Passai gran
parte della notte a meditare sull’incontro,
avvoltolato un una coperta di pessima lana, che non faceva che
pizzicarmi le
braccia, col risultato che ogni riflessione che iniziavo era
puntualmente
interrotta dalla mia ricerca di una posizione più comoda su
quello che non era
neppure un letto, ma una specie di giaciglio che usavamo nei nostri
villaggi.
Non ho sbirciato in tutte le camere, ma sono convinto che lui aveva uno
di quei
moderni letti alti e comodi, ci avrei scommesso…
L’idea
della scommessa venne tempestivamente associata a
quella dei soldi e, come immediata conseguenza, alla nuova idea che il
mio ex
compagno d’avventure (in senso buono, s’intende) si
era fatto del suo ex nemico
numero uno, il denaro, e colui che lo rappresentava a pieno nel nostro
gruppo.
Mi ricordo di una volta, mentre aspettavamo che iniziasse una delle
nostre
riunioni “strategiche”, a cui ero talmente
interessato che riflettevo sul tempo
atmosferico piuttosto che ascoltare, che qualcuno, non ricordo chi,
aveva
portato un nuovo soprannome per Kakuzu, uno strano nome da una strana
frase
che, personalmente non avevo mai sentito: “Non puoi servire
sia Dio che
Mammon”. Mi venne spiegato che Mammon era considerato il dio
denaro e, in quel
preciso istante, ricordo perfettamente l’intervento di Sasori
a proposito: “è
vero” aveva detto: “L’arte per me
è come un dio e non mi piegherò mai alla
volontà del denaro, mai, mai”.
Mi ricordo
anche che ogni volta che si parlava del tempo,
lui usava ripetere parole come “mai” e
“sempre”, come un poeta nei suoi scritti
che ripete le parole per sottolineare un concetto; io non sono mai
stato un
appassionato di poesia, ma capii subito che questa ripetizione gli
derivava dal
fatto di volere che tutto ciò che lui faceva fosse
considerato eterno.
Probabilmente non si è mai accorto che queste continue
ripetizioni facevano
pensare agli altri di avere davanti un imbecille piuttosto che un
vivace
sostenitore dell’eternità.
Non so
quando mi addormentai, so solo che quando riaprii
gli occhi, la luce scarlatta del sole cominciava a scivolare nella
stanza; era
piuttosto presto e mi stupii non poco della cosa, di solito non mi
sveglio mai
all’alba, è un’impostazione personale
che non ho mai avuto. Poi capii il motivo
del mio risveglio improvviso; sentii dei passi sul balcone davanti alla
mia
stanza, poi un’ombra si allungò sulle piastrelle
che riflettevano una luce
macabra, che ricordava terribilmente il colore del sangue. Mi avvicinai
alla
finestra e lo vidi, seduto sul bordo del balcone con le gambe che
ciondolavano
nel vuoto del secondo piano; aprii la finestra e uscii, raggiungendolo
con
cautela, ma lui si accorse quasi subito del mio arrivo:
“Perché in piedi a
quest’ora?” mi chiese, senza voltarsi:
“Mi hai svegliato. Stai tentando di suicidarti?”
non so perché, ma mi sembrava che continuasse ad avanzare
sul bordo, come se
volesse cadere. Scrollò la testa: “Incontrarti
ieri è stato un errore” mi
disse, sconcertandomi. Che finalmente si era deciso a parlare?
Si
batté una mano sulla guancia: “è
terribile come mi ero
illuso di poter cancellare la mia esistenza precedente, invece
è stata lei che
è venuta a cercare me” lo lasciai parlare, senza
interromperlo: “Perché
continuare ad avere legami con una vita che disprezzi? Quella vita non
mi
appartiene più, la mia non- morte è stato un
segnale di rinascita, che mi ha
detto Svegliati! Questa non è la
vita che
devi condurre! “ sospirò:
“Forse non è stata neppure quella che meritavo,
era come se mi stessi scavando la tomba da solo”
“Per questo che ora non sei
più com’eri un tempo?” annuì.
Effettivamente mi ha stupito, è più riflessivo e
contemplativo di quello che mi aspettavo e il suo ragionamento non
è del tutto
errato, ma, forse è un antico principio di inimicizia che mi
spingeva a fare il
contrario di quello che lui credeva giusto, non ero d’accordo
con lui, non
volevo fare la sua stessa fine, chiudermi in una casa in una
realtà inventata
al momento per non avere più nulla da spartire con la mia
vecchia vita:
“Questo
fa di te un incostante” gli dissi: “Hai predicato
per anni tutte quelle belle cose che secondo me erano solo, scusa il
termine,
vaccate e ora, appena ne hai l’opportunità,
rinneghi tutto. Scommetto che
quando ti stuferai di giocare a Poison Ivy, rinnegherai anche tutte le
tue idee
sulla natura” Mi guardò: “Poison Ivy
è un’eco terrorista, amava a dismisura le
piante” dissi, anticipando la sua domanda.
