I pensieri di Hazel
Parole
e ricordi
sono
trascorsi 2 anni da quando il mio grande amore avversato dalle stelle
se n'è andato.
Due
anni... in cui non sono più stata la stessa... due anni di infinita
nostalgia.
Dopo
la morte di Augustus..... ho sempre vissuto nei ricordi di un passato
ormai lontano senza di lui.
Senza
le sue risate, senza il suo carisma eppure ricordo come se fosse ieri
il nostro primo incontro...
nel
cuore di gesù.
Ricordo..
il suo sguardo su di me... il mio avvampare
quando
incrociavo i suoi occhi.
Ricordo
benissimo.. quando Patrick gli domandò quale fosse la sua paura.
''Le
mie paure?'' Domandò Gus con una punta di decisione nella voce.
''Si''
rispose Patrick.
''Ho
paura del oblio'' rispose Gus senza esitazione.
''
Ne ho paura come il proverbiale cieco aveva paura del buio''
Ricordo
benissimo la mia risposta... la nostra prima discussione.
Non
potrò nemmeno dimenticare, quando mi portò a casa sua e guardammo
“V per vendetta”.
Quanto
mi mancano quei momenti, ogni volta che ci ripenso è come se un
centinaio di spille mi perforassero il cuore.
Sono
così tanti i ricordi che ho di lui.. le nostre risate, i nostri pic
nic al parco delle ossa, dio
quanto lo amavo riusciva a dare un senso alle mie giornate, prima di
conoscerlo le passavo sempre sul divano guardando American's next top
model con mia madre.. non che mi annoiassi assieme a lei, ma con lui
era diverso.
Oppure
i nostri fantasticare su “un imperiale afflizzione”.
Non
mi dimenticherò Il nostro viaggio ad Amsterdam, il nostro primo
bacio alla casa di Anna Frank mentre tutte le persone ci
applaudivano, oppure la nostra prima volta, tutti quei ricordi
meravigliosi di quel pomeriggio nella fantastica e desiderata
Amsterdam.
Vorrei
cercare di dimenticare Van Houten, il suo ricordo non mi manca
affatto. Ricordo benissimo il modo in cui ci trattò le crudeli
parole che uscirono dalla sua bocca.. sebbene sapessi che stava
dicendo la verità, quelle parole taglienti, mi ferirono.
“Siete
un effetto collaterale, di un processo evolutivo che si cura ben poco
delle vite degli individui, siete un esperimento fallito nella
mutazione””
ricorderò
sempre la delusione che provai nel sentire quello scrittore che
tanto ammiravo dirci quelle parole.
Ma
Gus era come, sempre pronto a farmi star meglio ricordo addirittura
che voleva finire lui il libro per me.
Sorrido
al ricordo.
Poi
con il nodo che mi stringe la gola, ripenso al momento in cui mi
disse che era malato di nuovo.. che il tumore si era sparso in
diverse parti del corpo.
I
suoi occhi addolorati che fissavano dolcemente il mio viso.
Vidi
tutte le mie speranze svanire, nonostante il mio cancro ai polmoni..
stando con lui ero riuscita guardare avanti, prima di allora quando
pensavo al mio futuro vedevo il nero totale, lui era riuscito a darmi
delle speranze, sebbene io non ci credessi.
I
giorni passarono molto velocemente, io ero decisa a far passare a Gus
i migliori giorni della sua vita.
Pertanto,
continuavo a comportarmi come sempre nonostante ogni giorno che
passava lo vedessi sempre più debole.
Nei
suoi ultimi giorni, Gus dovette portare sempre una flebo al suo
fianco seduto su una sedia a rotelle.
Augustus
volle che gli scrivessi un elogio funebre e volle fare un
prefunerale.
Fummo
in tre al suo prefunerale io, Isaac (Un nostro carissimo amico) e
lui.
Porto
il ricordo di quella sera sempre nel cuore perchè fu una delle
ultime in cui lo vidi sorridere.
Una
settimana dopo morì.
Quei
giorni furono un inferno per me, fu come se mi avessero strappato il
cuore dal petto, una parte di me morì con lui.
Il
funerale, fu ancora più doloroso, guardavo la sofferenza nel viso
della sua famiglia e potevo capire perfettamente come si sentivano.
