NOTA
INIZIALE DELL’AUTRICE:Ok, questa
è la mia prima fic su Death Note, quindi, vi prego di
perdonare le imprecisioni che, conoscendomi, avrò inserito
un po’ dappertutto!
E’ una
MelloxNear (Ambientata alla Wammy’s, ovviamente)
semplicemente perché io AMO ALLA FOLLIA ENTRAMBI!!!^_^
Just enjoy it!
ARE
YOU TICKLISH?
INTRO:
Io soffro
terribilmente il solletico, anche se cerco in tutti i modi di
mascherarlo. Ora, è normale soffrire il solletico, o meglio,
è normale per una persona comune, ma per un supereroe, ad
esempio? Pensate se spiderman ridesse come un matto nel bel mezzo di
uno scontro all’ultimo sangue, mentre Octopus lo solletica
con i suoi tentacoli! Davvero ridicolo.
Bene, abbiamo appurato
che soffrire il solletico, per un supereroe, non è
ammissibile. E per… Un genio?
…
…
…
Near sedeva nella sala
comune rannicchiato su se stesso, intento a completare un puzzle di
2000 pezzi intitolato: “ermellino delle nevi su sfondo di
prato invernale”:Un puzzle completamente bianco. Stava giusto
per completare la parte sinistra, quando sentì dietro di
sé la porta sbattere violentemente.
Non ebbe bisogno di
voltarsi per intuire l’identità del nuovo arrivato.
“Ciao
Mello” disse con il suo solito tono monocorde.
“Mpf”
si limitò a grugnire il biondo in risposta
Mello si sedette su
una delle poltrone e cominciò a divorare voracemente la
tredicesima tavoletta di cioccolata del giorno.
Near
continuò impassibile la sua opera, ignorando completamente
l’altro.
Mello
osservò il ragazzino ed assottigliò gli occhi.
Quanto gli urtava i nervi quel suo stramaledetto menefreghismo totale!
Come faceva a passare intere giornate a completare intricatissimi
puzzle, a districare enigmi, ad erigere stupide torri di Lego o
percorsi di domino? Lui non ce l’avrebbe mai fatta, sarebbe
esploso dopo neanche 10 minuti. Mello odiava i puzzle. Ogni tanto si
chiedeva se Near fosse davvero umano, se provasse emozioni, se fosse
capace di piangere, o ridere. Lui, Mello, provava emozioni, eccome se
ne provava! Si arrabbiava, gioiva, si disperava. Come tutte le persone
che conosceva, d’altro canto. Matt, per esempio, piangeva a
dirotto quando la “sua piccola e dolce” Play andava
in tilt, o diventava isterico se le sue sigarette sparivano
misteriosamente.
Near no. Non
l’aveva mai visto cambiare espressione, da quando lo
conosceva, cioè fin da quando aveva memoria.
Non era normale, non
era comprensibile. E Mello non sopportava il fatto di non capire
qualcosa. Tutto ciò lo mandava in bestia.
Si arrovellava su
questa faccenda da molto tempo, ed era arrivato alla conclusione che
Near non poteva essere così…Vuoto. Doveva
riuscire a dimostrare che anche Near era umano. Non sapeva nemmeno lui
il motivo di questa ossessione, ma sarebbe impazzito se non ci fosse
riuscito!
Near, nel frattempo,
aveva terminato il suo puzzle e si stava alzando dalla sua postazione.
Stava per uscire dalla
porta, quando Mello si alzò di scatto e gli si
parò davanti con un sorrisetto. Aveva in mente un buon
metodo per far uscire allo scoperto la sfera emotiva di quel piccolo,
candido automa.
“Near
tu…Soffri il solletico?” chiese Mello
innocentemente.
Near sbatté
le palpebre e lo fissò, leggermente stupito da quella
domanda improvvisa.
Mello non
aspettò una risposta, ed iniziò a solleticare i
fianchi minuti del ragazzino, che cominciò a contorcersi,
tentando in tutti i modi di divincolarsi dal biondo.
“Mello,
smettila!!” disse Near, dando fondo a tutto il suo
proverbiale autocontrollo per non cominciare a ridere.
Mello non lo
ascoltò e continuò ciò che aveva
iniziato.
Near non sapeva
più che fare.
Infine Mello ebbe il
sopravvento e Near scoppiò a ridere forte.
Mello allora lo
liberò dalle sue dita e sorrise compiaciuto.
