Il fuoco
sopraggiungendo,
giudicherà e condannerà ogni cosa.
-Eraclito-
13 marzo 1853
La
sala da ballo era affollata. La signora Nicchi
sarebbe stata davvero fiera quella sera, quando tornando a casa, i suoi
ospiti
non avrebbero avuto che parole benevole e di ammirazione per la festa
da lei
organizzata.
Elarn afferrò i fianchi della ragazza con cui stava
ballando, sollevandola e
facendola piroettare, prima di riappoggiarla a terra. – Vi
state divertendo?-
Domandò Elarn alla giovane.
-Moltissimo! Portate le più sincere congratulazioni a vostra
madre. Non ho mai
partecipato ad un evento tanto suggestivo.-
Sempre le stesse parole, sempre la stessa reazione da parte di tutti.
Eppure
Elarn non vedeva assolutamente niente nelle feste di sua madre, che non
c’era
anche negli altri eventi mondani.
-Chiedo perdono!- Una donna in età matura si
esibì in un elegante inchino
davanti ai due giovani. –Posso avere l’onore di
danzare con l’erede dei nostri
ospiti?-
-Certamente, è tutto vostro.- La giovane si
allontanò tra la folla, portandosi
dietro tutte le speranze di Elarn di passare una serata tranquilla.
La donna si fece afferrala la mano e il fianco, lasciando guidare la
danza al
ragazzo. Come in ognuno dei ricevimenti di sua madre, Elarn si
ritrovò in
compagnia di una donna decisamente più vecchia di lui,
considerati i suoi
miseri diciotto anni. Ormai cominciava davvero a pensare di essere lui,
con la
sua angelica bellezza, l’attrazione principale di quelle
feste.
-Ditemi un po’, Elarn, vostra madre sostiene che avete un
talento eccezionale
per la poesia. È davvero così?-
Le gote di Elarn si tinsero leggermente di rosso. – di sicuro
sono molto
affascinato dalla materia, ma non mi attribuisco un talento
eccezionale,
signora.-
-No, “signora” mi fa sentire una cariatile!
Chiamami Eleonora!-
Elarn trattenne bruscamene il fato, realizzando chi fosse quella
donna.
–voi siete Eleonora Gherci?-
-Grande spirito di intuizione. È un’altra cosa che
cerco nei miei protetti.-
Sua madre gli aveva detto che quella sera Eleonora Gherci avrebbe
partecipato
all’avvenimento, apposta per incontrare lui. La donna
gestiva, in casa sua, uno
dei più grandi e famosi salotti letti letterari del paese.
Per questa ragione i
genitori di Elarn gli avevano consigliato di assecondarla, di esaudire
ogni sua
richiesta, concedendole ogni cosa lei domandasse…qualsiasi.
–è un grande onore
per me conoscerla.-
-Ascolta caro, perché invece di stare qui a perdere tempo
con cose frivole,
come il ballo, non mi mostri alcune tue opere?-
-Certamente!-
Elarn condusse la donna nella libreria di famiglia, una grande stanza
ricca di
scaffali di legno alti fino al soffitto, stracolmi di libri su ogni
argomento.
Il ragazzo si diresse al tavolo situato al centro della stanza e
iniziò a
raccogliere ordinatamente tutti i fogli carichi di poesie. Un rumore di
serratura lo fece voltare, sorprendendo Eleonora Gherci dare il secondo
giro di
chiave alla porta. –ma…Eleonora, che state
facendo?-
-non temere ragazzo mio. I tuoi genitori mi hanno già
mostrato alcune tue opere
e le ho trovate molto interessanti. Ti voglio assolutamente
all’interno del mio
salotto, ma prima dobbiamo stringere il nostro accordo.-
La donna incominciò ad incamminarsi verso di lui
sciogliendosi l’elegante
acconciatura. Elarn capì immediatamente cosa stesse per
succedere. Provò
l’istinto di ritrarsi, ma sapeva bene che se
l’avesse fatto avrebbe perso
l’occasione della sua vita.
-sarò delicata, promesso!-
Eleonora allacciò la lingua con quella di Elarn, passandogli
la mano nei folti
capelli scuri. Il ragazzo gemette di dolore quando lei gli
artigliò la schiena
sotto la camicia con le sue lunghe unghie.
La donna si staccò leccandosi avidamente le labbra e
catturando ogni briciola
del dolce sapore del ragazzo. – coraggio, non essere timido!-
Elarn cacciò fuori
l’aria che aveva intrappolato nei polmoni e lasciò
che Eleonora lo spogliasse
della giacca.