Quel
giorno vidi anche Van Houten, la sua presenza non mi fece ne' caldo
ne' freddo.. inizialmente fui sorpresa di vederlo, ma il ricordo di
Amsterdam era ancora inciso nel mio cuore.
Van
Houten s'imbucò nella mia auto.
“Che
faccia tosta che aveva”
Non
potrò dimenticare facilmente la conversazione con lui, in auto.
Non
smetterò mai d'esser grata a Lidewij (la cameriera) di Van houten
per essere riuscita ad inviarmi via mail la lettera.
Era
una lettera di Gus, i suoi genitori compreso Isaac mi avevano
accennato di una sua lettera, l'avevo cercata d'appertutto ma non ero
mai riuscita a trovarla.
Subito
dopo averla letta, fui pervasa da tantissime emozioni, piansi
sorrisi e piansi di nuovo.
Decisi
di stamparla e la misi sotto il guanciale ogni notte la rileggevo e
rileggevo.
In
quegli attimi, era come se le parole scritte da Gus mi cullassero.
Quando
i mesi passarono continuai a frequentare Isaac.
Insieme
lo ricordavamo... Isaac, era l'unica persona che riuscisse a capirmi.
I
mesi che passarono senza di lui furono sempre più strazianti, non
potrò mai ringraziare i miei genitori per essermi sempre stati
vicino ogni notte in cui mi svegliavo piangendo, invocando il nome di
Gus.
Una
delle cose che mi rese talmente felice fu il fatto che mia madre
riuscì a trovare un lavoro.
Mentre
nel tempo libero aiutava tutte le persone come noi, famiglie con
bambini malati, aiuta tutte quelle persone che si sono trovate nella
nostra stessa situazione qualche anno fa.
Quando
sto bene vado quasi sempre con lei, aiutare gli altri mi rende
felice.
Mi
fa dimenticare per qualche attimo il vuoto che Gus mi ha lasciato
aperto, dentro di me.
Isaac
invece ha finalmente trovato una ragazza degna di lui.
Anche
lei è cieca, dice che la completa.. finalmente è di nuovo felice ed
io lo sono per lui perchè davvero è un ragazzo che si merita la
felicità.
Credetemi
non so perchè ho deciso di scrivere tutto questo su un foglio, forse
perchè sento che scrivere tutti questi pensieri sia liberatorio.
In
questi ultimi mesi, la mia malattia è peggiorata sento davvero che
manca poco a scrivere la parola fine alla mia vita.
Tutto
è cominciato una sera, stavo davvero male.. stavo portando del the a
mia madre quando un dolore fortissimo mi ha annebbiato la testa.
Non
respiravo più, la fatica che facevo a rimanere cosciente era
incredibile.
I
miei genitori, mi portarono subito all'ospedale e beh i dottori
dissero che l'acqua cancerogena che avevo nei polmoni aumentava di
giorno in giorno.
Andavo
all'ospedale tre volte a settimana per cercare di fargi svuotare.
Sentivo
che non ce la facevo, addirittura faticavo a respirare anche con il
mio amato sondino.
Dopo
pochi giorni i dottori dissero che avevo solo qualche settimana di
vita.
I
miei erano distrutti, io no.
Sapevo
che prima o poi questo orribile periodo sarebbe arrivato.
In
poche parole... sono felice e triste.
Da
un lato mi ricongiungerò al mio grande amore e dall'altro non voglio
lasciare soffrire i miei genitori, non voglio veder soffrire di nuovo
Isaac.
Penso
continuamente a ciò che i miei genitori mi hanno promesso, ovvero di
non lasciarsi.
Nonostante
tutto quello che io sto passando gli vedo amarsi sempre di più e ciò
mi rende la persona più felice del mondo.
Non
ho paura...sono pronta ad affrontare la morte.
I
ricordi continuano a sovrastarmi però penso sempre alle cose
positive che ci sono e ci saranno... quello che voglio dire a
chiunque vive e non vive una situazione come la mia è di non
abbattervi se qualcosa nelle vostre vite non funziona.. non
rinchiudetevi in voi stessi, ma vivete assaporate la vita come se
fosse il vostro un ultimo giono e amate
le
persone che vi stanno vicine e se potete cercate del bene a chi è
meno fortunato.
Guardo
i fogli sparsi e gli ragruppo insieme... sospiro e faccio un debole
sorriso.
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