Autore: Alexiel
Mihawk | alexiel_hamona (LJ)
Titolo: Ogni
cosa è illuminata
Fandom: Avatar,
the legend of Korra
Personaggi:
Zaheer
Paring:
nessuno
Prompt:
Avatar,
Zaheer, Abbiamo perso il potere di intuire senza capire, pretendiamo di
capire
senza intuire... vogliamo essere veloci senza riuscire a essere lenti
(Dylan
Dog, Gli artigli della tigre)
Parole: 674
Genere:
introspettivo
Avvertimenti:
One shot, missing moment, spoiler Book4 episode9
Rating: sfw,
verde
Note:
scritta in seguito alla visione del 9° episodio del Book 4 e
ispirata da uno dei prompt di piscina di prompt; questa one shot
è la prima di una raccolta (che sarà mista in
realtà: OS, flashfic e drabble) relativa a the legend of
Korra. Oramai siamo alla fine e più andiamo avanti
più mi trovo a sentire la necessita di guardare il passato e
ammirare l'evoluzione caratteriale, stilistica e umana di tutti i
personaggi che ci hanno accompagnato per questi anni. Zaheer
è l'unico villain che ritorna dopo la sua sconfitta,
complice anche il fatto che sia Unalaq che Amon sono morti alla fine
dei rispettivi Book, e quando torna lo fa in modo del tutto diverso da
quello che avremmo potuto aspettarci: torna come guida. Per quanto mi
riguarda Zaheer è uno dei migliori villain affrontati fino a
questo momento, è estremamente logico e razionale,
è disposto ad abbandonare ogni attaccamento ai suoi beni
terreni per raggiungere il suo obiettivo, e di base questo significa
anche abbandonare i sentimenti e le emozioni più forti:
l'odio, l'amore, la rabbia, la passione. E ci riesce, ci riesce
davvero, sacrifica una parte della sua umanità per
raggiungere il suo scopo, che, sì, è uno scopo
estremo, ma le basi da cui partiva non erano così sbagliate.
In un certo modo anche Amon e Unalaq sono come lui, hanno un obiettivo,
un ideale per cui sono disposti a morire (e alla fine è
quello che avviene); Kuvira invece è diversa, si lascia
guidare dalla sua sete di potere, è la più
terra-terra di tutti gli avversari e in qualche modo la vedo come una
nemesi di Zaheer (e c'è anche un motivo se lei è
una dominatrice della terra e lui dell'aria), sono esattamente
all'opposto, Kuvira combatte per tutto ciò che Zaheer
disprezza, il suo potere personale prima di ogni altra cosa. E
personalmente ho amato come il vecchio nemico sia la guida spirituale
di Korra in questo viaggio alla ricerca di se stessa; speravo davvero
di vedere un confronto tra di loro e sono stata soddifatta, ho visto
Korra affrontare la realtà e accettarla, finalmente, come ha
accettato Amon, come ha accettato Vatu. Ora "ciò che sarebbe
potuto essere" non la spaventa più, perché
sì, sarebbe potuto essere, ma non è avvenuto.
Secondo me se Zaheer non fosse stato un villain sarebbe potuto essere
un'ottimo maestro per l'Avatar e un ottimo amico per Tenzin, e ho
apprezzato moltissimo come siano riusciti ad evidenziare il fatto che
sì, Zaheer è un villain, è un nemico e
ciò che ha fatto è sbagliato e nessuno cerca di
negarlo, ma questo non sminuisce la sua saggezza e la sua cultura,
né la sua spiritualità o le sue
capacità.
E quindi sì, il primo capitolo è per Zaheer, per
essere tornato ancora una volta prima della fine.
Il titolo della raccolta/del primo capitolo, così come il
primo quote, sono tratti dal libro/film Ogni cosa è
illuminata di Jonathan Safran Foer.
Ogni
cosa è illuminata
Ho
riflettuto molto spesso sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato
che ogni cosa è illuminata dalla luce del
passato… è sempre lungo il
nostro fianco, dall'interno guarda l'esterno, come dici
tu alla rovescia… in questo modo io sarò sempre
lungo il fianco della
tua vita
e tu sarai sempre lungo il fianco della mia vita.
Ogni
cosa è illuminata.
I
primi sei mesi sono i più difficili da superare.
L’Avatar
è ancora vivo, la rabbia scorre nelle sue vene e
l’odio alimenta il suo
respiro, non riesce a capire come sia potuto avvenire e, soprattutto,
non
riesce ad accettarlo.
