Angolo
autrice
Eccomi
qui,
meglio tardi che mai ^^” A parte la scuola, questa one-shot
è molto più lunga
rispetto agli standard, quindi scusate se ho impiegato un po’
di più a
scriverla ^^ Allora, si tratta di un minestrone dello scontro tra
Vegeta e Semi-Perfect-Cell
e il Cell Game, all’interno del quale ho saltato delle parti
che rimangono
uguali all’anime, concentrandomi solo su Vegeta e Gohan
(già sono uscite circa
tremila parole così, non volevo dilungarmi più
del dovuto xD). C’è però qualche
intervento di Junior vagante, scusate ma non ho resistito ^^”
Niente, scritto
più lungo del solito, dunque più alta
probabilità di errori, anche perché
ultimamente sono fusa, quindi non esitate a farmi notare eventuali
strafalcioni
o a dirmi se i personaggi vi paressero OOC ^^ Grazie mille a ka93 e virginbell
per le recensioni :D Buona lettura ( - 1 capitoli alla fine
DDDD:
)
Disclaimer »
Dragon Ball © Akira
Toriyama.
_________________________________________
29. Guerra
« Stanno
arrivando. » annunciò Junior,
uditi i passi dei due Saiyan e, soprattutto, avvertite le loro aure.
Erano
entrambe aumentate talmente tanto che stentava a riconoscerle;
soprattutto
quella di Gohan lo lasciava perplesso, tanto era vicina a quella del
principe.
Anche
nell’aspetto, il figlio di Goku
era cambiato molto: i capelli erano stati tagliati, il corpo si era
fatto molto
più muscoloso e il viso aveva assunto un’aria un
po’ più matura, nonostante i
tratti fanciulleschi.
Il Namecciano
analizzò accuratamente il
bambino con lo sguardo, alla ricerca di qualche ferita particolarmente
grave o
qualche segno che gli facesse capire come Vegeta lo avesse trattato, ma
non
trovò nulla più che qualche livido e tagli nella
tuta.
«
Ehi, Junior! Crilin! Yamcha! Thensing! Popo! Come state? »
salutò
allegramente Gohan, sorridendo.
« Accidenti,
quanto sei cresciuto! »
borbottò il Namecciano, stupito.
« Gohan! Basta
perdere tempo, è il tuo
pianeta quello in pericolo, pensavo volessi
eliminare Cell al più presto. » intervenne Vegeta,
in tono rude, cercando già
l’aura del nemico.
«
Sì, hai ragione, scusa. » rispose il
bambino, senza perdere il sorriso. « Combattiamo insieme?
»
Il principe gli
lanciò un’occhiata
storta.
« Non credo
proprio, non ho bisogno del
tuo aiuto. Tu starai in disparte insieme a questi altri buoni a nulla.
»
Con quelle parole, Vegeta
si guadagnò
delle occhiate rabbiose alle quali non fece nemmeno caso, mentre Gohan
annuì.
Non gli dispiaceva non combattere, in fondo se il principe voleva fare
da solo
evidentemente non aveva bisogno di aiuto. Al limite sarebbe intervenuto
a
battaglia già iniziata.
« Ma chi si
crede di essere? » borbottò
Crilin, non appena il principe ebbe spiccato il volo.
Nessuno rispose a quella
domanda
retorica e tutti si affrettarono a seguirlo.
* * *
Nessuno sapeva cosa
aspettarsi, da
quello scontro, tantomeno Cell.
Con sicurezza e
arroganza, Vegeta si era
presentato davanti al suo avversario, annunciando la propria imminente
vittoria. C18, nascosta insieme a C16, stupita si chiedeva come quel
Saiyan
potesse credere di essere in grado di battere Cell quando neppure per
lei aveva
rappresentato una sfida.
Gli unici a non provare
scetticismo nei
confronti della forza di Vegeta erano il principe stesso e Gohan, che
con aria
seria era pronto ad assistere allo scontro.
Chi lo conosceva bene
poteva individuare
una punta di preoccupazione e paura nel suo sguardo, ma la fiducia era
decisamente più abbondante.
Junior
arricciò le labbra con
scetticismo, per poi rivolgere lo sguardo a Vegeta, in procinto di
superare il
limite del Super Saiyan.
* * *
Non vi era dubbio su chi
fosse il più
forte tra i due: Vegeta stava evidentemente giocando con il suo
avversario,
divertendosi a vederlo lottare per cercare una vittoria fuori dalla sua
portata.
Gohan sorrideva, la
preoccupazione ormai
assente nel suo sguardo così come la paura,
perché il principe avrebbe salvato
tutti quanti senza che lui dovesse vivere ancora una volta il terrore
della
battaglia.
