Quando toccarla
Non voleva essere toccata.
Succedeva raramente che lei si abbandonasse ai ricordi, assumendo quell’espressione lontana, addolorata. E allora era meglio non toccarla.
Non per paura di venire insultato. Ma perché lei si sarebbe scostata, infastidita. Una reazione dolorosa, per lui. E allora era meglio non toccarla.
Ma c’è sempre una medicina.
“Rose?”
“Sì?”
Perplessa, lei si volta, ritrovandoselo innanzi con due acini d’uva incastrati negli occhi.
“Scemo!”
La risata che segue è per lui musica, è un invito a stringerla in un caldo abbraccio. Ora può farlo.
Forse le cose tra loro funzionano solo perché lui ha imparato quando toccarla.
Riemergo dall'oblio, e ringrazio tutti coloro che hanno apprezzato queste Perle.
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