CAPITOLO 2
L’approdo
Alla
fine siamo sbarcati. Certo, come al solito il nostro non è
stato un approdo tranquillo ma ormai siamo abituati. Non lo
è mai. Il baccano è cominciato quando eravamo
ancora al largo e l’isola era solo stata avvistata. Rufy era
eccitato all’idea di esplorare un isola nuova e non la
smetteva di saltellare su e giù per la nave insieme a
Chopper e Usup. Quei tre sono incorreggibili. Nonostante tutto il tempo
che è passato e le cose che hanno visto sono rimasti gli
stessi, specialmente Usup e Chopper così ingenui e puri.
Diciamo che Rufy è sempre il solito, rumoroso e
giocherellone ma è molto meno ingenuo. Aver sconfitto i
più forti e malvagi pirati in circolazione gli ha fatto
aprire un po’ gli occhi. A volte a fare macello insieme a
loro ci si mette anche quel dannato scheletro, li diventano quasi
fastidiosi.. anche idioti e infantili a dirla tutta. Davanti a un
nemico però si trasformano, diventano diversi, dei mostri
senza cuore che lottano fino allo stremo delle forze per raggiungere il
loro obiettivo, quasi delle macchine da guerra. Persino il dolce
Chopper, che poi trasformato ha molto poco di dolce. Ricordo che i
primi tempi sulla sua testa c’era una taglia ridicola,
qualcosa come 50 berry o giù di lì. Lui se ne
vergognava molto, pensava la marina si prendesse gioco di lui. In
effetti allora per la marina non era una minaccia ma un simpatico
animaletto che faceva da mascotte. Secondo loro l’avevamo
preso con noi sulla nave per coccolarlo, si può essere
così ciechi? Illusi, se ne sono resi conto da soli
però quanto è realmente pericolosa quella renna
dal naso blu. Ci sono molti marinai che tuttora si pentono di averlo
sottovalutato.
Nami continuava a
dare ordini e quello stupido cuoco la ascoltava con gli occhi a forma
di cuore. Non si è mai reso conto di quanto sia patetico.
Lui la chiama cavalleria, io malattia mentale. Capirei se fosse
realmente innamorato, ma lui corre dietro a tutte. È una
delle tante questioni, o meglio delle scuse per cui finiamo sempre per
litigare. Alla fine arrivare alle mani con il cuoco è
divertente. Nessuno dei due fa sul serio. È il nostro modo
per passare il tempo anche se nessuno lo ammetterebbe mai. In caso di
bisogno sappiamo collaborare e coprirci le spalle a vicenda. Diciamo
che è raro ma che succede. In questo momento però
vorrei fargli seriamente male, forse perché fa lo stupido
con Nami mentre io non riesco a dirle quello che provo. A volte mi
piacerebbe essere sfrontato come lui e riuscire a confessarle i miei
sentimenti. È più forte di me, non ci riesco. Non
saprei nemmeno da che parte iniziare. Ho passato anni ad allenarmi,
tenendomi tutto dentro, costruendomi una reputazione di combattente
spietato. I guerrieri più forti e determinati non possono
mostrare i loro sentimenti. Almeno, così la penso io. Per me
forza è nascondere i propri sentimenti per non farsi
travolgere, per non soffrire. Rufy è la dimostrazione
vivente che si può essere forti e spontanei ma io non ho mai
capito come sia possibile. Lui fa dei suoi sentimenti la ragione
più importante per cui combatte. Io però sento
che sarei ridicolo a comportarmi come quel dannato damerino con i
capelli biondi, ve lo immaginate? È un mio difetto, lo so
bene anche io. Nascondere i miei sentimenti non mi fa per nulla bene.
Per questo ringrazio di avere un migliore amico come Rufy. Nonostante
sia la persona più estroversa che conosco quando
è con me sa ascoltare i miei silenzi senza parlare. Riesce a
capire il mio stato d’animo solo standomi vicino. Grazie a
questa sua presenza costante e discreta sono riuscito ad aprirmi un
po’ con lui. È l’unico con cui mi
confido veramente. Di Nami però non gli ho mai parlato,
anche se sono sicuro che lui lo sa. Non c’è
bisogno di parole tra noi. Per questa ragione a volte lo adoro e a
volte lo odio.
