IN RITARDO III
Fotoricordo
-Arrivederci Morgan! -
-Arrivederci Paul! -
Il signore con cui ho appena scambiato il saluto è un
simpatico vecchietto, addetto alle pulizie all’ospedale San Mungo.
Avevo finito il turno al reparto Danni da
Incantesimo, più precisamente nel dipartimento in cui si trovavano i maghi che
avevano perso il senno; avevo accettato di lavorare in questo reparto come
sfida personale, dato che era il posto in cui potevi incontrare personaggi di
ogni tipo e ognuno di loro era diverso nella loro patologia. La mente umana mi
aveva sempre affascinato con tutte le sue sfumature, così avevo deciso di
provarci, nonostante Severus non fosse particolarmente d’accordo; mi chiedevo
spesso se non fosse perché era geloso di Gilderoy Allock, uno dei miei pazienti
nonché mio ex professore, con cui passavo parte della giornata.
In effetti ero molto impegnata e coinvolta nel mio
lavoro, ma cercavo sempre di non far mancare nulla a nostro figlio di tre anni
e mezzo, Damian, e spesso ciò implicava trascurare il mio rapporto con Severus.
Tutto era cominciato due mesi fa, quando avevo
ricevuto la promozione al lavoro e ciò aveva significato l'avvento di turni più lunghi e orari
variabili.
Ieri sera era scattata l’ennesima litigata: lui
rimproverava me di trascurare Damian, io accusavo lui di stare troppo tempo
rintanato nel laboratorio di pozioni quando io ero a casa. Il dialogo tra noi
era sempre più limitato e non riuscivo a capire come eravamo arrivati a questo
punto dato che fino a qualche mese prima andava tutto così bene.
Mi sentivo in colpa per questo e sapevo che i miei
ritardi nel tornare a casa non erano più accolti con un sorriso come un tempo…
“Oggi però sono in perfetto orario, d'altronde non
vedo l’ora di dire a Severus che diventerà di nuovo padre!” pensai. Speravo che
l’arrivo di un nuovo elemento nella famiglia ci avrebbe unito di nuovo, perciò
indossai la giacca, pronta a tornare a casa con un’ espressione allegra.
Tuttavia, uscita dalla stanza notai un paziente, Benjamin
Lloyd Walker, ex Mangiamorte fanatico, che ai tempi bui della guerra era famoso
perché scattava foto alle sue vittime con la macchina fotografica magica.
Attualmente era essenzialmente indifeso, poiché era impazzito a causa di strani
incantesimi che aveva sperimentato su di sé poco prima della caduta di Colui
Che Non Deve Essere Nominato.
Per dirla alla maniera babbana, si era tirato la zappa sui
piedi da solo e adesso era un pericolo più per sé stesso che per gli altri,
anche se non aveva perso il vizio di fare le fotografie.
- Ben?… Benjamin? Non puoi andare in giro, devi
stare nella tua stanza - dissi cauta per non innervosirlo.
Ma lui mi ignorò e continuò a camminare verso la
parte opposta del corridoio, canticchiando sommessamente.
Sbuffai indecisa: volevo tornare a casa in tempo, ma
non c’era nessuna infermiera in vista, così decisi di andargli dietro.
- Ben! Dai vieni da me! Nell’ufficio ho delle foto
molto belle, vuoi vederle? Ben perché non rispondi?- gli chiesi mentre
continuava il suo percorso imperterrito.
Gli voltai un attimo le spalle per chiamare
un’infermiera senza però ottenere risposta. Quando mi girai ebbi giusto il
tempo di notare Ben svoltare per un altro corridoio poco illuminato, dato che
era una parte dell’ospedale entrata in disuso.
A quel punto, preoccupata andai verso quella
direzione; era troppo rischioso lasciarlo girovagare, specie in quella zona non
frequentata da almeno due anni.
- Perfetto! - Sussurrai scocciata.
Svoltato l’angolo, il sangue mi si gelò nelle vene
nel momento in cui mi sentii afferrare da dietro e una mano coprirmi la bocca.
Non feci in tempo a reagire che la mia bacchetta era già nelle mani del
paziente, il quale continuava a sghignazzare febbrilmente mentre mi trascinava
in una vecchia stanza polverosa.
Fui spinta in un angolo e cadendo a terra mi
provocai un taglio alla tempia destra.
Appena
riuscii a mettermi seduta, invece di incrociare lo sguardo con l’ex
Mangiamorte, ancora ridacchiante, fui abbagliata da un flash.
Note:
Ciao a tutti! Come avevo annunciato alla fine di “In Ritardo
2”, ecco il seguito! Avrete notato che i toni sono molto più seri e cupi; ho
voluto che il rapporto tra Severus e Morgan rispecchiasse in parte la realtà
della vita di oggi, come il fatto che spesso la carriera e la frenesia della
società moderna ( seppur qui si tratti di una magica e quindi di fantasia),
allontana dalla famiglia e rende più “tiepide” le relazioni affettive. Insomma, è sempre più difficile mantenere la
stessa atmosfera “rose e fiori” di quando si è solo una coppietta innamorata e
poi diciamocelo: Severus è un personaggio troppo complesso per rimanere
spensierato a lungo!:P Spero di non avervi annoiato con questa piccola
divagazione finale…^^”
Aspetto di sentire la vostra!
Un abbraccio,
Morgan Snape