Capitolo I
Ultimamente faceva fatica a distinguere gli oggetti.
Non se n’era accorto subito ma con gradualità.
Una volta Suigetsu aveva
cominciato a chiedere con insistenza una caffettiera e lui era tornato
a casa con una teiera. Eppure era convinto di aver controllato
l’immagine sulla scatola prima di afferrarla e dirigersi in tutta
fretta alla cassa ( un Uchiha in un supermercato era un bersaglio di
facile scherno ). Allora non aveva dato troppo peso all’evento ed
aveva sibilato epiteti decisamente poco carini all'indirizzo
dell’altro shinobi che, con teiera sulla testa, aveva cominciato
a camminare per casa prendendolo in giro.
Quando però si era accorto
di non riuscire più a leggere gli ideogrammi di Karin (che era
sempre riuscito a decifrare, data la scrittura netta e pulita della
ragazza) aveva iniziato a preoccuparsi.
Un calo di vista per uno shinobi
non era mai un buon evento; se poi ciò si verificava più
o meno una volta ogni due settimane, come nel suo caso, la faccenda
diventava ancora più grave.
Doveva fare qualcosa o sarebbe diventato cieco.
E, sebbene la cosa lo deprimesse
ed allo stesso tempo lo irritasse tremendamente, doveva chiedere aiuto
a qualcuno che non fosse se stesso, stavolta.
# # #
Calibrò con attenzione le
gocce di veleno e le fece scivolare nella provetta. Sospirò di
sollievo e, detergendosi il sudore della fronte con una mano,
iniziò a mescolare la miscela con una bacchetta di vetro.
Un leggero ma deciso bussare alla porta la fece fermare.
-Avanti- disse seccata; odiava essere interrotta durante la creazione di un nuovo antidoto.
La porta si aprì e Sasuke Uchiha entrò, la solita aria impassibile dipinta sul volto.
-Sasuke che ci fai qui?- chiese lei ricominciando ad armeggiare con boccette varie.
Il ragazzo si guardò intorno, poi si avvicinò di qualche passo.
-Non vi trattano molto bene a voi
ninja ricercatori- disse osservando con aria critica il laboratorio
disordinato e mal illuminato.
Sakura alzò le spalle: -
Finché mi forniscono le materie prime necessarie al mio lavoro,
mi possono anche mettere in una caverna per quel che mi interessa-
Sasuke la guardò in silenzio: da quando i suoi capelli erano diventati marroni?
-Mi passeresti quella boccettina arancione? -chiese la shinobi mentre riprendeva a mescolare la miscela.
Dopo qualche attimo si sentì toccare la spalla e vide il ragazzo porgerle una boccetta nera.
Rise leggermente:- Sasuke! Non ti ho chiesto quella, a meno che tu non voglia avvelenarmi!-
L’Uchiha la osservò
accigliato. Poi spostò lo sguardo sul tavolo su cui rimanevano
due boccette, una verde e quella arancione.
-Sicuro di stare bene? -chiese Sakura preoccupata, posandogli una mano sulla spalla.
-Io sto benissimo- mormorò
lui senza distogliere gli occhi dalle due bottigliette -ma sembra che i
miei occhi non la pensino allo stesso modo-
Seguì il silenzio.
A Sakura parve di aver capito male, non poteva essere vero!
-Vuoi forse dire che ti sta calando la vista?-
Sasuke sospirò, poi si voltò a guardarla: -Penso di sì -mormorò, infilando le mani nelle tasche.
Alla ragazza si riempirono gli occhi di lacrime e di slancio lo abbracciò.
-Mi dispiace così tanto- mormorò al suo orecchio, stringendolo forte.
Il ragazzo con lentezza
ricambiò il suo abbraccio ed affondò il viso tra i suoi
capelli, aspirando il profumo di vaniglia che emanavano.
-Sono sicura che Tsunade-hime saprà trovare una soluzione-
Sasuke la strinse più forte.
# # #
La notizia che Sasuke Uchiha
rischiava di divenire cieco alla tenera età di 19 anni aveva
fatto il giro di Konoha in una battibaleno. Non che Sakura fosse stata
indiscreta ma, si sa, in un ospedale gli esami di un paziente non sono
mai una faccenda privata.
Diverse erano state le reazioni.
C’era chi come Kiba Inuzuka
andava in giro con aria compiaciuta affermando che “alla fin fine
chi semina, raccoglie”. Chi si cospargeva il capo di cenere e
vagava per le strade del villaggio piangendo (tutte le componenti del
neo "Sasuke Uchiha fan club", sempre in lite con quello di Neji
Hyuuga). E chi infine non aveva nulla da dire e continuava ad
allenarsi, come Shino Aburame.
Sasuke era rimasto impassibile e
da più di due settimane attendeva di entrare in ospedale per
farsi operare chiuso in casa. Juugo e Suigetsu gli facevano compagnia
ma era più il tempo che passava da solo rispetto a quello che
trascorrevano assieme. D’altronde non avevano nulla da dirsi: lui
si era chiuso in un mutismo ferreo e loro, sebbene fossero suoi
compagni di squadra da più di tre anni, non sapevano trattare
con il dolore e l’orgoglio di un Uchiha.
