A Jimmy sarebbe piaciuta.

di Ale Villain
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Capitolo 14
 



[ Non dite niente, vi prego. Non ho, purtroppo, nessuna scusa con cui giustificarmi. Cazzo. Non vi chiedo neanche scusa, sarebbe inutile. L’unica giustificazione è che, cambiando computer, ho cancellato per sbaglio tutto quello che avevo su Word. Tutto. Tutto. T u t t o. TUTTO. Cazzo, TUTTO. Compresa, guarda caso, la bozza e la stesura preparata per questo capitolo e vi riassumo quello che sto provando ora, nello scrivere, citando una frase di yotobi:
 
“E dato che ho una memoria equiparabile alla sedia su cui sono seduta, non mi ricordo assolutamente niente di quello che ho scritto”
 
Sono un disastro. Ha ragione mio papà quando mi dice “Chanj, come ti muovi fai danni”. Ah. Va bè. “Buona” lettura ]
 
 
 



Milano H 11.32
La primavera era ormai più che inoltrata e, essendo quasi a maggio, a Milano si stava già sentendo l’aria calda estiva avvicinarsi sempre di più. La gente aveva messo via i giubbotti imbottiti e lasciato spazio a quelli di pelle più leggeri. I collant sotto ai jeans, per riscaldare le gambe, erano finiti nei cassetti e le giovani si armavano di leggins più leggeri, così come più leggere erano le tute dei ragazzi.
L’aria di primavera si sentiva tantissimo, così come si sentiva la cupa aria che regnava nella casa Doria – Canepa. Entrambe stressate per motivi diversi.
Giorgia si era ripresa da poco dalla problematica lite avuta con Andrea. Gli ultimi giorni li aveva passati stando a letto e mangiando, sotto osservazione di Ambra che non voleva che la coinquilina si sforzasse più di tanto. Credette di non essersi mai annoiata più di tanto in vita sua, anche perché non era uscita di casa, per quei giorni, e non aveva visto il suo ragazzo. Ambra glielo avrebbe impedito quasi sicuramente, soprattutto da quello successo non molti giorni fa. E in più, Giorgia si era fatta riferire da Ambra la chiamata tra lei e Zacky. Ne aveva ricavato soltanto che lei e Zacky si erano urlati addosso per quasi tutta la chiamata e, alla fine, aveva capito che il californiano era abbastanza arrabbiato. Lo avrebbe chiamato appena avrebbe potuto. Per ora, nonostante la noia regnasse sovrana, si sarebbe goduta un po’ di giorni di puro relax, dato che anche al lavoro le avevano dato dei giorni di permesso.
 
Ambra, ovviamente, era tesa e nervosa per motivi diversi. Non solo la quasi litigata e il pianto con Zacky l’avevano spossata a tal punto che non aveva fatto altro che prendersi, diciamo, cura di Giorgia e trascurare sé stessa, ma l’avevano anche fatta dubitare sulla genuinità dell’attuale ragazzo di Giorgia. Sperando che quell’attuale sarebbe presto diventato un ex. Inoltre aveva interrotto i contatti con il modo al di fuori di Milano, in tutti i sensi. Internet perennemente spento, segreteria telefonica disattivata e avviso di chiamata sempre attivo, in modo da rifiutare la chiamata di qualcuno di indesiderato. Tutto ciò riguardo all’isolamento, però, non era dato solo per colpa di quella chiamata con Zacky. Ma con la successiva chiamata con Brian. Quella sera non avevano fatto altro che ribattersi a vicenda, esattamente come con Zacky, ma per un motivo ben diverso. Ambra ripensò ancora a quella fatidica sera.
 
- Ma che poi è strano – fece Synyster, quasi divertito – Non mi ero quasi accorto della tua faccia sconvolta quando hai visto me invece che Samuel. Cazzo, dovevi essere proprio sconcertata. Infondo sono proprio orrendo rispetto a lui, no? –
Ambra sospirò irritata: davvero faceva ancora quei tipi di paragoni degni di un tredicenne?
- Non è quello – spiegò lentamente – Ma io mi aspettavo di vedere Samuel. Non te. Non sapevo nemmeno che esistevi! –
- Eh già – mormorò lui – Quando eri al nostro concerto dell’anno scorso proprio non hai fatto caso a me, vero? –
- No! – rispose lei – O meglio, sì ti ho visto, ma non ci ho dato peso. Ascolta, conoscevo solo Matthew e Zacky, non mi avevano mai parlato di te o… qualcun altro della band –
- Di Samuel ti ricordi però –
Ambra si morse la lingua per non imprecare contro di lui e il discorso senza capo né coda che stava mettendo in atto.
- Ma che discorsi fai? – domandò, abbastanza sconcertata – Ovvio che di lui mi ricordo, l’ho conosciuto! A te quando ti ho conosciuto, due mesi fa, forse? –
Senti il chitarrista sospirare, armeggiare parecchie volte col telefono e poi prendere parola una volta per tutte:
- Senti, il discorso che volevo fare non era questo. Volevo solo chiederti perché cazzo non mi hai detto di avere una cotta per Samuel. O perché né Zacky, né Matthew o non so chi me l’ha detto –
- Decisamente direi che non mi piace più di tanto, alla fine, se non te ne ho mai parlato –
- No, ascolta – intervenne Syn – Non ci credo che in due… -
- Senti pensa quello che vuoi, sono stanca di litigare per telefono. Buona notte –
Prima di attaccare, sentì Brian mormorare un Ma da me è pieno giorno e pensò che aveva fatto davvero bene ad attaccare.
 
