Un
eroe per caso
Un
bel posto.
Queste
sarebbero le parole perfette per descrivere la città di
Beneville, o
almeno quelle usate dalla maggior parte delle persone.
Sicuramente
non da lui, Joe Ali, ora vive nella sua macchina, aveva scommesso
tutto il suo futuro sulla box, e giusto qualche giorno fa ha
disputato il suo primo incontro da professionista. Non si
può
descrivere il match come una sconfitta per l’esordiente, ma
più
che altro come un massacro. Fatto volare giù dal ring dal
suo primo
avversario al primo pugno del primo round. Ovviamente non
c’è
bisogno di aggiungere che la sua carriera finì li, appena
iniziata.
E
ora ascoltava la radio, mentre cercava di ripararsi dal freddo nella
sua piccola utilitaria sdraiato sui sedili di dietro, riscaldato, (si
fa per dire), da una leggera coperta nera. Su positivenews
trasmettevano ora un servizio sul primo criminale che infestava la
città, e che seminava il panico derubando le auto dei poveri
cittadini. Completamente disinteressato alla notizia, spense la radio
e decise di mettersi a dormire.
Non
passò neanche un minuto che:
“Crash”
il finestrino del posto di guida si frantumò percosso da un
pesante
piede di porco.
“Ehi
ma che diavolo succede?” Urlò spaventato il pugile
fallito,
alzandosi di scatto ed uscendo dalla piccola macchina.
Davanti
si trovò una figura vestita completamente di nero, felice di
poter
finalmente sfogare la frustrazione accumulata nei giorni dopo la
sconfitta, Joe si avvicinò al ladro. Il buio doveva averlo
ingannato, non si era infatti reso conto, che il suo avversario era
alto almeno due metri (e i lettori mi diranno: “Be, anche se
fallito, lui è comunque un pugile”. Mi scuso
quindi, poiché avevo
omesso di dirvi che era si un pugile, ma un peso piuma di appena 50
chili ).
Non
credo ci sia bisogno di dire chi sarebbe stato il vincitore, se solo
il ladro non avesse commesse il suo primo errore, si era infatti
dimenticato di legare i lacci della scarpa destra. Appena
avanzò per
caricare il suo piccolo aggressore, inciampò, colpendosi la
testa
con il pesante piede di porco e svenendo sul colpo.
Joe
ancora scombussolato da ciò che era appena accaduto davanti
ai suoi
occhi, e non sapendo che fare, pensò di scappare per paura
che
qualcuno pensasse che era stato lui ad aggredire l’uomo
vestito di
nero.
Non
giudicate la mente di un poveruomo spaventato, spesso in queste
situazioni si fanno scelte di cui non capiamo noi stessi il
significato.
Il
giorno dopo su tutti i giornali: “Eroe sconosciuto ferma
finalmente
la serie di furti; miracolosamente ripreso da un piccolo fotografo
nascosto nelle vicinanze”. Vi era effettivamente una sua
foto,
ragionava Joe, e per fortuna era stato ritratto mentre scendeva dalla
macchina, prima di rendersi conto di chi effettivamente aveva
davanti. Sapeva infatti anche lui, che le smorfie fatte dopo essersi
reso conto di chi aveva effettivamente davanti non erano come dire,
fotogeniche.
Felice
di poter finalmente riconquistare l’onore perduto, decise di
investire i suoi pochi risparmi per comprare quell’unica
pagina di
giornale, non poteva infatti permettersi il resto. Corse quindi nella
piazza della città e disse, mostrando la foto a tutti:
“Guardate,
sono io! Sono il primo eroe di questa città! Ho sconfitto il
pericoloso ladro!”
E
voi magari ora non ci crederete, ma tutti i presenti identificarono
l’uomo nella foto con il nostro pugile, che ricevette dal
sindaco
il titolo di eroe.
E
così il fallito pugile Joe Ali divenne il primo supereroe di
Beneville, con tutto ciò che ne conseguiva: fama, successo e
belle
donne a tenergli compagnia.
Ma
come tutte le cose ottenute unicamente con la fortuna e
l’inganno,
anche il successo di Joe presto sparì, infatti la
città di
Beneville non aveva alcun bisogno di un supereroe. Così il
nostro
amico passò da essere un pugile fallito ad un supereroe
fallito:
“Che
bella Beneville!”
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