you are not alone
“Then build a strong friendships with others.
I wish for you happines from far away.”
Auguri Kurai.
*
Vengo svegliata all'improvviso.
Sento Mogu accanto a me agitarsi come una matta, apro gli occhi a
fatica, come se mi costasse tutte le forze che ho in corpo, senza
capire bene cosa stia succedendo.
«Mogu? Cosa stai combinando?», domando io ancora assonnata.
Lei continua ad agitarsi e io non
posso far altro che alzarmi e seguirla fuori dalla mia stanzetta. Ormai
non ricordo più come sia essere svegliata da mia madre o di mio
padre, sentire le voci dei miei fratellini che cercano di richiamare la
mia attenzione, non ricordo più niente di tutto questo.
Mogu attira di nuovo la mia
attenzione e io continuo a seguirla, mi porta fuori dal villaggio e io
continuo a pensare a cosa salti in mente a quel batuffolo di pelo. E'
successo qualcosa di brutto? Non voglio che succede qualcosa di brutto,
non ancora. Sono stufa delle cose brutte.
«Tieni, Kupo!», esclama Mogu agitandosi come un matta.
Prendo quello che mi sta porgendo,
lo osservo con curiosità. E' un semplice nastro giallo vivo,
proprio come il colore della tutina che indosso. Con un gesto mi fa
vedere qualcosa che ha in mano: un fiocco identico al mio. Gli rivolgo
un sorriso enorme.
«E' per me? Un regalo?»
Mogu mi fa cenno di sì e ci aggiunge anche un sonoro “kupo”.
«Indosserò per sempre questo fiocco, Mogu. Per sempre», le dico io sempre con un sorriso.
Mogu mi gira intorno tutta felice,
saltellando e facendo capriole, come se fosse la cosa più bella
del mondo. Abbraccio Mogu, stringendola forte a me, cercando di
trasmetterle tutto l'affetto che provo per lei e per gli altri miei
amici. Come ho potuto dimenticarmi del mio compleanno? Oggi ho sei
anni, sto diventando grande, una signorina come avrebbe detto mia
madre. Mogu si libera dal mio abbraccio e sparisce nel bosco,
sicuramente vuole cercare qualcosa per festeggiare i nostri compleanni.
Rientro nel villaggio, dove ormai
regna un silenzio assoluto, rotto di tanto in tanto dai Moguri e dai
loro "kupo". Prendo un sasso e scrivo qualcosa cercando di non fare
errori, con molta fatica, con tanta cura.
“2 le lune,
6 i miei anni,
12 i segni,
1 la solitudine”
«Non voglio essere più sola», mormoro.
Si alza un po' di vento ed è
come se i miei genitori mi stessero accarezzando il viso, augurandomi
un felice compleanno, augurandomi ogni felicità e mi sento
meglio e improvvisamente mi sento più felice.
Forse non sono sola.
Non del tutto.
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