“Allora
anche tu sei un essere umano, Near…”
constatò il biondo ghignando.
Il più
piccolo arrossì violentemente e diede le spalle al biondo,
torturandosi una povera ciocca dei capelli bianchi.
Accidenti a Mello ed
ai suoi scherzi idioti!!
Non era certo il primo
che gli faceva, ma era di sicuro uno dei più stupidi.
“Sei davvero
infantile, Mello” disse Near senza voltarsi.
“Lo
so” ribatté Mello addentando la quattordicesima
barretta di cioccolato della giornata “Ma ne vale la pena,
ogni tanto…”
E detto questo
ricominciò a solleticare il povero Near che tentava
disperatamente di cacciarlo via. Mello se la rideva e ignorava
bellamente le proteste del più piccolo.
Ad un tratto,
pero’, con una mossa troppo maldestra della sua gamba, cadde
sulla schiena, trascinandosi Near addosso.
I due si trovarono
viso contro viso, le labbra che si toccavano. Arrossirono entrambi e si
staccarono velocemente.
Si diedero le spalle e
si alzarono, imbarazzatissimi.
Mello masticava
nervosamente la sua cioccolata, recuperata dai meandri delle tasche dei
suoi pantaloni. Cazzo, aveva baciato Near!! Ma la cosa peggiore, e
decisamente più strana, era non gli era dispiaciuto
affatto!!Ma cosa andava a pensare… Non poteva essere che a
lui piacesse…
Near era rosso rosso
in viso e si fissava i piedi. Il suo primo bacio… Con Mello.
Era scosso, certo, ma non schifato. E non era decisamente una cosa
normale.
Si voltarono entrambi,
contemporaneamente.
“Near, non
pensare che io… Si, insomma hai capito, no? E’
stato u…un incidente…” disse Mello con
lo sguardo altrove.
“Certo…”
concordò Near con lo sguardo altrettanto lontano.
Mello sentiva una
vocina insistente nella sua testa che gli gridava: _Ma chi vuoi
prendere in giro?! Eddai è chiaro che ti è
piaciuto!!! Bacialo come si deve, che aspetti?_ e tentava in tutti i
modi di ignorarla, senza successo, maledicendo il suo cuore traditore.
Near, dal canto suo,
era sopraffatto dalle troppe emozioni scaturite da quel bacio rubato,
alle quali non era assolutamente abituato. Era tentatissimo di
richiudersi nella sua abituale freddezza ma, chissà come
mai, proprio non ci riusciva…
Ci fu un momento di
silenzio, durante il quale nel biondo si fece strada un idea a dir poco
geniale.
Mello si
voltò lentamente, e prese Near per le spalle, portandoselo
davanti.
“Forse ho
trovato il modo migliore del solletico per dimostrare che non sei il
freddo automa che tutti credono…”
Così
dicendo poggiò ancora le labbra sulle sue, sta volta con
molta più foga. Near oppose un minimo di resistenza, anche
perché Mello non era per niente delicato, ma poi si
lasciò andare, mandando allegramente al diavolo la logica e
la razionalità.
Continuarono a
baciarsi ancora per qualche minuto, quando Near si stacco da suo rivale.
“Mello…?”
disse sulle labbra del biondo.
“Che
c’è?” rispose lui, infastidito dalla
inusuale loquacità del ragazzino, soprattutto in un momento
come quello.
“E
tu… Lo soffri il solletico?” chiese Near con aria
indifferente.
“I…io?
Naaaaa!” rispose Mello a disagio, scuotendo vigorosamente la
testa.
Near esibì
un ghignetto che poco si confaceva alla sua persona e che non
prometteva nulla di buono.
“N…Non
avrai intenzione di…”cominciò Mello
indietreggiando.
“Occhio per
occhio…” disse Near avvicinandosi pericolosamente.
“Glom”
…
…
Dopotutto…Soffrire
il solletico non è poi così male…^_^
…
…
NOTA FINALE: Beh!?! Ke
ve ne pare?? Lo so, è una mezza cazzata, ma
l’altro giorno in classe mi è venuta
quest’idea mentre vedevo la mia migliore amica che, mentre
veniva solleticata, rideva e si contorceva come una scema, continuava
ad urlare “io non soffro il solletico, io non soffro il
solletico!”. Ho pensato a come avrebbero reagito quei due ed
è venuta fuori questo sclero. Ho una mente contorta e
criminale, me ne rendo conto…
Alla prossima.
A.D.F.
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