“Matricola
250508, Lee Taemin, è
pregato di presentarsi dalla commissione d’esame in aula
magna.”
Taemin se
l’aspettava quella chiamata, dopotutto. Solo sperava che non
arrivasse
dall’interfono generale dell’Accademia.
Appena la
voce monotono della segretaria smise di riverberare per il cortile, un
silenzio
pesante cadde sulla folla che gremiva quello spazio aperto. Ora tutti
lo
fissavano incuriositi, i chiacchiericci allegri si erano spenti e la
folla era
diventata il pubblico improvvisato dello spettacolo della sua vergogna.
Sussurrando
tra di loro, additandolo e ridacchiando.
In quel
momento Taemin desiderò avere tra le mani un bazooka. Bello
grande. Magari un
M20.
E andiamo.
Pensò stancamente, alzandosi dalla
panchina dove era rimasto a vegetare per non sapeva quante ore.
Percorrere i
corridoi dell’Accademia non era mai stato così
penoso. Chiunque incrociasse si
girava a guardarlo, e la strada verso l’aula magna sembrava
non finire mai.
Sperava solamente che fosse una cosa veloce e che non incontrasse
nessuno dei
suoi amic-
“Lee
Taemin!” lo chiamò una squillante voce purtroppo
nota. “Guarda un po’ chi
abbiamo qui! Non è forse lo splendido, fantasmagorico
secchione, nonché primo
della classe, Lee Taemin? Che mi risulta essere stato appena bocciato
all’esame
finale?”
Taemin
grugnì.
Quello che
pensava
fosse il suo migliore amico, la sua spalla su cui piangere, il suo
conforto
nelle ore buie, lo raggiunse saltellando per il corridoi,
più felice di una
farfalla in primavera e più raggiante di una primula a
maggio, con il solo e
unico intento di mortificare il suo già ferito e sanguinante
orgoglio.
“Jongin
ti
avverto…”
“No
no,
ascoltami!” gli disse passandogli un braccio sulle spalle.
“La mia curiosità e
sincera. Com’è possibile che uno del tuo livello,
che ha sempre superato più
che brillantemente le prove scritte e tutte le esercitazioni, i
tirocini e gli
esami di fine corso, abbia sbagliato proprio all’ultimo,
all’esame del
diploma!? Ammetterai che è esilarante.”
“Ti do
trenta
secondi, poi neanche la grazia divina potrà
salvarti.”
“Andiamo,
sei sempre stato tu a prendermi per il culo quando fallivo, non puoi
prendertela perché il karma ha deciso per una volta di
punire la tua superbia.”
“Si
fotta il
karma.”
“Come
sei
antipatico… avanti fammi un sorriso! Siamo Fate Madrine caro
il mio Taeminnie,
non possiamo avere sentimenti negativi.”
“Il
tuo
elettrocardiogramma sarà negativo a breve se non sparisci
immediatamente. E poi
siamo Fate PADRINE. Quante volte te lo devo dire. All’esame
di Principi Generali
sei stato bocciato due volte perché sbagliavi sempre la
nostra nomenclatura.”
“Oh
beh, per
me non ha più importanza ormai, perché
sai… io mi sono diplomato! Hahaha!”
Taemin
rispose con un ringhio.
Gli mancava
anche questa. Non bastava la vergogna della bocciatura, oh no signore,
doveva
anche subire le prese in giro di quel senza cuore di Kim Jongin, che si
era
messo ad additarlo a tutti i passanti gridando a gran voce “E’ lui! È lui quello che
è stato segato!”
Pesanti
nuvole nere si addensarono minacciose sulla testa del ragazzo moro, che
sembrava intenzionato a distruggere il pavimento del corridoio a
pedate, per quanto
erano pesanti i suoi passi.
“Jonginnie
dai, lascialo stare, non vedi che è già depresso
di suo senza che giri il
coltello nella piaga?”
