Kokoro no Yuki - Cuori di Neve

di Matrona
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   Kokoro No yuki - Cuori di Neve






 


Lei verrà… io ne ho già sete
lei verrà, nel tempo che verrà
e scenderà giù per la collina
da nuove città…


 

* Papà come si fa a capire che una ragazza è quella giusta? *

Quelle parole risuonano nella sua mente ormai assopita. Da più di mezz’ora è spiaggiato su una panchina del centro,
aspettando la “sua fidanzata” indaffarata nello shopping selvaggio dei regali di Natale.
All’ennesima vetrina, tra l’altro, di intimo femminile, aveva desistito, ancorandosi alla seduta come una cozza allo scoglio.
“Ti aspetto qui”, le aveva detto, cercando di non farsi fulminare dalla sua occhiataccia laser.
Quasi addormentato, le parole di quel ragazzo dietro di lui l’avevano scosso riportandogli alla mente vecchi ricordi.
Senza farsi notare, con la coda dell’occhio, aveva visto la situazione. Un ragazzo sulla ventina era seduto nella panchina parallela la sua,
con un distinto signore dai tratti marcati e gli occhiali a mezzaluna. Si somigliavano molto.
Il giovane si passava nervosamente una mano nei capelli scarmigliati e con malcelato rossore chiedeva consiglio all’uomo che gli sorrideva dolcemente.
Ranma fissò il cielo plumbeo e sospirò. Anche lui non molti anni fa aveva fatto la stessa domanda a quel debosciato di suo padre.

 



 

*flashback*

Stavano passeggiando per le radure della desolata regione della Qinghai quando videro un matrimonio di contadini, celebrato all’aperto.
Tutti erano raggianti e lo sposo soprattutto sembrava volare un palmo da terra. Cosa che lo turbò non poco.
Dall’alto dei suoi sedici anni non aveva mai visto un uomo così felice e questo,
per lui che aveva un pressoché inesistente rapporto con le “femmine” era davvero strano.

- Papà ci sono tante ragazze nel mondo, come si fa a capire quale è giusta per diventare…si insomma.. ecco…  

Il padre lo guardò con aria seccata mentre tentava di avvicinarsi di soppiatto al banchetto per rubare qualcosa.
Erano due giorni che non mangiavano.

Beh è facile, quella che è più bella e ha più soldi! Che domande! -

Un pugno in pieno viso, colpì il signor Saotome che ruzzolò portandosi dietro il tavolo delle vettovaglie.
Ranma era davvero stufo del genitore, per una volta che gli faceva una domanda seria.
Attirata l’attenzione degli invitati si apprestarono a scappare  ma
proprio gli sposi li fermarono invitandoli al banchetto, esprimendosi a gesti.

- Cari viandanti restate pure, condividete con noi la nostra gioia. -

Esordì la sposa sorridente. I due restarono volentieri, interpretando vagamente l’invito.

*Forse potrei chiedere a lui….*  

Con aria circospetta, Ranma si avvicinò allo sposo, che gli sorrise benevolo.

- Emh… posso farti una domanda? - Mimò il gesto.

- Dimmi pure ragazzo. - Il codinato rimase stupito. Parlava giapponese.

- Parli giapponese?

- Si i miei avi erano del Kansai.

- Come hai fatto a capire che lei è, insomma la persona giusta…?  - 

Chiese indicando la graziosa ragazza che danzava al centro dell’improvvisata sala da ballo.
L’uomo non si stupì della domanda e dandogli una vigorosa pacca sulla spalla rispose allegro.

- Beh è facile. Lei rende tutto più bello, riesce a colmare i miei vuoti e le mie mancanze.
Tira fuori la parte migliore di me… - Ranma non riusciva a capire.

- Sì ma come hai fatto a capire che…

- Pratichi le arti marziali vero?

- Sì… - Non riusciva a capire il nesso.

- Beh come fai a captare il chii di un avversario?

 - Che domande, lo sento! - Sorrise beffardo.