Era stato quello, quindi, l’ultimo contatto straniero avuto da parte delle due ragazze. Entrambe le ragazze, erano riuscite a non nominare nessuno dei Sevenfold per quei giorni. Era come se avessero rimosso tutto quello che avevano vissuto col gruppo, in quei giorni. Cosa abbastanza strana, visto che quello che avevano passato con gli americani era stato solo ed esclusivamente piacevole.
- Oggi vorrei fare una cosa – disse ad un tratto Giorgia, mentre rigirava gli spaghetti nel piatto con la forchetta, guardandoli con poco appetito. Ambra alzò gli occhi dal proprio piatto, ancora intatto, come quello della bionda.
- Cosa? – chiese curiosa, trovando una scusa per posare la forchetta che, sicuramente, quel giorno, non sarebbe finita tra le sue labbra.
- Vorrei vedere Andrea –
Ambra sospirò e riabbassò gli occhi.
- Se te la senti fallo – rispose – Non sono certo io a impedirtelo –
- Lo so che non sei d’accordo – iniziò l’altra – Ma sento davvero il bisogno di parlargli, di chiarire… di mettere fine, se necessario –
A quel pensiero, la ragazza si rattristò. Voleva davvero bene a quel ragazzo e lasciarlo in quel periodo sarebbe stato abbastanza traumatizzante.
Ambra annuì, guardando il volto per niente felice dell’amica.
- Tu, invece? – domandò la bionda. Ambra la guardò senza capire.
- Con… Brian, intendo –
- Oh – mormorò lei. Erano troppi giorni che nessuna delle due accennava all’argomento Avenged Sevenfold in nessun modo e entrambe non erano ancora preparate ad affrontarlo.
- Con lui… niente – sospirò la rossa, trovando una posizione più comoda sulla sedia – Te l’ho detto, ha avuto quella reazione assurda al fatto che mi piaceva Samuel e basta –
- Perché usi l’imperfetto? –
- Lo sai perché – corrugò le sopracciglia l’altra. Era convinta di averle spiegato per filo e per segno tutto quello che si erano detti lei e l’americano e le pareva strano che Giorgia non se ne ricordasse.
- Chi è Brian? – domandò Giorgia, osservandola attentamente.
- Una testa di cazzo –
Giorgia accennò una risata: - Solo? –
- Una… bellissima testa di cazzo – borbottò a fatica l’altra.
- Uguale a Zacky, insomma – sospirò Giorgia. Entrambe riportarono lo sguardo sui loro piatti ancora intatti. Quanto cibo sprecato.
 
Huntington Beach H 19.32
 
- Figlio, ti ho fatto le dita per suonarla la chitarra, non per distruggerla – fece Papa Gates sconvolto, osservando come stesse muovendo, a detta sua malissimo, le mani Brian, sulla sua Schecter.
- Papà! – mormorò, interrompendo improvvisamente l’accordo che stava eseguendo insieme a Zacky, il quale cannò quello successivo essendosi trovato da solo a suonare, senza l’accompagnamento del chitarrista solista.
- Mi rifiuto – fece Matthew, allontanandosi dall’asta del microfono e alzando le mani in segno di resa.
- Di che? – chiese Brian Haner Senior, osservando il frontman con le sopracciglia corrugate.
- Di cantare accompagnato da questi due – disse seriamente e indicò, con un cenno del capo, i due chitarristi. Intanto, anche Mike e Jhonny avevano interrotto il loro lavoro, osservando la scena straniti.
- Non ho fatto niente – sbottò Zacky, con un’espressione quasi schifata in volto, divaricando leggermente le braccia – Se lui sbaglia è colpa mia? –
- La devi imparare ‘sta parte o no? – sputò Syn – E allora suona –
- Non viene bene se  non mi accompagni – ribatté Zacky, impugnando nuovamente la chitarra. Syn intanto non accennava a mollare la presa sulla sua, di chitarra, e nemmeno di dar retta all’amico.
- Se al live sbaglio, che fai? Sbagli anche tu di conseguenza? –
- Ma che ragionamenti del cazzo sono? – mormorò Papa Gates – Coraggio, suonate e smettetela con ‘ste bambinate –
- L’Italia vi ha fatto malissimo, lo dicevo io – intervenne Jhonny, che aveva poggiato il basso a terra e teneva le braccia incrociate. I chitarristi e il frontman si voltarono verso di lui.
- Concordo con te – mormorò Matthew, non sapendo chi guardare più in cagnesco tra i due chitarristi.
- E’ colpa di Ambra, no? È lei che ha inviato la proposta a te, Matt – fece Zacky, levandosi la chitarra di dosso.
- Ma se l’idea è stata di Giorgia, che ti ha invitato al suo concerto – ribatté Brian.
- Ambra sta diventando isterica –
- E Giorgia allora una cretina, dato che a quanto pare sta ancora con Andrea dopo quello successo – fece Brian, gesticolando animatamente. Zacky si voltò verso di lui, al quale, prima, stava dando le spalle.
- Smettila di parlar di lei –
- Hai iniziato tu con Ambra – ribatté l’altro – Smetti, anche tu, di parlar di Ambra, allora –
- Ragazzi, basta parlare delle italiane, okay? Basta! Sono dall’altra parte del mondo, smettetela di scannarvi – fece Mike, che era stato zitto tutto il tempo. Il resto della band gli diede ascolto, ma evitò di continuare le prove; sentivano che, quel giorno, non ce l’avrebbero fatta a suonare.
 
 

[ Comunque il video di yotobi in cui dice la frase è questo qui ]




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