Scrivo questa storia, insieme a “Msn” e “Msn 2” per testimoniare un fatto
realmente accaduto (e pieno di orrore) oggi sul treno,
cercando di darne una spiegazione, rifacendoci anche ad un fatto di cronaca
realmente accaduto nella nostra città (un serial killer di prostitute uccise
diverse donne e transessuali nella primavera 2008 a Lecco, nostra città)
. Tutto ciò che leggerete in questo capitolo è realmente successo! I nomi sono stati cambiati perché non penso
che la mia amica gradisca di essere nominata invano XD
22 ottobre 2008, ore 15:43
“Allora Stefania, sei pronta per un giro a Lecco?” Domando
alla mia migliore amica mentre le faccio qualche foto
assurda e priva di senso
”O Davide” mi sorride “Si, sono pronta…anzi mi sono preparata cinquanta euro
per comprarmi una borsa nuova, ma perfavore…smettila di martellarmi con quel
flash, mi stai accecando”
“Ok…ok…la smetto”
”Stiamo arrivando a…Valmadrera” esclama una voce metallica e discontinua dall’altoparlante
del treno.
Osservo distrattamente qualcosa oltre il finestrino, quando
all’improvviso dopo essere ripartito, il treno si ferma…così, di colpo
”No! Perché si è fermato?” esclama Stefania furiosa e vogliosa di ilarità
“Ci sarà uno scambio di treni” la consolo, cercando di
frenare la sua euforia
Controllo un’ultima volta i soldi…sono
abbastanza per un bel dvd horror asiatico? Mmm…vediamo. Infilo le mani nel
portafoglio nero.
25 euro…credo proprio di si…e con
il resto? Una bella cioccolata calda con panna…mi lecco
i baffi, rimetto il portafoglio nello zaino e ritorno a guardare fuori dal
finestrino. Le case appaiono quasi tutte uguali, con quei tetti rossi, alcuni
di metallo altri di tegole.
Quando…
“Ma che casa è?” sussurro guardando
estrefatto una casa dai muri sporchi e, notando un giardino dismesso.
Un solo albero al centro, tegole spaccate sono intorno ad esso, poste in maniera quasi inquietante, come se fosse un
rituale voodoo o qualcosa del genere. Il sangue mi si gela nelle vene.
Ma non è questa la cosa che più ci spaventa: un manichino,
posto accanto ad una sorta di capanno degli attrezzi, salta
all’occhio solo dopo pochi secondi. La cosa più inquietante di questo manichino (un manichino piuttosto piccolo, e nudo,
dal volto strano…uno di quei manichini dei negozi di vestiti per bambini, con
persino bocca e occhi, che spiccavan con quel loro tratto nero) era il fatto
che non avesse il braccio destro!
Urlo e anche Stefania, che dopo un po’ di titubanza caccia
un urlo.
“E…e se fosse la casa di quell’assassino di prostitute che
ha ucciso diverse donne in primavera?” dico a Stefania
”Sì … ho sentito di quel caso al telegiornale, ma non credo sia
una cosa seria…dopotutto è solo un manichino…”
Sarà. Ma il terrore non è
scomparso.
È ancora presente, anche in questo momento.
Ora che sto scrivendo questa storia, reale.