- In amore è la stessa cosa. Lo senti fino nelle viscere… non puoi spiegarlo e nessuno può capirlo ma lo sai… qui… -

Sorrise a sua volta puntandogli il dito al centro del petto.
Allora Ranma capì l’antifona ma rimase ancora pieno di dubbi per quella sera,
cercando di figurarsi il volto della “sua persona giusta” e non riuscendo a far smettere di galoppare forte il cuore.


*flashback end*











Stai qui con me, stanotte piove
e piove su noi che non c'incontriamo mai
Lei verrà ma d'estate
lei verrà, perché io aspetto già
e scenderà forse di mattina
dal fiume che va






 

Ranma si guardò intorno istintivamente, non vide più la strana coppia di prima. Se n’erano andati.
Uno lieve senso di delusione l’avvolse, si era perso nei suoi pensieri senza ascoltare la risposta di quel signore.
Rivolse lo sguardo verso il negozio in cui era entrata Akane, era ancora lì tra gli scaffali a scegliere dei regali per le sorelle.

Sbuffò sonoramente prima di rincontrare con lo sguardo i due,
adesso fermi davanti la vetrina di una gioielleria.
Stranamente si sentì sollevato, poteva ancora ingannare la noia dell’attesa.
Il codinato ne dedusse che forse quel giovane voleva prendere un regalo di Natale alla sua lei.

Anche lui adesso che ci pensava non aveva preso ancora nulla ad  Akane.
Arrossì nascondendo l’imbarazzo nella sciarpa, quella fatta proprio dal suo maschiaccio.
La sua lei…". Come avevano cominciato a farsi i regali di Natale?
Perché lui pur avendo altre tre spasimanti, che si proclamavano fidanzate ufficiali,
non aveva mai fatto loro nemmeno un pensiero? Forse perché abitava con lei e non con le altre,
forse perché lei non lo ricattava o pretendeva chissà cosa?

Non riuscì a darsi una risposta, era così e basta.
Akane sapeva che un suo regalo era semplicemente un pensiero, senza alcun fine.
I suoi occhi erano sempre così felici, nonostante non fossero regali costosi o particolarmente significativi.
Il suo sorriso come ringraziamento poi,gli seccava ogni volta la gola, lasciandolo senza parole.
Inoltre lei, nonostante gli rifilasse dei “baka” ogni cinque minuti, teneva particolarmente ai suoi doni.
Il carillon che le piaceva tanto, era sempre in bella mostra e la cornice dell’ultimo Natale,
era sulla scrivania vicino al peluche di qualche anno prima. 
Nella sua scatola dei segreti poi, quella che qualche volta si era trovato a sbirciare c’era davvero di tutto.
Lo striscione che le aveva fatto quando era in ospedale con il piede ingessato,
qualche rosa essiccata del bouquet di quando avevano litigato per via di Nabiki,
il pezzo della sua casacca rossa che l’avvolgeva dopo la battaglia con Sauflan.

Akane era così. Semplice, onesta, avvolte addirittura rude ma era sicuro di una cosa.
Lei non gli aveva mai promesso nulla ne tantomeno urlato in faccia un qualche sentimento di amore,
però in quei piccoli gesti pieni di normalità, traspariva caldo e luminoso il suo affetto per lui.



*Mi vai bene così come sei…*

 



*Flashback*

Era seduto, o meglio “seduta” sulla veranda intento a strizzarsi la casacca.

Dannazione… quel maledetto…

Anche per quel giorno non era riuscito a rimanere asciutto per più di ventiquattro ore consecutive .
Sulla via di casa, Kuno l’aveva inseguito per combattere, farfugliando di onore e rispetto, tra una cosa e l’altra aveva cominciato a piovere.
Come al solito, in pochi minuti, una folla di curiosi assisteva alla singolare scena.
Fino ad un momento prima avevano visto un aitante ragazzo combattere e adesso vedevano un ragazzina con dei vestiti cadenti,
che veniva molestata dal giovane kendoista, insieme ad una coetanea.

- Mamma ma quel ragazzo adesso è una ragazza…come ha fatto?

