Prologo
Una luna esangue stava appesa nel
buio cielo notturno.
In una grotta presso un boschetto,
Echo stava inginocchiata su un graticcio di foglie morte. I suoi cupi occhi
verdi brillavano, pieni di tristezza e disperazione. Lunghi e scarmigliati capelli
corvini contornavano un pallido e cadaverico viso. Mani poco curate tormentavano
il suo vestito, ormai uno straccio, così reso dalle intemperie e dal tempo. Era
colato troppo sangue. Le sue antenate non erano state così
come lei. Così determinate, così ribelli. Il sogno le aveva rivelato la sua sorte e lei non sarebbe stata così codarda
da sottrarsi al suo destino. Era stata prescelta. Doveva liberare la sua stirpe
da questa maledizione, e così avrebbe potuto partorire il suo bambino, che
oramai aveva in grembo da tre anni.
Si alzò dalla stuoia di foglie con la
fatica di una donna gravida e raggiunse con passi sicuri l’imboccatura della
grotta. A contatto con la smorta luce della luna il suo corpo
mutò.
Gli occhi verdi diventarono freddi
cristalli e i capelli neri in una fluente chioma bionda, quasi bianca. La sua
pelle diventò ancora più bianca, il ventre le si appiattì
e le sue labbra diventarono color del sangue.
La decisione era stata presa. Un
grido lacerante si scagliò verso quel cielo immoto, e
Echo la banshee si sollevò insieme ad esso, cercando
di raggiungere la città più vicina.