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CAPITOLO 2: LA TERRA DI NUOVO IN PERICOLO?
Quella sera, dopo aver terminato i compiti, Usagi
ricevette una telefonata da Rei, che la avvertiva di una riunione al santuario.
Dopo aver discusso con i genitori per l’ora in cui
si preparava ad uscire, e promesso di non fare tardi, finalmente Usagi riuscì a
conquistare la porta e ad allontanarsi con l’inseparabile Luna.
Giunte da Rei, trovarono ad aspettarle le quattro
amiche e Artemis.
Il motivo di quella riunione fu subito chiarito: a
scuola di Rei era arrivata una studentessa nuova, Hikari, e la sacerdotessa
aveva avvertito in lei una strana energia, se non aliena, sicuramente
paranormale. Non trascurò neanche di descrivere loro la visione avuta alla fine
delle lezioni.
“Possibile che ci sia da preoccuparsi per una
visione?” chiese Usagi. “In fondo non è successo niente. Rei, non può essere
possibile che la visione sia stata solo immaginazione?”
“Sì” concesse Rei, “se solo non avessi avuto
effetti anche sul mio corpo” concluse mostrando alle amiche la mano lievemente
ustionata.
“Ma com’è possibile?” chiese Ami esaminando la
ferita. “Sembra… È un ustione da contatto diretto con la fonte di calore… Ma tu
non dovresti essere immune al fuoco? Sei la guerriera di Marte, e come tale…”
“Infatti è quello che pensavo anch’io” la
interruppe la diretta interessata, “ma vi dico che l’energia sentita stamani era
molto più potente della mia.”
“Ragazze state in guardia” disse Luna. “Se la
sensazione di Rei è esatta, c’è veramente poco di che stare allegri.”
“Sarà… ma personalmente non vedo perché
preoccuparsi tanto. Se ci sarà da combattere allora lo faremo, ma starci a
pensare in anticipo mi sembra un po’ esagerato…”
“Minako!” la richiamò Artemis. “Dobbiamo
considerare ogni eventualità, e prender nota di tutto ciò che discosta dal
normale.”
“Artemis ha ragione” ribadì Makoto, “e dovremo
tenere tutte gli occhi e le orecchie ben aperte. Se è in agguato, il nuovo
nemico non si farà certo attendere troppo.”
“Usagi, sei particolarmente silenziosa” commentò
Ami. “Qualcosa ti preoccupa?”
“Beh” iniziò la nostra, “anche nella mia classe è
arrivata una studentessa nuova…”
“Interessante…”
“Cos’è interessante, Luna?” chiese Minako, mentre
sfogliava distrattamente una rivista sportiva.
“Avanti Luna” la esortò Ami, “cosa temi
esattamente?”
“Se non ricordo male, l’ultima volta che ci sono
stati due nuovi studenti lo stesso giorno, la Terra subì l’attacco di Ail e
Anne…”
“Mah, sarà… personalmente non credo di doverci
preoccupare di Lilika” affermò con sicurezza Usagi. “Non mi è sembrata una
ragazza pericolosa…”
“In ogni caso, è sempre meglio essere prudenti. Se
qualcosa, qualsiasi cosa, dovesse sembrarvi strana, non esitate ad avvertire le
altre. Chiaro?” concluse Artemis, ponendo fine alla discussione.
“Cristallino” risposero all’unisono le cinque
ragazze.
Usagi avvertì una nota di disagio quella sera, e
se pentì di non aver fatto parola della richiesta di aiuto udita la mattina.
Dopotutto, si disse, può non voler significare nulla: magari è solo
suggestione, la mia…
Nel frattempo, in una grotta del monte Fuji, dal
nulla apparve un uomo vestito con una tunica nera, accompagnato da due ragazze
dall’età di circa sedici anni, entrambe con lineamenti occidentali.
