Amare (al)la follia

di weitwegvonhier
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Si amavano quei due, di quell'amore puro e semplice che non vedi nemmeno nei film, che non sai nemmeno che esiste, finché non ti ci trovi in mezzo, impigliato lì, con tutte le porte per uscirne ma senza la minima volontà di farlo.
Ti amo non se lo dissero mai, comunque.
Facevano l'amore con gli occhi, il mondo era tutt'altra cosa quando erano insieme.
Una carezza, un bacio, un tocco: tutto sembrava così tremendamente insensato e allo stesso tempo così particolarmente giusto che non riuscivano neanche a pensare che potesse esserci altro, intorno a loro.
Non si erano cercati: un giorno i loro cuori si scontrarono. 
Era un giorno dei tanti, a caso, magari un lunedì o un giovedì; nessuno dei due lo ricordava.
Quel giorno stavano facendo quello che facevano tutti i giorni da anni: sopravvivevano. Poi si sono incontrati e scontrati e le loro teste hanno iniziato a complottare con i cuori perché l'avevano capito subito che quei due si sarebbero amati.
E si amarono fino alla follia e anche dopo: amarono anche la follia.
Erano due pazzi, folli innamorati in un mondo che d'amore non sapeva più niente.
Era come se fossero i due fari di una macchina fantasma che, solitaria, attraversava un tunnel disperso in una strada in disuso.
Guardandoli si capiva la vita. 




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