In tutto il
suo splendore, quella persona meravigliosa che portava il nome di Henry
Lau,
scese dalla sua nuvola di bontà e misericordia per salvarlo
delle grinfie di
quell’essere iniquo e malvagio che lo stava deridendo senza
pietà. Il tutto con
un sorriso smagliante e un aura angelica ad accompagnarlo.
“Henry,
amico mio! Tu si che mi capisci, salvami da questa pubblica gogna te ne
prego.
Jongin mi sta prendendo in giro da un’ora.”
piagnucolò Taemin, aggrappandosi al
collo del suo amico in cerca di un abbraccio di conforto.
“Ha
ragione
poverino, non c’è ragione di deriderlo
ora… sarà molto più divertente farlo
stasera alla festa dei diplomi! Hahaha!”
“Hahaha!!”
E
così con
il sottofondo delle risate dei suoi presunti amici, Taemin
arrivò più nero che
mai davanti all’aula magna.
“Lee,
Taemin.”
“Sì,
sono
io.”
Cadde il
silenzio. Una decina di facce, tutte corrucciate, lo fissavano in
religioso
silenzio come ad aspettare una sentenza. Dalla loro posizione, dietro
la
scrivania dell’aula magna, sembravano davvero la giuria di un
tribunale.
Il
presidente di commissione, che stava tenendo in mano il suo curriculum
scolastico, gli lanciò una breve occhiata prima di riportare
lo sguardo sulla
sua scheda anagrafica, come per controllare che fosse davvero lui.
“Lee
Taemin.” Ripeté
“Sì…
sono
io…” disse dubbioso il moro, cercando di trovare
una posizione comoda su quella
striminzita sedia da scuola sulla quale era seduto.
“Sa,
signor
Lee? Sono rimasto abbastanza sorpreso quando tra le schede degli
studenti che
non avevano passato l’esame mi sono trovato la
sua.” disse il professor Park
togliendosi gli occhiali da vista e lanciando un’occhiata in
tralice al ragazzo
davanti a lui. “Abbastanza sorpreso da prendermi il disturbo
di contattare il
suo esaminatore per capire come mai uno dei nostri studenti
più brillanti avesse
fallito l’esame. Ha niente da riferirmi a riguardo?”
Taemin
incrociò le braccia al petto.
“Ho
provato
a dare l’esame, ho fallito, sono stato bocciato,
fine.” disse atono guardando
negli occhi il suo professore.
“Così
non
aiuta la sua causa, lo sa signor Lee? Quello che voglio sapere da lei
è se è a
conoscenza della ragione per la quale ha fallito la prova
finale.”
Calò
un
pesante silenzio nella stanza. Le nuvole nere sulla testa di Taemin si
addensarono ancora più minacciosamente.
La prova
finale, quella stupidissima prova finale. C’erano
così tante variabili che era
matematicamente impossibile non disattendere almeno ad uno dei
requisiti. Ma
vallo tu a spiegare a quei cervelloni che secondo lui il motivo per cui
l’avevano bocciato era una stronzata pazzesca.
“Forse
è il
caso, come suo esaminatore, che le rinfreschi la memoria.”
disse il professor
Kim seduto alla destra del professor Park. “Come tutti ben
sappiamo in questa
stanza, la prova finale per conseguire il diploma come Fata Padrina
consiste
del passare un mese sulla terra e prendersi cura di un essere umano,
cercando
di scoprire quale sia il suo Vero Desiderio e realizzarlo. In pratica
quello
che sarà poi il lavoro futuro di voi studenti, che
è poi anche il nostro.
Correggetemi se sbaglio signor Lee.”
“Sì…”
borbottò Taemin. “E’ giusto.”
“Molto
bene.
Da quel che mi risulta a lei era stata assegnata una certa signorina
Son
Naeun…”
“Una
ragazzina adolescente in piena crisi esistenziale con desideri ridicoli
e
problemi ancora più patetici.” lo interruppe il
ragazzo.