Sul ponte solo io,
Franky e Nico Robin non abbiamo interrotto le nostre
attività quotidiane. Franky era alle prese con qualche
strana miglioria per la nave, nessuno di noi ha avuto il coraggio di
indagare più a fondo. Nico Robin stava finendo un libro, tra
i suoi progetti futuri c’era mettere per iscritto tutto
quello che aveva scoperto sul secolo buio. Nami la incoraggiava,
chissà se quelle due avrebbero anche scritto un libro sulle
nostre avventure, magari corredato di mappe delle isole che abbiamo
esplorato. La gente avrebbe apprezzato, la marina certamente No. Io
invece mi stavo allenando, come al solito. Chissà
perché tutti pensano che siamo fanatici. In particolar modo
io. A volte capita di incontrare delle vecchie conoscenze per mare e
tutti si stupiscono del fatto che mi alleni ancora. Persino i miei
vecchi compagni Johnny e Josaku. Come fanno a non capire?
Dovrò pur difenderlo questo dannato titolo che mi sono
guadagnato con tanta fatica, no? Mica posso permettere che il primo
sbarbatello che passa mi porti via il titolo.
Il baccano aumentava
sempre di più man mano che ci avvicinavamo
all’isola. Si trattava di un’isola abitata.
Già da lontano si potevano vedere case e grossi edifici. Non
sapevamo nulla di quell’isola. Nemmeno il suo nome. Nami
voleva fare un giro intorno prima di attraccare per vedere la
conformazione del territorio e le coste. Diceva che era per trovare il
punto migliore per ormeggiare la nave. Probabilmente le serviva anche
perché voleva disegnarla e metterla insieme alla sua
collezione di mappe del mondo. Aveva disegnato una mappa per
ogni isola che avevamo visitato e per ogni mare che avevamo solcato. Un
lavoro davvero enorme ed ammirevole di cui andava molto fiera. Diceva
spesso che era il suo tesoro. Il mio tesoro invece era guardarla di
nascosto mentre le disegnava. Così impegnata,
così bella. Molte volte il desiderio di avvicinarmi a lei e
darle un bacio sul collo era forte ma la paura di un suo rifiuto mi
aveva sempre fermato. Ero proprio senza speranza. Appoggiai i pesi che
usavo di solito per allenarmi e mi fermai a guardare i miei compagni.
Erano tutti intenti a fissare l’isola dove stavamo per
attraccare. Anche Nico Robin e Franky si erano uniti a loro, solo io
ero rimasto in disparte. Avevano gli occhi che brillavano, un
po’ come i bambini di fronte a un negozio di giochi o a un
vasetto di marmellata. Ognuno di loro fantasticava di già su
cosa avrebbe fatto una volta sbarcati sull’isola.
“Wow sembra
enorme!”
Dissero in coro Usup
e Brook prima di incominciare a intonare strane canzoni. Da quando lo
scheletro si era unito a noi i momenti canori erano aumentati con gran
piacere e divertimento di alcuni della ciurma e un po’ meno
di altri. Io rientravo nel secondo gruppo, inutile dire che Rufy era
nel primo. Nami invece non sembrava scocciata dal loro modo di fare ma
lo stesso si teneva in disparte e non partecipava ai loro cori assurdi.
Era una delle cose che non riuscivo a capire di lei. Gli piaceva in
chiasso che facevano o le dava fastidio?
“Già,
hai ragione. Zoro vieni a guardare anche tu..”
Mi chiamò
il capitano sorridente più che mai. Quando era
particolarmente felice per qualcosa mi chiamava perché io
andassi a condividere la sua gioia. Gli sorrisi in ricambio e mi
avvicinai per guardare anche io, non volevo deluderlo.
L’isola era molto più grande di quello che
sembrava da lontano. Doveva essere un importante nodo commerciale
perché si vedevano un sacco di mercantili e di persone
indaffarate a portare le loro merci da una parte all’altra
dell’isola. Sembravano tante formiche che si affaccendano
intorno al loro formicaio. Non sembravano esserci avamposti della
marina. Questo andava a nostro vantaggio, forse avremmo passato qualche
giorno tranquilli. Sarebbe stata una bella novità dopo tutte
quelle che ci erano capitate andando per mare.
“Chissà
quante ricette nuove potrò imparare!”
