A tre anni Dean Winchester
è così scatenato che Mary non può fare a meno di chiedersi se per caso quel
goccio di birra bevuto prima di sapere di essere incinta non gli abbia fatto
male in qualche modo. Da quando ha
iniziato a camminare ha rotto due vasi, rischiato di buttarsi addosso la
televisione del salotto e scalato il
mobile della cucina per prendere i biscotti nel barattolo. John ovviamente se
la ride, anche lui da piccolo era una vera peste e sapere che suo figlio gli
somiglia in qualche modo, gonfia il suo orgoglio di padre a dismisura.
Mary borbotta mentre esce in giardino, dondolando per via dell’ingombro del
pancione. È naturale che a John faccia piacere avere una sua copia in piccolo
in casa, non c’è mai! È lei quella che si sta impegnando a farsi crescere gli occhi dietro la nuca per
evitare che il loro primogenito si uccida in qualche modo.
Dean fa correre lungo lo zoccolo della portafinestra la sua macchinina, Mary
ricorda bene quando John è tornato a casa tenendola nascosta nella giacca. Dean
lo ha abbracciato forte e per tutta la sera, John l’ha avuto acciambellato sul
petto con quella macchinina stretta fra le manine.
E’ come quella di papà, le ha detto
una volta di Dean, e Mary non ha potuto fare a meno di ridere. Le avevano detto
che i maschietti sono innamorati della mamma, ma a quanto pare, Dean è un
eccezione.
Mary lascia cadere nella cesta il lenzuolo appena ritirato dal filo e porta le
mani al pancione con un sospiro indolenzito. Samuel (o Samantha) è
particolarmente nervoso questa mattina e Mary ha ormai perso il conto dei calci
che l’hanno fatta piegare in due dal dolore. A sette mesi è così grossa che i
vicini di casa le chiedono in continuazione se per caso non aspetti due gemelli
e lei ogni volta deve bofonchiare che no è solo uno, ma parecchio robusto.
-Sei certo che non hai un amichetto lì con te, vero Sammy?-
Giusto l’altro giorno ha visto un programma alla televisione dove una donna si
è ritrovata tre bambini fra le braccia invece di uno e nonostante la penombra,
Mary ha visto chiaramente lo sguardo preoccupato che John ha lanciato alla sua
panciona. Due bambini in più sarebbero la fine della loro sicurezza economica
però a lei, lei piacerebbe davvero tanto l’idea.
-Ti piacerebbe avere una sorellina Dean?-
Dean è sparito. Come al solito un momento prima era accanto a lei e un momento
dopo puff,
volatilizzato. Mary si guarda attorno.
Il prato che abbraccia la loro abitazione non è altro che un fazzoletto di
terra e per quanto discolo, Dean non si è mai avventurato fino alla strada -Dean?- chiama allontanandosi dalla fila di lenzuola stese
al sole.
Dean sta scendendo lungo il vialetto al seguito della macchinina che deve
essergli sfuggita di mano, Mary sta per richiamarlo quando lo stridore di un
auto in lontananza la spinge ad alzare gli occhi. Accade tutto così velocemente
che il suo istinto di madre prende il sopravvento sul suo corpo intorpidito dalla gravidanza -DEAN!- urla
mentre quell’auto appena apparsa nella via sbanda pericolosamente a destra e
poi riprende la sua folle corsa.
Mary si lancia giù per il prato perdendo le ciabatte, le braccia tese verso la
piccola schiena di Dean che sul bordo del marciapiede raccoglie la sua
macchinina. L’auto è salita sul
marciapiede, punta dritta su Dean che si volta sorpreso senza capire quello che sta accadendo e Mary
inciampa proprio in quel momento finendo malamente prima sulle ginocchia e poi
sul pancione.
Grida cieca per il dolore , le mani affondate nell’erba e il bambino che si
muove furiosamente dentro di lei. Quando torna a vederci qualcosa, quell’auto è
sparita e di Dean è rimasta solo la sua macchinina -DEAN! DEAN!- si tira su ,
sulle ginocchia, si guarda attorno e qualche metro più in là rispetto a dove si
trovava suo figlio, un uomo si solleva lentamente.
