la montagna incantata
- Cose
importanti qui, blablabla in fondo:
- 1) non posso
farne a meno: musica per il capitolo, prego! Camille Saint-Saëns - Danse Macabre
- 2) il titolo
non inganni e T. Mann mi perdoni: la mia montagna incantata non ha
nulla a che fare con la sua :')
- La Montagna Incantata:
- 01. il filo dei pensieri
- C'era una
volta un Re seduto su un sofà, che disse alla sua serva: “Raccontami
una storia!”, e la Serva incominciò:
- [...] un Re
seduto su un sofà, [...]“Raccontami una storia!”
- […]
- […]
- […] e la
Serva incominciò:
- Tutta la
servitù è accorsa al pianto di Anna; ora piagnucola solo per scena,
è bello avere tante persone attorno, no, principessa non fare
così, è solo un graffietto, vedi, non sanguina più, vedi, ora è
tutto a posto, ci pensa Gerda, guarda.
- La regina si
tormenta le mani, angustiata, mentre la bambinaia riempie di tenere
sciocchezze la figlia: il marito si è chinato sulla piccola. I
grandi occhi azzurri sono pieni di un terrore vecchio, che nulla ha
che vedere col fatto che Anna si sia ferita il mignolo col coltello
del burro.
- Elsa è
rimasta al suo posto; sbocconcella lentamente un biscotto, le gambe
nude a penzoloni dalla sedia. Fissa con sguardo azzurro la scena, il
viso paonazzo della sorella, la sua bocca deformata e umida dallo
sfogo, il dito bendato prontamente attorno al quale si avvicenda lo
stormo di donne. Un macchiolina rossa è fiorita sulla punta.
- Dal balcone
entra la luce violenta del mattino. La tovaglia bianca è incendiata,
le ombre dei bicchieri della saliera dei piatti oblique e di un
colore senza nome. Il coltello (Cattivo coltello, cattivo! Non lo
sai che non si ferisce il mignolo delle principesse?), il
coltello è ancora in terra, è caduto con un toc
secco sul tappeto. Anche se nessuno lo ha sentito, Elsa lo sa.
-
La lama irraggia bagliori strani contro le gambe del tavolo, la
seghettatura è spruzzata di rosso ed Elsa sente il cuore riverberato
in gola, anche se continua a mandare giù briciole di biscotto
appuntite come ghiaia.
-
“Chissà che sensazione fa sulla pelle”, pensa. Anna sta ancora
tirando su di naso con voce lamentosa; nessuno si accorge che Elsa è
scivolata dalla sedia e si è chinata a raccogliere il coltello.
-
Scintilla meno, adesso che lo tiene per il manico, riflette solo il
giallo dei suoi nuovi guanti. Affascinata (ora il cuore le martella
nelle tempie), passa l'indice sulla lama; poco più che una pressione
sul polpastrello, un solletico, ma il sangue stria il guanto.
Nient'altro.
- Percorre
nuovamente la seghettatura, un po' più forte, chissà che
tipo di male fa, io non piangerei, no, e se...
-
“Elsa!”
-
La madre le ha strappato il coltello di mano, la strattona per un
polso; gli occhi azzurri sono pieni di quella paura macerata in fondo
al cuore ed Elsa sa, sa che quello sguardo è solo per lei e per
nessun altro, come se fosse colpa sua, come se lei avesse fatto male
ad Anna.
-
“E se li uccidessi?”, si trova a pensare Elsa, fissando la madre
negli occhi.
- Se li
uccidessi con questo coltello, sì, forse la mamma non mi
guarderebbe più così, forse la smetterebbero di preoccuparsi,
chissà che effetto fa, chissà cosa succede dopo-
-
“Tesoro, cosa stai facendo?”
-
L'ombra del padre le sovrasta entrambe. Il filo di pensieri di Elsa
si ingarbuglia; guardando l'orlo dei pantaloni di Adgar si sente
improvvisamente come quando fece cadere lo specchio del salotto, che
i frammenti schizzarono per tutto il pavimento e le schegge si
impigliarono tra le frange del tappeto, e nulla nulla nulla l'avrebbe
più rimesso a posto, andato, finito, gettato assieme all'immondizia,
e ancora adesso ha una fitta al cuore ogni volta che vede la mensola
vuota.
- Cosa ho
pensato?
-
Gli occhi della madre la guardano ancora con quell'angoscia di prima.
Paura. Di lei?
- Cosa ho
pensato mamma?
-
“Ti sei fatta male anche tu? Cosa ti è saltato in mente di giocare
col coltello? Fa vedere la mano... Elsa, tesoro, cosa succede?”
-
Adgar si china accanto alla bambina, che piange disperata contro il
braccio della regina. I singhiozzi la scuotono talmente forte che non
riesce a rispondere alle domande preoccupate del padre.
