Mio dolce funghetto,
è la tua vice-mamma che ti scrive.
Perché te ne sei andato così presto? Credi che
questa sia una domanda impossibile per ricevere una risposta. E infatti
lo è veramente, perché nessuno conosce bene il
motivo per il quale ci hai lasciato.
Sarà stata forse colpa di qualcuno? Non credo
perché la Lisandri è una bravissima dottoressa,
così come lo sono anche gli altri medici e infermieri che
nella sala operatoria ti sono stati vicino, per tutte quelle
interminabili ore.
Credo che i medici ci abbiano messo tutto il possibile per risvegliarti
e farti tornare dai tuoi genitori e dai tuoi amici. Ma evidentemente il
tutto è stato più difficile di quanto abbiano
creduto.
Non riesco ancora a spiegarmelo: alcuni interventi più
complessi del tuo, a ragazzi della tua età,
riescono a buon fine, invece quello del mio funghetto non è
riuscito. Ma perché?
Io non me la cavo di scienza, malattie e medicine, ma credo che
qualcosa di storto e andato male al tuo piccolo e battente cuore sia
successo.
Invece, dopo un intervento durato tutta la notte, il tuo compagno di
stanza Rocco, finalmente si è risvegliato. Buffo vero?
La sua operazione è stata molto più complessa
della tua e nonostante questo ce l’ha fatta, è
tornato di nuovo a vivere, invece tu Davide no e di questo ancora non
riesco a capire.
Sarà stata una grandissima gioia per Piera rivedere il suo
bambino sveglio dopo mesi e mesi di coma.
E’ proprio una dolce mamma; quando quel tristissimo giorno mi
vide dal finestrino della camera piangere e piangere abbracciata a tuo
padre capì che qualcosa di veramente brutto era successo ed
è per questo che corse verso me abbracciandomi forte forte.
Invece per me, dopo tutto quello che è successo, non
è stata una gioia, ma nonostante tutto da una
parte sono felice per te perché dopo anni e anni hai potuto
rivedere la tua mamma.
Tuo padre mi ha molto parlato di lei: è stata una
meravigliosa mamma. Ti ha voluto bene, amato, ti coccolava, non
facendoti mai mancare la gioia e il sorriso.
Di lei spesso me ne parla e capisco che la mancanza è
davvero grande, ma nella vita non siamo noi a decidere sul nostro
futuro.
Inoltre tuo padre più spesso me ne parla sia dal punto di
vista fisico che caratteriale: era una semplice donna, forse con un
caratterino diverso dal tuo. Dalle foto che tuo padre mi ha mostrato ho
riconosciuto in lei qualcosa che avevi anche tu: i capelli ricci e
qualche lentiggine sul viso.
E infatti i figli riprendono molto dalle loro mamme e spero tanto che
anche da me qualcosina hai ripreso, ma non è detto che i
figli debbano per forza riprendere solo dalle mamme; tu e tuo padre
eravate molto simili dentro, stesso carattere, stesso sorriso. Me ne
sono accorta subito, appena vi ho visti per la prima volta.
Sai Davide, non te l’ho mai detto, ma io in questi pochi ma
intensi anni ti ho amato, rispettato e protetto.
Ti ho considerato come un figlio da accudire, da amare e rispettare e
nonostante il tuo caratterino non me la sono mai presa con te,
perché ho pensato che dagli errori che commettevi capivi
dov’è che avevi veramente sbagliato.
E credo che dagli sbagli hai imparato molto: la vita si affronta con
gli amici più grandi, anche con chi odi o non sopporti e
spero tanto che insieme ai tuoi primi amici, hai imparato molto da loro.
Li ho ringraziati molto i tuoi Braccialetti, per tutto il bene che ti
hanno voluto e per tutto quello che hanno voluto fare per te.
Una mattina i tuoi amici hanno avverato il tuo sogno più
grande: hanno suonato per la prima volta nella palestra
dell’ospedale. Lo hanno voluto fare per te, come mi disse il
tuo amico Vale.
Il tuo futuro fratellino potrebbe sempre prendere parte alla band,
forse quando sarà un pochino più grande.
Non so se sono stata una buona vice-mamma, come mi chiamavi tu, ma io
credo di si.
Spero, mio piccolo amore, che dopo la tua breve ma intensa esperienza
vissuta in ospedale con affianco i tuoi Braccialetti, hai imparato
molto, riuscendo a capire più a fondo i problemi della vita,
che a volte sono impossibili, ma altre volte superabili.
La tua malattia per me è stato qualcosa di molto grande che
mi ha fatto capire e conoscere tante di quelle realtà
sconosciute in questo mondo.
Sono felice per te perché ora sei di nuovo accanto alla tua
mamma, una mamma dal cuore d’oro, proprio come lo
è il tuo papà e come lo eri tu.
Uniti eravate proprio una famiglia, vera e unica.
Addio per sempre mio funghetto
Con affetto
Lilia
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