... Eppure ci son finito in mezzo

di Rosalia100689
(/viewuser.php?uid=62239)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


… Eppure ci son finito in mezzo
 
Urla, pianti di gioia, coccole, latte.
Di quella vita, donatami solo il giorno prima da mia madre, io non ne sapevo ancora nulla.
 
Soldati invasati, arresti, pianti disperati, famiglie tradite e distrutte.
Di quella guerra, voluta da un uomo che odiava la mia “razza inferiore”, io non ne potevo sapere ancora nulla.
 
Treno, treno, treno. Arrivo, separazione dalla mamma, morte.
Di tutto quel disastro, conosciuto in seguito come “Shoah” da cui solo in 16 tornarono vivi a Roma, io non ne ho mai potuto sapere nulla. Eppure ci son finito in mezzo.
 
Note: questa flash-fiction vuole essere un omaggio alla Comunità Ebraica Romana a 71 anni dal rastrellamento del ghetto della Capitale. La più piccola vittima di quell’orrore, dal quale solo in 16 poterono tornare vivi, aveva appena un giorno di vita; lascio ai lettori trarre le opportune conclusioni, mentre mi sento di dedicare questo brano a tutti gli ebrei romani (vivi o deceduti nei vari lager) e al figlioletto di una mia amica non ebreo ma comunque neonato, che oggi compie due mesi… Auguri, Emanuele!*_*

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2872298