Il potere di Charlie

di Andre_ahs21
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21 Novembre 1998
-Magnifico. Davvero magnifico- disse il vecchio scienziato Thomas Muller d’avanti ad una teca di vetro contenente quello che, all’apparenza, sembrava un embrione umano. Il feto era rannicchiato su se stesso e circondato da un denso liquido trasparente. Allisciandosi i baffi, come era solito fare quando si sentiva soddisfatto, si chinò verso la sua scrivania, prese un blocchetto e una penna e ci appuntò sopra: “Esperimento G45 completato, il soggetto è geneticamente pronto alla vita.”

21 Novembre 2014
Un raggio di luce si face strada tra le tende di una finestra, sfiorando la superficie di una scrivania di rovere, accarezzando una raccolta di film di Star Wars, scese entrando in contatto d’un parquet scuro, continuando verso i piedi di un letto, andò avanti in direzione delle coperte blu e toccando il tronco di un ragazzo, e quindi arrivò alla faccia, fino a sfiorarne un occhio. Quest’occhio si aprì, era di colore verde. Charlie si svegliò nella posizione che era solito a dormire: rannicchiato su se stesso come fosse un bambino nella pancia di una madre.
-Toc Toc Toc- la porta bussò. -Charlie posso entrare?- chiese la sorella. Ancor prima di ricevere una risposta la sorella aprì bruscamente la porta. -Jenny cosa vuoi?- le chiese un po’ intontito. -Guarda la tua camera, fa schifo!- disse Jenny giudicandolo.
-Vattene, lasciami dormire- le implorò. Jenny emise un bizzarro urlo e improvvisamente l’intera camera cominciò a tremare, dalla finestra entrava una luce ad intermittenza bianca e nera che decolorava tutta la stanza. Charlie sentì un fastidioso ronzio nelle orecchie, sembrava gli partisse dal cervello. Si mise le mani alle orecchie e scostò la testa verso la sorella: era diventata completamente grigia e la bocca innaturalmente aperta, lo fissava. All’improvviso Jenny chiuse la porta sbattendola.
-Charlie, Charlie, CHARLIE- Jenny lo chiamò agitandolo dalle coperte. Charlie aprì gli occhi di soprassalto, erano pieni di lacrime, era terrorizzato. Guardò la sorella e si allontanò d’istinto. -Charlie ma che diavolo hai? Alzati, e metti in ordine questa camera-
Mentre Jenny lasciava la stanza Charlie fissava il pavimento confuso. La porta sbatté e il suo sguardo si spostò verso di essa. -Era solo un sogno- disse tra se e se, ma non lo era.




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