-
“Non piangere, fa vedere la mano- grazie Gerda, ci penso io.”
-
Anna, vistasi sottrarre così slealmente l'attenzione, ricomincia a
frignare. La madre si libera delicatamente dalla stretta di Elsa per
calmare l'altra figlia.
-
“Tesoro, non ti sei fatta nulla, guarda, è tutto a posto... Cosa
ha messo la cuoca in quella cioccolata per ridurre le mie figlie
così?”.
-
Gerda sorride un po' perplessa alla battuta del re, per poi tornare
da Anna e la regina.
-
Elsa si stringe al padre senza smettere di singhiozzare, si aggrappa
alla sua giacca come se lo stesse già perdendo, come lo avesse già
perso, come se lo-
-
-
Non c'è stato modo di cavarle una parola di bocca: ha continuato a
piangere tutta la mattina, a nulla sono valse le carezze, i
rimproveri, i silenzi.
-
Solo quando Agdar, dopo averla riaccompagnata in camera, fa per
lasciarla con una carezza sui capelli, Elsa gli prende la mano,
tremando leggermente dal letto.
-
“Papà.”
-
“Cos'hai? Elsa, cosa è successo?”
-
Elsa si limita a guardarlo.
-
“E'... è per via dei poteri?”
-
La voce del re è così delicata, piena di comprensione.
-
La bambina continua a guardarlo con immensi occhi liquidi.
-
Mentre il re le si siede accanto per rassicurarla, andrà tutto
bene amore mio, non è successo niente, non devi avere paura,
Elsa non smette di supplicarlo in silenzio: “Non lasciarmi da sola
coi pensieri. Non lasciarmi da sola, non andare via.”
-
Ma quando le tira le coperte sotto il mento (ha accostato le tende
per schermare la cameretta dal mezzogiorno), e quando mormora come
senza fine tutte le parole senza senso, e quando le bacia la fronte,
Elsa non può fare a meno di cedere alla morbidezza del cuscino, alla
pesantezza delle palpebre: cade stremata in un sonno senza sogni.
-
-
*
-
-
(I pensieri sono infidi. Non lasciateli entrare se non sapete dove
portano)
-
-
*
-
E' sera quando si sveglia. Non c'è traccia di ghiaccio, né sul
lenzuolo, né alle pareti.
-
Si sente sudata nei posti più strani, la schiena, la nuca, persino
le mani dentro i guanti.
-
L'enormità dei pensieri pende a picco su di lei; si sente come
osservata da dentro, da occhi che non sono i suoi.
-
Smettila!, sembra dire lo scatto con cui si porta a sedere sul
bordo del letto.
- Non l'ho
pensato io. Non l'ho pensato io, impossibile.
-
Il buio della stanza è troppo, si soffoca. Scosta le tende: le luci
della città si ammollano nel fiordo. I tetti neri, c'è una pace.
- Io voglio
bene alla mia mamma, io voglio bene al mio papà.
- Io li
amo.
-
Pensa.
-
Io li amo, pensa più forte. E' come un sasso lanciato in uno
stagno immobile: la montagna è nera contro il cielo, la sua cima più
alta a mezzaluna pare sorridere.
-
Rimane alzata a lungo, seduta alla cornice della finestra,
ripetendosi come uno scongiuro contro ogni male li amo li amo li
amo li amo liamoliamoliamo..., gli occhi fissi alla massa della
montagna, finché le parole perdono il loro sapore e il loro potere.
Nel buio, non sono altro che parole.
-
-
-
-
-
*
-
-
(Vi avevo avvertiti: i pensieri sono davvero infidi)
-
-
*
-
-
I giorni trascorrono per strappi secchi per Elsa, di angoscia in
angoscia: un'apnea nelle acque più torbide di un'immaginazione che
non sapeva di avere, per poi riemergere improvvisamente, col fiato a
singhiozzi.
-
Più di una volta si è sorpresa a fissare il centro tavola, gli
spartiti, i libri del maestro senza volere ricordarsi da quale incubo
era appena sfuggita.
-
E' inutile che si ripeta la formula: tra i liamo liamo liamo
si infilano sempre più spesso immagini strane, domande che certo non
è lei a porsi, che risalgono a galla come tante bolle, che esplodono
(pof! pof! pof!) nel silenzio della sua mente, piccoli petardi
colorati.
- Quanto
tempo ci vuole perché tutto il sangue esca? Mi guarderebbe con paura
se lo facessi? Il papà no di certo. Il papà no.
- E se lo
facessi?
- Se lo
facessi?
-
La principessa piange da mesi, ormai. A intervalli irregolari, alcuni
giorni sì, alcuni giorni no.