Con una spinta lo inchiodò alla sedia di velluto e vi si
sedette sopra,
intrappolandolo tra il suo corpo e lo schienale. Lei gli
guidò le mani fino
dietro la schiena, costringendolo ad allentare i lacci
dell’abito, che scivolò
giù dal petto di Eleonora, mostrando i suoi prosperosi seni.
Nel frattempo
allentò la camicia di Elarn, esplorando con le mani il suo
addome teso. Si
sporse più in alto comprimendo i seni sotto il mento del
ragazzo. –Quanto ci
tieni ad entrare nel mio circolo?-
-Moltissimo, Eleonora!-
-Allora concedimi tutto-
-Sono tutto vostro!-
Lo baciò di nuovo passionalmente, stringendogli le braccia
dietro il collo. Un
odore pungente raggiunse le narici di Elarn. Cercò di
divincolarsi per cercare
di capire da dove provenisse, ma la donna glielo impedì,
continuando a
baciarlo. Arrivò a lambire con i denti le scapole di Elarn,
che gridò per il
dolore stringendo i denti.
L’odore divenne più forte, ma questa
riuscì a capire cosa fosse successo.
Dall’angolo della biblioteca era scoppiato un incendio, che
si stava diradando
in tutta la stanza. –Signora, la prego, dobbiamo andarcene!-
-proprio ora che stiamo arrivando al più bello?-
Eleonora infilò le mani nei pantaloni di Elarn,
accarezzandogli il membro. Una
scarica di piacere si diffuse in tutto il suo corpo, ma la paura, in
quel
momento, era più forte di qualsiasi altra sensazione.
– la prego! Per favore,
mi ascolti!-
Il grido di Elarn fu così disperato che Eleonora si
costrinse ad alzare le
labbra dal suo collo, per voltarsi ed osservare cosa stesse accadendo.
Cacciò
un grido di terrore e scattò in piedi sistemandosi il
vestito. –Dobbiamo
andarcene!-
A causa degli scaffali in legno, orai quasi l’intera
biblioteca era in fiamme.
-Non possiamo raggiungere la porta, ormai il fuoco l’ha
lambita!-
Le finestre della stanza erano troppo in alto per poter essere
raggiunte.
Eleonora gridò di dolore quando le fiamme le avvolsero
l’abito gettandola in un
inferno di fuoco.
Elarn guardò il corpo della donna divincolarsi, ma ormai non
c’era più niente
da fare. La sua pelle era consumata e la sua carne bruciava come
carboni
ardenti. Un conato di vomito avvolse il ragazzo, che si
piegò in due riversando
sul pavimento la cena di quella sera.
Non fece in tempo a rialzarsi che uno degli scaffali crollò
intrappolandolo
sotto di sé. Elarn gridò per lo spavento e il
dolore, mentre le fiamme lo
avvolgevano.
L’aria si era fatta irrespirabile e quando il giovane
aprì la bocca per
respirare ossigeno, tutto quello che ispirò fu solo fumo,
che gli bruciò i
polmoni.
Lacrime calde gli solcarono le guance, ma non si sa se per la paura o
per il
fumo che gli bruciava gli occhi grigi. Rassegnato appoggiò
la testa al
pavimento, ormai stordito dai vapori tossici dell’incendio.
Ad Elarn parve di sentire una voce che gli disse:
-La tua morte sarà l’origine dei tuoi poteri-
Non riuscì a domandarsi cosa significasse, perché
la morte sopraggiunse.
NOTE DELL’AUTRICE
Buongiorno a tutti quanti voi! Qui parla la vostra nuova amica Camilla!
Per chi
avesse già letto qualcuna delle storie che scrivo con le mie
amiche e
probabilmente sarà solo uno su un milione vi
sarete accorti che questo non
è il mio genere, per cui vi chiedo di essere clementi e di
farmi notare, per
favore, se qualche cosa non funziona, ve ne sarei davvero grata! :)
Tornando alla storia. Qui abbiamo fatto conoscenza del primo dei
Guardiani,
Elarn. Chi sono i guardiani?...Lo scoprirete se continuerete a leggere!
;)
Perché ho fatto quasi stuprare Elarn?
Beh…nell’Ottocento andava davvero così.
Ne abbiamo un esempio nel carissimo e depressissimo
famosissimo Ugo
Foscolo!
Sfortunatamente sarò costretta a pubblicare solo una volta
al mese, massimo
due, a causa della scuola, ma spero comunque che la storia possa
piacervi e
appassionarvi.
Ciao ciao
Cammi
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