Premessa: tutti i personaggi appartengono a Rumiko Takahashi
(fatta eccezione per alcuni, ideati dalla sottoscritta)
Non
c'è rosa senza spine
Partito
il colpo di pistola, pregò il cielo che si muovesse da
lì
e alla svelta.
Hiroshi
pallido come un cencio scattò in ritardo, che fosse sordo,
oltreché limitato? Perché mai il professore
l'aveva
messo a correre nella sua squadra?
La
staffetta proseguì nell'ansia dell'aspettare, finquando Jin,
il terzo uomo, non superò Gosukugi recuperando terreno.
Poco
dopo il ragazzo col codino scattò, un bracciò
teso
all'indietro per afferrare il testimone di Jin.
-
Op!
L'aria
gli sferzò bruscamente su viso e braccia, quasi volesse
agguantarlo in una morsa da pelle d'oca e inrigidire anche gli arti
inferiori col suo peso rafforzato.
Ma
niente e nessuno l'avrebbe fermato, ora che era il suo turno.
Superò
senza neppure contarli alcuni rivali, aumentando il passo lungo il
tratto grumoso della corsia che s'incurvava.
Lasciò
scorrere una manciata di secondi prima di voltarsi e guardarsi alle
spalle.
Sogghignò,
non c'era niente da fare, era troppo bravo. Stavano mangiando la sua
polvere!
Sulla
corsia numero quattro, Sentaro lo inseguiva con un margine di due
metri e mezzo, forse tre, mentre gli altri staffettisti arrancavano
in coda sempre più distanti.
Due
di loro, sudati fradici stavano facendo a gomitate per sorpassarsi,
combinando un nulla di fatto.
Gettò
uno sguardo sulla destra.
Le
ragazze annidate alla bell' e meglio sull'aiuola di delimitazione osservavano con discontunuità ora l'uno ora l'altro corridore,
commentando animatamente fra di loro, o picchiettavano annoiate sui cellulari.
Il
traguardo non era lontano, gli mancava pochissimo.
Una
volta superatolo il professore gli avrebbe dato la mano e il
registro di valutazione della classe ammettendo che il suo alunno
era superiore alla media. Così bravo da poter essere
esonerato da quelle tediose lezioni di ginnastica e fare il suo
lavoro, meglio di lui.
-
Uhuhuhuhuh!
Non
riuscì a terminare quel sogno ad occhi aperti che venne
sballottato per aria.
Un
nastro nero l'aveva avvolto stretto al torace ritirandolo indietro come una cintura di sicurezza durante un violento incidente stradale.
Si
accorse quando oramai era tardi di essersi sbucciato i gomiti.
Era
talmente spiazzato da non riuscire nemmeno ad articolare il nome di quella spina nel fianco.
Kodachi!
Al
contrario la ragazza era in forma smagliante col suo costume da
ginnasta indosso e un mazzo di rose rosse sotto al braccio.
-
Ranma tesoruccio! Ho bigiato la scuola per venire a trovarti, che ne
dici di andare in qualche posticino a mangiare, noi due soli, come
due bravi studenti? Ahahahah!
La
staffetta si era fermata senza vincitori ne vinti per quel
fuoriprogramma e tra lo stupore generale... quella pazza osava
chiedergli un appuntamento?
-
Dico che non ci penso proprio! - rispose, sbrogliandosi, non senza
difficoltà dal nastro della sorella Kuno.
Stupita,
quest'ultima si mise una mano davanti alla bocca: - uhuhuh! Temo di
non aver sentito bene caro, in ogni caso prima prendi questi!-
gridò passandogli al volo il mazzo di rose che aveva con sé.
Ranma
arrossì d'imbarazzo. Lui, un uomo in un giorno qualunque,
che riceveva un mazzo di fiori dalla ragazzetta più petulante
del Giappone, insomma... era ridicolo! Che figura ci faceva?! Si sentiva
gli occhi di tutti, praticamente puntanti addosso.
Sopratutto
quelli dei ragazzi, i quali sembravano già fare del
sarcasmo,
e più in particolare quelli nocciola di Akane. Doveva
assolutamente far capire a quella scocciatrice di Kodachi, che non
era per nulla interessato alla sua compagnia!
Un
alito di vento gli portò il profumo dei petali alle narici.
Era
rilassante e davvero buono.
Socchiuse
gli occhi e aspirò di nuovo quel sapore ipnotico.
-
Lascia in pace il mio fidanzato! - Riconobbe la voce di Ucchan e
quando riaprì gli occhi la vide frapporsi alla rosa nera del
San Bacco, quest'ultima eseguì un salto mortale per
scavalcarla e venire verso di lui.
