, nonostante fosse sbronzo, c’era una
piccola parte di lui che ancora aveva voglia di digrignare i denti.
La lucina rossa e lampeggiante della segreteria, sembrò fare
appello a quella parte di lui ancora lucida, o semi-lucida diciamo.
Era stato Wesley a portargli quella dannata cosa, dicendo
che così se avevano bisogno di contattarlo potevano farlo senza dover stare a
cercarlo per mezza Los Angeles.
Fosse stato solo per Angel, Spike avrebbe buttato
quell’aggeggio nel primo cassonetto disponibile, ma un paio di volte le sue
prestazioni erano state richieste per azioni che avevano coinvolto sia
l’Osservatore che Fred.
Gli piaceva Fred, era l’unica che era sempre stata gentile
con lui, soprattutto quando era un fantasma. Anche Wes non era male, anche
perché era il solo che sembrava tenere leggermente testa a peaches.
Così aveva sospirato, ed aveva accettato la segreteria telefonica,
che ora segnalava ben quattro messaggi.
Ancora barcollando si diresse verso la luce che lo guidava
come una falena nell’appartamento buio.
Inciampò in una sedia, finendo spalmato sul pavimento.
Bestemmiando, cercò di tirarsi in piedi, riuscendoci a
malapena. Ancora bofonchiando, si diresse finalmente verso l’interruttore della
luce, facendolo scattare. L’improvviso lampo di luce gli ferì gli occhi, e li
strinse per proteggerli. Poi, ancora a tentoni, decise che forse era meglio
farsi prima una doccia, visto che in quelle condizioni non era nemmeno in grado
di premere il tasto di ascolto della segreteria.
Si spogliò svogliatamente lungo la strada, lasciando i
vestiti dove capitava, e per poco non sbattè il naso nella porta del bagno
chiusa, visto che continuava a tenere gli occhi serrati.
Aprendo l’acqua nella doccia, il primo getto freddo lo
riportò velocemente alla lucidità. Resistette un paio di minuti sotto quella
tortura prima di far scorrere l’acqua calda, che rapidamente riempì il bagno di
vapore.
E finalmente la tensione che si era accumulata alla base del
collo sembrò sciogliersi, restituendogli un minimo di benessere.
Benessere che sembrava destinato non durare a lungo.
Anche senza il suo super udito da vampiro, sarebbe riuscito
a sentire le forti bussate alla porta, nonostante fosse sotto la doccia.
E ora chi diavolo era che scocciava?
Un povero vampiro non poteva neanche farsi una doccia in
pace?
Riprendendo a bestemmiare, chiuse l’acqua e uscì dalla
cabina avvolgendosi un asciugamano attorno alla vita, affrettandosi verso la
porta per timore che il disturbatore gliela buttasse giù a furia di colpi.
<< Bloody Hell, che dia… >>
Le parole gli morirono in gola.
Si aspettava fosse quel coglione di Angel, visto l’intensità
della bussata.
Ed invece…
Davanti a lui stavano tre ragazze sconosciute.
Sconosciute si, ma di certo non ragazze normali.
Quelle erano tre Cacciatrici.
Per un attimo non seppe cosa pensare. Se erano venute per
farlo fuori, non si sarebbero disturbate a bussare. Avrebbero buttato giù la
porta e buonanotte ai suonatori. In un attimo si sarebbe ritrovato polvere,
visto e considerato che era ancora leggermente sbronzo e i suoi riflessi non
erano certo al meglio.
<< Si? >> chiese con una leggera titubanza che
mal gli si addiceva.
<< Ci manda Andrew. >> disse una delle tre, la
più alta.
Bella, prestante, capelli scuri. Una gran bella gnocca, in
un altro momento forse avrebbe potuto farci un pensierino, se non fosse stato
che quanto lei aveva detto non aveva chiarito neanche un po’ la situazione.
<< E…? >> chiese quindi, sperando in una maggiore spiegazione.
<< Non ha ascoltato la segreteria telefonica? >>
disse un’altra, un po’ più bassa ma non meno carina. << Andrew ci ha
detto che era stato lasciato un messaggio per avvertirla del nostro arrivo.
>>
Lei gli dava del lei, una bella sensazione, sapeva di
rispetto. Qualcosa che ultimamente gli era decisamente mancato. E poi aveva
almeno in parte chiarito la situazione. Forse uno dei messaggi registrati, era
di Andrew.
Così, facendo cenno alle tre di entrare, Spike si diresse
verso l’apparecchio incriminato. << No. Sono appena tornato e non ho
avuto il tempo di farlo. Mi stavo facendo una doccia. >> rispose, come se
non fosse stato logico dove si trovava fino a pochi istanti prima, visto che
era ancora bagnato e nudo, eccetto per l’esiguo asciugamano che gli cingeva i
fianchi.