Molti professori
presero a bisbigliare tra di loro, additandolo e scuotendo la testa,
mentre il
professor Kim dava testate al piano del tavolo e il professor Park si
massaggiava stancamente la sella del naso.
“Sì.
Ok. Al
di la del suo giudizio sulla sua Protetta, che comunque sarebbe il caso
di
rivedere, vorrei che riprendessimo da dove ci siamo interrotti. Mi sa
dire come
è proceduto il suo esame?”
“Come
quello
di tutti gli altri. L’ho approcciata e mi sono Rivelato, ho
fatto in modo che
mi Accettasse, ho iniziato a vivere con lei e starle sempre vicino,
nascondendomi
dagli altri come da procedura, per capire quale fosse il suo Vero
Desiderio e
tentare di realizzarlo.” disse Taemin annoiato.
“E lo
ha
realizzato?”
Greve il
silenzio calò di nuovo sull’aula magna. Tutti i
presenti avevano lo sguardo
fisso su di lui, la parola giudizio palese e pressante nei loro sguardi.
“Ssssì?”
rispose in un sussurro.
“No.
No e
NO! La risposta è no signor Lee! Non lo ha realizzato il suo
Desiderio. Non lo
ha realizzato PER NIENTE!” gridò il professor Kim
balzando in piedi dalla sedia
e quasi saltandogli al collo.
“Heechul-ssi,
calmati.” lo trattenne il professor Park.
“Signor
Lee!” continuò il professor Kim prendendo in mano
il rapporto dell’esame quasi
strappandolo dalle mani del suo collega. “Rileggiamo insieme
alcuni passaggi,
le va?”
Facendo il
giro del tavolo si posizionò di fronte a Taemin, che in
tutto questo non
riusciva a fare altro che guardare il suo professore con gli occhi
pieni di
terrore, augurandosi che questo non gli saltasse addosso per davvero.
“’Minnie!’
‘Non
chiamarmi così, non sono tuo
fratello e non sono tuo amico, ti sopporto perché devo e
tanto tra tre
settimane me ne vado.’
‘Taemin-oppa,
non ho niente da
mettermi, le mie compagne invece sono sempre così alla moda.
Mi sento tagliata
fuori.’
‘C’è
gente che vive con lo stesso
maglione e lo stesso paio di scarpe tutta la vita. Pensa al tuo
prossimo che
sta peggio di te invece di volere cose che non ti servono.’
‘Minsoo-oppa
non ha ancora risposto
al mio invito per venire alla festa con me! Perché mi ignora
così? E dire che
io sono così innamorata di lui.’
‘Forse
perché sei petulante e noiosa?
E mi sembra un po’ ridicolo parlare di amore, hai solo 15
anni e non sai niente
della vita. Torna a stressare gli altri con i tuoi problemi di cuore
quando
avrai superato la pubertà.’”
Silenzio.
Taemin si
mordeva un unghia simulando tranquillità.
Il professor
Kim batteva furiosamente un piede a terra.
“Ebbene?”
“S-sì
professore?”
“Non
sono
forse parole tue queste?”
“Ehm,
sì…”
“E
come la
definiresti questa tua condotta?”
“Sincera?”
“Insensibile!
Completamente e indiscutibilmente priva di sensibilità.
Possiede la stessa capacità
empatica di una piastrella in porfido e ancora non mi spiego come sia
riuscito
ad arrivare alla fine del percorso di studi con una carenza
così evidente!”
“Hey!
Sono
il migliore del mio anno di corso e ho il massimo dei voti in tutti i
moduli.
Segretezza, Magia applicata,
Creatività…” replicò Taemin
contando con le dita.
“Ed
empatia
0!”
“Si
rende
conto che ha fatto venire un gravissimo complesso di
inferiorità a quella
povera ragazza?” continuò il professor Park.