Cominciò a
fantasticare il cuoco sorridendo con un espressione idiota. Ero quasi
certo di averlo sentito blaterare a voce più bassa qualcosa
in proposito alle ragazze dell’isola. Era proprio
incorreggibile. Donne e cibo, non pensava ad altro.
“Spero ci
sia una libreria!”
Disse Nico Robin
cercando con lo sguardo la renna, sicura che sarebbe interessata anche
a lui. Quei due di solito sparivano per lunghe ore insieme a sfogliare
vecchi volumi di medicina o di storia. Era un’abitudine per
loro, un modo per conoscere a fondo un’isola nuova attraverso
i libri che vi si potevano trovare.
“Che bello!
Nico Robin posso venire con te a cercarla?”
Replicò
Chopper con gli occhi che emanavano tante scintille all‘idea
di una biblioteca piena di libri.
“Certo
Chopper!”
Rispose Nico Robin
sorridendo. Tra tutti lei era l’unica che era cambiata
completamente, o forse aveva cominciato a mostrarsi a noi per quella
che era veramente. La prima volta che l’avevamo incontrata
era nostra nemica. Dopo lo scontro con Crocodile nel regno di Bibi,
Rufy le aveva salvato la vita e lei per ripicca aveva deciso di
seguirci. Era stato difficile fidarsi da lei all‘inizio, ma
in poco tempo era diventata una di noi a tutti gli effetti. A Water
Seven poi tutti noi abbiamo capito quando teneva a noi e quanto noi
tenevamo a lei e abbiamo rischiato il tutto per tutto per lei. Abbiamo
anche affrontato un Buster Call pur di non perderla. Alla fine
è riuscita a lasciarsi il passato alle spalle e a vederci
come la famiglia che aveva perso tanto tempo prima per colpa del
governo. Vedendola ora sorrido all’idea che almeno
all’inizio ci aveva seguito per ripicca verso il nostro
capitano. La osservo mentre distoglie lo sguardo dall’isola e
fissa il capitano. I suoi occhi sono pieni di affetto, riconoscenza e
di una strana scintilla, sta stessa che ha negli occhi Rufy quando
guarda l’archeologa.
“Ormai ci
siamo quasi.”
Disse sicura Nami
guardandosi intorno. Stava controllando i venti e la costa, per
decidere il punto migliore per fermarsi. Era una navigatrice
impeccabile e non si faceva mai sfuggire neppure il minimo dettaglio.
Chiunque avesse solcato i sette mari sapeva che lei era la migliore.
“Non
sarà pericoloso ormeggiare la nave nel porto della
città? È una nave pirata dopo tutto.”
Feci notare io
fissando la costa in cerca di qualche segno della marina. Non ne avevo
notati ma era meglio non rischiare. In poco tempo i miei compagni
smisero di fantasticare e cominciarono ad occuparsi del problema. La
nostra nave era abbastanza conosciuta, per non parlare della bandiera.
Ormai tutti la conoscevano e ci riconoscevano anche a molte miglia di
distanza. Se l’avessimo lasciata in porto come nulla fosse di
sicuro ci sarebbe stato qualche problema. Era meglio che non si sapesse
che fossimo in città per evitare noie sia con la marina che
con altre ciurme pirata.
“Testa
d’alga ha ragione. Tra le altre cose la nostra bandiera
è inconfondibile.”
Disse Sanji, non
perdendo l’occasione per lanciarmi una frecciatina delle sue.
Sicuramente voleva istigarmi e cominciare uno dei nostri soliti litigi.
Per qualche strana ragione non mi andava di rispondergli come facevo di
solito. Ero più malinconico del solito per colpa di una
ragazza dai capelli rossi che profumava di mandarino. Mi fisso per un
po’ e quando vide che la mia risposta non arrivava fece una
faccia stranita prima di tornare a occuparsi della questione.
“Di che ti
preoccupi? Tutti hanno paura di noi. Siamo fortissimi no?”
Rispose Rufy sicuro.
Chi non lo conosceva poteva scambiarlo per spaccone o per uno sciocco,
il realtà aveva piena fiducia in noi. Aveva già
visto che non c’erano avamposti della marina ne navi
ormeggiate e in più conosceva le nostre capacità.
Certo, una parte di me sapeva che la sua frase era dettata anche da una
voglia incontenibile di andare alla scoperta dell’isola senza
occuparsi di nient’altro. Era il solito.
“Abbiamo
anche una taglia enorme sulla testa. Potrebbe fare gola ai cacciatori
di pirati.”