Quando però
Cell lo convinse ad
attendere di affrontare l’Essere Perfetto, anziché
limitarsi a provare la sua
supremazia su quella forma più debole, il bambino
sentì un brivido gelido lungo
la schiena, mentre i suoi amici imprecavano a mezza voce.
Urlò a Vegeta
di non farlo, gli altri
guerrieri tentarono di fermarlo venendo però spazzati via
senza troppo sforzo,
e infine Gohan stesso si ritrovò a confrontarsi con il
principe.
« Vegeta, non
farlo, cosa succederebbe
se poi diventasse più forte di te? »
tentò di farlo ragionare, sbarrandogli la
via a braccia spalancate.
Il principe
ghignò.
« Andiamo,
Gohan, il tuo sangue Saiyan
non freme dalla curiosità di scoprire di cosa sia capace il
nostro avversario?
»
« Ci sono
milioni di vite in gioco! »
sbottò il bambino, con disperazione, pensando a quanto la
battaglia, quella
maledetta attività intrinseca nel sangue Saiyan, lo
allontanasse della persona
che aveva imparato a conoscere durante il loro anno di convivenza.
« Non vedo
perché dovrebbe importarmi. »
«
Vegeta– »
Ma in quel momento
vennero tutti
accecati dall’attacco di Cell, che riuscì nel
proprio scopo.
* * *
« Levati dai
piedi. » lo aveva liquidato
Vegeta, un ghigno storto sul volto e la bramosia di battaglia evidente
nello
sguardo.
Gohan si era dunque
trovato nuovamente
ad assistere allo scontro, insieme a tutti gli altri.
La sicurezza sul volto di
Vegeta era
immutata, ma sin dai primi colpi del Saiyan, parati senza alcuna
difficoltà, la
situazione parve essersi invertita e una nuova inquietudine
s’impadronì di
Gohan.
Osservò a
labbra strette i fallimentari
tentativi del principe di scalfire la macchina da guerra contro la
quale si
stava battendo, sentendo i muscoli irrigidirsi sempre di più
a ogni parata di
Cell.
Osservò i
colpi energetici fallire
egualmente, mentre la sicurezza sul volto di Vegeta
s’incrinava un poco,
sostituita da una forte rabbia.
Gohan mosse un
involontario passo
avanti, nell’accorgersi che i successivi attacchi fossero
guidati dalla furia,
che il Principe dei Saiyan non stesse più ragionando prima
di colpire.
Come in passato era
accaduto durante lo
scontro con Freezer, la mano di Junior si serrò attorno alla
sua spalla.
« No. Non ti
ringrazierebbe per questo.
» lo ammonì il Namecciano.
Gohan deglutì,
annuendo, sebbene avesse
il sospetto che egli volesse solo evitargli di correre rischi. Se la
situazione
fosse peggiorata sarebbe sempre potuto intervenire, pensò
quindi il bambino,
mentre le ginocchia tremavano leggermente al pensiero di doversi
misurare con
quel nemico.
Fu quando vide la rabbia
sul volto di
Vegeta tramutarsi in orrore nello scoprire che anche mettendo tutta la
sua
forza in un calcio non fosse in grado di scalfire il suo avversario,
che Gohan
si trasformò involontariamente in Super Saiyan, il corpo
tremante di
preoccupazione, per poi essere afferrato più saldamente da
Junior per un
braccio.
« Lasciami!
» si divincolò.
« Sai che non
accetterebbe mai di essere
salvato da nessuno di noi. » ringhiò il Namecciano.
Vegeta venne colpito da
un calcio al
petto, il primo attacco dell’Essere Perfetto, venendo spedito
a frantumare
diverse rocce prima che riuscisse a fermarsi a mezz’aria con
una smorfia di
dolore.
Gohan sentì la
saliva venire meno, la
bocca semiaperta e i pugni stretti mentre pregava che succedesse
qualcosa,
qualsiasi cosa, che potesse ribaltare la situazione ancora una volta.
Cell osservò
con aria divertita mentre
il principe, a seguito di quel semplice calcio, gemendo di dolore
tentava di
mantenersi sospeso in aria, fallendo e precipitando in acqua.
Gohan ricordava di aver
già visto una
scena simile, su Namecc, e poiché allora Vegeta era
risbucato all’improvviso
per sfruttare l’effetto sorpresa contro il suo avversario, il
bambino tentò di
convincersi che fosse così anche quella volta, e attese.