Gli
posò delicatamente una mano in spalla - Allora
ripasserò
domani, vedo che hai da fare...
Prese
per mano Kodachi.
-
Dove vai? Sono io che dovrei venir via con te!
-
Oh Ranma, il tuo amore per me è così grande che
mi
commuove! – finse di asciugarsi una lacrima l'intrusa.
Le
sorrise – Sì è così!
-
Che cosa stai blaterando?!?! - s'infervorì Akane, poco
lontana.
-
Perché sprecare una così bella giornata lontano
da te,
perché non possiamo vederci quando vogliamo! -
continuò
impavidamente Saotome ignorando l'intervento della giovane Tendo.
-
Vieni a vivere a casa mia, mio tesoro! - replicò subitanea
la
voce disperata di Kodachi.
Saotome
allora, sgranò gli occhi per la meraviglia; –
Perché
non ci ho pensato io?! Ma sai che ti dico! Vado a fare la valigia e
sarò subito da te!
La
brunetta annuì – Allora ti aspetterò a
casa nostra!
-
Non ci posso credere...- bisbigliò Ucchan confusa dallo
strano
comportamento dell'amico d'infanzia.
Quando
Kodachi si mise il burrocacao alzò il mento e chiuse gli
occhi, nessuno dei presenti si aspettava veramente un bacio, ed
invece tutti quanti si sbagliarono!
Il
loro bacio durò molto poco e sembrò a fior di
labbra,
dopodiché l'imbucata se ne andò saltellando tutta
contenta ed il giovane saotome, altrettanto in visibilio
uscì
dal cortile senza dare la benché minima spiegazione,
portando
con sé quel benefico mazzo di rose.
Akane
non sapeva come prenderla, ne cosa fare, dentro di sé era troppo scossa e... delusa.
Se
Ukyo non l'avesse costretta a tornarsene subito a casa, proponendosi
di accompagnarla, forse non sarebbe stata altrettanto tempestiva.
Lei
era permalosa e pudica e certi baci del fidanzato con le altre stentava a digerirli.
Ci
metteva sempre un sacco di tempo a vedere le cose dalla giusta
prospettiva, gelosa com'era.
Invidiava
Ukyo, che in una situazione del genere ingoiava il rospo pur di dare pan per focaccia a Kodachi. Era più pronta a reagire di quanto lei lo fosse mai stata in tutta la sua vita.
Paragonata
ad Ukyo, Shampoo e Kodachi, Akane si sentiva ancora un po' troppo bambina.
Non
era pronta a dire ti amo, senza sentirsi rispondere anch'io, ma alle altre questo dettaglio non importava, per loro contava solo il risultato finale.
E
se la loro assiduità, un giorno arrivasse ad essere
premiata?
Se Ranma si stufasse di una ragazza che non sa' essere dolce, e che
non sa' nemmeno cucinare? Pensò stringendosi nelle spalle.
-
Ranchan non è in sé, dobbiamo fare qualcosa... -
sentì
di colpo la voce di Ucchan che dava vita ai propri pensieri, dopo un
lungo silenzio.
-
Credo che tu abbia ragione, non è da lui fare il romanticone!
-
Eppoi Kodachi non mi piace! Non mi fido di lei!
A
quell'intervento Akane sorrise, replicando ironicamente:
–
Non l'avrei mai detto, che quella pazza
fanatica di
Ranma non ti piacesse!
- Credo soltanto che non sia molto corretta... - azzardò
timidamente Ukyo, facendo spallucce.
-
Oh! Guarda! Quello lassù non è Ranma?! -
berciò
qualche istante dopo la cuoca, alzando un braccio ad indicare il
ragazzo che, zaino in spalla balzava da un tetto al succesivo.
-
Io lo inseguo, e tu? Non vieni con me?
Si
sorprese di quanto tempo trascorse, mentre Ukyo teneva lo sguardo
fisso su di lei senza batter ciglio.
-
Mh... no, torno a casa, non intendo seguire quello stupido! - si
decise infine a parlarle.
-
Come vuoi - Ucchan la lasciò perdere e se ne andò.
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L'autrice si racconta:
Questa storia mi è venuta fuori un po' di mesi fa,
ed è ancora in fase di costruzione, sebbene chiara nella mia
mente, percio' non aspettatevi aggiornamenti veloci o puntuali. Per le
domande che vorrete farmi, o per dei chiarimenti vi aspetto al capitolo
successivo. Dedico questa storia a mia nonna.
Un ringraziamento generale,
baci e a presto, la vostra Laila^^!
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