You don’t know me.

Tu credi di conoscermi, credi di indovinare i miei pensieri.

Oh, quanto ti sbagli … se solo sapessi.

Se solo fossi stata presente, mentre camminavo sperduto tra questi corridoi di pietra, quando credevo che nulla potesse essermi amico.

Nemmeno immagini le notte insonni, la nostalgia di un figlio per un padre ... per l’unica famiglia che conoscessi.

Non sai- e come potresti?- della luce che mi ha colpito, accecandomi, in fondo ad uno di questi corridoi.

E mi hanno chiamato amico, figlio, fratello.

Ad un tratto la bussola segnava di nuovo il Nord, nonostante non sapessi come usarla.

Avevo appena imparato … la mappa finalmente veniva letta nel verso giusto, quando un vento proveniente dall’Ovest me l’ha strappata di mano.

La bussola è caduta a terra e si è rotta. L’ago mi si è conficcato nel  petto.

Altre notte insonni.

Perché mi accade questo?

Merito di essere maledetto?

Dovrei arrendermi?

E’ davvero sbagliato?

Vorrei tanto chiederlo a te. L’ago nel mio petto a fatica si libera, puntando verso te.

Ma non puoi avere le risposte … Tu non mi conosci.