Nonostante l’opera di
autoconvincimento, però, trattenne il fiato
finché non lo vide riemergere,
respirando affannosamente.
Mentre il principe
tentava di tornare a
respirare normalmente, accasciato al suolo con il volto nascosto, Gohan
sentiva
gli occhi bruciare e la gola ostruita come se la saliva fosse divenuta
solida.
Non aveva orecchie per
ascoltare le
prese in giro di Cell, così come a quanto pareva Vegeta, a
gattoni sulla riva,
non aveva la forza necessaria a replicare. Tuttavia, quando si rimise
in piedi,
le ginocchia malferme e i pugni stretti, l’espressione del
principe non era più
colma di orrore, bensì nuovamente deformata dalla furia.
Gohan lo vide alzarsi in
volo, la bocca
aperta per prendere quanto più fiato possibile, e caricare
un colpo che gli
aveva visto provare solo una volta, quando si era svegliato a notte
fonda e lo
aveva trovato intento ad allenarsi ancora. Non gli aveva fatto notare
la
propria presenza, per paura di deconcentrarlo, e lo aveva solo
osservato da
lontano.
Il bambino
sentì Yamcha sbottare: « Ma è
impazzito?! Distruggerà tutto il pianeta! »
Gohan però non
si preoccupava,
fiducioso, limitandosi a sperare che quel colpo fosse decisivo per la
battaglia.
Non andò come
da lui sperato: dopo la
scoperta da parte degli altri guerrieri che Vegeta avesse mirato a una
zona
ristretta per contenere i danni che il Lampo Finale avrebbe causato,
l’illusione che tutto si fosse risolto per il meglio
durò il tempo necessario
affinché Cell, dolorante e privo di un braccio, si
rigenerasse.
L’orrore che si
dipinse nuovamente sul
volto di Vegeta si riflesse su quello di Gohan, il cui braccio era
ancora
stretto tra le dita di Junior, che quasi per riflesso incondizionato lo
aveva
trascinato in aria durante il Lampo Finale.
Il principe
tentò qualche attacco
energetico, che alzò tanta polvere ma non provocò
alcun danno, e Cell lo colpì
al volto.
Quando Vegeta
urtò il suolo, Gohan sentì
gli occhi tornare a bruciare più intensamente di prima.
Il principe si
rialzò in piedi, portandosi
una mano al volto dolorante, solo per essere colpito con calcio che lo
scagliò
in cielo – Gohan batté le palpebre e le guance si
rigarono di lacrime.
Trascorsero pochi istanti
prima che Cell
si spostasse alle spalle di Vegeta, colpendolo alla schiena con forza
mentre
questi emetteva un roco urlo di dolore, schiantandosi al suolo dopo
qualche
secondo di caduta libera.
Gohan emise un gemito
strozzato,
tremando di orrore.
Adesso
si rialza.
Pensava, disperatamente. Adesso si rialza.
Aveva paura, una parte di
lui avrebbe
voluto dar retta a Junior e rimanere fuori da quella battaglia, ma
quando vide
i capelli del Saiyan tornare neri e il suo corpo giacere immobile a
terra, gli
tornò in mente il volto pallido, esangue, di suo padre e
l’idea di dover
provare nuovamente un dolore simile a quello scacciò ogni
titubanza, tramutando
in rabbia tutto ciò che si agitava nel suo animo.
Gli occhi smeraldini si
spalancarono tra
le lacrime, il corpo fu attraversato da una stilettata di adrenalina,
mentre
per qualche istante perse la concezione di ciò che lo
circondava, tanto da non
accorgersi di aver allontanato Junior con uno scatto del braccio.
Il nome di Vegeta
uscì dalla bocca in un
gemito strozzato, mentre Cell tendeva il palmo per dargli il colpo di
grazia.
Ma non lo avrebbe mai
fatto, perché
Gohan risentì la stessa sensazione di libertà e
potere provata quando si era
trasformato in Super Saiyan per la prima volta.
Urlò,
liberando la propria forza mista a
rabbia, mentre i suoi amici venivano sbalzati via di qualche metro e il
terreno
si spaccava sotto i suoi piedi.
Un urlo animalesco
uscì dalle sue labbra
mentre la sua aura aumentava vertiginosamente, i suoi capelli si
alzavano verso
l’alto e i suoi occhi emanavano lampi di furia.
«
G-Gohan…? » sussurrò Junior, sconvolto
a quella vista.
Il bambino non lo
ascoltò, andandosi a
posizionare a pochi metri di distanza da Cell.
« Adesso farai
i conti con me. E ti
assicuro che pagherai per tutto il male che hai fatto. »
sibilò. Nei suoi occhi
vi era una rabbia gelida, testimone della sua natura Saiyan. Era
irriconoscibile.
