ci provo!
Aspettiamo un bambino
Fra pochi minuti lo
sapranno tutti.
Abbiamo organizzato una vacanza autunnale ad Aspen, un week-end lungo,
per avere tutti riuniti e informarli di quello che accadrà a
Maggio.
A Maggio, Anastasia ed io avremo un bambino. Il nostro primo
figlio.
Non è stato facile trovare un week-end in cui siano tutti
liberi
da impegni: mio padre e mia madre alloggiano nello stesso albergo
delle settimane bianche di quando noi eravamo piccoli, i miei fratelli,
Elliot e Mia, la fidanzata di Elliot, Kate, che guarda caso
è la
migliore amica di mia moglie (ma che io non sopporto), la mamma di Ana,
Carla e il suo terzo marito Bob, che sono arrivati in serata,
alloggiano nello stesso albergo dei miei. Il più facile da
avere
qui è stato il padre di Ana, Ray. Lui dorme da noi, in casa
nostra. E' ancora in terapia
riabilitativa, in clinica, ma sta facendo passi da gigante e non
è stato difficile farsi dare dalla dottoressa che lo segue
qualche giorno di riposo e vacanza. Anzi mi ha persino detto che gli
avrebbe fatto bene; a patto che non lo si stanchi troppo.
E' splendida la montagna nel pieno dell'autunno. Gli alberi
si
colorano di rosso, il cielo nella giornate limpide è di un
azzurro
intenso, le sere fresche e un po'
umide, portano a riunirsi intorno al fuoco a bere e
chiacchierare
e, di notte, è bellissimo rannicchiarsi sotto al piumone e
stringersi alla persona amata.
Oggi pomeriggio sono andato a pescare con mio padre e con Ray. Lo
abbiamo protetto e coccolato, mio suocero, in modo che non si stancasse
troppo. In realtà non abbiamo preso alcun pesce ma
abbiamo
parlato a lungo. Era proprio quello che mi ci voleva, parlare con due
uomini più maturi di me, cercare di capire che cosa
significa
essere padre e essere marito. Ho trovato tanta comprensione, in loro e
avuto molti buoni consigli.
E ora ho una sorpresa in serbo questa sera per mia moglie: il mio
regalo per il nostro primo figlio. Sarà straordinario; una
cosa
a cui lei tiene veramente molto e alla quale avrebbe rinunciato per
amore mio.
Mia moglie, la mia Ana, il mio angelo. Adesso sta venendo verso di me.
Si è appena cambiata di abito per la cena a cui dobbiamo
andare
e che per noi è così importante. Ho prenotato
un'intera sala nel ristorante
più costoso di Aspen perché sarà
lì che
daremo la bella notizia a tutti, anche se i miei genitori lo sanno di
già.
E' bellissima, come al solito, indossa un vestito giallo
chiaro di
seta, i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle, gli occhi azzurri
luminosi e dolcissimi. Si ferma di fronte a me, si solleva sulle punte
dei piedi e mi da' un bacio leggero all'angolo della bocca, poi
si sofferma ad allacciarmi la cravatta.
"Sei pronta?" le chiedo, annuisce distrattamente col capo, "nervosa?";
"Abbastanza" si schiarisce la voce,
"Perché?" le chiedo;
"Per mia madre, per quello che potrebbe dire o pensare. Per lei ero
troppo giovane per sposarmi, figurati per avere un bambino! Non so come
la prenderà...non lo so proprio" e Ana scuote la testa,
malinconica;
"Sshh..." le poso il mio indice sulle labbra per farla tacere "la
affronteremo insieme. Ci sono io con te, non temere".
Le sfioro le labbra con l'indice e la guardo, solo a sentire la sua
bocca sotto al mio polpastrello sento un rimescolio al basso ventre
e so che anche per lei è così. Mi stacco da lei,
malvolentieri, ma devo farlo. I nostri ospiti ci attendono e non
avremmo
tempo per fare l'amore anche se lo vogliamo tutti e due.
La prendo per mano e, insieme, usciamo dalla nostra stanza per
incontrare gli altri.
La cena è stata un enorme successo: ora che sta quasi
finendo
sono tutti rilassati e sorridenti, chiacchierano insieme e si
godono l'ultimo bicchiere di vino.
Mi alzo, Ana si alza insieme a me. Faccio tintinnare la
forchetta sul bicchiere per richiamare l'attenzione e...
"Scusate scusate tutti".
Nove visi si voltano a guardarmi
"Io e la mia splendida moglie dobbiamo darvi un annuncio importante".
Prima ancora che io possa proseguire, Ana annuncia, sicura: "Sono
incinta!" un brusio la
segue, ma lei continua, noncurante, "Io e Christian aspettiamo un
bambino, il nostro primo figlio" e gli occhi le brillano per la gioia
mentre pronuncia queste parole.
Improvvisamente è tutto un tripudio di esclamazioni, di
risate,
di complimenti, a turno vengono tutti ad abbracciarci e condividere con
noi questa gioia. Mia sorella è elettrizzata, mia madre
commossa, Kate è rimasta a bocca aperta, sorpresa, mio padre
e
mio fratello mi stringono la mano e mi danno pacche sulla schiena.
