Capitolo ventiquattro.
Annie.
Erano passati solo due giorni.
Due giorni di agonia per me.
Stavo nell'angolo di quel castello, dondolandomi avanti e indietro, gemevo e piangevo senza tregua, avevo la gola in fiamme per aver urlato il suo nome all'infinito.
-Tributi attenzione attenzione- disse una voce metallica, tirai su la testa dalle ginocchia, mi guardai attorno impaurita, gemetti e mi accigliai coprendomi le orecchie con le mani -Entro il tramonto di oggi dovrete riunirvi tutti all'interno del castello, chi sarà fuori da li dopo il tramonto avrà una compagnia, interessante- disse, io scossi la testa -No, no- mormorai, mi richiusi nel mio cuscio protettivo.
Passai delle ore così tremante poi sentii un rumore, vidi una persona sulla porta ansimante che si teneva il fianco, ansimava e gemeva di dolore, la fissai e notai la sua spada, che gocciolava, mi si serrò la gola e mi agitai, cercai di farmi piccola piccola, lei sembrava non essersi accorta di me, si accascio li vicino e vidi solo il suo petto alzarsi e abbassarsi, sempre con meno velocità, la fissai meglio, era sicuramente una lei, l'avevo capito dal petto, con I rilievi che solo una ragazza poteva avere.
La fissai accigliata, incapace di non dirle nulla, lei gemette di dolore e si tenne il fianco, ad un certo punto guardò dritta verso di me, incontrai I suoi occhi castani erano pieni di dolore, storse la bocca -Uccidimi- ansimò, io scossi la testa, lei sputò del sangue e mi rivenne in mente Shon e la sua morte, mi tappai la testa con le sue mani -Dai ragazzina, fammi fuori, sono mezza morta- mi incitò, la sua voce era roca, scossi la testa con forza, I ricci sporchi seguirono I miei movimenti.
-Ti prego- urlò sputando ancora sangue, coprendosi la mano con la bocca, mi alzai con esitazione, raccolsi la sua spada e gliela puntai al cuore, lei mi guardò dritta negli occhi -Come ti chiami?- sussurrò, la voce era distante -Annie- dissi di rimando, la mia voce suonò come quella di una bambina, lei accennò un sorriso, aveva il viso ricoperto di sporcizia e sangue -Grazie Annie- mi disse, la mia mano era sulla spada, dovevo premare ma non ci riuscivo, lei aveva gli occhi chiusi e porto la sua mano rossa sulla mia e insieme spingemmo la spada nel suo petto.
Il cannone sparò 'Siamo rimasti in tre' mi dissi mentalmente, poi mi guardai le mani e mi posai le mani sulle orecchie, camminai in circolo per diversi secondi -Sono un'assassina- susurrai, vidi fuori dal castello due persone correre contro di me, andai nel mio angolo ombroso e quando quei due entrarono fissarono la ragazza morta, aveva un'aria pacifica e un quasi un sorriso sulle labbra, loro si guardarono attorno e si accamparono vicino all'uscita.
Le porte si chiuseò al tramonto, eravamo bloccati dentro. Mi mancò immediatamente l'aria -NOO- urlai, corsi a sbattere I pugni sulla porta di ferro, era pesante e mi torturai le mani per aprirla, l'aria era sempre meno, vidi dei puntini neri e iniziai a piangere dalla disperazione, cosa mi stava succedendo? Ero sempre confusa e piangevo, cosa stavo diventando? Avverti il panico salire dallo stomaco e serrarmi la gola, stavo diventando pazza? No, era impossibile...
-Piantala, siamo bloccati qui- mi urlò una voce profonda, mi girai e vidi un ragazzo spalle larghe, abiti strappati aveva il labbro superiore confio e violaceo, la pelle era colore caffèlatte, gli occhi erano ambrati un viso da maialino, appoggiai le spalle alla porta -Cosa vogliono? Che moriamo di fame?- chiese una voce nell'ombra, era più acuta della mia -Oppure aspetteranno che qualcuno muoia e noi costretti dal morso della fame lo mangiamo? E' troppo anche per I vostri standard- urlò, sentivo il sarcasmo nella sua voce. Iniziai a ridere, mi appoggiaiai al muro e risi fino alle lacrime.
Mi misi seduta nel mio angolo, avevano tappato ogni foro, mi stavo iniziando a preoccupare, potevamo anche scherzarci ma morire soffacati era abbastanza probabile. Mi appoggiai al muro con tutto il corpo, ero stanca e mi si chiudevano gli occhi, non vedevo niente. Sentii gli occhi chiudersi e passai da un'oscurità all'altra.
Sentii prima l'acqua e dopo il boato, mi aveva bagnato tutta la schiena, mi svegliai di colpo, il castello si muoveva, come tutto. Un'altro terremoto. L'acqua continuava a salire, con una velocità impressionante, mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi, gli altri imprecarono e andarono a battere contro la porta, cercai di controllare il respiro. L'acqua mi stava arrivando alla caviglia. Respirai e espirai.
-Dai Annie, non morde l'acqua- la sua voce, aprii gli occhi di scatto e con le labbra mormorai 'Finnick' ma lui non era realmente li, lui era alla capitale, forse in pena per me, anzi, sicuramente, chiusi gli occhi e mi concentrai nuovamente sulla giornata in cui mi aveva insegnato a nuotare, cercai di ricordarmi ogni movimento, feci un'ultimo respiro profondo, ormai ero zuppa fino alla vita.
Una cascata mi prese in pieno, mandandomi a terra, boccheggiai e mi tolsi dalla forte d'acqua, ero completamente bagnata e tremavo per il freddo -Cosa significa?- urlò il ragazzo con la pelle color caffèlatte, il ragazzino con la voce acuta rise -Siamo al gran finale tesoro- urlò di rimando, cercava di suonare felice ma riuscii a percepire la tensione nella sua voce, l'acqua mi stava arrivando al petto, un'altra cascata, iniziai a nuotare, cercando di stare a galla, gli altri due boccheggiavano.
Un'altra scossa di terremoto fece arrivare un'onda che mi sovrastò, mandandomi sotto, tornai in superficie boccheggiando, non vedevo nulla avevo I capelli davanti alla faccia, sentivo le urla degli altri due, un'altra scossa. Un'altra onda. Un colpo di cannone.
Urlai io, presi fiato e andai sotto poi tornai in superficie stavo nuotando alla perfezione ma l'altro ragazzo riusciva a palapena a stare a galla, si avvicinò a me e mi butto la testa sott'acqua, boccheggiai e feci delle bolle, stavo affogando, gli tirai un calcio all'inguine e lui lasciò la presa, mi allontanai da lui.
L'ultima scosse fù la più forte, sentii un colpo di cannone e infine le trombe.
Avevo vinto. Io Annie Cresta.
Venni sollevata, bagnante e tremante, non riuscivo a riconoscere nessuno, solo una voce, la più bella che potesse esistere -Ora sarai al sicuro Annie- mi disse Finnick e io caddi nel buio fra le sue braccia.
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