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di anqis
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3. La medicina che ci può salvare

 
 
È una brutta giornata. Per tutti, nessuno escluso. Liam siede su uno dei divani di pelle, le spalle rigide e il cellulare che stringe forte nella mano destra mentre fissa con insistenza un punto indefinito del muro. La mascella è ben definita, indurita dai tweets che devono averlo toccato di nuovo nel profondo: le crepe si aprono silenziose nelle vene in risalto delle mani. 
Zayn non ha ancora lasciato la sua cabina letto. Harry l'ha visto questa mattina o meglio, ha visto la schiena che gli ha rivolto quando ha tentato di svegliarlo. Lo ha lasciato da solo, comprensivo. La luce dello schermo del cellulare ha illuminato il suo viso stanco tutta la notte. Harry comunque non ha dormito. Non ci sarebbe comunque riuscito. 
Niall si é chiuso nella sala di registrazioni e sta suonando da ore. Harry si unirebbe a lui, anche solo per fare presenza, se solo non stesse momentaneamente attaccato al cellulare, in attesa di una risposta alla diverse chiamate che ha lasciato in segreteria a Louis. Louis che questa mattina ha varcato la porta con Paul alle sue spalle salutando con un cenno delle dita e ancora non si è visto in giro. Harry non è preoccupato, non ha accettato una sigaretta da Calum, nè ha allargato ulteriormente il buco dei jeans neri per il nervoso. 
Sospira, chiude gli occhi abbandonando la testa contro lo schienale della poltrona imbottita. È una brutta giornata: nemmeno lui con il suo buon umore pensa di riuscire a migliorarla. 
Sta già districando le cuffie che ha casualmente trovato sul tavolo basso davanti al divano, quando la porta si spalanca e la figura goffa di Zayn infagottata in felpa rossa e tuta nera viene spinta in avanti. Inciampa con stanchezza e riluttanza nei suoi stessi piedi. Dietro di lui, Louis sorride con gli occhi e "Heyyy" esclama attirando anche l'attenzione di Liam che sbatte gli occhi, confuso.
Il saluto di Louis non riceve risposta. A quel punto "Che gioia che siete" sbuffa sollevando gli occhi al cielo. 
Con un balzo si infila sul divano, tra il bracciolo e i piedi di Liam, il quale abbozza un sorriso. Zayn, ancora in piedi, scuote la testa e lo affianca, costringendo Louis a spostarsi di un posto e Liam a sedersi composto, le gambe allargate sul tappeto peloso. 
"Ho mandato un messaggio a Niall, ora ci raggiunge" spiega Louis scavando tra i cuscini del divano per trovare poi il telecomando con cui accende la televisione. "Cazzo, è inquietante" commenta quando la telecamera inquadra Lordie che impreca in diretta nazionale ai VMAs. 
Liam ridacchia, Zayn scuote nuovamente la testa e Harry vorrebbe alzarsi e baciarlo. In quel momento Louis si volta nella sua direzione e gli concede un occhiolino. Che grandissimo bastardo. 
"Quindi, oggi andiamo a fare bungee jumping" esordisce poi con un sorriso sornione, come se invece del bungee jumping avesse proposto loro di andare a fare la spesa. "Ah, prima passiamo per Tesco: sono finiti le noccioline, ho bisogno delle noccioline."
Ovviamente.
Niall decide di raggiungerli in quel momento. Scopre i denti bianchi nel vederli tutti e quattro insieme. Tiene aperta la porta e arretra di due passi. 
Louis che ha assistito alla scena, lo indica con un dito, minaccioso: "Non osare-" comincia, ma è troppo tardi. Niall prende la rincorsa e si butta su di loro con un grido primitivo. Solo Zayn si salva dal peso dell'irlandese, sollevandosi in tempo per evitarlo. Niall si parcheggia con eleganza su di loro, strappando un urlo frustrato a Louis - "i miei genitali, cazzo!" - e una risata fragorosa a Liam che chiude con un "ouch".
Harry lo ama veramente tanto mentre con stizza se lo scansa di dosso e si alza in piedi, cominciando a insultarlo pesantemente. Quanto lo ama.
 
 
Quando alla fine della giornata si trovano seduti di fronte ad un paesaggio mozzafiato, dopo del vero bungee jumping che ha visto Liam gridare con tutta la voce in corpo, Niall piangere e Zayn quasi cadere sulle gambe cedevoli, Harry gli bacia la tempia e gli sussurra Louis è la medicina che li potrà sempre salvare.

 
(684 parole) 




 
 
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un grazie,
Anqi.
 




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