Newt la sentiva.
La sentiva sulla pelle calda, bruciata dal sole.
La sentiva premere sul cranio, come un fastidio costante, che continuava a crescere.
Grattava alla porta della sua mente, come un gatto che cerca di attirare l'attenzione per poi sgattaiolare dentro casa.
Newt la sentiva, e lei grattava.
Perchè Newt non era immune, ormai lo sapeva.
Lo aveva capito.
Newt sentiva che qualcosa in lui stava cambiando, lentamente, giorno dopo giorno.
E lei continuava a torturarlo, strusciandosi e attorcigliandosi intorno alla sua testa.
Aveva l'Eruzione, e nessuno poteva farci nulla.
Newt sapeva che prima o poi avrebbe perso il senno.
Le spire della follia avevano iniziato ad insinuarsi nei suoi pensieri.
Adesso Minho urla troppo, mentre Thomas è troppo calmo.
Tutti sono nel caos, perchè il collante si sta staccando.
Ormai la pazzia ha preso il possesso del suo cervello, e Newt l'ha capito.
Ma a volte è ancora lucido, e questo gli fa un po' paura.
Perchè in quei momenti lui sa, ricorda, capisce.
Ce la faranno mai senza di lui? Per un attimo Newt gioisce nello sperare che i suoi amici l'accompagneranno nella morte.
Poi si rende conto dei suoi pensieri. Rabbrividisce.
No, loro devono vivere, di questo Newt è certo.
Ma lui... Lui puó anche morire.
Anzi, no, lui deve morire.
E se deve lasciare questo mondo, preferisce farlo lasciando di se un po' del buono che lo caratterizzava un tempo.
Per questo, quando Tom spara, Newt gli lascia un sorriso.
Un ultimo addio per un amico.
Ma non sa che Tom non si girerá mai per riceverlo.
Per favore Tommy, per favore.
I suoi occhi si velano, mentre il cielo azzurro l'avvolge.
Sull'asfalto, il rumore di un'auto che sgomma e se ne va.
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