Tutti i colori della vita

di simore
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La nuova città non era molto grande, ma era molto carina: incorniciata da montagne rocciose a nord e circondata da verdi boschi e spiagge sabbiose. Un vero gioiellino della natura che qualunque amante del verde avrebbe scelto come luogo di permanenza. La cittadina d’altra parte sembrava avere tutti i comfort di una città moderna: negozi di abbigliamento, gioiellerie, bazar nei quali trovare ogni cosa ti venisse in mente, bar, ristoranti, cinema… probabilmente anche dei centri benessere!

Il fatto che fosse vicina al mare, me la faceva piacere ancora di più, era come se in qualche modo addolcisse la nostalgia della vecchia casa. Là passavo intere giornate sulla spiaggia a scherzare e giocare con Iris e Ken, e proprio durante una di queste giornate avevo conosciuto Dake. Era il “belloccio” della spiaggia: alto, capelli biondi, occhi di un acceso verde smeraldo… Amava trascorrere tutto il suo tempo libero surfando, ed era anche molto bravo, era uno spettacolo vederlo stare sulla cresta dell’onda, domare quegli enormi cavalloni con il vento che gli scompigliava i capelli. Cominciammo a conoscerci e, tra una battuta e una risata, finii per innamorarmene: era la mia prima vera cotta e Dake rappresentava quindi una figura veramente speciale nel mio cuore.
Non sono mai stata una di quelle ragazze che s’innamora prima di tutto dell’aspetto, anzi ho sempre creduto con tutta me stessa che l’amore fosse qualcosa di più profondo e infatti quello che mi conquistò di Dake, fu il suo modo di fare sveglio ma gentile, la passione con cui si dedicava alle cose che amava e la sua amabilità con le persone.
Ero sicura che lui fosse una di quelle persone su cui fare affidamento nel momento del bisogno, di conseguenza, quando, nel momento in cui avrei voluto averlo vicino, lui sparì, il mio cuore andò in pezzi. Poche settimane dopo si ridusse definitivamente in poltiglia quando lo vidi con un’altra e scoprì che durante tutto il nostro rapporto lui aveva sempre frequentato altre ragazze.
Ripensandolo ringraziai il cielo di essermi trasferita, almeno sarei stata sicura che non l’avrei più rivisto!
La casa nuova era un piccolo appartamento in uno stabile di pochi piani e la mia camera aveva un piccolo balconcino dal quale si godeva la vista del mare e della graziosa cittadina: un panorama stupendo.
Finito di sistemare tutte le mie cose, decisi di andare a fare un giro sulla spiaggia, in modo da trovare un posticino tranquillo nel quale rilassarmi, così presi la mia tracolla marrone, ci depositai dentro telefono, portafoglio e documenti, ed infine, i miei amati kiwido, con cui amavo passare il tempo per rilassarmi.
Arrivai in spiaggia e scelsi un angolo sabbioso racchiuso da scogliere a destra e sinistra e dal mare frontalmente: era semplicemente perfetto, tranquillo ma non troppo isolato, era il posto ideale. Presi i miei kiwido e cominciai a “giocolare” serena, cullata dalla leggera brezza e dal pacato ritmo del mare, quando, con il cambiamento di direzione del vento, arrivò alle mie orecchie il suono di una musica lontana: sulle scogliere un ragazzo dai fiammeggianti capelli rossi suonava la sua chitarra, mentre gettava fugaci occhiate ad un grosso cane nero che si divertiva a giocare fra le onde del mare. Rapita da quell’immagine, solo dopo un bel po’ mi resi conto che il mio telefono stava squillando…
“Pronto? Iris!”
“Ehi Ivy! Stavo per staccare! Volevi farti desiderare?”
“Ma no, che dici?! E’ solo che…”
“Solo che…???”
“Niente, lascia stare! Come stai?”
“Tutto bene! Ma tu piuttosto?  Sei arrivata, no? Com’è la nuova città? E la casa?”
“Quante domande! Cos’è un interrogatorio? Non perdi tempo, eh?!”
“Oh su… Smettila di farti pregare e vedi di raccontare!”
“E’ una cittadina molto carina, tra l’altro vicina al mare… Difatti ora sono in spiaggia con i miei kiwido! La casa…”
M’interruppe “Lascia stare l’argomento kiwido che oggi in gita Ken li ha visti in una vetrina e ha cominciato a disperarsi e piangere a dirotto pensandoti! Per di più davanti a tutti! Mi è toccato trascinarlo via tirandolo per un braccio! Che figura!”
Risi di gusto immaginandomi la scena “Ahahah… Ma che tenero Ken! Anche voi mi mancate un sacco! Mi sembra strano essere in una spiaggia senza di voi!”
“Ora non fare la malinconica anche tu! Piuttosto cerca di conoscere qualche ragazzo carino!”
“Certo Iris, sarà tra le mie priorità…”
“Beh, se non interessa a te, almeno cercane uno da presentare a me quando ti verrò a trovare?!”
“Sei sempre la solita! Che ne pensi del venditore ambulante che sta passando qui in spiaggia?”
“E’ carino???”
“Beh… Ha il fascino del brizzolato!”
“Vedi di impegnarti di più altrimenti ti faccio diventare io brizzolata!!!”
Scoppiai a ridere “Sissignora!”
“Ora ti devo lasciare… Ci sentiamo, un abbraccio grande, grande!”
“A presto Iris! Ti voglio bene” riattaccai.
Mentre stavo riponendo le mie cose, pronta per ritornare a casa, mi sentii chiamare…
“Ivy!” Questa voce…
“Ivy!” Mi sembra familiare…
“Ivy!” Mi girai e m’irrigidii all’istante…
“D - D - Dake!”





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