- Non guardare Hito, è gente strana, magari ha qualche malattia, non ti avvicinare…

 Borbottò la signora, trascinandosi via il pargolo. Inutili erano stati gli epiteti urlati di Akane.

- Ma come si permette! Maleducata!

- Lascia perdere… -

Ringhiò tra i denti il codinato. Era tutto così imbarazzante…
Scosse la testa come a scacciare via una mosca. Non doveva ripensarci.

- Hei ti ho portato l’acqua. -

Akane, anche lei ancora zuppa di pioggia, si era premurata di portargli subito un boiler con l’acqua calda.

- Grazie… per tutto… -

Mormorò piano, pensando a quanto fosse frustrante per lei avere un fidanzato così strambo e attira guai.

- Eh?  - Inarcò le sopracciglia stupita. Da quando Ranma diceva grazie?

- Ho detto grazie! Sei sorda? -

Il rossore si era impadronito di tutto il suo corpo e non era certo dovuto all’acqua calda che gli scrosciava sulla testa.
Quale tattica migliore, insultarla per toglierlo dall’impaccio?

- Ah ecco, si che ti riconosco adesso! - Sorrise furba.

- Tu… Tu… non sei per niente… - Tentò di controbattere.

- Non devi ringraziarmi. Non è certo colpa tua.
Devi stare solo un po' più attento e magari portarti un ombrello. -

Sorrise lieve per poi lasciarlo imbambolato nel corridoio ancor più rosso e imbarazzato.  

- Carina….

*Flashback end *








Per noi avrò strane parole
quelle che non riesco a dire mai
parole di cui ti vergogni
ah ci sarà il sole
nella stanza in fondo agli occhi tuoi
amore che non dai più sogni
amore che non dai


 


I suoi pensieri furono disturbati da un lieve scampanellio. Il ragazzo col padre erano entrati nel negozio, sorridenti e decisi.
Ancora una volta si era lasciato sfuggire la loro conversazione. Con pochi passi svelti anche lui era di fronte al negozio adesso.
Chissà se da li sarebbe riuscito ad intravedere l’acquisto. Un caldo scintillio investi i suoi occhi.
La vetrina, addobbata per le feste era ricolma di ogni tipo di gingillo.
Bracciali, collane, anelli dalle pietre luminose facevano bella mostra di se.
Forme di ogni genere ma soprattutto ogni tipo di prezzo.
Le ragazze impazzivano per quelle cose e anche lui doveva ammettere che erano oggettivamente belle.

Il pensiero andò nuovamente a lei. Quante volte le aveva visto indossare gioielli? Qualche bracciale, delle perline ai lobi,
niente di vistoso certo, però quando le metteva sembrava ancora più graziosa.
Per quante volte gli aveva detto di essere un maschiaccio, lei riusciva a stupirlo.
Non era prorompente come Shanpu, sempre truccata e ingioiellata ma non era nemmeno spartana come Ukyo.

Ad Akane bastava mettere un abitino floreale e un filo di trucco per lasciarlo in stato catatonico.
Spesso si chiedeva come facesse ad essere così esile e ad avere tutta quella forza di spararlo in orbita
e ancor più spesso si chiedeva come mai tutti quei principi e spasimanti volessero proprio lei,
l’esatto contrario della perfetta casalinga, come moglie.
Rise sommessamente, quella donna era un controsenso vivente e questo gli piaceva da impazzire,
forse anche gli altri l’avevano notato e ancora prima di lui.
S’innervosì al ricordo di Kirin, Toma, Shinnosuke, Ryoga, Kuno e tutti i ragazzi del Furinkan.
Aveva sudato sette camice per poterla salvare dalle loro grinfie.
Quel maschiaccio mancato gli dava sempre da fare.

Un riflesso lavanda baluginò nelle decorazioni natalizie. Con terrore Ranma si irrigidì freddo, senza voltarsi.
Se Shanpu l’avesse notato li davanti ad una gioielleria si sarebbe scatenato il finimondo e Akane,
certamente, non gli avrebbe parlato fino all’anno prossimo. Fortunatamente non era lei.
Si rilassò un pochino tornando a respirare normalmente.
Certo che anche lui a numero di spasimanti rompi scatole era messo bene.
Quante volte Akane si era trovata a combattere suo malgrado con quelle pazze?