Rimanemmo in
silenzio e io capii che avevo, in qualche
modo, mosso qualcosa nella sua mente, così continuai nel mio
lavoro: “Fino a
cinque minuti fa ti credevo la persona più vicina ad un
filosofo, con le tue
belle storie sul rifiuto della vita passata e compagnia bella, ma ora
penso che
tu sia solamente un incoerente, un vigliacco incoerente,
anzi”. Sussultò un
poco, poi calò di nuovo il silenzio.
Capii che
avevo detto tutto quello che c’era da dire;
magari una persona si sarebbe prodigata di più, cercando di
convincerlo a
tornare, ma io credo che sia abbastanza adulto da decidere per conto
suo,
almeno credo: “Ti disturbo?”
“Sì” a questa risposta mi voltai e
rientrai in
casa, la mia tattica per andarmene aveva funzionato alla perfezione.
Mentre in
camera raccattavo la mia giacca e sistemai un
poco il mio giaciglio, il mio sguardo cadde su un grosso libro con una
titolo
aspro e duro a sentirsi : Sturm und qualcosa
c’era scritto e quelle parole mi fecero venire in mente un
aspetto che avevo
tralasciato e che anzi, forse avrei dovuto citargli subito
all’inizio della
nostra discussione appena conclusa.
Andai in
quella che sembrava la cucina e frugai ovunque
alla ricerca di un foglio e qualcosa con cui scrivere; la matita la
trovai in
un cassetto insieme a dei coltelli, dimmi tu cosa ci faceva
lì, ma il foglio
dovetti ricavarlo da un libro che c’era sul tavolo.
Sì, gli ho distrutto un
libro, ma per una buona causa. Iniziai a scrivere in fretta, cercando
di
controllare che non arrivasse all’improvviso:
Facciamo
così. [scrivevo
raramente e non avevo idea di come si iniziasse
una lettera o una qualsiasi altra forma di scrittura] facciamo
che io e te ieri non ci siamo mai trovati. Facciamo che siamo
rimasti a come eravamo due giorni fa, persone che erano a stretto
contatto, ma
che non si conoscevano, persone che si erano appena sfiorate pur
vivendo quasi
tutta la loro giornata insieme.
Facciamo
così e rimediamo all’errore del nostro incontro,
cancelliamo dai ricordi questo
incontro; questi istanti non esisteranno, mai, mai come dicevi tu.
Facciamo che
questi siano stati istanti bui nelle nostre vite, come una specie di
coma. Così
il ricordo non ti disturberà più.
Ma
prima di concludere questo momento [girai il
foglio] avrei un’ultima cosa da
dirti. Ho visto la
mia tomba e non ti dico che effetto mi possa aver fatto, ma
tralasciamo;
un’anima buona ha provveduto a piantare un sasso anche per te
e qualcun altro ha
messo pure dei fiori. Non so chi siano (o chi sia) stato, so che non ti
interessa nulla, ma volevo solo dirtelo perché anche solo
per questa singola
azione non vale la pena di buttare via una vita e crearne una finta.
Ah,
giusto: qualcun altro, non ho riconosciuto la grafia, ha avuto la
sensibilità
di scrivere un epitaffio, cosa che a me non è stata
concessa. Sulla tua lastra
c’è scritto una frase che, visto le tue nuove
idee, personalmente cancellerei:
“Fur immer und eben”, penso significhi per sempre e
sempre, ma non ne sono del
tutto sicuro.
[cominciavo
ad avere poco spazio e ancora troppo da dire,
così accorciai] anche se il nostro
incontro non esisterà più nelle nostre memorie,
volevo solo farti presente che
io mi recherò a quel sasso per ricordare un
“amico” che, a quanto pare, è
morto, insieme a tutte le sue idee.
FINIS
Ciao
a tutti! Vi ringrazio per aver letto il racconto e, in particolare,
Kamusa e kiara_chan
per le loro recensioni. Grazie mille, le ho apprezzate moltissimo!! X3
Questa
storia è nata non solo come continuazione ideale per
“Dance of Death”, ma anche
per provare a dare ai due personaggi una dimensione (specialmente
introspettiva) diversa dal solito; lo ammetto, non mi piacciono molto
come
personaggi, ma perché non debbano avere un po’
più di anima intuitiva rispetto
a quella che viene loro attribuita usualmente, specialmente nel manga e
nell’anime?
Ciao^^
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