Spiegò
Nami mentre Franky si guardava intorno, annoiato dalla discussione. I
cacciatori di pirati erano l’ultimo dei suoi problemi,
più di una volta ne aveva affrontati. Le sue preoccupazioni
erano per la nave. Non sarebbe stato bello se la marina
l’avesse sequestrata, era il suo tesoro, la sua creatura, la
sua nave del sogno.
“Avete
ragione! Mamma mia che paura! Che facciamo ora?”
Disse la renna dal
naso blu cominciando a tremare di paura.
“Tranquillo
Chopper. Non c’è nulla da temere! Non
succederà nulla.. Vedrai!”
Lo
tranquillizzò Rufy tornando a fissare l’orizzonte
e lasciando a noi la questione ormeggio da sbrigare. A lui non faceva
differenza dove ormeggiassimo la nave, gli importava solo di arrivare
in fretta sull’isola e poterla girare alla ricerca di qualche
locanda.
“Rufy se la
marina vedrà la nostra nave non ci darà scampo.
Proveranno a catturarci..”
Continuò
Nami esasperata e infastidita dal nostro comportamento. Conoscevo bene
quel suo sguardo, pensava che tutti noi fossimo una manica di
irresponsabili. Era bella anche quando si arrabbiava con noi.
Chissà se ero l’unico a pensarla così
della ciurma. Cominciai a farmi mille domande. Forse anche altri della
ciurma erano interessati a lei, e se me l’avessero portata
via? Non sarei riuscito a sopportare la donna che amavo con un altro,
specie se avessi dovuto vederli insieme tutti i giorni. Sanji di sicuro
non era innamorato, faceva lo stupido come con tutte. C’erano
Chopper e Usup, ma nessuno dei due sembrava interessarsi alle donne .
Erano troppo impegnati a compiere gesti coraggiosi per entrare nella
storia della pirateria. Rufy era maturato molto, ma escludevo che si
interessasse a Nami. Erano solo amici, si conoscevamo da una vita.
Gettai uno sguardo a Nami e Rufy, sembravano così affiatati.
E se ci fosse di più tra loro? No, Rufy non poteva fare a me
una cosa del genere. Di sicuro aveva capito che a me piaceva la bella
navigatrice, e poi c‘erano quegli sguardi che gli avevo visto
scambiare con Nico Robin. Effettivamente ultimamente il capitano era
spesso lontano dalla sua adorata polena e nessuno riusciva a capire
dove si andasse a cacciare. Rimanevano solo Brook e Franky. Beh, il
primo era morto e il secondo un cyborg. In teoria non dovevano
interessarsi alla donne, almeno speravo.. Il mio umore in pochi secondi
era peggiorato notevolmente. Era bastato pensare alla mia Nami con un
altro dei miei compagni. La verità è che dovevo
decidermi, il mondo era pieno di uomini e prima o poi qualcuno si
sarebbe dichiarato. Avrebbe potuto conoscere qualcuno su
un’isola, durante una delle nostre soste. Magari proprio quel
giorno su quella strana isola avrebbe conosciuto qualcuno e se ne
sarebbe andata per sempre con lui, abbandonandoci. Il mio cuore sembro
non reggere quei pensieri e salto qualche battito per poi accelerare e
recuperarli poi. Dovetti aggrapparmi al parapetto per non perdere
l’equilibrio. Quella donna aveva davvero tutto quel potere su
di me?
Cercai di distrarmi e
tornai a guardare i miei amici, la discussione stava andando avanti.
“Beh, ma
è quello che fanno sempre. Giusto?”
Riprese Rufy
scrollando le spalle. Dal suo sguardo di intuiva che pensava che Nami
si stesse preoccupando troppo. Il capitano sapeva bene che era inutile
preoccuparsi troppo visto che di imprevisti a noi ne erano sempre
successi anche quando stavamo più che attenti. Alla fine
è normale quando sei un pirata, devi essere preparato a
tutto. Anche alle cose più strane e impossibili. Ricordai un
volta che Nami e Chopper cercavano me e Rufy. Eravamo a Water Seven e
io e il capitano eravamo rimasti incastrati rispettivamente in un
camino e in un palazzo, si è mai sentito incidente
più strano? Quel dannato cuoco ha riso come un matto quando
ha sentito la storia, quella volta anche Rufy mi ha dato una mano a
zittirlo.