La
consapevolezza del fallimento pesa sulle spalle di Zaheer
più del dolore della
perdita. Ha combattuto ed è stato sconfitto, ha lottato per
una causa in cui
credeva e l’ha vista soccombere e coloro che si sono
schierati al suo fianco, i
suoi compagni, i suoi amici hanno pagato con la vita.
Ha
accettato il vuoto e ha lasciato andare ogni attaccamento a questo
mondo, ma non
è servito a niente, non è stato sufficiente;
l’amore per P’Li è un ricordo
sbiadito che ogni tanto torna a soffocarlo nella sua grotta buia e tra
i
riflessi verdastri dei cristalli ogni tanto si illude di vedere il suo
volto.
In quei momenti la sua concentrazione viene a mancare e
l’uomo si ritrova per
terra.
La
consapevolezza del fallimento è ciò che tiene
Zaheer sveglio la notte, mentre fredde
catene, plasmate da un elemento che non gli è concesso
dominare, si stringono
attorno ai suoi polsi, alle sue caviglie, alla sua vita, tenendolo
saldamente
ancorato a terra.
Dopo
un anno gli sono ricresciuti i capelli.
Con
gli occhi chiusi e le mani giunte, Zaheer lascia che il suo corpo
galleggi a
mezz’aria.
La
carne rinchiusa tra pareti di roccia, la mente libera di vagare per un
mondo
diverso, fatto di luce e colori e caratterizzato da una
placidità che non gli è
del tutto estranea. L’uomo scopre che gli mancavano la
tranquillità e i silenzi
di quei luoghi, aveva nostalgia di quel cielo illune e di quei paesaggi
incantati; sente che la sua rabbia e il suo odio non sono poi
così importanti e
inizia a lasciarli andare.
Pensa
alla sottile ironia della sua situazione (e a volte ancora se ne
rammarica),
mentre con passo leggero attraversa il regno degli spiriti, mentre
osserva
creature dalle sembianze indefinite avvicinarsi a lui e osservarlo come
se
fosse fisicamente presente, quando, in realtà, il suo corpo
non vede la luce
del sole da molto tempo.
Alla
fine del secondo anno i capelli gli arrivano alla base del collo.
Zaheer
si chiede che fine abbia fatto Korra, si domanda se sia riuscita ad
andare
avanti, se sia stata in grado di dimenticare ciò che
è avvenuto. È a conoscenza
del fatto che l’Avatar non abbia più messo piede
nel mondo degli spiriti, ma
tutto ciò che riesce a ottenere sono informazioni filtrate
da una patina di
irrealtà, perché tutte le notizie che giungono in
quel regno sono spesso frammentarie
e incomplete
Zaheer
sa che prima o poi si ritroveranno faccia a faccia e che lei
vorrà delle
risposte, sa che presto Korra verrà a cercarlo e la aspetta
con ansia, dentro
di lui, però, si agitano ancora emozioni contrastanti.
Sono
passati tre anni da quel giorno.
Zaheer
sente che il mondo è vivo, avverte ondate di energia fluire
e scorrere
attraverso di esso e anche se non può, come altri, seguirne
il flusso, riesce
comunque a percepirne la potenza.
Ogni
cosa è illuminata. La luce del passato si riflette sul
presente e l’uomo non
cerca più una via di fuga nella meditazione, ma vi riscopre
la strada per
ritrovare se stesso, come era già accaduto in passato (ma
forse quella era
un’altra vita, un’altra prigionia, un altro uomo).
Zaheer
ha tutte le risposte, anche se non conosce ancora le domande. Sa che
Korra
arriverà a breve ed è pronto ad accoglierla; non
vede più in lei un ostacolo,
non vede più nelle sue catene un limite, non ha intenzione
di abbandonare i
suoi ideali (è ancora troppo presto per questo), ma il suo
animo è più leggero
ora.
Non
c’è vendetta, non c’è rabbia,
non c’è rimorso, qualcosa è cambiato in
lui, è
divenuto il riflesso di ciò che era prima e nella solitudine
del suo isolamento
ha accettato il suo passato.
Zaheer
non è più lo stesso di prima.
Neither
of us are the same as before, I have learned to fly but I am
bound in chains, you have all the power in the world and the freedom to
use it
but you chose to hold yourself down.
Zaheer, The
legend of Korra, Book 4, Episode 9 – Beyond the wilds
|