In questo turbinio di gioia, Carla, la madre di Ana, le si avvicina con
le lacrime agli occhi e le dice: "Oh, cara! Se fosse ancora qui il tuo
povero papà!"
"Ma mio papà è qui con me!" risponde mia moglie
"mio
papà è Ray, non ce ne sono altri. Nessun altro,
solo Ray"
Ana si avvicina a suo padre, che è rimasto seduto e adesso
ha gli occhi lucidi:
"Papà" gli dice "carissimo papà. Ho avuto tanta,
tanta
paura di perderti..." e la voce le si spezza per un attimo, rimane
qualche minuto in silenzio, stringe le mani di suo padre e poi prosegue
"tu sei così importante, così tanto importante
per me!
ho chiesto..." altra pausa; è emozionata, si vede, "...ho
chiesto a
Christian e lui ha acconsentito, di potergli dare, se sarà
maschio, il tuo nome. Forse non come primo nome, ma in qualche modo
porterà il tuo nome: il nome di mio padre!"
E, così dicendo, lo abbraccia.
E' un momento dolcissimo, tutti li guardano commossi, io mi avvicino
appoggio una mano sulla spalla di mia moglie e porgo l'altra a Ray .
"Sono veramente felice, ed orgoglioso, di averti come suocero, Ray"
"E io sono proprio contento di avere un genero come te, Christian. Sei
un gran brav'uomo e vuoi molto bene a mia figlia. Si vede. So che la
mia piccola è in buone mani."
Brav'uomo? Io? Mica
ne sono
tanto sicuro! Ma è meglio che Ray non lo sappia! Di una cosa
sono assolutamente certo, invece: che amo sua figlia più di
ogni
altra cosa al mondo.
"Ana" la chiamo e, nel farlo poso entrambe le mie mani sulle sue
spalle, lei si scioglie dall'abbraccio col padre e si volta a guardarmi
.
"Ana, moglie mia, amore mio. Il giorno in cui ci siamo sposati mi hai
reso l'uomo più felice della terra. Ora mi stai per dare un
figlio, un figlio che mi sforzerò di amare e crescere nel
migliore dei modi. E' usanza che il marito faccia un regalo alla moglie
in occasione della nascita del primo erede. Ho visto nei giorni scorsi
il profondo amore che ti lega a Ray e questa sera ne ho avuto la
conferma. Ho capito quanto sono stato egoista a pretendere che tu
usassi il mio cognome, anziché il tuo, nel lavoro. Sarebbe
un
grande onore per me se unissi il mio nome a quello di questo grande
uomo. Vorresti usare il nome di Anastasia Steele Grey, per amore mio e
per amore di tuo padre?"
Il viso le si apre in un enorme sorriso, si alza e mi getta le braccia
al collo .
"Oh, Christian" E' bellissimo!" esclama felice e poi prosegue
"Sarò ben lieta di esaudirti. Mi stai facendo un regalo
stupendo. Ci tenevo così tanto, ma così tanto!".
Mi prende il viso fra le mani, lo avvicina al suo e mi bacia a lungo,
con trasporto, fra gli applausi di tutti.
Molto più tardi, a notte fonda, mentre sono a letto, con Ana
profondamente addormentata fra le mie braccia; ripenso a quello che
quei due uomini saggi e meravigliosi mi hanno detto questo pomeriggio.
Entrambi sono padri, attenti ad amorevoli, di figli geneticamente non
loro. Eppure, non per questo ci hanno voluto meno bene.
Mi hanno spiegato che la paternità non si realizza
semplicemente nel dare il proprio DNA ad una nuova creatura; che quello
che veramente conta è prendersi cura di un figlio,
crescerlo,
asciugargli le lacrime e stare in pena per lui, quando sta
male.
E' un'esperienza da vivere giorno dopo giorno, non è per
niente facile ma ... ne vale la pena.
Questo mi hanno detto.
Chiudo gli occhi con i loro visi scolpiti nella mia mente.
Ho due grandi esempi davanti a me.
Spero solo di esserne all'altezza.
Allora, adesso vi spiego
il perché di questa one-shot.
Tempo fa Emma mi aveva chiesto di scrivere una storia su Christian e
Ana che annunciano alle rispettive famiglie di aspettare un bambino.
Avevo iniziato a buttare giù qualcosa, però non
mi venivano idee e così ho messo il progetto da parte,
almeno momentaneamente.
Poi, una decina di giorni fa (circa) Kristeen Cullen ha scritto una
bella fan fiction sull'argomento.
E mi ha fatto venire la voglia di riprovarci. Non solo, interpellata,
mi ha detto che sarebbe stata contentissima di leggere la mia versione
dei fatti.
E così eccomi qua.
Temo che sarà un po' differente dalla storia tutta miele che
forse vi aspettavate, ma io e, soprattutto Christian per come lo vedo
io, siamo fatti a questo modo.
Fatemi sapere se vi piace.
A presto
Love
Jessie
PS: non preoccupatevi, Mia continua, non ho lasciato perdere.
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