Something of Us

di _Schwarz
(/viewuser.php?uid=103424)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avviso
Allora, in realtà di solito metto le note dopo la storia, perché mi sembra giusto che prima si legga e poi si diano le spiegazioni, ma stavolta mi trovo costretta a fare il contrario.
La storia che vi state apprestanto a leggere dovrebbe essere, come dice la stessa categoria, di tipo Angst. Però non è così, perché ogni tanto i personaggi partono e vanno per conto loro e tu resti shockata a guardare word che si riempie di roba che non avevi mai neanche immaginato.
Quindi, questo è il parto della mia mente, l'inizio di questa raccolta che si propone di avere quaranta capitoli (dieci prompt per quattro categorie - Angst, Au, Fluff, Slice of Life) e... Beh, la pianto di annoiarvi xD Buona lettura!



 


Something of Us
 





Categoria: Angst
Prompt: Frattura






Se c’era una cosa ben impressa nella memoria di Sarada Uchiha, quella era la sua totale e immancabile sfiga.
Non che nella sua famiglia,  specie quella paterna, fosse esattamente una novità – quella dannata stronza sembrava avere un’inclinazione del tutto particolare per lo stare incollata al sedere di ogni Uchiha mai vissuto sulla faccia della Terra.
Certo era che Sarada sperava, almeno durante quella giornata, di avere un poco di sfortuna in meno del solito: non tanto perché gli amici dei genitori e i loro figli erano tutti riuniti a casa sua, ma perché c’era lui.
Boruto Uzumaki.
Il primogenito del migliore amico dei suoi genitori, l’incubo di ogni bambina di sette anni con una gonna, data la sua barbara abitudine di alzarle, le gonne.
Ma non era quello, l’attuale problema della bambina; il vero dubbio di Sarada era: come aveva fatto lei, figlia degli allievi di due Sannin – per quanto discutibile uno dei due – a cadere come una povera scema e a fratturarsi una gamba nel cortile di fronte a casa?
Non lo sapeva.
Sapeva solo di trovarsi a cavalluccio di Boruto, che la stava riportando al suo appartamento, con gli occhiali rotti e le lacrime che cadevano da ormai dieci minuti buoni dai suoi occhi completamente rossi.
E, per quanto il suo orgoglio potesse mostrarsi disgustato in un angolo della sua mente, faceva davvero troppo male, per non piangere.
«Non preoccuparti, Megane*» disse il bambino con tono stanco, mentre la trasportava fino al settimo piano del palazzo «siamo quasi arrivati.».
E, in quel momento, Sarada era troppo impegnata a piagnucolare sul suo collo di non chiamarla così, per accorgersi del suo cuore che batteva più forte di prima.
 
 



 
*Megane: la traduzione letterale è “Ragazza con gli occhiali”, ma qui è inteso come “Quattrocchi”.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2937251