“Andiamo,
è una comunissima adolescente. Se non per colpa mia le
sarebbe venuto in ogni
caso. Quello o le manie nichiliste.” bofonchiò il
ragazzo.
“Ciò
non toglie che come sua Fata Padrina lei avrebbe dovuto esserle di
qualche
supporto. Non demolirla emotivamente!”
Taemin
sbuffò.
Non
capiva proprio che cosa avesse fatto di male, in fondo era solo stato
onesto.
Non era una importante qualità anche quella?
Tutti
i professori avevano un’aria sconcertata. Molti borbottavano
contrariati,
mentre altri si tenevano semplicemente le mani nei capelli come a
volerseli
strappare dalla frustrazione.
Il
ragazzo proprio non capiva la loro indignazione. Alla fine aveva
realizzato il
Desiderio di Naeun, no? C’era andata alla festa con quel
tipo, giusto? Che poi
lui l’avesse scaricata in malo modo a fine serata quella era
un’altra storia.
E
che poi lui l’avesse presa in giro per quello, era tutta
un’altra questione. La
situazione era decisamente troppo divertente per non riderci su.
“Signor
Lee, mi dica. Lei ha idea con che tipo di protetti avrà a
che fare una volta
che avrà conseguito il diploma ed avrà accesso
alla professione?” riprese il
professor Park con un tono il più calmo possibile.
“Saranno persone con
problemi normali! Per la maggior parte di cuore o di natura
più personale come
l’accettazione di se stessi, oppure il successo sul lavoro.
Come può sperare di
lavorarci se pensa che questi tipi di Desideri siano
ridicoli?”
“In
realtà io…” cominciò Taemin
mangiucchiandosi un unghia. “Dopo il diploma vorrei
accedere direttamente al master per diventare Genio.”
Ecco,
era questo che voleva fare lui. Voleva essere il braccio destro di
grandi talenti
e rivoluzionari. Voleva diventare il consigliere di gente che avrebbe
cambiato
la storia dell’umanità, il collaboratore di
importanti pionieri e scopritori.
Voleva fare la differenza, realizzare grandi Desideri. Non sistemare
vestiti e
fare da confessionale a ragazzine adolescenti.
Lui
voleva essere un Genio.
“Taemin-ssi,
mi ascolti bene.” cominciò il professor Park
tentando di ammorbidire il tono e
di mettere a suo agio il ragazzo. “Francamente lo immaginavo.
Da una persona
con il suo curriculum non ci si può aspettare niente di
meno. Ha delle qualità
e un talento innato impressionanti in fatto di Magia e
Creatività. È un gran
lavoratore e non si è mai risparmiato durante le
esercitazioni. Si è sempre
impegnato il doppio rispetto hai suoi compagni, soprattutto dove era
più
carente, e i risultati si vedono! Lei sarebbe un Genio fantastico,
Taemin-ssi,
ma conseguire il diploma come Fata Pardina è imprescindibile
se vuole accedere
al master.”
“E
lei ha delle lacune troppo gravi per poter avere quel
titolo.” concluse il
professor Kim come se fosse una sentenza.
Taemin
abbassò lo sguardo.
Sapeva
di non essere la persona più empatica
dell’universo, ma lui si era impegnato,
accidenti!, si era impegnato così tanto per riuscire bene
nonostante le sue
mancanze.
Ed
ora che era ad un passo da suo sogno, tutto se ne andava in fumo.
Quasi
gli veniva da piangere, quasi.
“Ma…”
riprese alta e tonante la voce del professor Kim. “Conoscendo
lei come studente
e i suoi brillanti risultati, abbiamo deciso come commissione
d’esame, di farla
accedere ad un test di riparazione.”
Test.
Di.
Riparazione.
Per
un attimo non comprese il significato di quelle tre insignificanti
parole. Per
un attimo il suo mondo rimase nero di disappunto esattamente come
prima. Solo
per un attimo…
Poi
esplose.