La prima ha capelli biondi raccolti in due codini;
indossa un completo viola composto da una maglietta a mezze maniche e una gonna
asimmetrica, con ai piedi un paio di sandali dello stesso colore; la seconda ha
i capelli azzurri lasciati sciolti tranne che per una fascia che impedisce ai
capelli di scivolarle sul viso; indossa una gonna jeans aderente e un top chiuso
sul davanti con una cerniera, il tutto sotto un camice bianco, e ai piedi porta
un paio di stivaletti neri.
L’uomo si guardò intorno con un’aria alquanto
soddisfatta, e iniziò a dare disposizioni alle due ragazze: “Questo posto è
perfetto per la nostra base. Voglio che entriate in azione già a partire da
questa sera stessa.”
“Signorsì!” risposero all’unisono le due giovani.
“Cornelius, come preferite organizzare la
missione?” A parlare era stata la bionda, e in attesa di una risposta, fece
materializzare un blocchetto per prendere appunti preparandosi a scrivere.
“Dunque, tu Maya, ti occuperai di arredare questo
posto: mi sembra così squallido e spoglio che mi fa venire nostalgia di casa.
Tu, Heather” continuò rivolto all’altra ragazza, “ti occuperai delle ricerche
riguardanti l’erede e il Cristallo di Luce… qualcuna di voi sa dirmi che fine ha
fatto Nicole?”
Prontamente, Heather rispose che Nicole aveva
annunciato di voler portare a termine alcune rilevazioni di energia: stando a
ciò che aveva appreso, quel pianeta era dotato di una grandiosa energia vitale,
e se ciò si fosse rivelato esatto, avrebbero potuto sfruttare l’energia degli
abitanti per il risveglio dei demoni.
Non terminò neanche la spiegazione che una ragazza
con i capelli corti, di una strana tonalità di viola, si presentò dinanzi al
gruppo: “Eccomi, signore. Proprio come pensavo, gli abitanti di questo pianeta
possiedono un’energia vitale eccezionale. Non credo che sarà difficile
impadronircene!” Indossa un paio di jeans e un top blu scuro, e ai piedi un paio
di scarpe sportive nere.
“Perfetto” dichiarò Corneluis, “e ora, ognuno si
dedichi al proprio compito.”
“Sì!” con ciò, le tre giovani si congedarono dal
loro capo: Maya iniziò a vagare per la grotta per arredarla al meglio; Nicole e
Heather si rifugiarono in una grotta secondaria e grazie ai poteri
psico-sensoriali di cui erano dotate cercarono di individuare il primo obiettivo
della loro missione, denominata “caccia all’energia”.
Avendo individuato la prima vittima in una giovane
donna, Nicole decise di non perderla di vista e studiarne bene le abitudini, in
modo da colpirla nel momento in cui sarebbe stata di certo da sola, e lontana da
occhi indiscreti; nel frattempo Heather era intenta a effettuare altre ricerche
per quel che riguardava il Cristallo di Luce e l’erede.
Da ciò che le aveva spiegato Cornelius, per la
riuscita della loro missione era importante recuperare il prezioso oggetto e
trovare il misterioso erede prima che questi recuperasse i propri ricordi e
capisse come utilizzare al meglio la sua energia.
Solo così potevano essere sicuri che la loro
missione si sarebbe compiuta senza intoppi.
Il giorno seguente, Usagi restò sorpresa di se
stessa, svegliandosi prima che suonasse la sveglia. Non ricordava le fosse mai
successo, ed era ancora più sorprendente considerando che la sera precedente
aveva faticato a prender sonno, e i suoi sogni erano stati popolati da
inquietanti figure. Sicuramente i discorsi della sera precedente l’avevano
suggestionata più di quanto avesse creduto.
Era tuttavia ancora troppo presto per incamminarsi
verso scuola, e Usagi ne approfittò per raccontare a Luna quel poco che
ricordava degli strani sogni della notte appena trascorsa.
Non era molto sicura di ciò che aveva sognato, a
parte il fatto che si trovasse ad una festa in qualità di rappresentante della
famiglia reale della Luna, quando i festeggiamenti in onore della principessina
di quel regno furono interrotti da un esercito di demoni.
Ricordò che fu trascinata via da un turbine di
luce, ma niente più.