<< Allora faresti meglio a farlo ora. >>
intervenne la terza ragazza. Una biondina che sembrava tutto pepe, ed ora lo stava
guardando come se fosse stato un cono gelato che avrebbe tanto voluto leccare.
Ammirazione. Ecco, anche questa era una cosetta che sapeva
tirare su un vampiro per sua natura un po’ vanitoso.
Ghignando fra sé, mentre volgeva le spalle alle tre, avendo
ben cura così facendo di mettere in mostra quanti più muscoli poteva, si decise
finalmente a premere il tasto di ascolto messaggi.
Beep.
Nulla, il messaggio risultò vuoto.
Attese che partisse il secondo.
Beep.
Anche questo non conteneva nulla.
Quasi spazientito, si apprestò a sentire il terzo.
<< Spike sono
Buffy. Qui abbiamo un… una faccenda che richiede la tua presenza. Andrew sta
inviando da te delle Cacciatrici per scortarti fino a qui. Il resto te lo
spiegherò quando sarai arrivato. >>
E per poco non cadde a sedere sul pavimento, mentre le
ginocchia gli si piegavano sotto il suo peso.
Se il cuore gli fosse battuto in quel momento avrebbe vinto
il premio per maggiore velocità. Probabilmente per fermarsi poco dopo a seguito
di un infarto.
Un paio di volte cercò di aprire la bocca per parlare, ma
senza riuscire ad emettere una sillaba. Risentire la voce di Buffy dopo tutto
quel tempo era stato uno shock troppo forte.
Non si rese neanche conto di trattenere il respiro, tanto
che l’asciugamano che gli cingeva la vita cadde afflosciato attorno alle sue
caviglie, dando spettacolo del suo posteriore alle tre ragazze, che presero a
ridacchiare.
Completamente rincitrullito, bofonchiò: << Vado a
prepararmi. >> dirigendosi verso il bagno, per poi tornare indietro a
raccattare alcuni vestiti. Non rendendosi neanche conto che così dava
spettacolo anche del suo anteriore. Ed infine sparì nel bagno.
<< Beh, direi che la cosa si è rivelata più semplice
del previsto. >> commentò la bruna alta. << Non sembra avere
intenzione di fare resistenza. >>
<< Meno male, Andrew ci aveva raccomandato di non
danneggiarlo. >> commentò invece la brunettina.
<< A me non sarebbe dispiaciuto danneggiarlo un po’.
>> esclamò invece la biondina, che già immaginava diverse cosette che
avrebbe potuto fargli.
Le altre due la guardarono e rotearono gli occhi.
<< Beh, cosa? Non ditemi che non vi stuzzica almeno un
po’ l’idea di mettere le mani addosso ad un figone del genere. >>
<< Bel torace. >> ammise la mora alta.
<< Gli hai guardato solo il torace? >> esclamò
la morettina, arrossendo subito dopo e facendo capire che lei aveva guardato
più in basso.
<< Io una palpatina gliela darei volentieri. >>
affermò la biondina.
Intanto, completamente ignaro della discussione sui suoi
attributi che aveva luogo a pochi metri di distanza, Spike fissava senza vedere
niente nello specchio, ancora completamente rimbambito. Va bene che anche se si
fosse sentito bene nello specchio non sarebbe riuscito a vedere niente lo stesso,
ma non era quello il punto.
Il punto era che la sua mente era da tutt’altra parte.
Buffy lo aveva chiamato.
Aveva bisogno di lui.
Per cosa non aveva nessuna dannatissima importanza.
Aveva bisogno di lui.
Scemo una volta va bene, ma scemo due? Manco se si fosse
trattato di una apocalisse si sarebbe tirato indietro. E pensandoci, la
possibilità non era tanto remota. Che fosse un’apocalisse o qualcosa del
genere.
Prendendo freneticamente a vestirsi, improvvisamente si
sentì preso da un’urgenza che fece sparire anche gli ultimi stralci della
sbornia.
<< Si tratta di un’apocalisse? >> chiese,
ritornando nell’altra stanza, zampettando mentre cercava di infilarsi una delle
scarpe.
<< No, almeno non ci risulta. >> rispose la mora
alta.
<< Andrew ha detto che era una questione personale che
riguarda la capo Cacciatrice. >> disse invece la morettina, che sembrava
essere quella che aveva parlato direttamente con il pivello.
Questione personale?
<< Buffy sta bene? >> chiese Spike, improvvisamente
preoccupato. << O Dawn. >>
<< Stanno entrambe benissimo a quanto ci risulta.
>> rispose la biondina, suonando leggermente acida, rendendosi conto che
il bel vampiro sembrava un po’ troppo interessato alla salute della capo
Cacciatrice.
