What we loathe, we graft into our very soul di Alexiel Mihawk (/viewuser.php?uid=28142)
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Autore:
Alexiel
Mihawk
Titolo: What
we loathe, we graft into our very soul
Pairing:
Hans / Anna
Genere:
angst
Avvertimenti: One
shot, what if?!, implied!character death, implied!emotional
manipulation, UST,
Rating: sfw/giallo
Parole: 629
Note: volevo
scrivere qualcosa per l'anniversario di Frozen e invece è
uscito questo. NOT EVEN
SORRY. E
non sono nemmeno dispiaciuta di intasare il fandom con i miei aborti su
questo pairing malcagato. A
mia discolpa posso dire che erano le due e mezza di notte, e che mi
mancava Evil!Hans, tanto. Anche se questa sua caratterizzazione
è lontana anni luce da come me lo immagino io. Detto
ciò, questa è una what if? in cui Hans diventa Re
di Arendelle, riesce a uccidere Elsa, ma in qualche modo non sposa Anna
(no, non lo so cosa ne è stato di Kristoff, spero che sia
vivo e felice da qualche parte). Volevo solo solo un po' di angst/ust.
Per chi segue Chances, ho aggiornato col quarto
capitolo e prometto che dal prossimo si ritorna al fluff
spudorato, perché ne ho basta di farvi consumare fazzoletti
con tragiche vite passate.
What
we loathe, we graft into our very soul
In
hatred as in love, we grow like the thing we brood upon. What we
loathe,
we graft into our very soul.
Mary Renault,
The Mask of Apollo
Hans
le accarezza il volto e un ghigno si fa largo sul suo viso.
«Non
toccarmi» la voce di Anna giunge fredda e distaccata, carica
di risentimento e
rabbia.
«Mi
stai forse dando un ordine?» domanda l’uomo,
divertito «Cosa c’è Anna, dai
ordini al Re adesso?»
Rimane
immobile, ferma, con le braccia distese lungo i fianchi e lo sguardo
perso nel
vuoto, dentro di lei il cuore batte come un pazzo per quella vicinanza
indesiderata; come può, come può avere ancora
quell’effetto su di lei? Come,
dopo che ha ucciso sua sorella, dopo che è riuscito a
portarle via il regno e
ottenere tutto ciò che ha di più prezioso?
Le
dita di Hans le percorrono leggere la curva della schiena per poi
scivolare in
avanti verso il ventre, staccarsi e appoggiarsi nuovamente sulle sue
spalle.
«Dimmi,
Anna, non vorresti uscire da questa stanza?»
Sono
mesi che si ritrova confinata nella sua camera, non le è
concesso uscire, non
le è concesso girare per il castello, figurarsi poi per la
città. Anna è
prigioniera nella sua stessa casa; ma può ancora considerare
quel luogo casa
sua?
«Che
cosa vuoi?» domanda con astio.
«Lo
sai cosa voglio» solo veleno, le sue parole sono solo veleno
«Voglio una
regina».
Scoppia
a ridere, una risata stridula, vuota, ricolma di una cattiveria che non
sa
nemmeno di essere in grado di covare (ma in fondo quella non
è lei, Anna è
morta con Elsa, quella notte, mesi prima).
«Allora
dovrai cercartela altrove, tra i pizzi e le trine dei ricevimenti di
palazzo,
non qui».
«Non
fingere di non capire. Io voglio
te».
Questa
volta la rabbia la travolge e con uno scatto repentino si scosta da
lui, gli
occhi mandano lampi, ma, quando cerca di colpirlo, lui non si scompone
e le
blocca il braccio con una mano guantata.
«Io
ti odio» sibila la ragazza.
Ora
è il turno di Hans di scoppiare a ridere, la tira per il
polso e l’avvicina a
sé.
«Puoi
dirmi che mi odi, principessa» le sussurra
all’orecchio, chino sul suo lobo con
fare lascivo «Ma vedo le tue guance imporporarsi e sento il
tuo respiro
accelerare ogni volta che ti sono vicino».
Anna
chiude gli occhi, serrando le palpebre con forza, sperando che sia solo
un
incubo, un ennesimo incubo, ma quando li riapre lui è ancora
lì, con il viso a
pochi centimetri dal suo.
«Sii
la mia regina Anna. Saprò amarti in silenzio e lealmente,
davanti al mondo;
saprò essere l’uomo che hai già amato
una volta, quella notte, mesi fa, quando
mi incontrasti per la prima volta; saprò amarti davvero e
saprò amarti per
sempre».
Ogni
parola è un sussurro leggero, con ognuna di esse cerca di
legarla a sé mentre
con un braccio la porta più vicina, più stretta
contro il suo torace, e Anna
sente le gambe tremare e il cuore… Il cuore traditore perde
un battito, o forse
più di uno.
«Tutto
quello che dici è una menzogna. Non sai nemmeno cosa sia la
sincerità, Hans».
«Chiamami
ancora per nome» risponde fissandola negli occhi e ignorando
la provocazione.
«Non
ho intenzione di sposarti…» si interrompe, non sa
nemmeno lei perché «Hans».
L’uomo
la lascia andare e le bacia la mano, beandosi del suono della sua voce
e
godendo nel sentirla incapace di resistere al suo desiderio.
«Vorrà
dire che tornerò domani».
E
lei sa che lo farà. Sa che tornerà
l’indomani, e il giorno dopo ancora, e
quello successivo. Tornerà e le sussurrerà parole
invitanti all’orecchio, le
parlerà d’amore, le prometterà la
terra, il cielo e forse anche le stelle. Anna
trema al pensiero. Trema al pensiero di quanto potrà battere
il suo cuore, di
quanto potrà mancarle il respiro, trema per la
consapevolezza che, anche lei,
prima o poi cederà.
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