Uno di quei giorni

di Yujo
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E' un altro di quei giorni, uno di quelli in cui non posso uscire dalla mia stanza.

Mi alzo lentamente, cercando di fare meno rumore possibile, per non svegliare Kyone, che ha passato la notte in bianco, per un'altra delle mi crisi notturne.

Vado ad aprire la finestra, quel tanto che basta per far cambiare l'aria, e mi siedo sotto di essa, ascoltando il vento frusciare fra gli alberi, ormai tinti d'autunno.

Lentamente, l'aria si riempe di musica.

Pianoforte: qualcuno sta suonando il pianoforte.

Deve essere lei, questo è uno dei primi brani che ha studiato e imparato a memoria.

E' strano suonare “Spring time” in pieno novembre.

Rimango lì, seduto sotto la finestra, ad ascoltare quella musica, delicata e decisa al tempo stesso.

Il brano termina, lentamente come è cominciato.

Apro gli occhi e noto che gli shoji sono aperti; mi volto e vedo Kyoraku che mi guarda con i soliti occhi indagatori.

-Ho sempre pensato che avesse del talento al pianoforte- mi dice.

-Di chi parli?

-Di Unohana, naturalmente!

Chissà perché glielo ho chiesto: dopotutto sapevo già la risposta.

Esattamente come ora so cosa mi sta per chiedere.

-Ti va un thè?

Te pareva! Vabbè, le mie giornate sarebbero noiose senza la sua compagnia.

-Certo!





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