Sullo sfondo...Venezia

di _Arya
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“Ma resti bella e triste come il paesaggio a Venezia”
 



Nel silenzio dell'avvicinarsi della sera, circondata dalla tranquillità delle acque del canale, una figura femminile si è arrestata su un piccolo ponte, lontano dalla folla e dal rumore. 
I miei occhi ancora increduli cedono alla tremenda tentazione di rincontrare e ritrovare i tuoi profili in quella stessa figura.
Ad un tratto, una manina calda si allaccia alla mia, stringendola. 
< Papà, la zia ha detto che se tra cinque secondi non torni, verrà a prenderti lei >. 
Con lentezza, mi volto verso quella vocina che richiama la mia attenzione. Una piccola bambina, la mia bambina, ha posato i suoi occhi così simili ai miei e curiosi sulla tua figura dorata.  
< Chi è? >, mi domanda, alzando il suo giovane sguardo, cercando nel mio la risposta. 
Sorridendole, mi volto verso di te, ascoltandomi sospirare per ritrovarti ancora lì, con gli occhi chiusi ed immersa in chissà quali pensieri. 
< Lei è … un'amica >.
Intanto che il sole, prossimo al tramonto, sfuma i colori di arancio, coniando un debole calore nell'aria fredda di febbraio, sento quell'ingiustificato legame ritornare vivo in me per attrarmi, per spingermi forte verso di te.
< E perché non la vai a salutare? >.
L'innocenza che sento in quella domanda mi ricorda la tua, quella di una giovane donna capace di sfidarmi senza paura e sorprendermi con la sua sincerità, ma adesso, guardandoti attento, avverto in te un cambiamento.  
< Sta cercando di capire chi è, cosa vuole davvero, e se ce la può fare anche da sola. Sta crescendo >, rispondo alla mia bambina, accarezzandole il dorso della mano, stretta alla mia. < Quando sarà pronta e se lo desidererà, verrà lei da me >. 
Un tenue venticello scosta i capelli dorati dal tuo viso bianco, lasciando che un sorriso si disegni sui tuoi tratti mai dimenticati e solo a volte sognati. 
< Vuol dire che forse un giorno la conoscerò? >. 
E se adesso incontrassi i miei occhi, so che vi coglieresti un accenno di nostalgia per quegli atti ormai lontani, dove fluttuava libera quella dolce magia e che provavo solo con te. 
< Forse tra un giorno, magari tra un anno o un secolo, busserà alla nostra porta e mi permetterà di mostrarle quello che offre il mondo >.
Con i miei pensieri vagabondi trai ricordi vividi, da quel primo incontro, quella paura che non osavi nascondermi, alle mie parole carezzevoli fino a quella tua ammissione, avverto lo sguardo della mia bambina intensificarsi su di me per poi correre su di te e tornare ancora su di me.
< Le volevi bene, papà? >. 
Studiando un accenno di tristezza nel tuo sguardo, chiedendomi solo in parte cosa sia successo in questi anni di lontananza, apro la bocca per rispondere a quella domanda, ma la richiudo; neanche io so davvero cosa ho provato per te e con te. 
Le acque calme del canale iniziano a riflettere le prime luci della sera, a distorcere la tua figura riflessa nello specchio bianco, sempre più scuro. 
< Andiamo adesso, altrimenti la zia si arrabbierà >. 
Con semplice gesto, prendo in braccio la mia bambina, depositandole un bacio sulla guancia.
Lanciando un ultimo sguardo verso di te, permettendomi ancora qualche secondo, porto le mie dita alle mie labbra fredde, ma il bacio che ti lascio è caldo, come quel calore che mi hai fatto sentire dopo secoli di solitudine e dolore.
 




 
Note Autrice
 
Qui le parole stanno a zero, a parte che mi sono ritrovata ad adorare Hope e le sue domande a Klaus.
Dico solo che questa brevissima one-shot è nata grazie alla citazione riportata ad inizio storia, per questo Venezia.
 
Spero vi sia piaciuta.
Aspetto i vostri commenti, chi vorrà lasciarli.
 
Lily


 




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