Immersa nel ricordo del sogno, non si accorse di
essere in ritardo per la scuola…
Fortunatamente riuscì ad entrare in classe un
attimo prima che arrivasse il professore, e così poté risparmiarsi una mattinata
in punizione.
Ne avrebbe approfittato per cercare di fare
amicizia con Lilika: benché non volesse ammetterlo neppure a se stessa, era più
che fiduciosa delle sensazioni di Rei, e in qualche modo era convinta che Lilika
c’entrasse qualcosa.
Durante il pranzo, provò ad avvicinarsi alla
ragazza, ma con scarsi risultati.
Subito dopo il suono della campanella, la nuova
arrivata non perse tempo e si allontanò verso il cortile della scuola.
Usagi avrebbe voluto seguirla, ma decise che un
simile approccio avrebbe rischiato di farla allontanare ulteriormente, e quella
era l’ultima cosa che desiderava.
Finalmente sola, pensò Lilika, una volta in
cortile.
Si era accorta che la compagna, Tsukino se non
ricordava male, stava cercando di fare amicizia, ma in quel momento non voleva
legare con nessuno: si rendeva conto di essere sola, e l’unica amica che non
avrebbe mai perso, a dispetto dei continui trasferimenti della famiglia, era la
Natura.
Sedutasi ai piedi di un albero, raccolse da terra
un rametto secco, e senza capire cosa stesse accadendo, vide il ramo fiorire, e
sentì che i fiori apparsi dal nulla emanavano un calore mai provato prima.
Strane cose avevano iniziato a succedere da quando
era arrivata in quella città, ed era giunta alla conclusione che, tutto sommato,
stava diventando pazza…
Spaventata per quello strano evento, lasciò cadere
il ramo, e immediatamente i fiori sparirono così come erano apparsi, lasciando
nell’aria circostante un dolce profumo di fioritura, e delle piccole stelline
luccicanti.
Hikari era alquanto giù di morale all’uscita da
scuola; decise che le avrebbe fatto bene una passeggiata in centro, invece di
rientrare subito a casa.
La cosa però non le servì a molto, e non la aiutò
a lasciare lontani i pensieri che l’avevano assillata negli ultimi due giorni:
sperava di trovare in Rei la sua prima amica in quella città sconosciuta,
sentiva che in qualche modo erano due spiriti affini, ma evidentemente doveva
ricredersi.
Forse c’era qualcosa di sbagliato in lei, dato che
in qualunque scuola fosse stata, dopo appena una giornata trascorsa insieme a
lei, tutte le sue compagne la allontanavano spaventate.
Di certo, non le era di aiuto il fatto che
ultimamente riusciva a fare “quella cosa”, come chiamava la sua capacità di
dominare il fuoco semplicemente con la forza del pensiero.
Il giorno precedente era persino riuscita a far
prendere fuoco al testo di filosofia, solo guardandolo…
Riprovandoci in seguito, però, non aveva ottenuto
gli stessi risultati… anzi, non era neppure riuscita a far uscire un po’ di
fumo!
Forse quello strano meccanismo di “sguardo
fiammeggiante” si accendeva solo quando era particolarmente arrabbiata, o
delusa; doveva assolutamente imparare a controllarlo per non far bruciare
l’intera città; e doveva anche cercare di farsi delle amiche, possibilmente
senza correre il rischio di farle arrosto…
“Bene, Maya” si complimentò Cornelius. “Sono
decisamente soddisfatto delle tue capacità di arredatrice di interni. Io stesso
non avrei saputo fare di meglio” dichiarò, osservando compiaciuto il centro
operativo creato dalla sua assistente.
Era un’immensa sala, attrezzata con computer
dell’ultima generazione, monitor satellitari e radar: nella remota ipotesi in
cui qualche estraneo si fosse avvicinato più del dovuto a quelle grotte, non
sarebbero stati impreparati a riceverlo.
