In qualche modo, il tempo stava scorrendo, i giorni passavano e il
dolore...beh, no quello non stava scomparendo. Si stava attenuando,
forse. FORSE.
Alla QC procedeva bene, Ray le aveva assegnato compiti di un certo
spessore e non mancava mai di congratularsi con lei per l'ottimo lavoro
svolto. A questo non era facile abituarsi.
Sorrise tra sé pensando a quella mattina, quando l'aveva
fermata davanti all'entrata dell'edificio per esprimerle apertamente
tutta la sua stima. Le aveva sorriso, in quel suo modo che all'inizio
l'aveva urtata, ma a cui ora iniziava ad affezionarsi, e le aveva
sfiorato un braccio gentilmente.
Era davvero un uomo incredibile, si ritrovò a pensare.
Intelligente, capace, simpatico, innegabilmente affascinante e
così propenso ad esternare i suoi pensieri...i suoi
sentimenti. A differenza di qualcuno.
Il sorriso si tramutò in una smorfia di fastidio. Si era
ripromessa di non pensare a lui il più possibile, cosa
decisamente troppo complicata al momento.
Fece un profondo respiro e s'incamminò verso l'ascensore,
diretta all'uscita.
-Buona serata, Felicity. E grazie di tutto.
Si voltò e gli sorrise spontaneamente.-Anche a te, Ray.
I loro sguardi rimasero incollati per qualche istante, creando una
sorta di bolla che li divideva dal resto del mondo, poi, in silenzio,
entrambi tornarono alla loro vita.
Non era la prima volta che capitava, Felicity ne era consapevole. Stava
permettendo a quell'uomo di avvicinarsi giorno dopo giorno, in punta di
piedi. Lui era così diverso, così...
Scosse la testa, lasciando quei strani pensieri al luogo oscuro a cui
appartenevano, doveva sbrigarsi ad arrivare al covo.
Come sempre, la notte era quella che trascorreva con più
velocità. C'era sempre qualcosa d'importante da fare,
ultimamente...Malcolm Merlyn da tenere sott'occhio, la Lega degli
Assassini da monitorare, i cattivi di turno da catturare...e poi c'era
la questione Thea.
Roy fingeva beatamente di non avere problemi a lavorare con lei, di
nuovo, al Verdant ma Felicity sapeva come si sentiva dentro. Quando ami
qualcuno è difficile fingere, ma anche Thea aveva preso una
decisione: non potevano che essere amici e Roy preferiva questo
all'idea di non averla più nella sua vita, per quanto
potesse far male.
Dal canto suo, doveva ammettere di non aver ancora ben inquadrato tutto
l'accaduto. Qualcosa non le tornava della storia raccontata da Thea
riguardo la notte della guerriglia e del tempo trascorso a Corto
Maltese ma aveva i suoi problemi e finchè il suo amico non
avesse voluto parlarne, lei avrebbe lasciato in sospeso il discorso.
Un'altra giornata d'ufficio stava finendo. Era distrutta, ma il
pensiero di essere riuscita a sbrigare i suoi compiti in tempo record
poteva essere di buon auspicio. Si sarebbe potuta trascinare a casa
prima del solito, avrebbe fatto un bagno caldo e forse...forse un po'
della stanchezza che sentiva addosso sarebbe scivolata via, lasciandola
pronta e scattante per una nuova nottata al covo.
-Dovresti riposare di più, sembri stanca.
Si voltò seguendo la direzione della voce e lo vide poggiato
alla porta, come al su solito.
Felicity non potè dargli torto, ad ogni modo, le sue
giornate erano piene dall'alba al tramonto, e spesso anche oltre. Ma
sapeva di non poter rinunciare a nessuna delle sue attività:
il lavoro alla QC le serviva per vivere e quello con Arrow a sentirsi
viva.
-Forza, andiamo, ti porto a cena fuori.
Le si avvicinò oltrepassando la scrivania e, prendendole il
gomito, la fece alzare.
Non oppose resistenza, aveva bisogno di aria, di respirare, di...andare
avanti.
Accettare la sua proposta non avrebbe cambiano niente, lo faceva
soltanto per dimostrare a se stessa che poteva esserci altro nella
vita, che lei poteva essere altro...oltre alla sua partner.
Era soltanto una cena, questo si era ripetuta per tutto il viaggio in
auto con Ray fino al Belly Burger. Solo una cena.
Quando si era fermato, gli aveva scoccato uno sguardo perplesso ma lui
aveva sorriso e l'aveva aiutata a scendere.
Era stato gentile e dannatamente divertente per tutta la serata e il
tempo era trascorso veloce.
Aveva scoperto che Ray era a conoscenza del suo lavoro
“notturno” ed era rimasta sorpresa dalla sua
perspicacia. Non le aveva spiegato come lo avesse capito e lei aveva
preferito non approfondire, non ora. Si era aspettata, però,
da lui una serie di domande imbarazzanti alle quali sviare goffamente,
invece era stato schietto ammettendo di preoccuparsi per lei e di
capire quanto fosse importante la segretezza. Un altro punto per
lui...nonostante la cosa fosse decisamente strana.
Prese nota di fare più attenzione negli spostamenti e,
magari, di fare qualche altro controllo sul suo passato.
Un bip proveniente dalla sua borsa interruppe il loro accorato
dibattito sulla fisica quantistica.
Era un messaggio. Di Oliver...Oddio...
-Dove sei?
Breve, sintetico, come sempre, il minimo indispensabile.
Guardando l'ora sul display del cellulare scattò in piedi,
rischiando di rovesciare il tavolo.
-Sono le 23 passate?-chiese sconvolta.
-Hai il coprifuoco?-domandò lui divertito.
Felicity lo fulminò con lo sguardo e raccolse le sue cose
alla svelta.-Grazie...davvero, Ray. Era tanto che...grazie.-gli sorrise
nuovamente e fece per andarsene ma lui la bloccò con un
lieve tocco della mano sul braccio.
-Anche per me è stato...piacevole. Spero di poter ripetere
l'esperienza.
Poteva leggere speranza e qualcos'altro nei suoi occhi, qualcosa a cui
non voleva dare un significato. Qualcosa che la fece fremere.
-Devo andare, mi spiace. Buonanotte, Ray. A domani.
Si precipitò fuori dal locale senza attende oltre. Doveva
sbrigarsi.
Nota dell'autrice: Come al solito non riesco ad essere costante con gli
aggiornamenti, chiedo venia :(
Spero cmq vi piaccia anche questo capitolo e ricordate: le recensioni,
buone o cattive, sono sempre gradite :)
Buona lettura e alla prossima :*
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