I swear
I
swear
Right here in my arms
She is smiling like heaven's
down on earth Sun is shining so bright on her All her wishes have
finally come true Her heart is weeping. This happiness is killing her.
It's right, she's in love
She'll be right here in my arms So in
Love She'll be right here in these arms She can't let
go
Rimasero a guardarsi,
l’entrata della stanza era l’unica cosa che li separava.
Yu fingeva una calma che in
quel momento non gli apparteneva.
Strify cercava alla belle
meglio di nascondere il tremore delle mani.
Non disse nulla, si spostò e
permise all’altro di entrare in camera.
Sempre in silenzio Yu si
diresse verso il divano che si trovava al centro del salotto.
Si sedette, guardandosi
intorno e senza realmente vedere le cose.
Stava resistendo alla
tentazione di non fissare il cantante.
Strify con un gesto
stranamente pudico da parte sua, strinse i lembi dell’accappatoio.
Si sedette su una poltrona,
di fronte a Yu.
Lo fissava con sguardo
torvo.
Gli occhi grigi del bassista
guardavano ovunque.
Ovunque tranne che davanti a
se.
Passò in silenzio un
minuto.
Poi un altro minuto.
Fu Strify ad interrompere
quello strazio.
“Allora non dovevi
risolvere?”
Qualcosa nel suo tono di voce
indusse Yu a concentrarsi sul suo interlocutore.
Gli occhi cangianti del
cantante rappresentavano alla perfezione tutte le sofferenze delle ultime
ore.
Il moro annuì.
Un gesto breve e
lento.
Voleva parlare, ma non sapeva
da che parte cominciare.
Si schiarì la voce un paio di
volte.
Strify si adagiò,
apparentemente a suo agio, sulla poltrona.
Un sorriso sornione gli
riempiva il viso, rendendolo meno cadaverico.
“Fammi indovinare” esordì il
biondo “Non sai cosa dire vero?”
Il sorriso sornione si
trasformò in una smorfia di dolore mista a ironia.
Yu si sentiva quasi
trapassare dalla freddezza di quello sguardo.
Non aveva mai visto tanta
determinazione in Strify.
O tanto desiderio di
annientare, a scelta.
Deglutì, sentendosi
improvvisamente piccolo.
“Parla!
Parla! Parla! Parla! Parla! Parla!”
Improvvisamente questo
comando non riusciva ad arrivare alla sua bocca.
“Beh visto
che non parli tu, lo farò io”
Strify si
sistemò seduto sulla poltrona, le gambe, nude, incrociate.
Si
fissavano negli occhi.
Uno dei
rari casi in cui Yu si sentiva intimidito.
Si mosse
sul divano, a disagio.
“Allora,
mettiamola così, ieri sera, anzi no stamattina” si corresse rendendosi conto che
tutto era successo in poche ore “Torno a casa, con la chiara intenzione di farmi
un bagno e di dormire quelle due o tre ore, magari dormire in tua compagnia”
calcò il “tua” e attese pochi secondi prima di proseguire.
Yu fece
per aprire la bocca, ma Strify lo zittì con un gesto brusco della mano.
“Stai
zitto per favore, hai avuto il momento per parlare, ora tocca a me”
Il moro
richiuse la bocca e cambiò per l’ennesima volta posizione.
“E poco
prima di entrare nella tua stanza, cosa sento?Rumori di, umh… passami il
termine, di un’ingroppata in piena regola?Dimmi se tu fossi stato al posto mio,
come avresti reagito?”
Il
cantante si mosse, appoggiò i piedi per terra e i gomiti sulle ginocchia,
sporgendosi in avanti.
Gli occhi
glaciali non mollavano mai quelli spenti di Yu.
“Dimmi,
come avresti reagito?” lo incalzò.
Teneva il
viso appoggiato alle mani e sembrava perfettamente rilassato.
“Ora è il
tuo turno Yu”
“Avrei
reagito diversamente, tanto per cominciare non sarei scappato in un altro paese
pur di non affrontare il problema, in secondo luogo “assunse la stessa posizione
di Strify in modo di sfidarlo con lo sguardo “Avrei picchiato a morte il mio
amante”
L’ombra di
un sorriso gli apparve sul viso.
Era stato
un colpo basso, ma sapeva che prendere Strify per l’orgoglio era la cosa
migliore.
Un lampo
di rabbia passò per un secondo nello sguardo del cantante.
“Quindi
per te tutto si risolve con due pugni e poi tutti felici come prima?”
Le labbra
erano piegate agli angoli, un piccolo sorriso strafottente.
