Avviso
dell'autrice: la colpa per la creazione di questa
FanFiction
è di EvelynChan
che ha scritto una fantastica One Shot natalizia,
“Un
caminetto per due”, e mi ha fatto venire una voglia
matta di
scrivere qualcosa.
Grazie
Evelyn per
la tua stupenda ff!
Il
regalo
La
festa di Natale era già iniziata ma Diana era ancora nella
sua
stanza. Con fare nervoso prese il piccolo pacchetto regalo e se lo
strinse al petto. Da tempo aveva capito che quello che provava per
Martin non era semplice affetto ma non aveva ancora avuto il coraggio
di confessarglielo; ormai però non poteva farne a meno.
Stargli
accanto da semplice amica le risultava sempre più faticoso e
si era
detta che una confessione sincera era la scelta migliore, anche se
forse sarebbe stata dolorosa.
Fattasi
coraggio, si diede un'ultima occhiata allo specchio. Aveva indossato
un vestitino corto di velluto rosso che la faceva somigliare un po'
ad un elfo...o almeno questo era ciò che le aveva detto
Martin
quando lo aveva acquistato e, vista la sua passione per il
soprannaturale poteva considerarlo un complimento.
Senza
ulteriori indugi uscì dalla stanza e si diresse a passo
spedito
verso la palestra dove si stava svolgendo la festa.
Era
appena entrata quando lo vide e sentì il cuore mancarle un
battito,
tra poco sarebbe stato il momento della verità. Aveva fatto
solo
qualche passo quando ciò che vide la fece bloccare:Martin
non era
solo, stava cingendo le spalle di Jenni, forse le stava chiedendo di
ballare.
Diana
sentì le forze abbandonarla e le braccia ricaderle lungo i
fianchi,
inermi, mentre il regalo scelto con tanta cura rotolava a terra.
Sentiva
gli occhi bruciarle e la testa pulsarle.
Improvvisamente
si sentì soffocare dalla ressa presente in quella stanza,
senza
pensarci due volte volse le spalle alla festa e corse via fregandosi
di chi poteva vederla o farsi delle domande.
Arrivata
nella sua stanza si tolse le scarpe, erano rosse e col tacco alto, le
aveva scelte pensando di stupire Martin e si rannicchiò sul
davanzale della finestra, disperata.
La
festa andava avanti da tempo. Martin, intento a chiacchierare con
alcuni compagni, diede uno sguardo all'orologio. Era tardi ma di
Diana neanche l'ombra. Preoccupato, diede un'occhiata in giro.
Arrivato
nei pressi dell'entrata della palestra urtò
qualcosa con il piede, abbassato lo sguardo vide un piccolo
pacchetto.
Dopo
averlo raccolto notò che il biglietto portava il suo nome e
la
scrittura era certamente quella di Diana.
Ora
ne era certo, le era successo qualcosa.
Nel frattempo, avvistato Java gli si
avvicinò.
«Hai
visto Diana?»
«Vista
vicino dormitori. Lei a letto, grosso mal di testa. Aveva occhi
rossi.» spiegò il cavernicolo.
Dopo
un veloce saluto all'amico, Martin si allontanò.
Appena
uscito dalla palestra spiccò la corsa verso i dormitori.
Diana non
aveva un semplice mal di testa e lui era intenzionato a scoprire la
verità.
Teneva
a lei più di quanto fosse disposto ad ammettere e la sola
idea che
stesse soffrendo per qualcosa lo faceva impazzire.
Arrivato
davanti la sua stanza , si prese un attimo per riprendere fiato
quindi bussò.
Non
ricevendo risposta, riprovò una seconda e una terza volta
ottenendo
i medesimi risultati. Ancora più in ansia, si decise a
cercare di
aprire la porta; per sua fortuna non era chiusa a chiave.
Appena
entrato vide la ragazza raggomitolata sul davanzale della finestra,
al buio, immobile.
«Diana!»
chiamò, raggiungendola.
«Martin,
va via.» rispose la ragazza, con la voce rotta dal pianto.
«Cosa
ti è successo, dimmelo.»
Diana
si limitò a scuotere la testa mentre nuovi singhiozzi le
rendevano
impossibile parlare.
Allarmato,
Martin la prese tra le braccia mentre la ragazza tentava di
divincolarsi.
«Diana,
ti prego, dimmi perché piangi!» la
supplicò.
Lei
avrebbe voluto rispondergli ma cosa avrebbe potuto dirgli? Come
poteva dirgli la verità quando questo significava perderlo
per
sempre?
«Torna
alla festa, Jenni ti aspetta.» disse quindi, tornando a
volgere il
capo verso la finestra.
«Chi
se ne frega di Jenni, chi se ne frega di tutto se tu stai
male!»
urlò Martin, esasperato, prendendole il viso tra le mani.
Vedendo
il suo sguardo gli fu tutto improvvisamente chiaro, anche se gli
sembrava impossibile, davvero stava piangendo per lui? Possibile che
anche lei sentisse qualcosa di più della semplice amicizia
nei suoi
confronti?
Con
il cuore a mille avvicinò il suo volto a quello di lei e la
baciò.
La sentì irrigidirsi per un attimo ma poi avvertì
le sue mani
artigliargli la camicia mentre il bacio si faceva più
intenso.
Non
aveva mai immaginato che baciarla sarebbe stato così, come
una
scarica di adrenalina, una fonte a cui non si vorrebbe mai smettere
di bere. Ci aveva pensato tante volte ma la realtà superava
di gran
lunga l'immaginazione.
Quando
si staccò dalle sue labbra la strinse a se, sentendola
accoccolarsi
contro il suo petto.
«Ho
trovato il tuo regalo per me, posso aprirlo?» le chiese.
Al
cenno di assenso di lei, strappò la carta con frenesia
scoprendo una
scatolina e dentro un ciondolo con un tribale.
«Significa
coraggio.» spiegò la ragazza.
«Grazie!»
rispose Martin, baciandola dolcemente sulla fronte. «Domani
andiamo
a comprare il tuo.»
«Vuoi
dire che non mi avevi fatto il regalo?» chiese Diana,
sollevandosi a
guardarlo, indispettita.
«Ti
avevo preso un regalo ma andava bene per la mia migliore amica, non
per la mia ragazza.» spiegò sorridendo.
Arrossendo,
lei nascose il viso sul suo petto aspirando il profumo forte e
speziato che ben conosceva. Il regalo più bello che potesse
desiderare era lì accanto a lei, forse Babbo Natale esisteva
davvero
se no non avrebbe potuto spiegare come fosse possibile che il suo
più
grande desiderio fosse diventato realtà.
Fine.
Angolo
dell'autrice: Avete già fatto l'albero?
Comunque
sia, buone feste!
Ho
finito di scriverla alle due di notte...spero sarete clementi!
|