“Grazie, signore. Lei è molto gentile” rispose
imbarazzata la giovane. Poi continuò: “Se viene con me da questa parte, le potrò
mostrare il laboratorio per l’addestramento dei demoni.” Così dicendo, schiacciò
una sporgenza nella parete rocciosa, e in pochi secondi questa si sollevò,
permettendo il loro ingresso in una camera contenente capsule piene di liquido,
attraverso il quale era possibile intravedere le sagome di esseri profondamente
addormentati.
Al centro della stanza vi era un tavolo di pietra,
sul quale era adagiato un essere dalle sembianze umane, se non fosse per delle
squame che ricoprivano gran parte del corpo.
Dalla testa, partivano dei cavi che terminavano in
un macchinario in funzione: come spiegò Maya, quella macchina serviva per
immettere il più velocemente possibile nelle menti dei demoni i dati riguardanti
quel pianeta.
L’occhiata piena di soddisfazione del suo capo,
conferì a Maya un premio più che sufficiente per il lavoro svolto.
“Ora, puoi dedicarti alla vostra zona personale.
In fondo, siete pur sempre ragazze: immagino che vogliate un po’ di privacy,
no?”
“Oh, grazie Lord Cornelius! Sono sicura che anche
Nicole e Heather apprezzeranno questa vostra generosa offerta.”
Prima che potesse finire di parlare, Cornelius era
sparito, e lei si ritrovò sola all’interno del laboratorio. In men che non si
dica, uscì da quella stanza e richiuse la porta alle sue spalle, dirigendosi
verso il centro operativo, in cui le altre due assistenti stavano svolgendo i
loro rilevamenti.
Nicole aveva deciso di colpire quella sera stessa:
dopo aver appurato che la sua prima vittima faceva una vita piuttosto regolare,
aveva deciso di attaccarla durante la sua quotidiana corsa serale, e il luogo
migliore per attaccare era il parco cittadino.
Lilika era riuscita ad eludere gli sguardi
interrogativi dei compagni quando, dopo il pranzo, era rientrata in classe con
il fiatone e l’espressione spaventata.
Notò di avere lo sguardo di Usagi fisso su di sé,
e cercò di ricomporsi il più in fretta possibile, per non dare ulteriormente
nell’occhio.
Fu con sollievo che, alla fine delle lezioni,
riuscì a guadagnare il cancello prima che qualcuno le rivolgesse la parola.
Come d’accordo, Usagi si recò all’appuntamento con
le amiche al Crown.
La sensazione di pericolo e di disagio che l’aveva
accompagnata il giorno precedente era sparita, ma ugualmente non riuscì a
rilassarsi, neanche con la solita coppa al cioccolato di fine giornata.
Come se non bastasse, Lilika le era sembrata
strana per tutto il giorno, ma aveva capito che la ragazza non avrebbe gradito
un’intrusione nei propri pensieri, e così aveva lasciato trascorrere un altro
giorno senza provare ad avvicinarsi a lei.
Come previsto, quel giorno non si erano verificati
fenomeni strani, né all’istituto privato di Rei, né allo Juuban.
Tuttavia, Rei continuava ad avvertire una forte
energia negativa gravare sulla città, ma non avendo altri elementi a favore di
quella sensazione, lasciò cadere l’argomento.
Dopo una coppa di gelato e un’immancabile partita
al videogioco di SailorV, le amiche si salutarono e ognuna si diresse verso la
propria abitazione.
Il parco era deserto, e Nicole si guardava intorno
per cercare di individuare la sua preda: dopo pochi minuti vide una figura
femminile avvicinarsi. “Bene, la prima fornitrice di energia è arrivata.
Compari, Cedric!”
In meno di un secondo, un giovane si presentò al
cospetto di Nicole. Era vestito completamente di nero, in contrasto con la sua
carnagione chiara e il colore dei capelli, talmente biondi da sembrare quasi
bianchi.
“Vai, e assorbi l’energia di quella ragazza! Non
saranno ammesse sconfitte!” con queste parole, Nicole si dissolse in una nuvola
di denso fumo bianco, lasciando Cedric pronto a colpire.
“Accidenti, accidentaccio! Questa città è un vero
labirinto!”