Cell strabuzzò
leggermente gli occhi,
digrignando i denti con rabbia. Chi si credeva di essere, quel
bamboccio?
Credeva di avere i mezzi per sconfiggere l’Essere Perfetto?
Il bambino, circondato da
un’enorme aura
dorata, mosse i primi passi verso il suo avversario, mettendosi in
posizione di
combattimento.
« Io sono
pronto, Cell. » annunciò.
Da lontano, tutti i
presenti osservavano
i due guerrieri scambiarsi i primi colpi, evitati da ambo le parti.
Erano
increduli di fronte alla trasformazione di Gohan, che sembrava aver
sostituito
la propria mite personalità con quella di un guerriero
spietato e sicuro di sé.
«
W-wow… G-Gohan è… Incredibile…
» borbottò Crilin, sconvolto.
Il bambino si
alzò in volo e si
allontanò di diversi metri dal punto in cui si trovavano
prima, invitando
implicitamente Cell a seguirlo. Junior, che lo conosceva meglio di
chiunque
altro, capì subito.
« Vado a
recuperare Vegeta. » annunciò.
« Eh?
» fece Crilin, confuso.
« Se Vegeta
rimane lì, Gohan continuerà
in parte a trattenersi. Si vede benissimo che è superiore a
Cell, ma se non lo
mettiamo in salvo continuerà a preoccuparsi di non
danneggiare Vegeta in alcun
modo. » spiegò il Namecciano « Abbiamo
dei Fagioli di Balzar? »
Crilin
controllò e annuì.
« Bene.
» disse Junior, per poi spiccare
il volo e dirigersi a tutta velocità verso il punto in cui
Vegeta giaceva
ancora incosciente.
Non appena si
ritrovò accanto al Saiyan,
alzò lo sguardo al cielo e, notando che Gohan lo avesse
visto, gli sorrise
leggermente.
Ora
fagli vedere chi sei, Gohan. Pensò, sollevando
Vegeta e mettendoselo in spalla
per poi tornare dagli altri.
Junior adagiò
il principe a terra e
Crilin gli passò un fagiolo magico, che il Namecciano
provvide subito a far
mangiare al Saiyan.
Vegeta emise qualche
gemito di dolore,
poi aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere con aria
confusa.
« Stai meglio,
Vegeta? » domandò Crilin,
ma venne ignorato poiché lo sguardo del principe
saettò sul campo di battaglia.
«
Gohan…? » mormorò il Saiyan, stupito
nonostante fosse a conoscenza dell’immenso potere di quel
moccioso. Una
stilettata d’invidia lo colpì, ma dopo qualche
istante venne sostituita da una
sorta di orgoglio e un ghigno si formò sul volto: avevano la
vittoria in pugno.
* * *
Gohan stava avendo
decisamente la meglio
su Cell, la sua superiorità era evidente, ma Vegeta era
irrequieto: nello
sguardo del bambino, aveva riconosciuto qualcosa che prima era solo
sepolto sul
fondo e invece ora lo dominava totalmente, ovvero la furia Saiyan, la
sete di
sangue nemico. I gesti di Gohan, la brutalità con cui
attaccava, non facevano
che confermare i suoi sospetti: quella nuova trasformazione aveva
risvegliato
il suo istinto guerriero a lungo sovrastato dalla sua natura pacifica e
lasciato libero solo in alcune occasioni.
Il bambino stava giocando
al gatto con
il topo, proprio come il principe aveva fatto prima, ed egli
riconosceva che non
fosse una cosa saggia: nonostante personalmente apprezzasse quel lato
del
moccioso, commettere lo stesso errore una seconda volta poteva
rivelarsi
catastrofico.
Gohan voleva far soffrire
Cell,
prolungare la sua agonia il più a lungo possibile, e
ciò significava che gli
avrebbe dato il tempo di tirare fuori qualche asso nella manica. Non
potevano
permetterselo.
Perciò, quando
Vegeta vide Cell
indebolito e non ancora rigeneratosi dopo l’attacco subito,
che lo aveva
ridotto a un busto con una testa e un braccio, subito sbottò
in direzione del
bambino: « Gohan! Eliminalo subito, hai capito? »
Come aveva intuito,
però, egli non era
intenzionato a farla finita tanto presto.