<< Oh. >> Spike non seppe che altro dire. Buffy
stava bene e non sembrava esserci apocalissi all’orizzonte.
Forse aveva appena scoperto che era tornato e….
E la speranza riprese a germogliare.
Senza perdere tempo infilò alcuni vestiti in una sacca, e
seguì le tre all’esterno, dove un’auto attendeva, diretta all’aeroporto.
Sul tavolino accanto al telefono, la segreteria continuò a
lampeggiare, segnalando un messaggio, che venne completamente dimenticato.
###############
Angel stava bofonchiando parolacce a tutto spiano.
La sera precedente Wes aveva cercato di contattare Spike,
lasciandogli un messaggio sulla segreteria, ma non aveva ottenuto risposta.
Se fosse dipeso da Angel, non se ne sarebbe dato pensiero.
In fondo si trattava solo di un semplice lavoretto che anche Gunn poteva fare.
C’era giusto da guadagnarci un 50 dollari, ma conoscendo Spike gli sarebbero
serviti, anche se solo per ubriacarsi.
Wes e Fred però lo avevano guardato in un modo che Angel si
era sentito in colpa, e così, non appena era calato il sole si era diretto
verso l’appartamento di Spike con gli altri due alle costole.
Fred continuava a dire che forse gli era successo qualcosa,
visto che le altre volte che Wes lo aveva chiamato aveva sempre risposto. E
Wesley, che ora stava cercando di accontentare in tutti i modi la sua
nuovissima ragazza, gli dava man forte.
La ragazza aveva persino lasciato a mezzo un lavoro su un
sarcofago, pur di andare ad accertarsi che il vampiro biondo stesse bene. Il
lavoro l’avrebbe finito il suo assistente.
Ed Angel volente o nolente aveva dovuto accompagnarli, visto
che la zona in cui viveva Spike non era delle migliori.
Quando però giunsero davanti alla porta dell’appartamento
cantina di Spike, persino lui fu preso da una fitta di panico.
La porta era socchiusa.
La aprì lentamente, facendo segno agli altri di
indietreggiare per sicurezza.
Nell’aria c’erano degli odori. Spike aveva ricevuto
visite, almeno tre persone, questo era
sicuro.
Entrando cautamente nell’appartamento, scrutò attentamente
attorno, cercando segni di lotta.
Niente.
Era tutto relativamente in ordine, considerando il normale
disordine di Spike. Eccetto per un asciugamano bianco ammucchiato sul
pavimento.
Angel lo sollevò. Era ancora leggermente umido. Forse
l’ossigenato biondo l’aveva usato e poi l’aveva lasciato cadere. Da dietro gli
giunse la voce di Wes.
<< Non ha ascoltato il messaggio. >> disse
l’Osservatore, notando la lucetta che
lampeggiava sulla segreteria.
<< Ecco spiegato perché non ha richiamato o non si è
fatto vedere. >> sospirò Angel. << Probabilmente quando è tornato
era troppo ubriaco per accorgersi che c’era, e quando si è svegliato è tornato
ad ubriacarsi. >> aggiunse infastidito.
<< O forse ha ricevuto più messaggi. >> disse
Fred, che si era avvicinata a Wes e aveva notato che il nastro della segreteria
era piuttosto avanti.
<< Chi vuoi che lo chiami. >> commentò acido
Angel, facendo spallucce.
Intanto però Fred aveva premuto il tasto di ascolto, e nella
stanza era partita la voce di Wesley che commissionava appunto il lavoretto.
Una cosa fu chiara ai tre, se Spike aveva ascoltato dei
messaggi, quello di Wes non era fra questi. Velocemente, l’Osservatore fece
tornare indietro il nastro, per poi ripremere il play.
Beep.
E partì il messaggio muto.
Beep.
E arrivò anche il secondo messaggio muto.
E poi…
<< Spike sono
Buffy. Qui abbiamo un… una faccenda che richiede la tua presenza. Andrew sta
inviando da te delle Cacciatrici per scortarti fino a qui. Il resto te lo
spiegherò quando sarai arrivato. >>
Angel digrignò i denti.
Buffy aveva dei problemi e invece di contattare lui aveva
contattato Spike.
Anche gli altri due sembrarono comprendere cosa stava
passando per la mente del vampiro moro. Se c’era una cosa che Angel odiava era
il pensiero di Buffy vicina a Spike, ed ora a quanto sembrava la cosa era più
di un mero pensiero.
<< Evidentemente, se ne è già andato. Le Cacciatrici
devono essere venute a prenderlo. >> commentò cautamente Wesley. <<
Ecco perché non ha richiamato. >>
Angel annuì distrattamente, si, ora tornava anche l’odore
che aveva sentito entrando nell’appartamento. Tre persone. Buffy aveva inviato
tre Cacciatrici per prelevare il vampiro.