Una oramai sconsolata Lilika correva attraverso il
parco, sperando di riuscire ad arrivare a casa prima che i suoi chiamassero le
unità di pronto intervento non vedendola rientrare. Improvvisamente un rumore la
fece fermare.
Probabilmente era stato frutto della sua
immaginazione, ma di certo non voleva starsene lì immobile a scoprire il motivo
di quella strana inquietudine che sentiva crescere dentro di sé.
Con fare deciso mosse qualche altro passo, ma si
bloccò nuovamente, e si nascose dietro un albero sul ciglio della strada
principale, vedendo passare subito dopo una giovane in tenuta da jogging. “Bah!
lo sapevo che a guardare film dell’orrore ti vengono in mente strane idee!” si
disse tirandosi un colpetto in testa. Stava per uscire dal suo nascondiglio
quando una voce proveniente dall’alto attirò la sua attenzione. Evidentemente
doveva averla udita anche la donna che correva, perché si fermò di colpo a pochi
metri dalla postazione di Lilika.
“Dove corri tutta sola? Non sai che è pericoloso
per te vagare per la città a quest’ora tarda?”
“Chi ha parlato?” chiese la donna spaventata.
“Lascia che mi presenti!” Cedric si materializzo
dinanzi la giovane sportiva che per lo spavento mancò poco che cadesse
rovinosamente a terra. “Il mio nome è Cedric, al servizio di Lord Cornelius. E
ora, se non ti dispiace mi impossesserò della tua immensa energia vitale.” Così
dicendo fece per lanciarsi contro la donna, ma una pietra lo colpì in pieno
viso. “Chi ha osato?”
“Sono stata io!”
Lilika, incurante del pericolo, uscì dal proprio
nascondiglio e si mise a mo’ di scudo tra Cedric e la ragazza. Poi, rivolta a
questa, le intimò di allontanarsi il più in fretta possibile, e il suo
suggerimento fu seguito senza fare domande.
“Maledetta mocciosa! Mi hai fatto perdere una
preziosa fonte di energia, ma non resterai impunita! Preparati a soccombere!”
così dicendo, Cedric estrasse una frusta e cercò, invano, di colpire Lilika.
Questa, dal canto suo, non batté ciglio nello schivare i colpi dell’uomo, anzi,
grazie alla sua bravura in atletica, le riuscì piuttosto facile. Purtroppo però
la sua gioia non durò a lungo: fu presa alla sprovvista da una radice che
fuoriusciva dal terreno, e perso l’equilibrio si ritrovò distesa per terra tra i
cespugli, che si richiusero attorno a lei, come se non volessero che quel
tipaccio la vedesse.
“Dove ti sei cacciata, ragazzina?”
Fortunatamente le foglie l’avevano nascosta alla
vista di quello strano tipo, e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo.
Un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare, e si
voltò pronta a trovarsi di fronte quel pazzo maniaco; la sua sorpresa fu tanta
quando invece vide comparire dinanzi a sé una piccola gattina, con una
spelacchiatura sulla fronte a forma di stella. “Accidenti, piccola” sussurrò
Lilika, “mi hai spaventata. È pericoloso per te stare qui, forza, sparisci!”
“Veramente penso sia più pericoloso per te che per
me. Ma per fortuna la terra ti ha riconosciuta e ti ha nascosta alla vista del
nemico.”
Lilika era incredula: a parlare era stata proprio
la gattina! “Ma… ma tu sai parlare?!”
“Certo” confermò la micia, “e sono qui per
aiutarti. Mi chiamo Stelyn e ho un regalo per te.” Saltò per aria e fece una
capriola, facendo così apparire una penna verde e marrone, con una stella dorata
sulla punta. “Prendi questo e grida: Earth Power, make
up!”
Vedendo l’esitazione di Lilika, la esortò:
“Presto, non c’è tempo da perdere: il nemico non impiegherà molto a scoprire
dove sei nascosta, e presto la barriera creata dagli arbusti non sarà più
efficace!”
