A New Life

di ladymisteria
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Quando River Song si svegliò, scoprì che il mattino era già arrivato da un po’.

Si sentiva ancora esausta, dopo quanto accaduto la sera precedente; eppure anche incredibilmente soddisfatta di se stessa ed euforica.

Era questo che si provava quando si diventava una madre?

Quando si aveva una nuova e piccola vita da difendere e proteggere dal male di cui era pieno l’universo?

E a proposito di “piccole vite”…

La donna si voltò verso la culla accanto a lei, in cui una delle infermiere, la sera prima, aveva posato una piccola – ma alquanto agitata – bambina dai meravigliosi occhi verdi e dai capelli di un biondo purissimo.

La scoprì vuota.

Scattò seduta, pentendosi immediatamente di averlo fatto.

Piccole stelle le esplosero davanti agli occhi, ma quasi non vi badò.

Dov’era sua figlia?

E il Dottore?

Era forse accaduto qualcosa?

In fondo, si disse River, erano trascorsi più di quattro secoli da quando era nato un Signore del Tempo.

Probabilmente anche di più.

Magari erano sorte delle complicazioni, e non avendo riscontri abbastanza recenti non erano stati in grado di evitare il peggio...

Era questo ciò che era accaduto?

Stavano forse chiedendosi chi avrebbe avuto il coraggio di affrontarla?

River era ormai giunta alla conclusione di abbandonare quella stanza per andare personalmente in cerca di spiegazioni, quando la porta si aprì, lasciando entrare il Dottore.

E fra le sue braccia…

«Oh, sei sveglia. Avevo deciso di portare la bambina a fare una passeggiata qui fuori; giusto per lasciarti riposare ancora un po’. Ad ogni modo… Che ti dicevo? E’ una femmina! Non sbaglio mai» esclamò l'uomo, soddisfatto.

River alzò un sopracciglio, in un’espressione inequivocabile.

«Okay, okay… Forse ho un tantino esagerato. Ma questa volta, almeno, avevo ragione!» continuò il Dottore, un enorme sorriso sul giovane volto.

Si sedette sul letto, notando ancora un’ombra di preoccupazione negli occhi di River.

«Che succede?» chiese, serio.

River scosse il capo, mentre un piccolo sorriso affiorava sul suo viso.

«Nulla. Per qualche istante ho temuto… Non importa. Non avrei dovuto preoccuparmi. Nostra figlia è al sicuro, proprio come hai promesso» mormorò.

Il Dottore corrugò la fronte, non comprendendo appieno le parole della moglie.

Decise di rinunciare.

Ne avrebbero probabilmente parlato quando River si fosse sentita pronta a farlo.

Forzarla non sarebbe stata affatto una mossa saggia.

Notò che la donna fissava estasiata ed intimorita allo stesso tempo la bambina che lui ancora teneva gelosamente tra le braccia.

«Puoi tenerla, sai? Non ho ancora avuto modo di scambiare due chiacchiere con lei, è vero. Ma sono sicuro che non ti morderà» la rassicurò.

Si fece pensieroso.

«Anche perché non ha ancora i denti. Non che ti morderebbe, se li avesse, è ovvio! Ma…» aggiunse, rapidamente.

River scoppiò a ridere.

Quel vecchio idiota era e sarebbe sempre stato lo stesso, ne era certa.

Il Dottore scrollò le spalle, porgendole la bambina.

Intimorita, River la prese, provando improvvisamente la stranissima sensazione di maneggiare un fragilissimo vaso di cristallo, anziché sua figlia.

Il Gallifreyano ridacchiò, davanti a quello spettacolo.

«Che c’è da ridere?» soffiò la donna, lanciandogli un’occhiataccia.

«Oh, nulla. Stavo solo pensando»

«A che cosa?» s’informò lei, curiosa.

«E’ solo che… Ti ho sempre vista con ogni genere di arma tra le mani, e il vederti ora con nostra figlia… Non so… E’ strano. Ma credo mi piacerà abituarmi a questa visione» sorrise.

River lo imitò, posando gli occhi sulla bambina.

«Come la chiameremo?» chiese dopo un po’.

Quasi non si accorse di star sussurrando.

«Tu come vorresti chiamarla?» replicò il Dottore, accarezzando dolcemente la guancia morbida della figlia.

Rive lo fissò, sorpresa.

«Vuoi che sia io…?».

L’uomo annuì, serio.

«Certo. Te lo sei meritato, in fondo. No? Solo ti pregherei di non scegliere nomi banali, come siete soliti fare sulla Terra. Non potrei sopportarlo, e potrei seriamente decidere di riprendere il compito di scegliere il suo nome» l'avvisò.

River lo fissò, sfacciata.

«Così si ritroverebbe un nome impronunciabile, come il tuo. Ottima idea» replicò.

Il Dottore ghignò.

«Oppure potremmo trovare un compromesso, professoressa. Qualcosa che accontenti entrambi…».

River soppesò la proposta.

«D’accordo. Se il nome che sceglierò non sarà di tuo gradimento, o lo riterrai… inadatto a lei, cercheremo di trovare un compromesso» accettò.

La donna rimase in silenzio per qualche istante, pensando.

«E’ stato durante il viaggio alla nascita di Sirio che hai scoperto di lei…» mormorò.

«Sì» confermò il Dottore, interessato.

«Quale hai detto essere il nome di quella stella? Il vero nome, intendo. Quello originario» chiese.

«Alfa Canis Majoris. Ma non penso proprio che vada bene, tesoro. E’ orribile!» protestò l'uomo.

Poi fissò la bambina, profondamente addormentata tra le braccia della madre.

«E se… Che ne diresti se utilizzassimo il nome più conosciuto?» le propose.

River lo guardò, perplessa.

«Intendi Sirio?».

Il Dottore annuì.

«Ovviamente con una piccola modifica all’ultima lettera. Sostituendo la “o” con una “a” diventerebbe…»

«Siria» completò River.

Il suo sorriso si allargò.

«E’ perfetto» sussurrò.

Poi posò un bacio sulla fronte della figlia, incapace di nascondere la sua gioia.

«Benvenuta nell’universo, Siria».

 
 
 
 
 
E così siamo giunti alla fine anche di questa fanfiction. Spero - come sempre - di non aver deluso nessuno, e se sfortunatamente questo è accaduto... Mi spiace!!! 
Ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che hanno recensito (sappiate che ho adorato leggere le vostre opinioni e vi sono eternamente grata per avermi detto quello che a vostro parere "non funzionava" ^w^) e anche quelle che hanno solamente letto.
Di nuovo grazie mille!!!
♥lady

 





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