Father & Son

di reggina
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Julian aveva scoperto quel piccolo angolo di silenzio quasi per caso. L'oasi nella quale staccare, isolarsi dalla noia e dalle paure che scandivano le giornate in ospedale.

Lo confortava l'odore ligneo, plastico e un po' polveroso dei libri. S' illudeva quasi di trovarsi a scuola.

Afferrò una manciata di volumi e ne lesse, sommariamente, la trama. Ne scartò alcuni e tenne soltanto quelli che riteneva più interessanti.

Conclusa la selezione tornò nel reparto con le mani colme di buone letture.

Sapeva bene quanto potessero diventare lunghe le ore per chi è malato e come un buon libro o una visita potessero trasformarsi in diversivi indispensabili.

Certo farsi operare di appendicite non era esattamente la stessa cosa del subire un intervento al cuore ma Julian sapeva che d'innanzi ai dottori anche gli adulti diventano bambini capricciosi e paurosi.

Gregory, dolorante, era ancora sdraiato a letto. Guardò curioso il figlio mentre lasciava scivolare tutti i libri sul cabinet e poi li ordinava perché i titoli fossero ben visibili.

Quindi il ragazzo si sedette sulla sedia accanto al letto. Nella stessa postura, salda ma incerta, che tante volte il padre aveva tenuto al suo capezzale.

"Allora papà, quale libro vuoi che ti inizi a leggere?"

Chiese con la voce ferma e orgogliosa di chi si trova a fare le veci dell'adulto.


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Grazie di cuore a chi continua a recensire, a chi ha inserito la storia tra le preferite e le seguite.

A presto!





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