Quando non si cerca, si trova

di slice
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Tabella blu, prompt: cielo stellato





Un momento di silenzio



Un attimo prima la rabbia e il dispiacere formavano un mare di amarezza in tempesta, poi qualcosa le ha portato forza, serenità; cos'era? Sakura si guarda addosso e scopre la sua mano sinistra stretta in quella di Kakashi. Lui sta parlando, urlando, e nel suo occhio, può scorgere la stessa amarezza.
Naruto ha un'espressione terrificante, quasi fosse indeciso se essere dispiaciuto o incazzato. Tsunade urla per farsi sentire, sbattendo ogni tanto il pugno sulla scrivania. Accanto, Shizune squittisce parole che lei non riesce a comprendere. Yamato cerca di placarli, Sai li osserva silente, ma anche i loro occhi, come quelli di tutti, sono puntati su Sasuke.
“Non ci posso credere,” sussurra Sakura.
Lui le lancia un'occhiataccia, ma continua a parlare sopra gli altri. Poi torna il silenzio.
Sakura sospira, mentre ritira la mano. Sasuke rimane voltato, i capelli neri coprono gli occhi e metà della guancia rossa.
“Non ci posso credere,” ripete.
“Sa... Sakura chan...”
“Non ho neanche pensato a tutto questo,” continua lei, ignorando Naruto, “perché ho fiducia in Kakashi.” dice, ha un tono controllato, si sente davvero calma come sembra. “Tu pensi sia solo un traguardo, ma salire di grado significa soprattutto responsabilità maggiore, cosa per cui tremerei come una foglia se non mi fidassi del giudizio di chi mi ha messo quest'onere addosso.”
Tsunade si schiarisce la gola, distraendoli tutti un momento. Sakura fa un passo verso la porta, la mano di Kakashi si stringe più forte prima di lasciarla.
Ha il fiato corto quando raggiunge il tetto. Il vento porta i rumori del villaggio e lei sospira respirando umidità e stelle, appena alza lo sguardo.
Non piove più, il cielo è così terso che le stelle brillano nelle pozzanghere.
Cigolando, la porta alle sue spalle si apre e si chiude.
“A un certo punto, ho pensato che dovrebbe fare un suo team,” dice lei, “uno di gente come lui che ha sempre la risposta in tasca.”
Un sospiro la raggiunge, lei scuote la testa e continua.
“È la prima volta che succede eppure mi sento in colpa,” mormora, “lui invece, così indignato, così ferito da tutti noi idioti vissuti nella serena ignoranza che suo fratello ci ha regalato, non ha bisogno di sentirsi in colpa, è nel suo pieno diritto ferirci.”
Naruto la affianca.
Sakura non era sicura che fosse lui, ma non importa, la sua mente fluttua di nuovo in quell'amarezza e riesce solo a tenere il naso per aria, lo sguardo immerso nel chiarore della notte, per non piangere.
“Non è una buona idea,” dice Naruto, senza guardarla, “pensa che team odioso...”
Sakura emette uno sbuffo divertito tanto improvviso che sputa e deve pulirsi le labbra con il polso.
Naruto le tocca una spalla affinché lei si volti a guardarlo, poi, quando lo fa, la abbraccia.
“In realtà...” farfuglia lui, contro la sua divisa, “brucia terribilmente anche a me che tu sia diventata jounin per prima.”
Lei ride poiché il suo borbottio le suona come il broncio di un bambino, e lo abbraccia forte.


500 parole







Sasuke è un sociopatico emotivo ed egocentrico e non è che voglia sempre far del male agli altri, è solo che per lui è una fatica immane prendere nota di quel che c'è oltre al suo naso, quindi travolge tutto e non s'accorge di niente almeno che qualcuno gli dica “ehy, deficiente, guarda che hai travolto tutto!”, allora si guarda indietro e ha pure la faccia come il culo di spalancare gli occhi, stupito.
Secondo me, eh.







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