« E
perché mai, Vegeta? » ghignò infatti
il Super Saiyan di secondo livello. « Non posso divertirmi
ancora un po’? »
Ignorando le esclamazioni
di orrore e
sorpresa dei guerrieri alle sue spalle, il principe replicò:
« No! Kakaroth
sarebbe molto deluso da te se mettessi a rischio la sorte di questo
stupido
sasso per tuo divertimento personale. »
Vegeta lo conosceva bene
ormai.
Infatti, bastarono quelle
parole perché
gli occhi di Gohan si spalancassero, illuminati da un barlume di
lucidità
mentre la sua mente riproponeva l’immagine del corpo senza
vita di Goku e
immaginava il suo volto contratto in una smorfia di delusione,
bastarono quelle
poche parole perché annuisse leggermente e caricasse il
colpo più potente che
riuscì, disintegrando il mostro e salvando il pianeta.
* * *
« Sei stato
bravissimo, Gohan! »
Al Palazzo del Supremo si
respirava aria
di festa: tutti – tranne Vegeta, ovviamente, che se ne stava
in disparte – si
complimentavano con il bambino, che rispondeva con sorrisi imbarazzati
e
affettuosi al tempo stesso.
Spero
di averti reso orgoglioso, papà. Pensò, mentre i suoi
amici usavano le
Sfere per resuscitare le vittime di Cell e, su richiesta di Crilin,
rendere
umani C17 e C18.
« Gohan!
Moccioso! Vieni qua. »
Gohan si
voltò, riconoscendo la voce del
principe e individuandolo appoggiato a una colonna, separato dal gruppo
come
suo solito.
«
Sì? » domandò, con un sorriso
speranzoso. Sapeva che sperare in qualche complimento plateale fosse
troppo, ma
almeno un “bel lavoro” avrebbe potuto
concederglielo, d’altronde durante il
loro allenamento il Saiyan si era fatto sfuggire qualche frase del
genere.
« Tu
continuerai ad allenarti con me. »
ordinò tuttavia Vegeta, spingendo Gohan a inarcare
leggermente le sopracciglia.
«
Perché? » domandò questi, confuso.
«
Siamo in pace, non ce n’è bisogno. »
Il principe
sbuffò sonoramente.
« Non hai
ancora imparato? » disse « La
pace non dura da nessuna parte e questo pianeta sembra particolarmente
soggetto
ad attacchi, per un motivo o per l’altro. Inoltre, quello che
oggi ti ha spinto
a voler far soffrire Cell fino a fargli implorare il tuo perdono, si
chiama
istinto Saiyan, perché, che ti piaccia o no, non sei solo un
Terrestre. Se non
ti allenassi mai più, prima o poi scoppieresti facendo
qualche disastro. Ed io
non ho voglia di scontrarmi con te per evitare che tu distrugga questo
stupido
sasso. »
« Aspetta un
momento… » realizzò Gohan,
mentre un sorriso sempre più luminoso si allargava sul suo
volto. « Questo
significa che resti qui? Non te ne vai? »
Vegeta
borbottò qualche frase sconnessa,
arrossendo impercettibilmente, poi sbottò: « Non
fraintendere, odio questo
stupido posto, odio i suoi stupidi abitanti e mal sopporto pure te,
però sei un
Saiyan, un mio suddito, quindi sei sotto la mia
responsabilità. »
Gohan alzò gli
occhi al cielo,
stupendosi ogni giorno di più della grande fantasia del
principe quando si
trattava di inventare scuse, poi disse: « Per me va bene,
però con mamma come
si fa? Non penso sarà contenta di sapere che mi alleni con
te. »
Un luccichio sinistro
illuminò gli occhi
del principe.
« Le parlo io.
»
Il bambino
impallidì, mettendo
letteralmente le mani avanti: « Nono, non ti disturbare, le
spiego io,
tranquillo. »
Vegeta si strinse nelle
spalle e quando il
mezzosangue, capendo che la conversazione fosse finita gli
voltò le spalle con
un saluto, il Saiyan lo richiamò: « Gohan!
– Il bambino si voltò – Ottimo
lavoro. »
Gohan gli sorrise con
calore, sentendo
l’impulso di abbracciarlo, ma si trattenne, sapendo che il
principe non amasse
certe dimostrazioni d’affetto, tanto meno in pubblico.
« Ci vediamo,
quindi? » chiese.
« Purtroppo.
» sbuffò Vegeta, ma nel suo
sguardo il bambino poté facilmente individuare
quell’affetto che il Saiyan non
avrebbe mai dichiarato di provare.
Da lontano, Junior aveva
seguito tutta
la conversazione e, con gli occhi stretti di sospetto e, forse, un
pizzico di
gelosia, si domandava che accidenti fosse successo
all’interno della Stanza
dello Spirito e del Tempo.
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