Prima del verdetto.

di Lady Atena
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Prompt: Onore.
Lanciato da: Astra di Fluxopoli.

Il giudice aprì la porta di scatto, si voltò e ringhiò.
“Ti sei preso la mia dignità!” urlò.
Hank entrò, chiuse la porta con un tonfo e allargò le braccia aggrottando la fronte.
“Ah, davvero? E perché non mi pareva ti ponessi il problema mentre eri ricoperto di vomito e diarrea?” gridò.
Il giudice batté il pugno sullo spigolo del tavolo, gli zigomi incavati sporgevano dal volto rigoroso evidenziando le iridi arrossate.
“Non mi serviva il tuo aiuto” sibilò.
Mosse una mano in aria, fece il giro del tavolo e si sedette sulla sedia curvando le spalle.
“Inoltre, avresti potuto spaventare la bambina”.
Hank indicò ripetutamente il pavimento con l'incide sporgendosi con il busto verso il giudice.
“Non-tirare-in-ballo-mia-figlia. Non sei autorizzato a nominarla, chiaro?”.
Il giudice allargò le braccia, le abbassò battendo le mani sulle gambe unite.
“E perché no? Sono sempre suo nonno, dannazione!”.
Hank strinse un pugno, ticchettò con l'altra mano sul tavolo stringendo gli occhi arrossati.
“Cosa volevi, eh? Che la portassi qui nel week-end?”.
Il giudice si alzò, poggiò le mani sul tavolo e si sporse.
“Sarebbe stato il minimo” sibilò.
Hank grugnì, scosse il capo voltandosi e fece qualche passo indietro.
“Oh, certo” borbottò.
Si voltò, gli occhi erano lucidi e strinse le labbra allargando le braccia.
“E come le avrei spiegato che suo nonno è più attaccato all'onore che a suo figlio?” domandò.
Il giudice scosse il capo, si sedette poggiandosi allo schienale e sospirò.
“Tu non hai idea di cosa sia l'onore, Harry”.
Hank avvampò, batté con forza le mani sul tavolo sgranando gli occhi rossi e lucidi.
“Di certo non è finire in galera con un'accusa di omicidio quando si è innocenti!” gridò.
Il giudice intrecciò le mani, alzò il capo socchiudendo gli occhi contornati da rughe, inspirò.
“E cosa ti fa essere così sicuro della mia innocenza?”.
Hank strinse i pugni, si rizzò e si allontanò. Sospirò, si passò la mano tra i capelli ruotando su se stesso e scosse la testa.
“Perché forse io non saprò cos'è l'onore, ma tu sì; giudice Palmer”.
Strinse le labbra, scosse nuovamente il capo e raggiunse la porta. Afferrò la maniglia, la strinse e assottigliò le labbra; voltò il capo sentendo gli occhi pizzicare.
“E questo posso dirlo perché sei mio padre, e hai cercato sempre d'insegnarmelo”.
Uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.




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