“Davvero?!”
gridò balzando dalla sedia per fiondarsi al tavolo della
commissione ad
abbracciare quell’uomo meraviglioso. “Grazie! La
ringrazio tantissimo, lei è il
miglior professore del mondo!”
“Freni
l’entusiasmo. Non le faremo semplicemente ripetere
l’esame. Sarà un test fatto
apposta per lei e per colmare, diciamo, i suoi punti deboli.”
disse il
professor Kim mettendo le mani avanti per proteggersi da quel tornado
di
euforia.
“I
miei punti deboli?” chiese dubbioso Taemin.
“Sì,
signor Lee, i suoi punti deboli. La sua totale mancanza di empatia, la
sua
brutale sincerità, la sua bruttissima abitudine di sminuire
i problemi degli
altri, e ultimo ma non ultimo, l’assenza completa di filtri
tra cervello e
bocca.”
“Ma
questi non sono requisiti da curriculum!” si
lamentò il ragazzo. “Come faccio a
‘esercitarmi’ su queste cose.” disse
facendo il segno delle virgolette.
“E’
questo il punto Taemin-ssi. Queste non sono cose può
semplicemente apprendere
dai libri, sono qualità che si sviluppano con il tempo e la
forza di volontà.
Una volta che avrà preso coscienza delle sue mancanze a
livello emotivo,
imparerà anche a rimediare. Ma finché rimane
convinto che questi non siano
reali lacune del suo carattere allora non potrà mai
migliorare.” spiegò il
professor Park.
Taemin
sbuffò, tutto il suo entusiasmo si era spento, come anche
quel minuscolo
bagliore di speranza che aveva intravisto nel suo futuro.
“E
quindi cosa dovrei fare?”
“Il
suo esame si svolgerà con queste modalità.
Innanzi tutto durerà sei mesi.”
“Cosa?
Devo stare sei mesi sulla terra? Sei mesi in mezzo a degli
umani??”
“Signor
Lee, ci lasci finire! E le assicuro che sei mesi sono il minimo tempo
possibile
per il suo tipo di problema.” sbottò il professor
Kim.
“Dicevo,
non avrà un solo protetto ma due…”
“Due?!”
“Signor
Lee!”
“Mi
scusi.”
“Sì,
due! E questo per essere sicuri che durante tutta la durata
dell’esame lei non
si distragga dai suoi obiettivi.”
Taemin
mise il broncio. Se già era difficile sopportare un umano
con i suoi ridicoli
problemi esistenziali figuriamoci due!
“Inoltre
non potrà utilizzare la magia.”
“Cosa?!”
“Non
potrà
avvalersi della Segretezza. Dovrà vivere allo scoperto in
mezzo agli umani.”
“Come?!”
“E in
ultimo
non potrà Rivelarsi.”
No. Questo
era troppo.
Non solo
avrebbe dovuto stare appresso a due piaghe umane senza potersi
nascondere dagli
altri, avrebbe anche dovuto fare il tutto senza poter dire loro che
è una Fata
Padrina e quindi fare la figura del rompicoglioni che vuole impicciarsi
dei
problemi altrui assolutamente non invitato.
Il tutto
senza magia. Non ce l’avrebbe mai fatta.
“Il
resto si
svolgerà come negli esami normali. Le verranno fornite le
schede anagrafiche
dei suoi Protetti ma non potrà comunicare con
l’Accademia per tutta la durata
della prova, e per completare l’esame dovrà
scoprire il loro Vero Desiderio e
naturalmente realizzarlo.” concluse il professor Park.
Voleva
morire. Magari per soffocamento, dicono che sia una morte dolce.
“E’-è
uno
scherzo, vero?” chiese pallido come un cencio.
“Assolutamente
no.”
“Ma
non ce
la farò mai! Con queste condizioni è
impossibile.” sbottò agitato.