Mary sa solo che indossa una giacca color sabbia, perché il resto della sua
attenzione è totalmente catturata da Dean che piange terrorizzato fra le sue
braccia.
Dean sembra aver capito
che quello sconosciuto gli ha salvato la vita, perché dopo essersi ripreso
dallo spavento, ha iniziato a portargli
tutti i suoi giocattoli preferiti, descrivendoglieli a suo modo e
lasciandoglieli sulle ginocchia.
Mary non è sorpresa, Dean è un bambino
molto socievole, ma vista la particolare circostanza, non può non avvertire una
certa fitta di tenerezza a guardare il suo bambino e il suo angelo custode -Non
so come ringraziarti.-sussurra e l’uomo alza gli occhi da Dean e scrolla la
testa pacato.
-Mio marito dovrebbe essere qui a minuti per il pranzo, vorrei presentartelo. -
-Va bene.-
Mary sorride, quell’uomo le piace e non è solo perché ha salvato la vita a suo
figlio. È per via di quella sensazione di benessere sottopelle che respira da
quando è entrato nella loro casa e si è seduto sulla poltrona di John davanti
alla televisione.
-Come ti chiami?-
-Cas…- Mary osserva perplessa lo smarrimento negli
occhi dell’uomo e la sua espressione impacciata mentre distoglie lo sguardo da
lei per tornare a Dean che strattonandogli i pantaloni sta cercando di fargli
capire che vuole essere preso e messo a sedere sulle sue ginocchia -Jimmy.-
-Jimmy penso che tu abbia un nuovo amico.-
Jimmy annuisce mentre raccoglie Dean da terra e lo accontenta, accomodandoselo
in grembo - Ne sono molto contento.-
Mary non ha mai visto John abbracciare qualcuno, ma quando lei finisce di raccontargli
quello che è accaduto e cosa Jimmy ha fatto per loro, John ha
spalancato le braccia e stretto il salvatore di loro figlio goffo come
un orso.
-Io dovrei andare.-
-Andare? No, aspetta!-
Mary invita Jimmy a pranzo, anzi pretende che si sieda a tavola con loro mentre John
si riveste per uscire per
comprare qualcosa di degno per festeggiare lo scampato pericolo. Jimmy ci prova
a declinare l’invito, borbottando di impegni improrogabili, ma Dean si aggrappa ai pantaloni con un -GNO!- urlato. Mary guarda le labbra
dell’uomo tremare leggermente mentre incontra gli occhi verdi di Dean e avverte
una sorta di tristezza in quell’incrocio d’occhi.
-Torna a trovarci.-
Jimmy annuisce mentre si avvia alla porta. Ha passato tutto il pranzo e il dopo
con Dean addosso e ora il bambino lo fissa dispiaciuto da dietro il pollice che
infila in bocca per consolarsi ogni volta che qualcosa lo rattrista -Dean saluta Jimmy.-
Dean apre e chiude un pugnetto, poi si illumina.
Corre in salotto e torna con la sua macchinina
fra le mani L’allunga a Jimmy che lo osserva sorpreso.
-Cosa devo farci?-
Mary ride e anche John mentre Dean spinge fra le mani del suo nuovo amico il
suo giocattolo preferito.
-E’ tua.-
Quando Castiel
torna a capirci qualcosa è steso sul pavimento del suo piccolo appartamento e ha
la bocca e il naso pieni di sangue. E’ stato un vero sciocco a tornare indietro
nel tempo solo per vedere Dean per un momento. Ha sprecato così tanta grazia
che è un miracolo che sia ancora vivo, eppure non è pentito di averlo
fatto. Si sposta di lato e quella
macchina giocattolo sembra brillare contro il linoleum impolverato.
Dean ha sempre avuto un debole per le auto a quanto pare.
Castiel se la porta al petto e attende di morire o di
riprendersi. Tornare nel passato non è servito a nulla, non c’è nulla di
diverso nel Dean seduto sulle sue ginocchia e in quello che ha stretto fra le
braccia e trascinato via dall’inferno.
La sua anima è ancora come quella di quel
bambino, bianca d’amore. Lo ha solo dimenticato.