 






Flashback*

- E così quelle pazze ti hanno distrutto la casa eh Saotome?

- Boh boh boh ohbo… -  Bofonchiò scrivendo un cartello.

- Già  te la sei vista brutta, i giovani d’oggi sono pieni di energia! -

Rise sguaiatamente Soun, infondo era contento di riavere il suo migliore amico a casa con lui.
Ranma con passo pesante si avviò in camera, era stata una giornata infernale e per poco non ci rimetteva le penne.
Passando davanti le stanze delle sorelle Tendo, notò quella di Nabiki appena socchiusa e delle voci parlare sommessamente.
Con passo felpato si avvicinò per origliare, chissà se anche Akane era li.
Dopo pranzo l’aveva vista letteralmente sparire imbarazzata, farfugliando qualcosa sui compiti da fare.

 - E quindi pensavate fosse un anello di fidanzamento? - Mormorò piano Kasumi.

- Eh sì, mi sono fatta giocare come una pivella. Però nel frattempo ci ho guadagnato un bel gruzzoletto. -

Rise la mezzana che contava i soldi fatti per aver spifferato la notizia ai quattro venti.

- Quindi tu sapevi tutto! Perché l’hai detto al mondo intero e non a me? - Protestò Akane.

- Beh sorellina era una sorpresa e poi vedere Ranma così in difficoltà era uno spasso.

- Non sta bene prendersi gioco degli altri Nabiki!  - La rimproverò Kasumi.

- Non è mica colpa mia se è un impedito nei sentimenti. -

Ranma se avesse potuto l’avrebbe fulminata con lo sguardo ma Akane, perché non diceva niente?

- Beh adesso Ranma è di nuovo con noi, no? Dovresti essere felice, avevi un muso così lungo in questi giorni.

- Beh sì, certo che lo sono… - Rispose arrossendo.
 
*E’ felice che io sia tornato a casa* Il cuore del codinato galoppò felice.

 - Allora cosa c’è che non va? - Chiese preoccupata la maggiore.

- No niente…

- Ho capito. Sei un po' triste perché ci ha messo una vita a darti quel regalo?
Beh comprendilo, pensava fosse un anello di fidanzamento, il che implica un ammissione dei suoi sentimenti e l’ufficialità del vostro rapporto.  -

Spiegò saccente la mezzana.

- Accidenti, lo sa che non sono come le altre. Poteva farsi meno problemi,
parlare chiaro, è sempre il solito baka. -

Borbottò. Ranma da dietro la porta rimase stupito. Davvero Akane non si aspettava una cosa del genere da lui?
E’ vero fino a pochi giorni prima si erano praticamente detti addio insultandosi e ora si parlava di anelli di fidanzamento e ufficialità.
Forse lei voleva dire che con lui non aveva aspettative? Una parte del suo petto fece improvvisamente male.

- Che ci vuoi fare sorellina, quando si tratta di te impazzisce. - Rispose Nabiki.

- Cosa? - Arrossì ancora di più.

- Se non gli importasse nulla non combinerebbe tutti questi casini.
E’ un baka senza speranza ma prima o poi troverà il modo di fartelo capire senza coinvolgere tutta Nerima. -

 Kasumi e Nabiki uscirono ridacchiando dalla stanza,
 ignorando completamente Ranma che si era arpionato al soffitto.

