contest
Perché a Natale
siamo tutti
più buoni
[tranne
Nami-san]
Cara
Nami,
quest’anno non hai fatto la brava bambina, ma hai tempo fino
a
domani per rimediare.
Fai buon uso del tuo regalo. Non vorrai mica far
passare un altro Natale da single a quel figo del cuoco, no?
Con affetto, Babbo Natale.
Nami trovò quella lettera sul suo comodino la mattina della
vigilia di Natale.
Dopo averla riletta per ben tre volte e aver fatto
qualche ipotesi su chi fosse il mittente, scartò anche il
pacchetto: un piccolo blocco di fogli colorati. Cominciò a
sfogliarlo, trovando su ogni foglietto una scritta diversa. E allora le
fu tutto più chiaro.
Davvero quell’idiota di Sanji sperava di poter ottenere
qualcosa da lei con un simile stratagemma?
Avrebbe preferito di gran
lunga ricevere una delle sue dichiarazioni sdolcinate e melense.
Insomma, un po’ lo amava e forse questa
volta avrebbe potuto
dirgli di sì. Ma quello... quello non lo doveva fare.
«SANJI-KUN!», urlò, sfrecciando verso il
malcapitato.
Sanji stava cucinando la colazione per la ciurma quando vide Nami
corrergli incontro. Si aprì in un dolce sorriso, sorriso che
prontamente si trasformò in un’espressione
inorridita
quando le mani della navigatrice si strinsero intorno al suo collo,
soffocandolo.
«Sei un cretino! Ma come diavolo ti é venuto in
mente?!».
«N-Nami-san, ti prego... r-risparmiami... a N-Natale siamo
tutti più b-buoni, no?».
Nami gli lasciò il collo e gli mollò un pugno
sulla
testa, che lo fece accasciare mollemente per terra.
«Sì,
tutti tranne me! Quello che hai fatto è
imperdonabile!».
Sanji si rialzò a fatica da terra, guardandola implorante.
«...cosa ho fatto esattamente?».
«Aah, Sanji-kun, non fare il finto tonto!».
«Nami-san, non capisco di cosa tu stia parlando...».
Nami ringhiò, tirando fuori il blocchetto. Lo
sventolò di fronte allo sguardo confuso di Sanji.
«Ti ricorda niente, questo?». Sanji, stranito,
scosse la testa.
Nami, guardandolo
nell’unico
occhio visibile, si rese conto che lui non ne sapeva davvero nulla di
quel maledetto regalo.
«Ehm, temo di essermi sbagliata», ammise,
arricciando le labbra.
«Non fa niente, mia adorata», rispose Sanji,
sorridendo un po’ malconcio.
Nami abbassò lo sguardo. Lei aveva
sbagliato e lui ne pagava le conseguenze, di
nuovo.
Babbo
Natale
o chiunque le avesse scritto quel biglietto, aveva dannatamente
ragione: nell’ultimo periodo non si era comportata per niente
bene con Sanji. Ma era più forte di lei: accorgersi di
amarlo la
faceva diventare ancora più irascibile e impulsiva.
«Ti prometto che questa sera mi farò
perdonare», gli
sussurrò in un orecchio, accarezzandogli una guancia.
Il
volto
di Sanji si illuminò e Nami pensò che in fondo
Babbo
Natale − o chi diamine fosse − non aveva avuto
affatto una
cattiva idea.
Quando Sanji avvertì la mano di Nami stringere la propria e
indicargli un posto più appartato nella nave, non
ci
pensò due volte a seguirla con entusiasmo − e
be’,
forse anche un po’ di speranza. La musica della festa di
Natale divenne
solo un’eco in lontananza.
Nami si fermò nel
corridoio e
si parò davanti a Sanji che la guardava incuriosito.
«Perdonami per la scenata di stamattina... È stato
tutto
un equivoco».
Sanji sorrise, rincuorandola. «Tranquilla, Nami-san, niente
che non si possa
risolvere con la fantastica sorpresa di cui mi hai
parlato~♥».
«Sanji-kun, non essere impaziente...». Nami
tirò fuori il pacchetto e glielo porse.
Lo sguardo di Sanji sembrava quello di un bambino di fronte ad un
giocattolo nuovo. «Oh, grazie,
Nami-san!~♥», squittì estasiato.
Scartando il regalo, però, si rese conto che si trattava
del blocchetto di fogli di quella mattina e cominciò a
sudare freddo.
«Non vorrai mica picchiarmi di nuovo, vero?».
Nami scosse la testa, esasperata. «Idiota, leggi cosa
c’è scritto».
Sanji obbedì: il primo foglietto diceva Buono per una passeggiata.
Rivolse uno sguardo confuso a Nami che lo incitò a
continuare.
Buono
per tenersi per mano.
Buono
per una cena per due.
Buono
per un intero appuntamento.
Sanji cominciava a capirci qualcosa. Sfogliò velocemente il
resto del blocchetto con il cuore che galoppava veloce nella cassa
toracica.
Uno degli ultimi fogli attirò particolarmente la
sua
attenzione: Buono per un bacio.