Lilika acconsentì e con un’espressione tra lo
stupito e l’imbarazzato fece come ordinato da Stelyn: un’ondata di energia verde
la circondò mentre il simbolo della Terra avanzava verso di lei, la circondava,
fondendosi infine col suo corpo. I suoi vestiti si trasformarono nella divisa da
guerriera, con una gonna che scintilla di sfumature dal verde al marrone. Alcune
liane apparvero attorno alle sue braccia e formano dei guanti. Un’altra liana le
circondò i piedi e numerose foglie la avvolsero completamente, per poi
scomparire lasciandola completamente trasformata: un grande fiocco rosso con una
spilla verde le apparve sul petto, mentre attorno al suo collo si formò una
collana a girocollo marrone; attorno alla sua fronte apparve un diadema d’oro
con uno smeraldo incastonato nel mezzo; a completare il tutto, ecco
materializzarsi uno scudo e una spada.
Rientrata a casa, Usagi si chiuse in camera sua
con il telefono e chiamò Mamoru: non si erano visti molto ultimamente, e si
sentiva in colpa per aver trascurato il fidanzato. Ignorò le esortazioni di Luna
a fare i compiti, e si accucciò sul letto, giocherellando col filo del telefono,
raccontando al ragazzo le ultime novità, dalla nuova arrivata a scuola alle
strane sensazioni di Rei.
“Usagi?” chiamò dopo un po’ Mamoru, e la ragazza
notò il cambio di voce nel fidanzato.
Non fu necessario aggiungere altro, perché anche
Usagi aveva avvertito una forte emanazione di energia.
Non persero tempo a salutarsi: i timori di Rei
stavano per essere realizzati, e non c’era altro da fare che sbrigarsi prima che
fosse troppo tardi.
“Bene Sailor Earth” dichiarò Stelyn, “ora potrai
combattere il nemico! E ricorda, la terra è tua amica, qualunque cosa accadrà
potrai contare sul suo aiuto!”
Senza perdere altro tempo, la nuova guerriera si
parò dinanzi a Cedric, il quale tramutò la propria forma da essere umano in
quella di un enorme rettile. Subito fu evidente il vantaggio di Cedric, data
l’inesperienza di Sailor Earth.
Dopo qualche minuto, Lilika sentì Stelyn gridarle
di usare il potere della spada per distruggere il nemico. Non se lo fece
ripetere due volte e chiamando a sé il potere della Terra, conferì alla spada
un’energia tale da distruggere il rettilone con pochi colpi.
“Complimenti, Sailor Eatrh!” si congratulò Stelyn,
“per essere il tuo primo combattimento non te la sei cavata affatto male, anzi!”
“Grazie, Stelyn” rispose imbarazzata Sailor Earth,
“ma non ce l’avrei fatta senza il tuo suggerimento. Ma come faccio a tornare
normale?”
“Basta desiderarlo” spiegò la gattina, “e tornerai
con i vestiti che avevi prima della trasformazione!”
Dopo aver sciolto la trasformazione, si
incamminarono verso casa di Lilika, la quale stava pensando a quali possibili
giuramenti sarebbe stata costretta a sottoporsi, per poter tenere Stelyn in
casa.
Quando giunsero al parco, riscontrarono una
alquanto insolita fioritura: sembrava quasi che la terra fosse rinata sotto
l’influsso benefico di qualche spirito, e lo spettacolo che ne risultò fu da
sogno; subito dopo l’arrivo delle guerriere e di Tuxedo Mask, lo strano fenomeno
scomparve, lasciando il posto a una miriade di piccole stelline lucenti, e il
parco tornò ad essere quello di sempre.
Nessuna riusciva a capire cosa avesse provocato
quella momentanea rinascita, ma di una cosa erano certe: si era svolto un
combattimento in quel luogo, riuscivano ancora a percepire l’energia dei
combattenti!
Pur a malincuore, dovettero dare ragione alle
percezioni di Sailor Mars: la Terra stava subendo l’attacco di nuovi nemici, e a
giudicare dall’energia residua al parco, avrebbero avuto di che faticare…
***
Un grazie di cuore a tutti i lettori, e in particolar modo a chi ha trovato il tempo di lasciare un commento.
Bax, Kla
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