 * Per una volta quella iena ha detto una cosa giusta… prima o poi troverò il modo.*

*Flashback end*









Lei verrà, io ne ho già sete
e scenderà forse di mattina
dal fiume che va
Per noi avrò strane parole
quelle che non riesco a dire mai
parole di cui ti vergogni


 


Un piccolo bagliore catturò la sua attenzione, riportandolo con la mente alla realtà.
Una veretta d’argento faceva mostra di se in un angolo della vetrina.
Non era particolarmente lussuosa, se paragonata allo sfarzo sfavillante dei diamanti, però aveva un qualcosa che l’attirava.
Era composta da sue sottili fasce metalliche che s’intrecciavano. Una satinata e l’altra lucida.
Gli ricordava molto Akane. Semplice, forte e dura ma capace di dolcezza e grazia senza eguali.
Aguzzò la vista per scorgerne il prezzo e d’istinto s’infilò una mano in tasca.
Ce la faceva, avrebbe però rinunciato a fare altre spese o a comprarsi una nuova casacca.
Poco importava, aveva voglia di farlo e l’avrebbe fatto. Si guardò intorno allarmato, doveva sbrigarsi,
Akane sarebbe potuta uscire da un momento all’altro.
S’infilò nel negozio nello stesso istante in cui stavano uscendo padre e figlio. Si urtarono vicendevolmente.

- Mi scusi!

-  Oh non ti preoccupare, sono io che non guardavo avanti
. -

Rispose raggiante il ragazzo. Solo fino a pochi minuti prima era quasi affranto.

- Beh allora Buon Natale!

- Già buon Natale e in bocca al lupo.
-

Rispose il ragazzo, lasciandolo stupido. Lo specchio al lato, rifletteva la loro immagine.
Ranma ebbe appena il tempo di notare che avevano la stessa identica espressione sul viso,
prima di vederli sparire inghiottiti dalla folla del centro. Sorrise consapevole.

- Buonasera, posso esserle d’aiuto? - Chiese l’ anziano proprietario.

- Sì, io vorrei…





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- Ma dove si sarà cacciato? Se lo becco con una di quelle matte mi sente! -

Bofonchiò Akane, intenta ad individuarlo tra la folla, stando sulle punte.

- Ehi! - Ranma le sfiorò lievemente una spalla.

- Sei qui! Pensavo te ne fossi andato! -

La rabbia scemò subito nel vederlo così tranquillo e sereno.

- Tu piuttosto, hai svaligiato il negozio?

- Sai quanto i gusti di Nabiki siano difficili, non trovavo nulla di adatto.

- Brrr… che freddo. Non dovevamo andare a prendere una cioccolata calda?


Il ragazzo mise le mani in tasca. Aveva speso tutto per il regalo.

- Beh, non ne ho più voglia. Perché non andiamo a casa?

- Non vale, dovevi offrire tu!
-

Rimbottò imbronciata come una bambina.

- Su facciamo a chi arriva prima! Ci riscaldiamo e magari butti giù qualche etto! -

Rise il codinato cominciando a correre.

- Come ti permetti! Cafone! -

Lei gli fu subito dietro, pronta ad accettare la sfida.



Il cielo plumbeo stava dando vita a piccoli e morbidi fiocchi, rendendo il Natale di Nerima davvero perfetto, da cartolina.
I due giovani correvano a perdifiato per le viuzze, tra le risate di uno e le imprecazioni dell’altra. Arrivarono al parco stanchi e spossati.

- Anf..Anf… certo che sei coriacea. - Disse il codinato tenendosi un fianco.

- Anf… Nella corsa non mi batte nessuno, nemmeno tu… - Rispose orgogliosa, avvicinandosi a lui.

- Sei il solito masch.. -

- Aaarghhh..  -


Le parole gli morirono in gola. Akane era scivolata sulla strada innevata ed era praticamente sdraiata su di lui.
Il suo profumo, il suo corpo caldo. Senti improvvisamente il sangue ribollire nelle vene.
Con un autocontrollo incredibile, la sollevò rimettendosi seduto.
La mora era a capo chino, aspettandosi la solita strigliata su quanto fosse impedita ma ciò non avvenne.

- Scusami io… -

 Sussurrò piano. Sembrava ancora più piccola immersa tra i fiocchi di neve e circondata dai pacchetti regalo.
Le labbra imbronciate e le guance rosse lo intenerirono. Allarmato si controllò la casacca.
L’anello era ruzzolato dalla tasca e stava li in mezzo alla neve.
Con uno scatto di reni, il codinato cercò di prenderlo prima che lei lo vedesse ma con scarso successo.
Akane lo guardava immobile con tanto d’occhi. Era stupita, stranita e forse anche un po' spaventata.
Lui la fissò incapace di dire alcunché. Non era pronto, non si aspettava di darglielo così.
La mora cercò di alzarsi per toglierlo e togliersi dall’imbarazzo ma lui la trascinò di nuovo giù.

