Sono
tornata!
Okay
non sono una persona di parola, nell'ultima pubblicazione avevo detto
che mi sarei presa un periodo di pausa ed invece eccomi qui a
proporvi una cosa un po' diversa dai miei soliti standard; si tratta
di una raccolta di flash/os/drabble che aggiornerò
probabilmente due volte a settimana, ma non posso assicurarvi niente.
Ne ho quattro pronte, poi sarà quel che sarà.
Fino
ad ora sono tutte fini a se stesse, ma non escludo la possibilità
che vi troverete degli estratti (che ho scritto ma non inserito)
dalle altre storie che ho già pubblicato.
Mi
resta solo che augurarvi buona lettura e cominciare a sperare che
questa mia nuova idea vi piaccia.
Conteggio:
389
Pairing:
Larry [Louis pov]
Raiting:
verde
Linee.
Louis rientra in casa, spossato dal
caldo umido della metropoli.
"New York è fantastica, non
te ne pentirai" gli dicevano. Certo! Per restarci qualche
giorno, passeggiare per le strade di Manatthan e sentirsi per qualche
istante come catapultato in un episodio di Sex and the City.
Preferisce la pioggia e il cielo grigio
di Londra; non c'è dubbio.
Il clangore delle chiavi poggiate sul
piattino di vetro lo risveglia. C'è silenzio, ma le finestre
sono tutte spalancate segno che lui è in casa.
Non lo chiama, non rompe la quiete. Si
toglie le scarpe, attraversa scalzo la cucina e subito dopo il
salottino che è diventato più la sua galleria
personale.
Si ferma poi sullo stipite della porta
della loro camera. Lui è lì.
Seduto nel letto immenso, che forse
stona con la casa in miniatura che abitano, coperto solo fino al
bacino da un lenzuolo bordeaux che sembra seta, ma seta non è.
La cosa più pregiata in quella
stanza rimane il corpo del suo amante.
C'è un pittore del
neoclassicismo francese che ha dipinto un nudo.
Non gli è mai stato attribuito
un nome; ma lui, ora come non mai, direbbe che l'artista si è
ispirato all'uomo che ha in questo momento di fronte agli occhi per
ritrarlo, se non fosse che è cronologicamente impossibile.
Il fatto poi è che Harry è
una linea continua. Che si ricongiunge perfettamente da dove è
partita.
C'è una linea per i muscoli
delle braccia, una per le gambe magre ma sode e forse una anche per
le dita lunghe. "Sei un pianista?" gli chiedono sempre e
lui, mentre l'altro scuote la testa arrossendo, ride, perché
Harry non sarebbe capace neanche di suonare un triangolo.
È tanto armonioso nelle forme
quanto disarmonico nei movimenti.
È un'esplosione di irriverenza
per chiunque possa guardarlo ma non toccarlo.
Ma lui di questo non se ne deve di
certo preoccupare.
I muscoli delle spalle, o le gambe
atletiche, perfino quei boccoli da putto Raffaellesco appartengono e
sempre lo faranno a lui.
Non deve chiedere il permesso per
appropriarsene.
Lui, studente di storia dell'arte, la
conosce la raffinatezza di un corpo: ed Harry ne ricalca le forme, i
colori e perfino la suggestione che dovrebbe scaturire all'occhio
umano.
È poeticamente utopico, quasi.
È suo.
Lo guarda fin quando può osare
farlo; poi quello stesso, sino ad ora rimasto inerme si gira e "sei
tornato".
Universal Corner
È corta lo so, ma a questa
flash ci tengo particolarmente.
Il quadro di David a cui faccio
riferimento è questo
e la prima volta che l'ho visto ho pensato assomigliasse in qualche
modo ad Harry, perciò ecco il risultato.
Mi trovate come al solito qui.
Ci rivediamo tra giovedì e
venerdì.
Vi
rimando alla traduzione che stiamo portando avanti io e Nonhounnome:
baby
heaven's in your eyes, fateci un salto se volete.
Uj.
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