Violent Delights
Special
Needs
#1 Cioccolato
La
televisione rimaneva sempre accesa. Il telecomando era senza batterie
sul pavimento perché non c’era mai stato il
bisogno di usarlo. Loro non cambiavano mai canale. Da quando avevano
affittato quell’appartamento, Near, oltre a non uscire
più, aveva deciso che per 24 ore nelle tre stanze minuscole,
che le persone normali avrebbero chiamato casa, doveva risuonare il
vociare svelto e preciso di conduttori falliti e dei loro programmi
privi di senso.
Near si
stringeva le
ginocchia al petto e rimaneva sul divano per intere giornate. Aveva la
straordinaria capacità di non lasciare nessun segno sul
tessuto, come se i cuscini non fossero mai stati stropicciati dalla sua
schiena. Era strano ma da due anni era fermo, lì, in quei
metri quadrati che aveva contato per un mese finché poi
aveva capito che non sarebbe servito a nulla, allora si era seduto e
aveva smesso di vivere.
Quando
poi un giorno, una mattina di autunno, si era svegliato, aveva trovato
al suo fianco Mello, rannicchiato su se stesso con i capelli
scompigliati, il trucco sbavato sulle guance e la pelliccia ancora
addosso. Non si era stupito, aveva solamente nascosto la scatola di
sonniferi sotto il letto perché lui stava bene,
davvero.
Si era
abituato al
freddo gelido visto che le bollette non era riuscito a pagarle,
bloccato fra quelle mura scrostate. Nel periodo in cui si era ritrovato
senza riscaldamento Mello era da qualche parte, scomparso fra pelli
sconosciute e fra bottiglie costose. Quando poi era tornato,
l’aveva fatto per così poco tempo che non si erano
nemmeno detti ciao che la porta si era richiusa dietro le sue spalle
magre e Near era finito a guardare la televisione. Il volume sempre sul
15, non sentiva mai nulla. A lui bastava vedere, bastava guardare le
figure per capire che non sarebbe mai uscito per comprare le batterie
del telecomando.
Però
la
verità era un’altra : se il volume
rimaneva sempre così basso, poteva sentire chi andava su e
giù per il pianerottolo e se i passi erano cadenzati e
trascinati significava che Mello era tornato e che in pochi secondi
avrebbe girato la chiave nella serratura e sarebbe entrato avvolto da
profumi pesanti da donna. Near non aveva mai capito ma sapeva che se
anche l’avesse ascoltato, Mello avrebbe continuato ad essere
un mistero, il suo.
Il
notiziario delle 7:00 stava andando in onda. La giornalista in un
tailleur impeccabile, i capelli acconciati in una pettinatura
sofisticata e labbra rosse che blateravano di tragedie e di incidenti.
Un terremoto, un omicidio, un altro omicidio e un altro ancora. Ma
l’ultimo aveva qualcosa di particolare : il
poliziotto che era stato intervistato diceva che si era trattato
probabilmente di un delitto passionale. Diceva che sul collo della
vittima erano state ritrovate tracce di cioccolata, alla rosa
precisamente. Profumava di cioccolata alle rose. Il poliziotto lo aveva
ripetuto un paio di volte, concludendo che le impronte sarebbero state
analizzate dalla scientifica al più presto.
Near aveva
alzato lo
sguardo, Mello lo guardava dal letto, il corpo sempre più
magro sotto la pesante pelliccia.
“Sei
stato
tu?”
La voce
roca di chi
non parla da molto, una voce gutturale che sembrava avergli aperto il
petto, una voce diversa dagli anni in cui si divertiva a distruggere
tutti i giocattoli che aveva.
Mello si
era alzato e
si era sdraiato accanto a lui. Aveva gli occhi fissi sulla televisione
che ora dava un cartone di vecchia data. Non avevano osato guardarsi,
quando la mano di Mello era andata a stringere forte quella di
Near.
Era un sì.
Nel
momento in cui il poliziotto veniva intervistato, due uomini, in giacca
nera, fingendosi della polizia, con distintivo alla mano erano entrati
nel laboratorio. La pistola aveva freddato cinque cuori. Tutto si era
svolto nel silenzio più assoluto e il corpo della ragazza,
una certa Misaki di 19 anni, era stato portato via.
Al suo
posto, i due
uomini, come gli era stato ordinato freddamente, avevano lasciato una
tavoletta di cioccolato dalla confezione di carta, liscia al tatto sul
quale vi era il disegno di una rosa dai petali secchi.
Note
Che brutta
questa prima storiella che avrebbe dovuto far paura ma che è
molto triste. Molto, molto, molto. Non c’è tanto
da dire, sono qui solo per spiegarvi la mia idea : pubblicare
per cinque giorni cinque OS, drabble o flashfic su Death Note. Ognuna
avrà un tema preciso.
Storiella
ispirata da questa
bellissima playlist.
A
domani, la vostra Y.
(Potete trovare su twitter @nezushy)
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