“Lei
è un
ragazzo intelligente signor Lee. Confidiamo che riuscirà a
trovare delle
strategie per completare la sua prova con successo.” disse il
professor Kim con
un sorrisetto sghembo.
“E le
assicuro che tutto questo non è stato pensato per metterle
in difficoltà, ma
per aiutarla nelle sue mancanze.”
Sì, e
per
permettere a loro
di farsi quattro
risate.
Quasi quasi
preferiva mollare tutto e mettersi a fare la Fatina dei Dentini.
“Abbiamo
deciso però che potrà avere un supporto da parte
di due suoi colleghi, giusto
perché l’esame dura tanto e sarà
particolarmente difficile. I signori Kim
Jongin e Henry Lau si sono offerti di aiutarla, ma non potranno
interferire
direttamente con i suoi Protetti perché loro dovranno
mantenere la Segretezza.”
Perfetto. Ora si
che sono in una
botte di ferro.
Pensò Taemin sconsolato, con sempre più voglia di
sotterrarsi.
“Partirà
domani.” disse il professor Park passando un fascicolo al
ragazzo. “Qui dentro
troverà la sua destinazione e i nomi degli umani che
dovrà assistere. Le auguro
buona fortuna, Taemin-ssi.”
Il ragazzo
prese stancamente in mano il dossier. Sembrava pesare quanto un macigno.
Allo stato
attuale delle cose non gli sembrava di avere la benché
minima speranza di
riuscire in quel dannato esame. E la cosa lo deprimeva alquanto.
Con
rassegnazione aprì la busta per sapere di quale morte doveva
morire.
Destinazione:
Konkuk University, Seoul, South Korea.
Protetti:
Choi Minho e Kim Kibum.
***
Note Inutili
- Il numero di
matricola di Taemin è la data del debutto
dei 5 bambocci. In quanti se ne erano accorti? nessuno
perché è un dettaglio
inutile XD
- Il
Professor Park è Park Jeongsu, Leeteuk per gli amici, e il
professor Kim è Kim
Heechul che non ha bisogno di presentazioni (non so, ce li vedevo bene
a fare i
professori Fatini XD). Henry è il nostro tenero (mica tanto) maknae dei SuJu-m, e Kim Jongin è Kai degli Exo (ma non ditemi che non lo sapevate, mascherine!). Infine Son Naeun è Naeun della Apink.
Non ce l’ho con
lei, eh! È solo che è l’unico essere
femminile che mi è venuto in mente in
relazione a Taemin.
- La Konkuk
University è l’università che frequenta
Minho (fonte Wikipedia). Ho scelto la
sua perché è a Seoul, mentre quella di Jinki e da
qualche parte che non ho
capito, quindi nisba! (le altre tre capre non frequentano
l’università© o
forse sì e su WIki non c’è
scritto lol)
Dovute
Spiegazioni
Dovutissime
dire, e vi anticipo anche la domanda miei cari.
Voi: Dorin, ma
come c***o ti è venuta
in mente una boiata del genere?
Io: non lo
so… chiedo venia,
perdonatemi. Prometto che non lo farò più.
Voi:
sarà meglio.
E niente, ho
scritto una stronzata ne sono consapevole, ma non posso farci niente,
sono una
buffona senza speranza! L’idea di Taemin Fata Padrina mi
è venuta in mente
quando era stato annunciato il suo debutto solista e Tumblr era esploso
di
photo edit di lui in versione glitterata e gayeggiante, che a pensarci
bene
cozzano prepotentemente con la sua personalità.
Così mi aveva fatto ridere
l’idea di un Taemin che
tenta di
esaudire desideri quando in realtà è un idiota
stronzetto minion di satana
(detto con affetto!).
Beh, io lo
adoro! Ditemi voi cosa ne pensate, và!
Grazie a
tutti dell’attenzione.
Avete
notato che è la mia prima storia a rating verde** in fondo
ho un anima
innocente anch’io.
See ya.
Dorin
|