A quel punto Sanji ne fu certo: quella
era una vera e propria dichiarazione da parte di Nami-san, la sua Nami-san,
l’unica donna che amava davvero.
Pensò di non essersi mai sentito così felice in
vita sua. Tutte le premure, le parole dolci, i colpi e i rifiuti
incassati senza fiatare, tutti i suoi sforzi per conquistare il cuore
della navigatrice alla fine avevano avuto l’effetto sperato.
«Nami-san, cosa significa tutto questo?».
Nami sbuffò, abbassando per un attimo lo sguardo.
«Hai capito benissimo,
Sanji-kun».
Il cuoco le si avvicinò, prendendole delicatamente
una
mano tra le sue. «Ma io voglio sentirmelo dire da
te».
«Ti sto dando una possibilità, stupido di un
cuoco! Non
farmi cambiare idea», esclamò la navigatrice,
rossa in
volto.
Sanji non potè fare a meno di sorridere intenerito.
«Nami-san».
«Mh?», rispose lei, mordendosi le labbra.
«Posso usare uno di questi buoni... ora?».
La navigatrice si schiarì la voce per nascondere
l’imbarazzo.
«Sanji-kun, come pretendi di fare una passeggiata
se siamo in mare aperto? Utilizzerai quel buono appena saremo sbarcati
da qualche parte».
«No, Nami-san, mi riferisco a quell’altro
buono».
Sanji si era fatto pericolosamente vicino. Nami
indietreggiò,
fino ad appiattirsi contro il muro. Poteva sentire il respiro di Sanji
solleticarle il viso.
Si rese conto che, in fondo, ma molto in fondo,
desiderava quel bacio almeno quanto lui.
«Così
sprecherai
uno dei buoni più preziosi», azzardò,
poco convinta.
«Correrò il rischio», le rispose Sanji,
mettendosi il blocchetto in tasca e chinandosi verso di lei.
Nami sgranò gli occhi, mentre le labbra del cuoco premevano
sulle proprie. All’inizio non rispose, troppo scioccata che
tutto
quello stesse accadendo sul serio, poi le venne naturale
affondare le
dita tra i sottili capelli biondi di Sanji, approfondendo il contatto.
Era da tanto, troppo
tempo, che il cuoco desiderava poter sfiorare le labbra di Nami,
tuttavia fu costretto ad allontanarsi: si era ricordato di un
particolare che lo incuriosiva parecchio e che non
poteva tralasciare. In fondo ci sarebbe
stato tutto il tempo per baciare Nami, ancora e ancora, fino
a toglierle il respiro.
«Non ho letto l’ultimo buono», le
spiegò, tirando di nuovo fuori il blocchetto.
Nami, vagamente delusa per l’interruzione e anche un
po’ emozionata, aggrottò la fronte.
Non ricordava che ci fossero altri
buoni oltre a quello del bacio.
Il cuoco lesse ad alta voce. «Buono
per–», si
bloccò, assumendo un’espressione indecifrabile.
Nami afferrò bruscamente il blocchetto per poter leggere
cosa
ci fosse scritto di tanto eclatante. Sgranò
paurosamente gli
occhi: era sicura che quel buono non ci fosse mai stato,
perché
altrimenti l’avrebbe strappato e gettato nella spazzatura per
la
vergogna.
Rialzò lo sguardo su Sanji, il quale la fissava con occhi
languidi e un rivolo di sangue che colava dal naso.
Per un momento le
sembrò quasi di vederlo circondato da cuori e arcobaleni.
«Nami-san... io e te... un sogno che si
realizza~♥»,
biascicò Sanji, avvicinandosi per abbracciarla.
Nami lo tramortì con un pugno, anche se ciò non
servì a farlo rinsavire.
Ormai la frittata era fatta, ma la cosa assurda era che a lei non
dispiaceva per nulla.
«Missione compiuta», decretò Robin,
nascosta dietro l’angolo del corridoio.
Non era stato facile aggiungere l’ultimo buono alla lista che
aveva realizzato per Nami, senza che lei si accorgesse di nulla,
ma alla fine era andato tutto per il meglio: quei due testoni, oltre
alla giusta spinta per dichiararsi, avevano proprio bisogno di un
pizzico di follia in più.
Sorrise soddisfatta, mentre le braccia di Zoro la trascinavano verso la
cabina.
Note
dell'autrice:
Questa
è stata la faccia di Sanji dopo che ha letto
l'ultimo
buono, quindi non credo sia necessario specificare in cosa consisteva
esattamente :'D chi mi conosce sa che ero una fan accanita della RuNami;
dichiaro ufficialmente di essere passata alla SaNami.
Una mattina mi sono svegliata e mi sono accorta che mi emozionavo di
più di fronte alle moine di Sanji che
all'ingenuità di
Rufy (in realtà il mio cambiamento è dovuto a
tutto un
intreccio di somiglianze con le coppie di altri manga, ma non vi sto
qui ad annoiare). Non ho pubblicato molte fanfiction in questo fandom,
quindi non sono sicura di come sia venuta questa oneshot... spero che mi facciate
sapere la vosta opinione. Grazie a tutti!
♥
Soly Dea
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