“Oh no,
nulla di tutto ciò, poi avrei preteso spiegazioni, e scuse, scuse, scuse e
ancora scuse”
“Non sono
tipo da accontentarmi di scuse”
Gli occhi
del biondo scivolarono lascivi sul corpo del bassista.
Yu si
scoprì ad arrossire come una ragazzina.
“Oddio Yu
piantala!”
“Seb, fai
prima a dirmi cosa diavolo vuoi”
Strify si
alzò spazientito e cominciò ad aggirarsi nervoso per la stanza.
“Cosa
voglio Yu? Voglio sapere perché dopo tutte le promesse, dopo tutti i “ti giuro”,
dopo tutti i “ci sarò sempre”, “ti proteggerò io” dopo tutti i “Ti amo”, voglio
sapere perché lo hai fatto”
Si
interruppe.
Aveva
urlato.
Aveva
alzato la voce.
Non gli
era mai successo con nessuno del gruppo.
Non aveva
mai perso il suo self control.
E ora era
li, davanti a Yu, mezzo nudo, con il viso rosso e gli occhi accesi di
rabbia.
Die Liebe ist ein wildes
Tier Sie atmet dich sie sucht nach dir Nistet auf gebrochenen
Herzen Geht auf Jagd bei Kuss und Kerzen Saugt sich fest an deinen
Lippen Gräbt sich Gänge durch die Rippen Lässt sich fallen weich wie
Schnee Erst wird es heiß dann kalt am Ende tut es weh
Nella
foga, l’accappatoio gli era scivolato giù per una spalla.
“Hai
mentito… hai mentito anche tu… come tutti gli altri, come tutti quelli che in
vita mia mi hanno fatto male”
Dopo la
foga il sussurro.
Chinò la
testa, sconfitto.
Dopo lo
sfogo, Yu si alzò e si avvicinò cautamente.
Proprio
come poche ore prima, aveva paura di spaventarlo se si fosse avvicinato
troppo.
Strify
intuendo le intenzioni del bassista tese entrambe le braccia avanti, per
arrestarlo.
Yu si
bloccò.
Rimase ad
osservarlo.
Rimase ad
osservare il dolore che aveva causato.
Per cosa
poi?
Perché
aveva bevuto troppo?
Perché
aveva trovato in segreteria un messaggio da parte di un ex o presunto ex di
Strify?
Perché dal
tono del messaggio aveva intuito cose che forse non c’erano mai state?
Perché la
sua gelosia era esplosa e aveva deciso di fargliela pagare?
Perché…perché…
perché….
I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry Oh no, I didn't want to hurt you I'm
just a jealous guy
I was feeling insecure You might not love me
anymore I was shivering inside I was shivering
inside
Strify si
portò le mani al viso.
Si copriva
gli occhi, come faceva tutte le volte che piangeva e non voleva farlo
capire.
Yu
arrischiò un altro passo in direzione del biondo.
Si fermò
indeciso a meno di tre passi dall’altro.
“Perché?”
sussurrò il biondo.
Aveva
alzato fieramente lo sguardo per fissare nuovamente il suo
interlocutore.
“Perché
sono un idiota. Perché ho buttato nel cesso la cosa più bella che mi sia mai
capitata nella mia vita. Perché per un mio errore tu ne stai pagando le
conseguenze. Perché dopo questo nulla sarà più come prima tra di noi. Perchè ti
amo e ora ti ho perso.”
Chinò il
capo.
Questa
volta quello sconfitto era lui.
Avrebbe
perso Strify e non lo avrebbe mai più avuto.
Scosse la
testa, sperando che con quel gesto anche i suoi neri pensieri se ne sarebbero
andati.
Strify era
impalato.
Le braccia
gli scivolarono lungo i fianchi.
Il
silenzio scese tra i due, mentre fuori un campanile lontano, annunciava le dieci
di sera.
“Non mi
hai ancora detto il perché”
Il tono
inaspettatamente tranquillo di Strify, indusse Yu ad alzare lo sguardo.
Aveva un
accenno di sorriso sulle labbra.
“Perché…”
Si sentiva
un imbecille, sapeva benissimo che il motivo che aveva scatenato il putiferio
era una stupidata.
“Ho
trovato sulla segreteria telefonica un messaggio da parte di Joseph, voleva
ringraziarti per la bella serata passata insieme”
Chinò
nuovamente lo sguardo.
“Sei un
idiota lo sai?”
Yu annuì
con convinzione.
“E sai
perché?”
Questa
volta negò con energia.