“In fondo
non ci sono mai riusciti..”
Ammisi io
appoggiandomi con la schiena al parapetto della nave aggiungendomi alla
discussione. In molti ci avevano fermato, o almeno ci avevano provato.
Era giusto stare attenti ma alla fine eravamo la ciurma di cappello di
paglia, il re dei pirati. Io ero lo spadaccino più forte del
mondo e Sanji aveva rubato la fama al suo maestro Zeff piedi rossi, per
non parlare degli altri membri della ciurma. Un equipaggio di tutto
rispetto nonostante il numero esiguo. Dovevano avere paura loro di noi,
e girare al largo dalla Sunny. Anche perché in caso
l’avessero danneggiata non penso che Franky
l’avrebbe presa troppo bene. Era stato lui stesso a costruire
quella nave e l’amava sopra ogni altra cosa al mondo. A
ripensarci bene Franky era troppo innamorato della Sunny per pensare a
Nami.
“Si ma
è meglio non andare a cercare guai. Lasceremo la barca nel
molo dietro quel promontorio. Sarà riparata e non la
vedranno. Ricordate che non sappiamo nulla su questa isola.”
Concluse Nami
indicando un punto poco distante dal porto e protetto da sguardi
indiscreti e mettendo cos‘ fine alla discussione. Era anche
poco lontano dal porto, non ci sarebbe voluto molto per raggiungere la
città a piedi. Dalla ciurma arrivarono mugolii di assenso.
L’accordo era stato trovato, con largo anticipo rispetto al
solito. Non vi erano state nemmeno furiose litigate tra la navigatrice
e altri membri dell’equipaggio.
“Oh Nami,
le tue idee sono sempre così splendide e geniali. Sei la
luce dei miei occhi..”
Mormorò
quel dannato cuoco. Naturalmente lui doveva sempre farsi notare dalle
ragazze, non gli bastava assentire come tutti gli altri.
Sentì una rabbia incredibile montarmi dentro, avrei voluto
buttarlo a mare e tenere la sua testa a lungo sott’acqua
perché non respirasse ma Nami fu più veloce di
me. Non riuscì proprio a trattenere un sorriso perfido. In
un lampo Nami prese il suo bastone e lanciò una potente
scarica elettrica su Sanji prima di andare a controllare la rotta.
Mentre arrostiva il cuoco i nostri sguardi si erano incontrati, lei
sorrideva. Adoravo quella ragazza sempre di più, specie
perché aveva rimesso al suo posto quel damerino con la
cravatta. Chissà però se quel sorriso era rivolto
a me?
ANGOLO DELL'AUTRICE
come forse avrete
intuito ho deciso di continuare la storia, mi ci è voluto un
po' per trovare l'idea geniale ma ora l'ho trovata (anche senza andare
al mare.. XD!)
la storia
procederà con calma perchè in questo periodo
l'università mi porta via tantissimo tempo, spero di non
farvi aspettare troppo tra un aggiornamento e l'altro. vi chiedo da ora
di portare pazienza, vi prometto che farò del mio meglio per
ridurre i tempi.
veniamo ai
commenti..
giodan: grazie mille per la
fiducia e per il commento. spero che seguirai la mia storia e mi darai
ancora il tuo parere.
mai
valentine:
grazie mille, detto da te mi fa veramente piacere. ho letto una delle
tue storie e devo dire che anche tu scrivi benissimo!
giady92: grazie per il commento e
per averla messa tra i preferiti, spero di non averti fatto aspettare
troppo e che ti sia piaciuto anche questo.
neko: grazie per il commento.
sono felice che ti sia piaciuto il punto di vista della mia storia e
spero che ti piacerà anche il seguito.
rolochan105: grazie per il commento.
spero che questo capitolo ti piacerà anche se non sono
andata al mare a scriverlo. dunque anche tu sei un fan della coppia
zoro/nami? mi fa piacere.
neublackcrowfriend
(spero di avere scritto giusto! se non è così ti
prego di scusarmi!XD!): grazie mille per il
commento. spero che il seguito piaccia a te e anche a chi legge. sai,
la paura di deludere è tanta ma non abbastanza da fermarmi!
grazie a tutti
quelli che sono arrivati a leggere fino a qui. aspetto i vostri
commenti con critiche, pareri e recensioni!
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