-
Tutto il castello è abituato da qualche anno alle malinconie, alla
riservatezza della più grande delle figlie del re, ma mai una volta
aveva pianto così disperatamente e a lungo.
-
Dopo le prime settimane di agitazione, il personale si limita ormai a
scuotere la testa, le cameriere più anziane accennano una carezza
sui capelli biondi della bambina, poi tornano alle loro faccende.
Quante lacrime ha bevuto, povera bimba? Non sta bene, non sta bene
che una principessa pianga così, la malinconia non fa bene al cuore.
-
Il re non sa cosa pensare.
-
La montagna si riflette nelle acque picchiettate dalla neve sottile,
ormai: la sua massa nera e bianca stringe il paese in una morsa.
-
Le aiuole del giardino non sono più che sporgenze di neve sull'altra
neve dei viali; il pergolato di rose è crollato, sterpi forano il
manto.
-
Elsa siede sola in mezzo a tutto quel bianco, lancia molliche di pane
ai piccoli corvi appollaiati sul muro di cinta.
-
Che guaio- che guaio!, dicono becchettando attorno ai piedi
della bambina.
-
Che guaio, che guaio davvero, se non si è al sicuro neppure nella
propria testa!
-
Ha mai provato nessuno un dolore così? Un dolore così grande da
schiantare il mondo. Se lo facessi... Se lo facesse, pensa,
nel momento esatto in cui i corpi fossero immobili rovesciati l'uno
sull'altro, il cielo ingoierebbe il mare con uno stridore di lamiera,
le onde altissime fracassate contro la terra la sprofonderebbero; le
stelle si spiccherebbero come margherite, fioccherebbero lievi come
la neve che cade leggera attorno a lei, ora, e imbianca tutto, e
disperde i confini del giardino, del paese, della montagna...
-
Lo stesso silenzio di adesso seguirebbe, e lei sola rimasta
nell'orizzonte abbacinante e sterminato (la curvatura degli eventi
dispersa lontano dietro di lei, niente più che un filo tremulo)
respirerebbe l'aria sottile sottile, pulita libera: che sollievo. Che
sollievo quando il dolore è trascorso, quando il peggio è passato,
quando l'attesa del peggio è finita, perché peggio del peggio non
può più accadere.
-
I corvi si disperdono in un frullio di ali nere quando si alza;
scompaiono oltre il muro, verso la montagna.
-
-
- Le stelle
non caddero, il cielo limpido rimase curvo sul fiordo, nella terra
continuarono a dormire le erbe sotto lo spesso manto di neve.
- La
bambina ascolta il proprio respiro strappato; null'altro si muove,
solo la bestia, il gigante di ghiaccio la guarda attendendo nuovi
ordini.
- Una polla
scura circonda il re e la regina in un angolo del salone.
- Dalla
porta socchiusa l'altra bambina vede, non capisce, chiede alla
sorella.
- Il
gigante e la bimba bionda si limitano a guardare a lungo; fa un
freddo, un freddo terribile. Come se la ride, là fuori, la montagna
che sprofonda nel buio.
- “Vattene
via, Anna.”
- *****
- Angolo Autrice e altre
cosacce:
- Caro
Walt, perdonami, ma io non ce la posso fare: se me ne dessi
l'opportunità, troverei del tragico pure nelle “Follie
dell'Imperatore”. Non so proprio cosa dire, non ho scusanti xD
- Credevo
di avere esaurito la mia fantasia riguardo Frozen con Vie di fuga, ma
a quanto pare non è così, ah-ah! Forse sembrerà strano, dato il
taglio che fino ad ora assume questa fiction, ma uno dei motivi più
forti che mi ha spinto a scriverla è stato il desiderio di provare
uno stile più “fiabesco” e meno fanfictionescorealistico. Se
trovate fastidiose le onomatopee, il discorso indiretto libero, i
salti temporali secchi da una scena all'altra... fatemelo sapere xD !
- Riguardo
alla trama: che. Fatica. La psicologia di Elsa mi ha succhiato un
mare di tempo ed energia, e tutt'ora sono abbastanza incerta sul
risultato. Volevo rendere una logica contraddittoria, "fastidiosa" e inquietante,
ma allo stesso tempo a dimensione di bambino (quindi un pensiero che
si esprime per immagini più che per concetti), ma... bo, è la prima
volta, non so se nero su bianco è chiaro il percorso psicologico che
avevo in mente per lei : Se avete dubbi, chiedete pure!
- L'antecedente
più importante al quale credo di essermi rifatta nel concepire la
trama è stato “La leggenda di San Giuliano ospitaliere” di
Flaubert.
- Grazie
per essere arrivati fin qui! Spero di aggiornare presto il secondo
capitolo! Le recensioni non fanno mai male, state in forma, un
bacione, e alla prossima :) !
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