Sollevato dalle sue mansioni di
genin, Sasuke passava le sue giornate a dormire, dato che Sakura gli
aveva proibito categoricamente anche solo di avvicinarsi ad un libro.
Le uniche visite che aveva
ricevuto fino a quel momento erano state quelle di Kakashi, che gli
aveva battuto una leggera pacca sulla spalla e gli aveva augurato buona
fortuna, e quella di Rock lee, che in un turbinio verde acido lo aveva
esortato a non lasciarsi andare ma di farsi pervadere dalla forza della
giovinezza.
Come se fosse così facile non abbattersi quando si fa fatica a distinguere il divano dal tavolo.
# # #
Erano le due del pomeriggio.
La casa era avvolta nel silenzio più completo.
Juugo e Suigetsu erano andati ad allenarsi e lui, con aria insonnolita,
si era sdraiato sulla veranda. Faceva caldo e voleva dannatamente
togliersi la maglietta ma il torpore della mente era riuscito a
paralizzargli anche gli arti.
Stava per appisolarsi quando un fruscio lo insospettì: chi c’era in giardino?
Guardingo, si mise a sedere sondando con lo sguardo il poco che i suoi occhi ancora percepivano.
Riuscì a malapena a reagire
quando qualcuno lo attaccò da destra; schivò un calcio e
con un balzo si portò velocemente al centro del giardino,
mettendosi in posizione d’attacco.
- Ma allora sei ancora vivo,teme!- esclamò una voce a lui terribilmente conosciuta.
-Baka- sibilò infastidito- che diavolo ci fai qui?- chiese, mentre a passi veloci si riparava di nuovo in veranda.
Il biondo sorrise: - Ma come? In
giro per Konoha ti danno per spacciato ormai e allora io sono venuto
qui a controllare la situazione. A chi mostrerò il mio cappello
da Hokage se tu mi diventi cieco?-
-Tsk, Hokage un paio di palle!
Sarà già tanto se non ti cacceranno via a calci
dall’esame per diventare ANBU-
Naruto sghignazzò: - Questa è solo invidia. In realtà daresti l’anima per essere al mio posto-
Sasuke sbuffò:- Sai,
dovresti metterti una ciabatta in bocca ogni tanto, così
eviteresti di sparare fesserie tutte le volte che ci vediamo- disse con
aria seccata mentre si sedeva di nuovo a terra.
L’aria divertita dell’altro si incrinò; si avvicinò a passi lenti e gli si sedette affianco.
-Sicuro di stare bene?-
Il moro lo guardò leggermente sorpreso, poi sospirò.
-Starò meglio quando tutto questo sarà finito- ammise piegandosi un poco in avanti.
Naruto gli posò una mano
sulla spalla: - Sono sicuro che andrà tutto bene
teme-disse comprensivo, mentre una fievole brezza cominciava a spirare
scompigliandogli la chioma dorata.
L’Uchiha rise piano: - Da quando sei così protettivo?- chiese voltandosi a guardarlo.
E si sorprese quando invece di
vedere i soliti contorni scuri sfumati si trovò innanzi gli
occhi tremendamente azzurri dell’altro che lo fissavano.
Perché vedeva solo quelli?
Sobbalzò quando si accorse
della mano che con riverenza gli carezzava la guancia, scendendo poi a
disegnare il contorno delle labbra.
- Naruto, cos…-
-Shhhh- lo zittì piano l’altro, prendendogli il volto tra le mani.
Poi lo baciò.
Fu un bacio semplice, uno
sfiorarsi leggero di labbra ma Sasuke inconsciamente chiuse gli occhi e
si aggrappò con le mani ai polsi dell’altro, non sapendo
se cacciarlo via o stringerlo ancora di più a sé.
-Vuoi che mi fermi?- gli sussurrò Naruto, il suo respiro caldo che gli mandava a fuoco le guance.
Il moro riaprì gli occhi e, dinanzi a tutto quell’azzurro, dovette cedere.
Fece un cenno di diniego col capo.
L’Uzumaki allora sorrise:
fece scivolare una mano dietro al suo collo attirandolo in un bacio
profondo, mentre lasciava passare l’altro braccio attorno alla
sua vita, facendoselo sedere in grembo.
Il caldo era ancora
insopportabile, ma Sasuke, con le mani di Naruto sotto la maglietta e
la sua lingua sul collo, si sentì rabbrividire.
# # #
Note
Arggh! Questa ff non doveva
essere a capitoli ma una one-shot, porca paletta! Mi rovino da sola, lo
ammetto. Di quanti capitoli sarà, non ne ho la più
pallida idea, ma non sarà lunghissima.
L’ho scritta di getto in
università (aspettavo l’inizio della lezione di chimica
organica ^^ ) e tutto m’aspettavo, meno che diventasse a
capitoli, ma questo l’ho già detto.
Il titolo avrà senso verso la fine.
Siate clementi e se avete tempo lasciate un commentino, ok?
Anna Mellory
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