Per Dean non è facile
staccarsi da Sam e Castiel. Nonostante Crowley si stia impegnando anima e corpo per non fargli
rimpiangere la sua vecchia vita, ci sono momenti in cui si rende conto di aver
perso molto di più della sua umanità. Succede quando, al volante dell’Impala,
non trova Sam al suo fianco.
Succede quando vede un uomo per la strada con impermeabile addosso e il cuore
gli batte così forte nel petto da farlo quasi spaventare.
Per questa ragione ha deciso di farla finita una volta per tutte, di cercare le
tracce del vecchio Dean e di eliminarle una per una. Fortunatamente non sono
molte, e una di loro, da quello che gli ha detto Crowley
ha praticamente un piede nella fossa.
Castiel è steso in mezzo alla piccola camera da letto
del suo appartamento, un mucchio di abiti e sangue che lasciano Dean sorpreso.
Che qualcuno sia arrivato prima di lui?
Il respiro dell’angelo è debole contro il palmo della mano e il sangue che gli
incrosta il viso e il colletto della camicia è talmente tanto che Dean quasi
teme che non ne abbia più una goccia in corpo. Si sorprende a scrollarlo piano
per una spalla, prima che quella vocina che si è accesa nella sua testa da
quando si è svegliato con Crowley accanto al letto lo
informi che sta soccorrendo un angelo del Signore.
-Che diavolo sto facendo?-
Castiel ha un piccolo scatto al suono della sua voce,
qualcosa rotola dalle sue braccia strette al petto e Dean si ritrova a fissare
una macchinina giocattolo. Dean la osserva stupefatto, ricorda di averne avuta
una simile da piccolo, ma che fine abbia fatto proprio non lo sa. Allunga una
mano e le sue dita si scontrano con quelle di Castiel
debolmente tese verso il giocattolo.
-Cas.-
-Dean.-
Questo sarebbe il momento adatto di sfilare la prima lama dalla tasca e di
affondarla nel corpo di Castiel con tutta la forza.
Di ucciderlo guardandolo in faccia e di sussurrare un addio al vecchio Dean.
Quello che si preoccupava di tutti tranne che di sé stesso, quello che a forza
di voler far del bene , è finito con il diventare un demone.
-Quando mi hai trovato all’inferno, cosa hai visto in me?-
E invece non ci riesce, la fame del Marchio si spegne ed è il vecchio Dean
quello che appoggia la mano sulla testa di Castiel e
affonda le dita fra i suoi capelli.
Castiel muove appena le labbra , tanto che Dean deve
piegarsi in avanti per riuscire a capire cosa dice -Ho visto un candore lacerato,
ma pur sempre splendido.-
-E ora? Riesci a vedermi?- Castiel sorride senza
aprire gli occhi -Riesci a vedermi Cas?-
- Sei tu che non riesci a vederti, Dean.-
Neanche tre ore dopo, Dean
è fra le cosce di Michiko, una giapponesina
tutta pepe conosciuta nel pub che è solito frequentare con Crowley.
La scopa con tutta la forza di cui è capace, cercando di svuotare attraverso di
lei tutta l’esasperazione che sente fermentare nello stomaco da quando ha
lasciato Castiel su quel pavimento e se n’è andato
senza aver risolto assolutamente nulla. Le da’ tutto, ma quando si tende per
baciargli le labbra, gira la testa di lato e si nega.
Quello che Dean ha in bocca è sangue misto
a cioccolato, è il sapore del bacio che ha premuto sulle labbra di Castiel mentre questo gli sorrideva beato, convinto
probabilmente di stare facendo un bel sogno dove Dean era di nuovo Dean e tutto
andava per il verso giusto.
-Cas sta per Cassandra?- gli chiede Michiko mentre riprende fiato accanto a lei.
Dean la guarda perplesso mentre la ragazza gli sorride - Lo hai sussurrato
mentre venivi. È la tua ragazza? Avete
litigato?-
-No.- risponde Dean recuperando i boxer dal pavimento
- E’ che riesce ancora a vedermi, quando non vorrei altro che sprofondare all’inferno.-
Se vi va, mi farebbe piacere sapere che ve ne pare di questa
storia.