Silenzi,penne
foglietti e baci.
Louis
non parla mai, lui preferisce i foglietti e le penne. Non è
mai stato un gran chiacchierone anche da piccolo, quando i bambini
gli domandavano come si chiamasse e lui non rispondeva e non sa
spiegarlo davvero il motivo, ma lui preferiva i suoi giochi e i suoi
soldatini di plastica e adesso pensa che sia uno scemo perché
è colpa del suoi isolarsi fin da bambino se adesso non è
capace di salutare.
Ha
sperimentato un modo tutto suo di “parlare, con i suoi
foglietti e le sue penne ogni voglia diverse, una cosa così
strana che orma ha anche perso il conto di quante visite sua madre
continua a fargli fare perché preoccupata per il suoi silenzio
anche a casa, quando gli chiede se ha fame e lui non risponde, ma
annuisce. Tutti i dottori dicono la stella cosa, parlando di un
fantomatico muro alzato per proteggersi dalle parole dette, dalle
frasi che lo fanno sentire triste, da quelle dette perché così
strano, da tutto quello che lo lacera; e lui risponde così,
ognorand tutti, non facendo distinzioni e non gli importa se così
facendo potrebbe far del male anche a chi lo vuole bene. Louis è
egoista.
Lo
è quando fa tutto, quando apparecchia la tavola, quando sua
madre lo manda a fare la spera dandogli un foglietto con scritto cosa
comprare e lui compra quello che piace a lui.
Sua
madre da un mese lo accompagna da uno psicologo, uno giovane, che
in qualche modo posso aiutarlo di più data la giovane età.
Si
chiama Harry, ha ventiquattro anni e ha preso l'abilitazione per fare
psico-analisi da poco ed è contento che nonostante questo ci
sia gente che vada in cura da lui. Quando parla con i suoi colleghi
dei suoi pazienti non fa che citare Louis Tomlinson e il suo problema
perché è così singolare, strano e cuorioso che
un ragazzo di appena vent'anni non senta il bisogno di comunicare, ma
quando rilegge la sua scheda ricorda anche che lui non ha mai sentito
quel bisogno, nemmeno da piccolo quando i bambini hanno quella
curiosità e quel bisogno di socializzare.
Perde
la testa ogni volta che cerca di capire qualcosa in più degli
altri dottiri che l'hanno visitato; lui vorrebbe swuperare quella
definizione azzeccata, ma non del tutto esatta, per questo ogni volta
cambia metodo e si accorge che fa progressi perché inizia a
rispondere, dice tanti “si” “ no” “forse”
.
Louis
non è malato, e vive in un mondo tutto suo , fatto di non si
sa cosa, ma di quaclosa che lo fa stare bene più di quei
ragazzini che alle medie cominciarono a prenderlo in giro perché
nel cellulare non aveva immagini di ragazze con vestiti succinti, lui
nel cellulare aveva foto di uomini perché semplicemente è
gay e la società non lo accetta, e probabilmente anche sua
madre se lo scoprisse. Ma adesso c'è Harry.
Lui
è quel sorriso che vorrebbe vedere ogni mattina appena
sveglio, è quella persona che mancava nella sua vita così
vuota, è quel sole che tanto agogna, è quella metà
che zeus separò da lui all'inizio di tutto perché
troppo potenti insieme.
-Gay.-
così una parola a caso, Quel silenzio lo stava opprimendo,
voleva dire qualcosa.
-Cosa
gay?.- Harry lo osservava da un bel po' di tempo, in attesa di un
cenno, un movimento che potesse analizzare, qualcosa che gli facesse
capire qualcosa di quel cubo di Rubik.
-Quando
ero piccolo, circa dodici anni, mi accorsi di guardare con interesse
l'insegnante di spagnolo di mia sorella. Sai? Davvero un bel
ragazzo, la solita bellezza inglese e ne ero attratto in un modo
indescrivibile e non riuscivo a spiegarmelo, ma probabilmente perché
avessi paura.-
-Ma
qualcuno ti ha mai insultato, criticato per il tuo orientamento
sessuale?.- adesso che ci pensa, la domanda è davvero stupida;
Lou non parla con tutti e la vera ragione di ciò è il
terrore dell'essere umano che da chissà quanto tempo lo
schiaccia. Ma non ha poi tutti i torti, anche Harry è
omosessuale e anche lui provava vergogna a dire di esserlo e non
dovrebbe essere così, anche se lui ha poi trovato la forza di
ricostruirsi, ma al mondo c'è così tanta gente che
tiene tutto dentro come Louis, e non tutti sono fortunati come lui a
possedere una famiglia alle spalle che lo sostenga.
Ma
la famiglia di Louis conosce il suo piccolo segreto?
-Io
...- adesso la domanda di prima passa in secondo piano, ha bisogno di
sapere altro.
-La
tua famiglia conosce il tuo segreto?Non lo dirò a nessuno,
posso capire il modo in cui ti senti.-
-Tranne
te nessuno sa.-
-Capisco.-
-Questo
non lo segni?.-
-Lo
farò dopo; ma adesso che so cosa ti blocca possiamo lavorare
meglio. Lavoreremo sulla fiducia verso l'altro.-
-Io
di te mi fido.-
-Meglio
così.- e sorrise nonostante fosse in imbarazzo per quella
frase, e lo sa che non sia chissà che, ma dopo tutte quelle
rivelazioni acquisisce un significato speciale.
-Tu
hai una ragazza?.- rischiò davvero di soffocarsi con la sua
stessa saliva quando sentì quella domanda. Non è
qualcosa che si chiede al proprio psicoanalista!
-Io
… sono le diciotto Lou, è finita la seduta.- non è
stupido lui, capisce ogni cosa, nonostante molti pensino il
contrario.
Lou
restò in silenzio, in qualche modo si era sentito rifiutato
anche dalla sua metà, ma sa che non l'abbia fatto apposta;
sono davverlo le sei del pomeriggio, davvero la seduta è
finita.
Così
prese un foglietto e una penna dalla sua tracolla, pensò che
cosa gli piacesse di più di Harry e lo scrisse e poi glielo
porse.
“Amo
il modo in cui sorridi” aspettò che leggesse, che lo
guardasse e poi proprio mentre stava per dire qualcosa lo baciò.
Il
suo primo bacio.
Il
suo primo amore.
La
sua metà.
“Zeus,
preparati perché io ho ritrovato la mia metà ed insieme
saremo più forti di prima.”
Piango
unicorni.
Non
so, mi piace questa OS, è particolare e dovrei spiegarvi
questa cosa di Zeus: dunque, Platone spiegando l'amore concretizzò
uomini per metà donna e metà uomini, metà donna
e metà donna, o metà uomini e metà uomini e
Zeus, invidioso della loro potenza li separò.
Ecco
spiegato tutto, per lo meno credo.
Spero
che vi sia piaciuta e che lasciate una recensione perché mi
farebbe davvero piacere, gn.
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