Frugandosi sempre distrattamente in tasca, ne tirò fuori il
cellulare, apparentemente dimentico che lì a due passi c’era un telefono fisso.
Velocemente cercò il numero relativo alla nuova sede del
Consiglio. Voleva delle spiegazioni e le voleva subito. Non gli andava giù che
Buffy avesse contattato Spike e non lui.
<< Qui è il Supremo Consiglio degli Osservatori, parla
Andrew, posso esservi utile? >> la fastidiosa voce del marmocchio che era
venuto a Los Angeles qualche mese prima, irritò le orecchie di Angel. Quel tipo
gli era rimasto antipatico fin dall’inizio, per la strana ammirazione ossessiva
che sembrava provare per l’ossigenato.
<< Sono Angel, passami Giles. >> abbaiò nel
telefono il vampiro.
In un primo momento aveva pensato di chiedere di Buffy, ma
poi aveva optato per il suo anziano Osservatore, lui di certo avrebbe saputo
cosa c’era in ballo.
<< Mi dispiace, ma Giles al momento è…leggermente
indisposto. Aveva una forte emicrania ed ha preso diversi analgesici. >>
rispose placido Andrew.
<< Ma sta bene? >> Chiese Angel, leggermente
confuso per la strana risposta.
<< Oh si, sta benissimo. Dorme come un bebé da
ventiquattro ore. Il dottore che abbiamo chiamato ha detto che anche se la dose
dell’analgesico era eccessiva non era pericolosa, ha detto di continuare a
lasciarlo dormire e quando si sveglierà starà benissimo. >> spiegò tutto
compito Andrew, mantenendo il tono di voce allegro e ciarliero.
Angel sospirò. Doveva dire addio alla sua prima opzione.
<< C’è Willow? >> chiese, sperando almeno nella
strega. Con lei era sempre riuscito a parlare decentemente.
<< Mi dispiace, Willow al momento è impegnata a
cercare gli ingredienti per un incantesimo di estrema importanza. >>
rispose ancora Andrew.
<< Ha qualcosa a che fare con la ragione per cui avete
contattato Spike? >> non riusciva a dire che era stata Buffy a
contattarlo.
<< Oh si, direi proprio di si. L’incantesimo è per
Spike. Che a proposito dovrebbe arrivare qui fra un paio d’ore. >>
rispose ancora placido Andrew.
Angel era ancora più confuso. Perché mai Willow doveva fare un
incantesimo a Spike?
Se solo avesse potuto, avrebbe visto che Andrew, dall’altro
capo della linea, stava sogghignando a tutto spiano, mentre metteva i piedi
sulla scrivania ed inclinava indietro la sedia, tirandosi di nuovo fuori dalla
tasca la sua fidata pipa spenta. E chissà, se avesse potuto farlo, Angel
avrebbe capito che il marmocchio si stava apprestando ad assestargli un bel
colpo.
<< Allora c’è Buffy? >> chiese ancora Angel, non
volendo abbassarsi a chiedere spiegazioni al pivello.
<< No, è uscita per fare delle compere con sua
sorella. E non c’è neanche Xander, se vuoi saperlo. Anche lui aveva da fare
degli acquisti. >> rispose sornione Andrew.
<< Maledizione. >> ad Angel scappò
l’imprecazione. A quanto sembrava là non c’era nessuno che potesse rispondere
alle sue domande. A parte naturalmente Andrew. Il quale sarebbe stato ben
felice di dargliele.
Infine Angel, non resse più. << Si può sapere che
diavolo succede laggiù? >> chiese anche più aspramente di quanto avesse
voluto.
Ed Andrew non si lasciò scappare l’occasione.
Con dovizia di particolari, narrò la storia della profezia
sulla Cacciatrice, e come lei avesse deciso che sarebbe stato Spike il padre di
sua figlia. E di come ora fosse impegnata nel preparare il matrimonio con il
vampiro.
Naturalmente il tutto fu condito con paroline saggiamente e
perfidamente scelte.
Angel non resse il colpo.
Si accasciò a sedere sulla prima sedia disponibile,
chiudendo senza neanche rendersene conto la comunicazione.
Wes e Fred gli si avvicinarono titubanti, avendo ascoltato
la conversazione solo a metà, e non sapendo quanto Andrew aveva rivelato, si
preoccuparono vedendo che Angel era diventato più bianco del solito, aveva gli
occhi persi nel vuoto e biascicava frasi senza senso.
Senza senso per loro.
<< Fred, sarà meglio che chiamiamo qualcuno che ci
aiuti a riportarlo in sede. >> disse Wes, che dopo aver scosso Angel per
una spalla non ne aver ricevuto nessun cenno in risposta.
<< Specchio specchio delle mie brame… >>
continuava intanto a biascicare Angel.
Fine.
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