“Perché,
Joseph, è si un mio ex, ma la bella serata l’abbiamo passata in compagnia di
tutti i miei amici del liceo e lui si è presentato con il fidanzato” marcò
l’ultima parola.
Yu assunse
lo stesso colore che avevano un tempo i suoi capelli.
Rosso
fuoco.
Strify si
avvicinò di un passo.
“E dimmi,
e ti giuro che questa è per me la parte peggiore, cosa hai fatto esattamente con
Kiro?”
“ Non
siamo arrivati al culmine se è quello che vuoi sapere, ci eravamo appena
spogliati quando sei arrivato tu”
Abbozzò un
sorriso molto stentato.
Due passi
lo separavano da quel corpo che desiderava più di ogni altra cosa.
Avanzò di
uno.
Strify
passò le mani nei capelli folti, senza la piastra erano mossi e scendevano
morbidi sul viso stanco.
Fu quel
gesto che permise a Yu di notare il taglio fresco sull’avambraccio
dell’altro.
Fece
l’ultimo passo che li separava e gli afferrò il braccio ferito.
Strify si
divincolò e arretrò di un passo.
“Lo hai
fatto di nuovo…”
Yu scosse
la testa sconsolato.
Lo aveva
immaginato.
Era
tuttavia sollevato nel constatare, almeno a prima vista, che si fosse tagliato
solo una volta.
Il biondo
si ostinava a tenere il braccio ferito contro il petto, mantenendo le
distanze.
“Seb,
piantala di fare il bambino, l’hai disinfettata?”
Approfittò
della domanda inaspettata per avvicinarsi al cantante.
Gli tese
una mano e attese.
Dopo
un’occhiata in cagnesco Strify si convinse a non mordere e tese il braccio
ferito verso Yu.
“Vieni con me, ci sarà un kit del pronto
soccorso in ’sto posto”
Lo
trascinò, tenendolo per mano, verso il bagno.
Strify si
sedette sul bordo della vasca in attesa.
“Non lo
farai mai più lo giuri?” domandò all’improvviso.
Yu
interruppe la sua ricerca tra i cassetti.
Si
avvicinò nuovamente al cantante.
Al suo
cantante.
Gli prese
le mani tra le sue, e gliele strinse.
“Lo giuro,
potesse cadermi la
Tour Eiffel in testa, non ti farò mai più
soffrire”
Si
guardarono negli occhi, intensamente.
Fu Strify
ad avvicinare il viso.
Senza
lasciare le mani del biondo Yu si avvicinò a sua volta.
Quando le
labbra entrarono in contatto, un brivido pervase entrambi.
Schiuse le
labbra, permettendo alla lingua del biondo di accarezzarle con la
punta.
Yu gli imprigionò la lingua, tra i denti,
senza stringere.
Il bacio
divenne più profondo.
Strify
scivolò dal bordo della vasca fino a terra, dove si trovò in ginocchio davanti
al bassista.
Incrociò
le braccia dietro al collo del moro, senza staccare le labbra.
Le mani di
Yu scivolarono fino al viso del cantante, afferrandogli i capelli mossi e ormai
quasi asciutti.
Si
staccarono dopo alcuni minuti.
Sorridevano.
“Seb?”
Continuava
ad accarezzargli il viso, mentre le braccia di Strify non accennavano a volersi
slacciare dal suo collo.
Il biondo
inarcò un sopracciglio in attesa.
“Ti
amo”
Strify gli
rispose con uno dei suoi enigmatici sorrisi.
Nulla di
più.
Ripresero
a baciarsi.
******
Shin,
Luminor e Kiro avevano deciso per un giro nella capitale francese.
Kiro diede
un’occhiata al suo orologio.
“Yu è via
da quasi tre ore e ancora non abbiamo notizie”
“Sarà un
lungo chiarimento” aggiunse ghignando Luminor.
“Staranno
trombando” terminò Shin.
N.DA.
Perdonate il ritardo, ma ho cambiato il pc, ho perso la pass di EFP e tra una
roba e l'altra mi sono dimenticata di richiederla.... comunque ecco qua il
capitolo che tanto aspettavate ^^ fatemi sapere ovviamente cosa ne
pensate^^.
Canzoni del
chap:
-Right Here in my arms
–HIM-
-Amour-Rammstein
-Jealous Guy –John
Lennon
Traduzione
Amour:
L’amore è un
animale selvaggio Ti respira ti cerca Nidifica sui cuori spezzati Va a
caccia vicino baci e candele Succhia forte sulle tue labbra Scava tunnel
tra le costole Si lascia cadere soffice come neve Prima diventa caldo, poi
freddo, alla fine fa male
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