Ti
amo ma non posso stare con te.
Questo
era in sintesi quello che Oliver le
aveva detto
quella sera.
Sapeva
quello che provava, la paura che doveva averlo attanagliato dopo
l'esplosione e che era divenuta ancora più palpabile dopo
Sara.
Cielo,
non riusciva ancora a realizzare ciò che le era successo,
era
così assurdo.
Vederla
su quel tavolo le aveva fatto comprendere che la vita è
breve
e che ogni momento deve essere vissuto appieno, per non doversi
guardare un giorno indietro e pentirsi di non aver colto ogni
opportunità. E, in cuor suo, aveva sperato che anche Oliver
avesse la sua stessa idea. Ci aveva davvero sperato, senza riflettere
a fondo sul suo carattere, sul suo modo di pensare e agire, su tutto
quello che aveva dovuto passare e che lo avevano reso l'uomo che era
ora: forte e coraggioso, disposto a tutto per aiutare gli
altri...eppure così fragile e spezzato, così
incapace
di fidarsi, come lui stesso le aveva rivelato, di credere di meritare
di essere amato, di avere una vita.
Si
era arrabbiata con lui per non aver voluto dare una chance alla loro
storia, per non averle permesso di stargli accanto quando ne aveva
avuto davvero bisogno ma ora la rabbia era un po' svanita.
Aveva
preso una decisione...non sarebbe rimasta a guardarlo morire giorno
dopo giorno, chiuso nel suo guscio, non poteva farlo. Non
più.
Così
aveva accettato la proposta di Ray Palmer di lavorare per lui, di
andare avanti...o almeno di provarci, perché, con la
consapevolezza dei loro sentimenti, sarebbe stato difficile fingere.
Con
questi pensieri, si ritrovò davanti al suo ufficio nel
reparto
informatico della QC, stesso reparto ma mansioni più
delicate
e, sicuramente, un ufficio che meritasse questo nome.
-Buongiorno.
Ray
la stava aspettando appoggiato allo stipite della porta, a braccia
conserte, con quel suo stupido sorriso stampato in faccia.
-Buongiorno.
-Sono
davvero contento che tu abbia accettato di lavorare con me...
-Per
te. Io lavoro per te...lei, signor Palmer.
-Ray,
ti prego. E no, ne abbiamo già discusso, tu lavori con me.
Voglio che tu ti consideri più una mia pari...-non gli
sfuggì
lo sguardo incredulo della donna-...ok, diciamo la mia partner, non
una mia dipendente.
Il
cuore di Felicity perse un battito. Non sarebbe stata la partner di
nessun altro, nessuno tranne Arrow.
-Vorrei
chiarire, per l'ennesima volta, visto che evidentemente, nonostante
il tuo elevato quoziente intellettivo non hai compreso, che il nostro
rapporto lavorativo sarà strettamente legato...al lavoro. Io
lavoro per te, Ray.-quasi urlò, sottolineando il suo nome.-E
questo è quanto.
-Ok,
ok, non arrabbiarti. Sei molto più carina quando sorridi.
Ancora
una volta non gli sfuggì il suo sguardo assassino.
-Ora
ho del lavoro da fare, se non le...ti dispiace.-detto ciò,
gli
diede le spalle e chiuse la porta dietro di se.
La
giornata era trascorsa velocemente, come sempre, ma mentre la sera si
avvicinava, Felicity sentì crescere dentro quella ormai
famigliare sensazione di disagio, al pensiero di tornare al covo.
Qualcosa che non la faceva stare bene,
perché
quel luogo era il suo posto sicuro, la sua casa, e già una
volta Slade Wilson era riuscito a rovinarlo, non voleva accadesse di
nuovo.
Scese
le scale e trovò
il team intento ad allenarsi. Tutti le sorrisero ma quando il suo
sguardo incontrò quello di Oliver seppe con certezza che
qualcosa era cambiato. Avrebbero lavorato ancora insieme, sarebbero
stati partner ma qualcosa si era rotto, sperava soltanto non fosse
irreversibile.
Ormai
le giornate si
susseguivano così: lavoro stressante con Ray alla QC di
mattina, lavoro stressante con Oliver al covo di notte.
-Serata
fiacca per il
crimine, eh?
Roy
cercava sempre di
farla sorridere, nonostante anche lui fosse a pezzi per la storia con
Thea, e spesso ci riusciva. Si capivamo, condividevano qualcosa.
-Così
sembra.-gli
sorrise.
-Che
ne dici di andare a
berci qualcosa?-lasciò cadere l'arco con cui poco prima si
stava allenando e le si parò davanti.-Io e te, una pizza e
un
paio di birre, che ne dici?
Sapeva
cosa stava facendo
e lo adorava per questo.
-Dico
che è
un'idea fantastica.
Felicity
prese le sue
cose e seguì l'amico verso le scale.
-Dove
andate?
Solo
in quel momento John
e Oliver si accorsero della loro “fuga”.
-Non
sembra ci sia molto
da fare stasera così andiamo a mangiare qualcosa. Buona
serata.
Roy
salutò e,
prendendola sotto braccio, la trascinò fuori dal covo.
Una
volta all'aria
aperta, i due si guardarono.
-Credo
ci voglia qualcosa
di più forte di una birra..-iniziò Roy, ridendo
di
gusto, seguito, subito, da Felicity.
Con
la chiara intenzione
di passare una serata tra amici, si allontanarono tra le vie di SC.
NOTE
DELL'AUTRICE: Ciao,
è davvero un bel po' che non scrivo, sorry, ma sono stata
davvero impegnata.
Cmq,
chi di voi si è
ripresa dalla 3x01? Io ancora ho serie difficoltà , lo
ammetto, e sono certa che le cose non miglioreranno in futuro :(
Cerco
di trovare un senso
alla mia vita ahahahah e nel frattempo provo a scrivere un po'. Non
sono sicura di quello che ne verrà fuori, con tutti questi
spoiler succulenti, ma spero vi aiuti a passare un po' il tempo.
Fatemi
sapere che ne
pensate di questo inizio... ;)
PS.
Vorrei ringraziare le
mie sis del cuore per il sostegno e...tutto il resto. Vi lovvo :*
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