- Hei dove scappi!? Ormai hai fatto il guaio. Tieni questo è per te. -

Gli mise in mano il piccolo anello.
La ragazza lo teneva come fosse un piccolo cristallo delicato e
passava alternativamente lo sguardo da lui all’anello, con gli occhi sgranati.
Il cuore di Ranma perse un battito. Forse non le piaceva?

- Beh non hai niente da dire? Lo so non è un gran che… -

Akane riuscì solo a scrollare il capo e a dire con voce flebile:

- E’ davvero bellissimo… è…? -

Era sicuro che il suo viso in fiamme avrebbe potuto sciogliere la neve da li a un chilometro.

- Beh, si insomma… l’ho visto  e ho pensato che era il caso, sai ecco, però se è un probl…
 
- Mi dai una mano? -  


Akane se è possibile era ancora più rossa di lui. Con fare goffo cercava di sfilarsi i guanti per poterlo provare. Il ragazzo le prese una mano.
Piccola, tiepida e come in un gesto automatico le infilò l’anello, che risplendeva perfetto sulla sua pallida carnagione.  

- Wow… -

Soffiò la ragazza sforzandosi di trattenere le lacrime. In pochi istanti accadde.
Lei gli strinse le mani e si avvicinò al suo viso. Un lieve, caldo e casto bacio sfiorò le labbra di Ranma che non riuscì subito a realizzare.

- Grazie…

Akane lo aveva baciato? Akane l’ aveva baciato. Senza nastro, senza crisi, senza scocciatori.
Si sfiorò con le dita il punto che lei aveva toccato. Era vero? Era stato tutto troppo veloce.
Come sempre lei era più coraggiosa di lui sui sentimenti.
Inghiottì il vuoto… ne voleva ancora.

- Ti sembra il modo di ringraziarmi?

- Eh? -


Akane era basita ma non ebbe il tempo di realizzare. Ranma la strinse a se e la baciò con impeto.
Dopo un piccolo momento di smarrimento, lei ricambiò, lasciandosi cullare da quel caldo abbraccio.
Restarono così per molto tempo. Immersi nel silenzio del parco e del cadere dei fiocchi.
Finalmente erano riusciti ad incontrarsi e accettarsi come fidanzati.
Non era poi così male dopotutto crescere e ammettere i propri sentimenti pensò Ranma,
contento di  averla tra le braccia e di averla zittita almeno per un po'.





ah ci sarà il sole
nella stanza in fondo agli occhi tuoi
amore che non dai più sogni
amore che non dai….









Angolo dell'autrice:

Let it snow... let it snow... la sentite l'aria natalizia? Salve a tutti, come va?
Eccomi tornata con una piccolissima shottina dal sapore natalizio, nata così di getto, sulle note di "lei verrà" di Mango, scomparso proprio ieri. Rip.
Ho sempre adorato la sua musica e questi versi in particolare mi hanno fatto venire in mente il nostro bel codinato.
Chissà se lui ha mai fantasticato su una fidanzata eventuale prima di conoscere Akane o se l'aveva immaginata così la sua metà della mela.
Fatto sta che per ingannare l'attesa il nostro eroe ha deciso di darsi una mossa. Vi è piaciuta la serie di flashback e l'ambientazione?
Spero di sì. L'ho scritta così senza pretese perchè mi sento melensa e ho voglia di coccole ahahah.
Un ringraziamento speciale alle mie ladies che mi incitano sempre a scrivere (leggasi mi minacciano). In attesa del mio ritorno con una long fic.
Muahahahah! Grazie a chi la leggerà e a chi avrà voglia di lasciarmi un segno del suo passaggio.
Buone feste a tutti voi, vi auguro di realizzare tutto ciò che il vostro cuore desidera.

Con Affetto

Matrona.





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